𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐝𝐢𝐜𝐢𝐨𝐭𝐭𝐞𝐬𝐢𝐦𝐨
Camminarono tutti e quattro insieme per un po' di tempo, all'ombra degli edifici e con il sole che finalmente si stava abbassando regalando in po' di sollievo dal caldo estivo, decisero di fermarsi solamente quando erano ormai parecchio stanchi approfittando di un luogo tranquillo e all'apparenza deserto per potersi riposare un po' in attesa del buio, ormai tanto valeva attendere la notte e ripartire il giorno dopo. Tra i palazzi della città ormai vuoti, la natura si era estesa partendo da quello che una volta molto probabilmente era un parco e che adesso era irriconoscibile per via dell'erba che era cresciuta fin sulle strade circondando i palazzi attorno, inoltre in mezzo a quel prato c'era anche un piccolo stagno probabilmente creatosi con l'acqua piovana.
Il posto era molto carino per trovarsi in uno scenario post apocalittico come quello in cui vivevano, senza più l'urbanizzazione a fare da ostacolo, la natura aveva avuto la meglio creando tali luoghi così pacifici, la vegetazione faceva un po' di ombra ma non troppa e di infetti non vi era traccia. Non era molto grande la distesa di erba poiché ostacolata dalle costruzioni più periferiche, ma lo stagno al centro di essa era talmente pieno di alghette verdi che se non si stava attenti pareva essere il prato stesso. Il sole stava per tramontare ma ancora la luce era abbastanza da permettergli di restare all'aria aperta un altro po' di tempo, poco più avanti si vedeva la grande e vecchia autostrada proseguire verso sud ovest, la stessa che i due avrebbero dovuto percorrere per arrivare a Daejeon, mentre gli altri erano diretti totalmente a sud, quasi sud est. Il problema principale da lì in poi era che non avevano più un mezzo di trasporto, erano stati costretti a lasciare il loro indietro e francamente non avrebbero avuto idea di come tornare a prenderlo anche se avessero potuto. Da quando erano stati presi dai banditi avevano perso completamente il senso d'orientamento e sapevano dove si trovavano solo grazie alla bussola, ma non avevano idea di come tornare indietro al punto esatto in cui avevano lasciato l'auto. Ciò significava che avrebbero dovuto proseguire a piedi.
Stanchi per via delle lunghe peripezie di quella giornata si buttarono sull'erba per riprendere un po' fiato, nonostante di lì a poco avrebbero potuto, o almeno voluto, dormire per davvero. Hongjoong andò a sedersi più vicino allo stagno mentre gli altri si sparpargliarono intorno, Yeosang e Jongho accanto al tronco di un piccolo albero mentre Seonghwa in disparte come suo solito. Per un po' ci fu un'atmosfera tranquilla, quasi di normalità, se non fosse che erano in un luogo sconosciuto e potenzialmente pericoloso e che sia Hongjoong che Seonghwa erano turbati da due cose diverse, ma che non lo erano poi così tanto.
«A cosa pensi?» Jongho si avvicinò al biondo dopo qualche minuto sedendosi accanto a lui, «A niente di preciso» mentì Hongjoong giocando con un filo d'erba, ovviamente la sua mente era occupata costantemente dai timori riguardanti quel viaggio e dalle domande causategli dal comportamento del maggiore, ma nonostante andasse d'accordo con il moro, non vi era così in confidenza da parlarne con lui, specialmente perché di lì a poco si sarebbero dovuti separare e probabilmente mai più rivedere. «Non ci avete detto dove siete diretti voi» iniziò Jongho ricordando di come quando si erano presentati erano stati interrotti da Yeosang e dalla sua euforia. «Dobbiamo arrivare a Gunsan» affermò il biondo godendosi quel momento di pace, non gli dispiaceva in realtà parlare un po' con l'altro, sicuramente si trovava più a suo agio di quando parlava con Seonghwa, fortunatamente era un tipo molto sveglio che sapeva adattarsi bene al carattere di chi si trovava di fronte. «Gunsan!?» esclamò il minore sorpreso dal sapere che dovessero attraversare tutto il paese «Caspita è parecchio lontano...» riabbassò subito la voce, ma intanto il grigio che sostava poco più lontano aveva compreso l'argomento di cui parlavano e non era molto d'accordo sul rivelare agli altri ancora più informazioni su di loro, dopotutto li conoscevano da appena un giorno.
