𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐨

Oggi
Distretto di Gangneung

Il vociferare all'interno del locale era, come al solito, parecchio rumoroso. Molte persone stavano sedute ai diversi tavolini, mentre altre preferivano rimanere in piedi in qualche angolo. La stanza era buia e illuminata solo parzialmente dalle luci artificiali presenti all'interno del locale, un classico pub notturno si potrebbe dire. La maggior parte dei presenti erano uomini, molto spesso con una pesante giornata di lavoro alle spalle e in cerca di un po' di svago. Il tintinnare dei bicchieri tra loro e delle bottiglie di birra poggiate sui tavolini in legno scuro era caratteristico in un posto del genere e faceva da sfondo ad una situazione di rigida quotidianità. Camminando in quel posto si poteva facilmente rischiare di scontrarsi con qualcuno, o anche solo scivolare per via di qualche drink finito sul pavimento, guardarsi sempre le spalle era una regola base in un posto come quello, anche se in realtà ormai era divenuta tale in qualsiasi luogo. Ovunque potevano esserci persone pronte a tradirti, e non sempre era facile capire di chi valesse la pena fidarsi, si poteva contare solo su poche persone, coloro che potevi stare sicuro che ti avrebbero aiutato in qualsiasi occasione.

«Stasera voglio ubriacarmi!» esclamò il minore piantando il bicchierino ormai vuoto sul bancone e facendo segno al barista di riempirlo, l'amico ridacchiò leggermente mentre stava seduto sullo sgabello accanto al suo, tra loro l'angolo del bancone a separarli. «Sei già a metà strada» commentò Seonghwa facendo roteare il suo drink in mano mentre lo beveva a piccoli sorsi, la voce dell'altro era visibilmente già alterata dall'alcool presente nel corpo e suonava infinitamente più lenta e profonda del normale. «Ti unisci a me?» gli porse uno dei bicchierini che il barista gli aveva poggiato davanti e Seonghwa accettò con un deciso segno del capo, velocemente entrambi ne mandarono giù uno e il grigio tossicchiò leggermente non essendo ancora arrivato quella sera a qualcosa di così forte. «Facciamo un gioco, se..» biascicò Mingi poggiando entrambi i gomiti sul bancone, si distrasse per pensare a cosa volesse dire fin quando non vide una figura avvicinarsi velocemente a loro «Se.. YUNHO!» urlò catturando l'attenzione di quasi tutti i presenti, che subito dopo ripresero a fare ciò che stavano facendo. Seonghwa sorrise nel vedere come il suo amico fosse già praticamente ubriaco per aver bevuto troppi bicchieri e troppo velocemente. Mingi non si alzò dallo sgabello, sapendo che se lo avesse fatto probabilmente avrebbe potuto avere un giramento di testa per via dello stato in cui stava, perciò attese che fosse l'appena arrivato a giungergli vicino.

Di fatto, la voce cupa di un Mingi ubriaco era inconfondibile per Yunho, il quale subito si diresse in quella direzione. Si fermò tra i due e diede un veloce bacio al castano prima di sedersi accanto a lui lasciando Seonghwa solo dall'altro lato. «Perchè ci hai messo tanto?» chiese il minore tra tutti mettendo sù un piccolo broncio per divertimento, «Jacob mi ha trattenuto al molo» rispose Yunho facendo segno al barista per avere la sua attenzione «Uno di quello che ha preso lui per piacere» indicò Seonghwa che aveva il suo bicchiere in mano, l'uomo semplicemente annuì e iniziò a preparare l'ordine. «Cosa voleva Jacob da te?» domandò Mingi incuriosito dalla cosa e non avendo molta simpatia per l'uomo, «Solite cose» ringraziò con un sorriso il barista per poi portarsi alla bocca il drink appena servitogli. «Sempre le scorte di petrolio?» fu Seonghwa questa volta a mettere bocca nella conversazione dei due continuando a porre domande al nuovo arrivato, era risaputo che lui più di tutti non avesse grande stima del soggetto di quei discorsi, e forse Yunho era uno dei pochi a non portare rancore nei confronti di quell'uomo tutto definibile meno che povero.

