𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐨𝐭𝐭𝐚𝐯𝐨

Hongjoong aprì lentamente gli occhi ancora mezzo insonnolito, la luce del sole ormai alto illuminava tutto lo spazio attorno a lui mentre il suo corpo era tenuto all'ombra dai vari edifici. Ci mise un po' a mettere a fuoco ciò che aveva davanti, la sua testa era ancora appoggiata allo zaino ma il cemento duro sotto di lui non gli aveva permesso di riposare bene, causandogli un atroce mal di schiena. La prima cosa che notò fu che la gabbia in cui erano finiti la sera prima sembrava essersi dissolta nel nulla, solo dopo si accorse che in realtà si trovava di nuovo in alto appesa sopra la sua testa. Sbatté qualche volta le palpebre per riprendersi da quella dormita stordente e sussultò improvvisamente appena vide poco più lontano una figura mai vista prima. Istintivamente si portò a sedere con la schiena al muro e gli occhi puntati sull'uomo che lo stava guardando in silenzio appoggiato al muro opposto del vicolo, neanche due metri più in là. Non sembrava essere, in realtà, molto più grande di lui; il primo particolare che notò, e che poi era anche l'unico, era uno: il rosa.
I capelli leggermente mossi e completamente colorati di rosa, un colore evidenziatore così acceso che probabilmente se lo avesse colpito il sole avrebbe potuto accecare qualcuno, ma non c'era solo quello, perché in effetti il ragazzo era totalmente rosa, dalla testa ai piedi la cosa meno rosa che aveva addosso era la pelle.

Hongjoong non sapeva cosa dire, non si sentiva propriamente a suo agio con lo sguardo di quell'individuo su di sé, e inoltre lo stava guardando con gli occhi di qualcuno che sta accumulando tutta la rabbia per prepararsi ad esplodere poco dopo, ma il biondo non aveva idea del motivo, non aveva fatto assolutamente nulla a parte dormire nelle ultime otto ore circa. Per sua fortuna, il verso di sorpresa che aveva emesso quando aveva visto l'estraneo fu abbastanza per svegliare Seonghwa, pacificamente addormentato accanto a lui. Questi era già seduto quando aprì gli occhi, per poi strofinarseli pigramente per abituarsi alla pungente luce solare.
«San...» mugolò appena si rese conto del suo amico che sostava poco più distante da lui «Cazzo ho dovuto dormire in terra in un vicolo per trovarti» in quel momento anche l'altro capì che il ghiacciolo alla fragola che aveva davanti non era altro che il famoso amico del suo accompagnatore, certo Seonghwa era strano, ma in confronto all'amico pareva la persona più normale sulla faccia del pianeta. Rimase in silenzio osservando il grigio alzarsi lentamente e sorpassarlo per andare di fronte allo sconosciuto, il quale subito si alzò dal muro non sembrando affatto contento di vederlo «Ci avrei scommesso che eri tu. Vivo qui da anni e gli infetti non hanno mai fatto così tanto casino in una notte sola» affermò con un tono a dir poco congelato, «Già... Abbiamo avuto qualche piccolo problema» rispose il maggiore serio, non era stupito del rancore portato dal suo amico, lo conosceva da molto e il suo carattere era sempre stato quello.

