𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐝𝐨𝐝𝐢𝐜𝐞𝐬𝐢𝐦𝐨

Trascorse non molto altro tempo che i grandi palazzi del distretto di Wonju iniziarono a vedersi lungo la via. I due non sapevano cosa aspettarsi da quel posto che a prima vista non sembrava molto diverso dagli altri, ciò che sapevano era che c'erano state delle rivolte da parte della popolazione contro l'esercito e probabilmente sempre a causa di ciò anche quest'ultimo si era frammentato e alcuni distretti erano in conflitto con altri. Certo era, che non avevano avvistato alcun segno della presenza di militari, ma non solo, non c'erano segni neanche della presenza di esseri umani. Wonju non era enorme, e appena con l'auto avevano iniziato a passare tra i palazzi, era strano che non si notasse la presenza di guardie o sbarramenti per segnalare l'inizio di una possibile zona sicura. Nonostante ciò, tutto stava procedendo bene, fin quando non si trovarono davanti ad alcune auto messe di traverso per la strada. Seonghwa fermò subito il veicolo osservando stupito la valanga di mezzi che da quel punto in poi invadevano la strada impedendo di continuare per quella via. Fu in quel momento che entrambi iniziarono a presagire una cosa non molto buona, ovvero che in quel distretto doveva essere avvenuto qualcosa di brutto per ridurlo in quello stato di totale abbandono. Ma nessuno dei due ci diede troppo peso e decisero di scendere dall'auto per cercare un'altra via da cui passare.

«Dove andiamo?» chiese Hongjoong con le mani sui fianchi mentre osservava i palazzi intorno e l'assenza di altre strade. «Proviamo a passare di qua» il grigio indicò alla loro sinistra, dove c'era un palazzo con sotto un porticato che sembrava portare dalla parte opposta dell'edificio, senza pensarci due volte i due si diressero in quella direzione guardandosi attorno come sempre. I palazzi erano tutti grigi, al contrario di quelli di Gangneung che invece erano fatti per lo più di mattoni, non sembrava una zona abbandonata da molti anni come quelle che avevano passato, ma piuttosto un posto disabitato. La cosa più inquietante di tutto quello era il silenzio, ce n'era talmente tanto che dopo un po' stava iniziando a diventare assordante, pareva proprio che il tempo si fosse fermato mentre camminavano per quelle vie, tutto era immobile e non c'era neanche un filo di vento a disturbare quella quiete. Attraversarono quella zona più buia ritrovandosi di nuovo sotto al sole che ormai aveva iniziato ad abbassarsi verso l'orizzonte, non sapevano neanche loro cosa cercare, sicuramente una via possibile che conducesse oltre la città e che fosse percorribile in auto, non volevano lasciarla lì perché la destinazione era ancora molto lontana, ma le strade sembravano essere tutte bloccate e non c'era una via praticabile facilmente.

Mentre camminavano Seonghwa si chiese più volte cosa ci fosse che non andasse, era tutto troppo tranquillo e non riusciva a capirne il motivo, ma pensò che fosse solo una sua impressione e che dopo le rivolte avvenute il distretto fosse stato svuotato. Proseguirono e ad un certo punto si trovarono davanti all'entrata di un tunnel, sembrava una specie di parcheggio coperto, oltre all'unica via possibile per continuare in quella direzione, avevano ormai passato il palazzo con il portico e ne erano arrivati anche abbastanza distanti, ma da quel punto continuare non era affatto semplice. «Dobbiamo scendere là sotto?» chiese Hongjoong molto scettico, non gli sembrava una grande idea andare a passare in un posto buio e potenzialmente pericoloso. «Sembra essere l'unica via, stammi vicino» disse Seonghwa tirando fuori la pistola per via della probabile presenza di infetti in quel sotteraneo buio e umido, lentamente percorsero tutta la discesa finendo immersi nell'oscurità. Le orecchie del maggiore stavano sempre allerta ma per fortuna non avvertirono alcun rumore riconducibile ai mostri, anzi, proprio nessun rumore. Il biondo lo seguiva silenzioso e senza ripensamenti faceva andare avanti l'altro, il quale era perlomeno armato e più esperto di lui. Il posto sembrava quasi totalmente vuoto, solo alcune auto erano parcheggiate più lontano, dovettero aspettare un po' prima di riuscire ad abituarsi al buio e vedere tutto.
Facendo un sospiro di sollievo, Seonghwa ripose l'arma dietro i pantaloni e iniziò a camminare più tranquillamente, di infetti non ce n'erano altrimenti li avrebbe già sentiti e ciò voleva dire che avrebbero solo dovuto raggiungere l'uscita opposta di quel posto, dal quale proveniva della luce che rendeva il posto non totalmente buio.
Ma fu allora che se ne rese conto.

Di infetti non ce ne erano.