«Sì, sembra si stia preparando per l'apocalisse» rispose il moro guadagnandosi una risatina da parte dell'altro «Cazzo già viviamo dentro ad una» disse sarcasticamente Seonghwa prendendo un altro sorso dell'alcolico. Mingi sbuffò frustrato, nonostante sapesse che fosse solo lavoro, non poteva fare a meno di sentirsi strano al pensiero di quell'uomo che passava tante ore con il suo ragazzo. «Avete visto Seok?» fu di nuovo il maggiore tra i tre a parlare cambiando soggetto del discorso, Yunho corrugò le sopracciglia chiedendosi per quale motivo fosse interessato alla donna, benché sapesse che tra i due c'era un quale tipo di rapporto «No, perché?» rispose subito dopo e Mingi scosse semplicemente la testa. «Non la vedo in giro da un po', mi deve un favore» rispose continuando a bere, «Beh, la conosci, probabilmente sarà da qualche parte a minacciare qualcuno» disse Mingi non ancora totalmente ubriaco, aveva bevuto molto ma per sua fortuna reggeva bene l'alcool. Seonghwa rimase in silenzio per un po' a fissare il bordo del bicchiere, era sempre così lui, si preoccupava per le cose prima ancora che accadessero e non sopportava che qualcuno gli dicesse cosa fare, solo lui poteva scegliere come agire e se non gli era concesso poteva perfino dare di matto.

Nessuno fiatò per i successivi minuti, tutti troppo intenti a gustarsi la pungente bevanda distillata e a pensare ai propri affari, come spesso accadeva. Gli occhi vispi di Mingi si muovevano da una parte all'altra ispezionando ogni individuo presente lì attorno, le sue doti da osservatore non lo abbandonavano mai, neanche in uno stato alterato come quello in cui stava. Yunho si sistemò i capelli corvini e leggermente spettinati specchiandosi sulle bottiglie di alcolici dall'altra parte del bancone e semplicemente sorrise a sé stesso. Rimasero ad ascoltare i parlottii degli altri clienti fino a quando non fu Mingi a rompere il silenzio con la sua voce profonda che in un'altra situazione avrebbe fatto provare dei brividi al moro, «C'è un ragazzo che ti sta osservando, Seonghwa» disse tranquillamente avvertendo l'amico della cosa, «Lascialo guardare» il nominato scrollò le spalle senza neanche girarsi, sinceramente non gli interessava più di tanto la cosa. «Perchè non provi a parlarci? Chissà magari se smetti di essere così chiuso potresti trovare la tua anima gemella, in caso contrario ti divertiresti un po'» affermò Yunho prendendo un sorso dal bicchiere. «Sapete che non sono come voi» disse il grigio guardando l'altro negli occhi, «Come noi cosa? Gay?» sorrise incredulo Yunho all'affermazione dell'amico, il quale prima che potesse rispondere venne interrotto dal terzo del gruppo «Questa è una cazzata.» esclamò questi ad alta voce piantando l'ennesimo bicchiere sul bancone e attirando di nuovo l'attenzione di tutti i presenti.

«Ripeti-lo quando andrai a letto con un individuo di ses-so femminile» se prima era ancora un po' lucido, probabilmente adesso aveva perso qualsiasi facoltà mentale presente, tant'è che il barista si rifiutò di servirlo ancora dopo avergli già dato una cosa come 12 bicchierini di shot accompagnati da un cocktail vero e proprio. Seonghwa si limitò a scuotere il capo senza rispondere, non sapendo effettivamente cosa dire, lui non era gay e ne era sicuro; però doveva ammettere di essere consapevole che le donne non gli avevano mai fatto alcun effetto, e se qualche volta era andato con una di loro probabilmente era per puro divertimento durante notti in cui l'alcool era venuto prima di qualsiasi altra cosa. Non provava vera attrazione verso le ragazze, ma neanche verso i ragazzi se era per quello, o forse era semplicemente lui che aveva sempre fatto finta di non vedere. Di fatto sapere che due occhi lo stavano probabilmente spogliando gli fece provare una sensazione di calore in tutto il corpo che avrebbe voluto non conoscere, ma probabilmente era solo colpa dell'alcool.