«Piccolo problema!? I problemi li avete causati a me!» esclamò San frustrato «Siete comparsi nel nulla, avete distrutto l'unica fonte luminosa artificiale che ero riuscito ad aggiustare, avete attirato infetti e avete fatto saltare una delle mie trappole in piena notte. Spero che ci sia una valida ragione dietro a tutto questo» continuò a parlare guardando in faccia Seonghwa e senza neanche calcolare la presenza del più basso.
Hongjoong, però, non rimase zitto e si alzò subito dopo aver sentito quelle parole, lui non attaccava mai per primo, ma se qualcuno parlava in quel modo comprendendo anche lui nel discorso non sarebbe certo rimasto a bocca chiusa. «Ehi! La tua trappola di merda stava per farmi fuori!» esclamò forse con un tono troppo alto, tanto che entrambi si girarono verso di lui e Seonghwa non seppe cosa dire. «E tu chi sei?» intervenne allora San guardando il più basso negli occhi per poi rivolgersi al grigio «Si può sapere perché ti sei portato dietro un fottuto bambino!?» domandò frustrato e l'altro non ne rimase sorpreso. Il rosa non sapeva mai tenere la bocca chiusa e decisamente non aveva peli sulla lingua, se gli passava qualcosa per la testa la diceva, a prescindere dal fatto che fosse buona o cattiva.
«Scusami!? Come mi hai chiamato!?» intervenne ancora Hongjoong prima che il maggiore potesse rispondere, conosceva quel ragazzo da appena cinque minuti e già gli stava dando un gran fastidio, e dire che pensava che incontrando Seonghwa avesse visto il massimo dell'arroganza. «Che c'è oltre che basso sei pure sordo?» gli rispose San senza la minima intenzione di lasciare all'altro l'ultima parola, «Beh io sarò pure basso, ma almeno non sembro uscito da una busta di caramelle alla fragola!» esclamò Hongjoong causando una risatina da parte del grigio che in tutto ciò era rimasto fermo ad osservare i due bisticciare, sapeva che avrebbe dovuto fermarli ma sotto sotto si stava divertendo ad assistere alla scena.

San appena sentì le ultime parole pronunciate dal più basso, scattò in avanti spingendolo verso il muro e tenendolo per il colletto della maglietta «Non parlarmi più in questo modo» sibilò cercando di mettergli timore, ma non sapeva che non sarebbe bastato quello per spaventare l'altro, il quale rispose subito dopo «Altrimenti che fai?». In quel momento Seonghwa capì che il biondo quando veniva provocato non era affatto meno arrogante di lui stesso e decise che fosse meglio intervenire prima che la situazione degenerasse «Okay adesso basta, Hongjoong smetti» affermò avvicinandosi e spingendo San lontano dall'altro, «Che!? Ma se è stato lui ad insultarmi per primo!» disse Hongjoong con chiaro fastidio nella voce, come sempre non si poteva negare il fatto che non fosse in torto. «Smettetela entrambi» asserì allora il grigio solo per poi notare lo sguardo confuso sul volto dell'amico, «Come hai detto che si chiama?» domandò il rosa dopo aver sentito il nome usato dal maggiore, ovviamente anche lui sapeva bene chi fosse il padre di Hongjoong e conosceva il nome del figlio.

«Oddio ti prego no» sussurrò il biondo a sé stesso, era sempre più frustrante il fatto che ogni volta che qualcuno sentiva il suo nome già sapeva chi fosse, «Sei lui?» vedendo che Seonghwa non rispose, San si rivolse direttamente al ragazzo ancora di fronte a lui. «Ti aspetti che ti risponda?» disse Hongjoong ancora infastidito dal suo comportamento di poco prima, ma San capì e si allontanò di qualche passo «Cazzo... Se avessi saputo che il figlio di Yonghwan è così presuntuoso, probabilmente me ne sarei andato dall'altra parte del paese» affermò passandosi una mano sulla faccia, era in qualche modo strano sapere che una persona più o meno famosa è venuta nel tuo villaggio ormai sperduto. «E io se avessi saputo che l'amico di Mr. Arroganza qui fosse ancora più arrogante di lui, me ne sarei sicuramente rimasto nella foresta con gli infetti» il biondo non si lasciò mancare una risposta, ma ancora una volta San non demorse e ottenne l'ultima parola di quella discussione «Sarebbe stato meglio».
«Adesso basta, San, è più grande di te e non sono venuto per vedervi litigare come due bambini» disse finalmente Seonghwa ignorando il nomignolo affibbiatogli poco prima dal biondo e concentrandosi sul fare ciò per cui erano effettivamente andati fino lì.