Non ne avevano trovato neanche uno da quando erano arrivati e stavano passeggiando senza problemi per una città che non aveva alcuna misura di sicurezza verso di essi. C'era totale silenzio, nessun rumore sospetto, niente alberi o piante cresciuti dentro ai palazzi, tutto quello era troppo strano per essere normale. Un improvviso senso di inquietudine si fece largo tra le viscere del ragazzo appena collegò tutti i punti. Le strade erano bloccate o non ce ne erano, per potersi muovere era necessario passare attraverso piccole vie o passaggi tra i palazzi, non c'era né flora né fauna in mezzo a tutto quel grigio, non c'erano infetti e non c'era distruzione. Sembrava tutto meno che un luogo abbandonato, e ciò voleva dire solo una cosa nella mente del grigio: non erano soli in quel posto.

Improvvisamente arrestò la sua camminata guardandosi intorno, il suo cuore iniziò inspiegabilmente a battere più veloce e tutto questo lasciò Hongjoong sempre più confuso. «Torniamo indietro» asserì girandosi, ma venne fermato dall'altro «Perchè? Ormai che siamo qui continuiamo, non ci sono infetti tanto» disse con tono che non si avvicinava neanche un minimo alla tranquillità di quelle parole, la verità era che il comportamento di Seonghwa lo stava facendo preoccupare d'improvviso e il luogo in cui si trovavano non faceva altro che aumentare il senso di inquietudine crescente. «È proprio questo il punto, non ci sono infetti» affermò il grigio iniziando a camminare ma venendo nuovamente fermato dal minore, «E quindi?»
«E quindi non siamo soli qui» disse guardandolo negli occhi così intensamente che Hongjoong poté giurare di aver sentito un brivido accompagnare quelle parole. Ma non fecero in tempo a muovere un muscolo che un assordante rumore metallico si poté udire nella direzione da cui erano venuti, la poca luce presente svanì e la loro via di uscita non c'era più.

Adesso erano bloccati là sotto.

Accadde tutto in modo estremamente veloce, si guardarono attorno spaesati e l'unica cosa che videro oltre al buio erano delle ombre che si muovevano nella loro direzione. Come gesto istintivo Seonghwa prese subito in mano la pistola e con l'altra afferrò il braccio di Hongjoong per tirarlo più vicino a sé, in una situazione come quella non ci si era mai ritrovato e lui stesso aveva paura. Era bravo a combattere quando si trattava di infetti, sì, perchè quelli agivano secondo uno schema preciso, nonostante potesse sembrare che fossero solo mostri aggressivi, in realtà era facile prevedere le loro mosse perché alla fine si comportavano sempre allo stesso modo. Ma quelle sagome che si muovevano nel buio sicuramente non erano infetti, erano uomini, e anche molto bravi se erano riusciti a confondersi con l'ambiente per tutto quel tempo. E Seonghwa non era stato addestrato a combattere gli uomini, o almeno non così tanti e in un luogo buio.
Hongjoong non poteva negare di avere più paura di quanta ne avesse mai avuta, quel luogo era fottutamente spaventoso e il rumore di passi che provenivano da tutte le direzioni a causa dell'eco non era da meno. Senza rendersene conto si aggrappò al braccio del maggiore, probabilmente per essere sicuro che fosse sempre lì accanto a lui, ma d'altronde dove sarebbe potuto andare in un momento come quello.

Il grigio voleva provare a sparare per difendersi, ma è infattibile se non si sa neanche a chi si sta sparando, era strano che non riuscisse a vedere quelle sagome chiaramente, non era normale che si muovessero così velocemente, eppure correvano chiaramente da una colonna ad un altra per nascondersi. Decise di provare a sparargli appena li avesse visti, non aveva altra scelta e la paura mista all'ansia stava aumentando sempre più. Ma non fece in tempo a pensarlo che si sentì toccare la spalla sinistra e seppe per certo che non si trattava di Hongjoong, lui stava dall'altra parte. Istintivamente si voltò e i suoi occhi sgranarono non appena incontrarono quelli di un uomo sconosciuto con un ghigno in volto. D'improvviso sentì un forte dolore alla testa e i suoi occhi si chiusero lentamente, mentre le forze abbandonarono il suo corpo una ad una.

Hongjoong vide il corpo di Seonghwa cadere lentamente a terra e non riuscì neanche a mettere a fuoco la figura accanto a loro che qualcuno da dietro lo prese e lo trascinò via tappandogli la bocca. Nonostante continuasse a dimenarsi, tre di quegli uomini forzuti lo portarono lontano da lì fino ad una porta, fece in tempo a vedere la luce fuori prima che un tessuto gli calasse davanti agli occhi e non potesse più vedere nulla. Mentre era costretto a camminare verso chissà quale luogo sentiva le voci di quegli uomini attorno a lui, sembravano essere almeno cinque e ciò che dicevano gli fece venire letteralmente i brividi lungo la spina dorsale.

«Che facciamo con questi ora?»

«Vediamo cosa hanno da offrirci»

«Io qualcosa lo vedo»

«Sei un pervertito, Jeremy»

«Dove sta quello armato?»