«Già» rispose Hongjoong non sapendo cosa altro dire, ma fu il moro a risollevare la conversazione «Perchè ci dovete andare? Sempre se vuoi dirmelo» chiese curioso, «Non lo so neanche io in realtà, c'è un ospedale importante e hanno bisogno di me, non so per cosa» il biondo non fu totalmente sincero, c'era una cosa che sapeva ma che non poteva dire, ma d'altronde all'altro non sarebbe dovuta interessare.
«E il tuo amico invece?» domandò poi Jongho dopo aver lanciato un occhiata a Seonghwa, il quale stava dietro ad Hongjoong in diagonale all'ombra di un albero. «Lui mi deve solo accompagnare, e non siamo amici comunque» puntualizzò il maggiore continuando a giocare con i fili d'erba per tenere impegnate le mani, «Vuoi dire che sta facendo il viaggio solo per te?» il moro fu sorpreso di quello, un viaggio del genere non era decisamente una passeggiata e probabilmente lui al posto del grigio non lo avrebbe fatto.
«È una lunga storia, ma in pratica sì, è così» Hongjoong non aveva molta voglia di parlare di quello, perché quel viaggio lo stava mettendo già abbastanza alla prova e pensarci sempre non gli faceva di certo bene, perciò preferì tagliare corto mentre nel frattempo Seonghwa li osservava sempre più disturbato dai loro discorsi, seppur non ne sentisse chiaramente le parole. «Ammirevole» replicò Jongho distogliendo lo sguardo dall'altro per puntarlo di fronte a loro sulla superficie del laghetto «Forse è per questo che è così incazzato col mondo» bisbigliò poi tra sé e sé forse senza rendersene conto, tant'è che il biondo ridacchiò sentendo quell'affermazione. «È solo un tipo complicato, ma se sai come prenderlo non è cattivo» disse Hongjoong ripensando di nuovo al suo compagno di viaggio, sapeva che Seonghwa non fosse cattivo e non aveva idea del perché si comportasse in quel modo da quando non erano più soli, era strano e troppo complicato per lui.
«Non dico che sia cattivo, solo che.. penso che ce l'abbia un po' con me» fu sincero il moro e disse ciò che gli era sembrato, non sapeva cosa gli avesse fatto, ma ogni volta era sempre molto acido e tagliente con le sue parole, sebbene non ne avesse motivo. «Ma no, cioè forse, sembra arrabbiato con tutti inizialmente» il biondo non seppe cosa dire, era vero che con Jongho si comportava diversamente, ma non se ne era fatto un problema perché alla fine sarebbero stati insieme per poco tempo. In quel momento, però, Seonghwa decise che doveva andare ad interrompere quella conversazione, non voleva che il minore dicesse troppe cose su di loro a dei completi sconosciuti e aveva il presentimento che lo stesse facendo. Oltretutto si era stancato di vedere sempre il moro così appiccicato all'altro e seguì il suo istinto andando a chiamare il compagno. «Hongjoong vieni con me un attimo?» disse una volta che fu abbastanza vicino ricevendo uno sguardo confuso, «Perchè? Non ho voglia di alzarmi adesso, lasciami riposare» il biondo non voleva sentire in realtà qualsiasi cosa avesse da dirgli il maggiore, «Ti devo dire una cosa» Seonghwa voleva dirgli di smettere di dare informazioni su di sé all'altro, e allo stesso tempo chiedergli cosa gli avesse già detto, ma non era certo molto carino farlo di fronte al diretto interessato. «Non me la puoi dire dopo?» chiese il biondo nel mentre che Jongho si interrogò su ciò che avrebbe dovuto fare, forse sarebbe stato meglio se si fosse allontanato e avesse lasciato i due a parlare in pace, ma desistè appena vide il grigio afferrare con forza il braccio dell'altro. «No, non posso quindi vieni con me» affermò Seonghwa, non voleva risultare violento, ma evidentemente lo fu dato che il moro si allarmò subito, «Ha detto che non vuole venire, lascialo stare» Jongho difese il biondo nonostante non ce ne fosse veramente bisogno, e ciò non fece altro che infastidire ancora di più il maggiore «Non ti intromettere tu» lo avvertì questi mentre Hongjoong non capiva bene la situazione che si stava creando, «Ma si può sapere che hai?» si alzò di scatto il moro, da quel momento tra i due l'atmosfera si fece più tesa senza dare segno di cedere. «Non ho niente, cosa hai tu al massimo» rispose acido Seonghwa tenendo sempre il braccio del biondo, il quale si alzò a sua volta rinunciando a quei minuti di tranquillità.