«Perchè sei venuto fin qui?» chiese finalmente San calmandosi dalla discussione avvenuta poco prima, non era un tipo a cui piaceva avere compagnia e proprio per questo aveva deciso di vivere a Pyeongchang, un posto tranquillo dove dover pensare solo alla propria sopravvivenza e a nessun altro. «Ho bisogno di un favore» iniziò Seonghwa che già aveva previsto la reazione dell'altro, «Non faccio favori, lo sai» disse secco il rosa. «Lo so, ma è importante, non sarei venuto fino qui se non lo fosse. Possiamo parlarne in un posto più sicuro?» domandò il grigio con uno sguardo che fece intendere all'amico che avesse veramente bisogno di aiuto, uno sguardo che Hongjoong non gli aveva mai visto, quasi implorante si può dire. San posò gli occhi prima su uno e poi sull'altro per qualche volta, mentre cercava di decidersi sul da farsi. Ovviamente non voleva trattare male Seonghwa, ma la presenza del biondo lo disturbava e non poco. Dopo qualche secondo passato a riflettere, fece un cenno di assenso con la testa ed iniziò a camminare.
Gli altri due si guardarono e lo seguirono capendo che probabilmente sapeva già dove portarli per poter parlare in tranquillità, Hongjoong aveva evitato di dire altro per non tornare nella situazione precedente, fino a quando non fu il maggiore ad avvicinarsi a lui mentre camminavano «Ho dimenticato di avvertirti sul suo carattere, so che può sembrare antipatico ma in realtà non è cattivo» disse Seonghwa a bassa voce in modo che l'altro non lo potesse sentire, «Hai sentito quello che ha detto!? E mi dici che non dovrei essere arrabbiato?» rispose Hongjoong mantenendo un tono basso, «Non ho detto questo, solo... Lascia parlare me e fai come dice finché sei nel suo territorio» concluse il più alto prima di accelerare il passo e lasciare l'altro indietro.

Non passò molto che arrivarono ad un edificio non molto grande e neanche molto alto, era una palazzina di due piani che sul davanti aveva una porta simile a quella di un negozio e anche delle vetrine. Queste ultime, però erano state coperte con delle lamiere di ferro, così come i vetri della porta. Vista da fuori sembrava veramente l'entrata di un bunker o qualcosa del genere, in effetti il metallo era l'unico materiale in grado di non essere distrutto dagli infetti. I tre entrarono ritrovandosi in una grande stanza con decisamente molti scaffali, fu allora che Seonghwa e Hongjoong capirono che quella non era altro che una libreria un po' messa appunto per essere un buon rifugio. Alcuni scaffali erano ammassati dove le pareti e i libri impilati in terra negli angoli, tranne alcuni che si trovavano sparsi qua e là sul pavimento, probabilmente mezzi rotti e spesso calpestati. San proseguì girando un angolo di quella stanza che portava al posto in cui una volta c'era il bancone con la cassa, adesso questa utilizzata come ripiano per lavorare, mentre dietro era collocato un materasso con una coperta, probabilmente usato dal ragazzo per dormire.
«Non toccate niente» avvertì il rosa girandosi per guardare Seonghwa, dal quale aspettava una spiegazione sulla loro visita, Hongjoong intanto rimase in silenzio, anche se avrebbe tanto voluto dire 'Questo posto è talmente sporco che se toccassi qualcosa potrei fare solo che del bene' ma fece come gli aveva detto il grigio e non disse nulla. «Bene, sarò breve, mi serve un auto» affermò subito Seonghwa senza giri di parole, dopotutto quello era il motivo per cui era andato fino lì e considerato il viaggio che avrebbe dovuto fare proprio non aveva voglia di trattenersi eccessivamente a lungo. San scoppiò in una breve risata «Cosa ti fa pensare che io ne abbia una?» domandò ricomponendosi subito dopo.