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Le strade della città erano deserte e buie, pochi erano gli individui che camminavano su quell'asfalto sporco e rovinato per via dell'ora piuttosto tarda. I tre si erano intrattenuti al locale forse un po' troppo, sicuramente più del previsto, e adesso si ritrovavano a vagare totalmente brilli verso casa del più grande. I grandi fari posti agli angoli delle strade erano sufficienti per illuminare quasi tutta la via e anche per permettere ai ragazzi di vedere dove stavano andando, era estate e faceva piuttosto caldo, tant'è che il più giovane preso dall'eccitazione si era addirittura tolto la maglietta rimanendo a petto nudo. In un altra situazione ciò avrebbe disturbato Yunho, ma probabilmente i due facevano a gara a chi fosse più ubriaco e già era tanto se lo aveva notato. Seonghwa accanto a loro non era da meno, probabilmente anche per lui la mattina successiva non sarebbe stato facile svegliarsi, tutti e tre camminavano traballando a destra e a sinistra e appoggiandosi l'uno all'altro per riuscire a reggersi in piedi.
In sottofondo lungo le strade adiacenti a quella, un furgone militare stava facendo la ronda come ogni giorno passata la mezzanotte, portandosi a presso l'altoparlante che ripeteva la stessa identica frase a manetta, discorso che a quel punto probabilmente era entrato in testa perfino ai sordi.

'Si ricorda che il coprifuoco è stato attivato dalla mezzanotte alle sei del mattino. Chiunque sarà scoperto a girovagare entro tale orario verrà preso in custodia dalle autorità e sottoposto a condanna'

«Misà che siamo nei guai» disse Mingi accompagnando le sue parole con una risata, «Vaffanculo al coprifuoco» urlò Seonghwa passandogli un braccio sulle spalle e alzando in aria la bottiglia di birra che aveva nella mano sinistra. E ancora la stessa voce di pochi secondi prima si ripeté nell'aria in lontananza «Se Jacob lo scoprisse-» Yunho venne tradito da un singhiozzo improvviso e lasciò la frase a metà, «Jacob è il primo a fare cose illegali» ribatté il maggiore abbassando il braccio con la bottiglia e senza rendersene conto lo fece urtare con un vecchio palo della luce facendo sì che quest'ultima cadesse a terra e si frantumasse «Cazzo.. la mia birra» disse solamente subito dopo l'affermazione precedente. «È talmente ipocrita che sulla targhetta fuori dalla porta dovrebbe aver scritto ipocrita» affermò Mingi portando davanti a sé le mani e disegnando una striscia immaginaria che avrebbe dovuto rappresentare la suddetta targhetta, «Coglione, non ce l'ha una targhetta» lo rimproverò il fidanzato dandogli uno scappellotto dietro alla nuca «Beh, se l'avesse in quella topaia che chiama ufficio» continuarono a camminare senza rendersi conto di ciò che era accaduto al terzo, «Ragazzi aspettate la mia birra..» biascicò questi a bassa voce totalmente ubriaco e ormai perso nei discorsi degli altri due, si girò guardando i vetri in terra ma le sue gambe continuarono comunque a muoversi incapaci di fermarsi e tornare a prenderne un'altra come forse avrebbe voluto.

D'improvviso si udì il rumore di una vettura militare avvicinarsi e i tre capirono che la pattuglia era arrivata anche in quella via, velocemente sgattaiolarono sotto il porticato di un palazzo che li condusse in una zona completamente buia dove le luci delle vie non arrivarono, delle risatine lasciarono le loro bocche un po' per via dell'adrenalina e un po' per la paura di essere visti, erano ubriachi ma anche consapevoli di dove si trovassero all'una di notte. «Si-amo forti.» affermò Mingi riferendosi alla fuga che avevano appena intrapreso, che poi tutto si sarebbe potuta definire meno che tale. Rimasero accucciati in terra dietro un muretto nel completo buio fino a quando non sentirono il rumore del mezzo e la voce dell'alto parlante abbastanza lontani da poter riprendere la loro camminata ed arrivare sani e salvi a casa.