«Ce l'hanno Rico e gli altri»

Era piuttosto evidente che con 'quello armato' si riferissero a Seonghwa, probabilmente non era stato neanche troppo difficile notare come Hongjoong non avesse nessuna arma con sé, e forse proprio per quello non lo avevano tramortito come avevano fatto con il grigio. Non sapeva, invece, a cosa si riferisse l'altro con quel qualcosa, ma era piuttosto sicuro di non volerlo veramente sapere. In quel momento ringraziò di avere un buon senso dell'orientamento, che gli permise di capire più o meno in che direzione stavano andando, sicuramente non era facile, ma quando dovevano svoltare lo tiravano a destra o a sinistra e in base a quello riusciva a crearsi una specie di percorso nella mente. Non fecero molta strada tuttavia, quando percepì gli uomini improvvisamente fermarsi e grazie al rumore dei passi poté capire di trovarsi in un luogo chiuso. Non disse niente per tutto il tempo perché, non solo era troppo spaventato, ma aveva anche paura che se avesse detto qualcosa poi si sarebbe cacciato in qualche guaio più grosso, per tanto decise di agire con logica e starsene zitto.
«Stai giù» improvvisamente sentì un colpo dietro alle ginocchia che lo fece crollare a terra e nel giro di pochissimi secondi si ritrovò con i polsi legati da una spessa corda e venne nuovamente spinto a terra fin quando non si ritrovò seduto contro un muro. Gli avevano anche tolto lo zaino e portato chissà dove, in pratica non aveva assolutamente niente con sé che potesse aiutarlo in quel momento.

Gli venne tolto il sacco dalla testa poco dopo e impiegò qualche attimo per riuscire a mettere a fuoco ciò che aveva intorno, non essendo più abituato alla luce. Appena aprì gli occhi si ritrovò davanti a ben quattro uomini che lo scrutavano dalla testa ai piedi con un ghigno in volto, non poté fare a meno di provare un brivido lungo tutto il corpo e deglutì decisamente a disagio per tutti quegli sguardi. «Chi siete?» domandò pur di far terminare quel momento tanto imbarazzante quanto terrificante, «Probabilmente gli ultimi esseri umani che vedrai nella tua vita» affermò uno degli uomini facendo qualche passo davanti a lui, non era troppo alto ma sicuramente lo era più di Hongjoong, era pelato e portava numerosi buchi alle orecchie, assieme ad una canotta mezza strappata e un paio di pantaloni grigi con degli stivali. Gli altri erano vestiti più o meno tutti come lui, due con un maglietta al posto della canotta, uno aveva una bandana sulla fronte e un altro un berretto con la visiera dietro. Non avevano un aspetto eccessivamente minaccioso, ma sembravano sicuramente pericolosi e il trovarsi a sedere in terra con le ginocchia al petto e quattro individui tutti più alti di te che ti sovrastano non è già per principio una delle cose migliori che ci possano essere.

«Cosa volete da me? Anzi da noi» chiese allora preoccupato anche riguardo alla salute di Seonghwa, non aveva idea di cosa gli avessero fatto o dove lo avessero portato. «Niente, siete stati voi a venire nel nostro territorio, e adesso ne pagate le conseguenze» disse un altro mentre stava appoggiato con il sedere ad una vecchia scrivania in metallo e teneva le braccia incrociate, lo stesso tipo che indossava la bandana. Hongjoong non seppe come ribattere, dopotutto poteva supporre che fosse vero, sicuramente non erano persone ospitali ma era anche vero che lui e Seonghwa non erano stati molto prudenti ad entrare in un posto in cui sapevano che c'erano state delle rivolte, non avevano la certezza che fosse vuoto e aveva però avuto la sfortuna di beccare individui con cui non era poi così semplice conversare. «Lasciateci andare, siamo solo di passaggio, non vogliamo rappresentare una minaccia per voi» parlò cercando di sembrare il più sincero possibile, ma nessuno rispose e in cambio ricevette solo delle piccole risate. In quel momento vide in un angolo il suo zaino e capì che se c'era una cosa che poteva e doveva fare, era evitare a tutti i costi che lo aprissero. Non sapeva se fosse riuscito ad uscire vivo da lì, ma non si sarebbe arreso facilmente e se avessero visto che nello zaino erano contenute diverse forniture mediche, probabilmente se ne sarebbero appropriati, e a lui servivano quelle cose.

«Veramente, vi prego, non era nostra intenzione entrare nel vostro territorio, vogliamo solo passare oltre» tralasciò il fatto che la loro auto fosse rimasta chissà dove a quel punto, stava pensando solo a come salvare se stesso e probabilmente anche il compagno, del quale non ve ne era alcuna traccia. Ancora nessuno rispose, eppure la risposta che gli arrivò fu ben peggiore di quanto si aspettava, uno degli uomini andò verso un angolo e prese in mano una mazza, oggetto a cui Hongjoong fino a quel momento non aveva neppure fatto caso. «N-no aspetta che vuoi fare» disse il biondo con voce tremante mentre cercava di coprirsi il volto con le braccia, ma questi senza pensarci due volte gli si avvicinò alzando in aria l'attrezzo per poi sbatterlo violentemente contro il suo addome, facendo urlare di dolore il ragazzo.

«Così impari a tenere la bocca chiusa».









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-Ebbene sì, hanno appena iniziato il viaggio e si sono cacciati già in un bel guaio, pray for Hongjoong-




































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