«Andiamo, vuoi dirmi che vivendo qui da solo tutto il tempo non sei mai riuscito a rimettere in sesto un auto?» chiese Seonghwa con chiara incredulità nella voce, in effetti con tutto il tempo che aveva era strano che non avesse pensato a procurarsi un auto, ma in realtà San non ne aveva così bisogno, non aveva in programma di doversi allontanare da quel posto, per tanto una macchina non gli sarebbe servita a molto. «Ci ho provato, ma le batterie sono tutte morte» spiegò il minore con le mani nelle tasche dei pantaloni, già rassegnato al fatto che non avrebbe potuto far ottenere all'amico ciò che voleva, «Ce ne sarà una ancora funzionante, poi se avevi l'elettricità per accendere una lampadina non ce l'hai anche per ricaricare una batteria?» disse il grigio con una minima speranza che d'improvviso l'altro gli dicesse di sapere dove trovare ciò che gli serviva. «Non è così semplice, lì accanto c'è il palazzo comunale con un generatore, ma non è sufficiente per ricaricare la batteria di un auto» affermò San, ci aveva già provato, ma un semplice generatore non bastava per ricaricare una batteria come quella di un'auto, sarebbe servito un carica batterie, e neanche uno qualsiasi. «E sei sicuro che nessun mezzo abbia la batteria abbastanza carica da farlo partire?» domandò ancora il maggiore, non poteva intraprendere quel viaggio senza un mezzo per spostarsi, era troppa strada anche per lui; «Ci ho provato mille volte, ma no» rispose San mortificato, gli dispiaceva non poter aiutare il suo amico, praticamente l'unico che avesse, ma non era in grado neanche di fare magie. In tutto ciò Hongjoong rimase in silenzio in un angolo, a guardarsi intorno senza toccare nulla mentre con le orecchie tese seguiva tutta la conversazione tra i due, se avesse potuto scegliere si sarebbe fatto accompagnare dall'esercito, ma purtroppo lui era vittima di quel giro di potere tanto quanto Seonghwa e non avrebbe potuto fare niente per migliorare la situazione, se non sperare di arrivare sano e salvo fino a destinazione.

«Anche se...» dopo qualche minuto di silenzio e rassegnazione, il rosa parlò di nuovo colpito da un improvviso colpo di genio, «Anche se cosa?» chiese frettoloso Seonghwa per spronarlo a parlare, «C'è un posto, dall'altra parte della città, dove i militari portano tutte le auto che per qualche motivo non vogliono più all'interno del distretto, la maggior parte sono mezzi dell'esercito, ma ho visto anche qualche automobile normale» disse con un tono che però non era così entusiasta come forse doveva essere, e il perché si scoprì poco dopo. «Bene andiamo lì, ce ne sarà sicuramente una con ancora la batteria funzionante» esclamò il grigio prendendo lo zaino che aveva posato quando era entrato, ma si fermò non appena vide che l'altro non si mosse, «Quella zona non è affatto sicura, è piena di infetti e non ci vado quasi mai» affermò San con incertezza nella voce, nonostante sapesse che ciò non sarebbe bastato a fermare l'amico. «Non importa, a noi serve un auto perciò ci andremo» sentenziò il maggiore con tono fermo, che fece solo sospirare l'altro, «Si può sapere dove devi andare con un auto?» gli chiese indeciso sul da farsi e anche per capire meglio la situazione, «A Gunsan, è una lunga storia» rispose Seonghwa tagliando corto, non aveva tempo per spiegare tutto. «Come? Ma sai dove si trova Gunsan? Sta dall'altra parte del paese, che diamine ci vai a fare?» il minore sparò subito una raffica di domande appena sentì dove voleva arrivare l'altro, «Come ti ho detto è una lunga storia, ti riporterò l'auto quando tornerò indietro» Seonghwa pensò che quello potesse aiutare a convincerlo, ma in realtà non era ciò a cui era interessato il rosa. «Come pensi di arrivarci fino laggiù? Le strade sono un casino, amico, ponti crollati e autostrade bloccate» gli disse San consapevole che attraversare il paese in auto ora come ora non era una cosa fattibile, ma Seonghwa era fin troppo testardo e il minore lo sapeva bene, «Un modo lo troverò, intanto tu procurami un mezzo» replicò questi guardandolo negli occhi e dalla bocca del rosa uscì solo un interminabile sospiro. «E va bene, prima però fatemi prendere il necessario» disse dopo un po' sapendo che il grigio non avrebbe mai ceduto, gli altri due lo osservarono girarsi per prendere uno zaino e probabilmente delle armi da uno scaffale lungo la parete, contenti di aver quasi raggiunto il primo obbiettivo di quella missione.










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-Adoro San.-


































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