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Un forte bussare alla porta svegliò il ragazzo che stava dormendo pacificamente aggomitolato sotto le coperte, o meglio, con le coperte intrigate attorno al suo corpo per via di tutti i movimenti che aveva fatto durante quelle poche ore di sonno. Inizialmente Seonghwa aprì gli occhi senza mettere bene a fuoco le cose, non quelle materiali e tantomeno quelle nella testa. I ricordi della sera prima erano tutti confusi tra loro e non aveva idea di come fosse esattamente arrivato sul suo letto nel suo appartamento muffoso, ma adesso si trovava lì e qualcuno stava insistentemente bussando alla sua porta come se fosse una questione di vita o di morte. Lentamente riuscì a strigarsi da quel groviglio di lenzuola e si alzò deciso ad andare a vedere chi fosse, la testa gli doleva come non mai e le palpebre minacciavano di richiudersi da un momento all'altro, ma si fece forza e a piccoli passi giunse fino all'ingresso. Senza preoccuparsi del suo aspetto esteriore, che sicuramente non era affatto presentabile, aprì la porta graffiata in legno verde chiaro e fortemente orrenda nel bel mezzo di una parete color crema avariata. L'appartamento era quasi totalmente spoglio con solo la mobilia essenziale per poterci vivere, e come quello probabilmente anche tutti gli altri della città.

Aprì la porta trovandosi davanti una donna all'apparenza più grande di lui, con un aspetto decisamente cazzuto e due mani strette a pugno. I capelli castani e lunghi erano raccolti in una pettinatura disordinata sopra la testa e una fascetta verde militare era posta a reggere alcuni ciuffi ribelli che le sarebbero altrimenti caduti sugli occhi. Il volto naturalmente struccato e con qualche vecchia cicatrice qua e là ospitava due occhi che perforarono quelli del grigio con un solo sguardo. «Alla buon'ora razza di rimbecillito» disse lei entrando di forza nella casa e andando verso la cucina per cercare qualcosa da mangiare, «Vaffanculo Seok» asserì l'altro chiudendo la porta e accettando il fatto che ormai il suo sonno era stato disturbato dall'amica, «Stavi ancora dormendo?» chiese Seok guardandosi intorno nella stanza illuminata dai raggi solari, Seonghwa le lanciò un'occhiata portandosi una mano sulla testa ancora stordito «Non urlare» le disse sebbene la donna non stesse affatto usando un tono alto. «Che ore sono?» domandò poi lui sedendosi su uno degli sgabelli nella sua cucina, «Le dieci del mattino, ti sei divertito ieri sera vedo» la bruna commentò con uno sguardo l'aspetto del giovane mentre si mangiava delle noccioline secche trovate nella cucina praticamente vuota, «Tu dove eri finita piuttosto?» il loro interrogatorio reciproco continuò piuttosto alla svelta e Seonghwa iniziò a riprendersi da tutto ciò che aveva passato nelle ventiquattr'ore precedenti. «Affari» Seok alzò le spalle per fargli capire che non era importante, e che anche se lo fosse stato non glielo avrebbe detto, «Perchè sei venuta qui?» fu di nuovo Seonghwa a porre la domanda guardandola negli occhi, «Jacob ti cerca» rispose semplicemente lei mettendo via il cibo.

Il grigio fece una risatina nervosa per la poca voglia che aveva di vedere quell'uomo, «Per quale motivo?» chiese di nuovo alzandosi in piedi, «Non me lo ha detto, mi ha solo mandato a cercarti»
«Non ho intenzione di andare da lui» affermò Seonghwa battendo piano la mano sul mobile, «Era piuttosto nervoso stamani, è meglio che tu vada a parlargli» gli consigliò la bruna, ma lui di farlo non ne aveva affatto voglia, anche se sapeva di non potersi tirare indietro. «Se vuole parlarmi verrà lui da me» affermò dirigendosi verso camera sua, «Lo sai com'è fatto» il grigio si bloccò a metà percorso solo per voltarsi e rivolgersi alla donna «Purtroppo sì»
«Non essere così testardo» gli disse Seok, la quale invece si avvicinò alla porta decisa a lasciare l'appartamento, l'altro sbuffò solamente passandosi una mano tra i capelli prima di veder uscire l'amica da casa sua e potersi di nuovo buttare sul letto esasperato. Non poteva sfuggire a quell'uomo neanche volendo, ma desiderava veramente di non doverci avere più nulla a che fare un giorno.













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-Ecco il primo capitolo, Seonghwa ubriaco non so perché ma mi fa troppo ridere.
Comunque spero vi stia piacendo e beh non so se sabato aggiornerò questa o l'altra storia, potete dirmi quale preferite se volete -











































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