«Scusa ma mi vuoi dire che ti ho fatto?» chiese allora Jongho frustrato, se l'altro aveva un problema con lui avrebbe dovuto almeno dirglielo, «Va bene ragazzi basta» Hongjoong provò a calmare i due, ma questi non lo calcolarono neanche continuando a bisticciare. «Andiamo via» disse Seonghwa tirando il biondo, ma prima che potesse fare un passo il moro fece lo stesso tirando Hongjoong dalla sua parte. Jongho lo fece solo perché non lo trovava molto educato quel gesto da parte dell'altro mentre loro stavano parlando, inoltre il biondo aveva detto chiaramente di non voler andare con lui e ciò lo faceva essere ancora più in torto.
«Scusa? Stavamo parlando prima che arrivassi tu» affermò tenendo il polso di Hongjoong, ma ciò che non si aspettava era quello che avvenne dopo, Seonghwa rispose duramente «Bene la vostra conversazione è finita allora» e strattonò Hongjoong dalla sua parte per poi scagliare un pugno in faccia al minore «E non lo toccare!».
Ci furono dei secondi di silenzio che parvero quasi interminabili dopo che Seonghwa ebbe colpito il più piccolo, lui stesso aveva agito senza rifletterci prima e inutile dire che se ne era immediatamente pentito, aveva agito d'istinto ed era consapevole che quel gesto non avesse affatto migliorato la situazione. Yeosang era immediatamente accorso dopo aver sentito le urla ed aver anche visto tutto dato che stava poco più lontano, si avvicinò immediatamente a Jongho chiedendo cosa fosse successo e questi rialzò il capo toccandosi il labbro con la mano e lanciando un'occhiata del tutto indecifrabile al grigio. «Si può sapere che ti è saltato in mente!?» chiese subito Hongjoong a Seonghwa, il quale si trovò improvvisamente con tutti gli occhi puntati addosso e nessuna spiegazione da dare, «Se si fosse fatto gli affari suoi non sarebbe successo» provò a dare la colpa a Jongho, pur sapendo che non avrebbe retto dato che era stato lui a comportarsi nel modo sbagliato «Gli affari miei? Sei tu che devi imparare a tenere le mani apposto!» replicò l'accusato, ma in realtà Seonghwa sapeva bene di chi fosse la colpa, ovvero di Hongjoong. Il biondo non aveva fatto niente, ma se non fosse stato per lui, al grigio non avrebbe dato fastidio vederli parlare, probabilmente non ci avrebbe neanche fatto caso, ma sebbene non gli se ne potesse fare una colpa, Seonghwa sapeva che era Hongjoong la causa di tutto, e specialmente quella del trambusto presente dentro di lui. Era inutile negarlo, non riusciva a rimanere indifferente di fronte a quel ragazzo e questo era nuovo per lui, non riusciva a pensarlo come pensava tutti gli altri e questo era dannatamente difficile da accettare.
«Sentite adesso smettetela» affermò Yeosang dopo aver lasciato il moro, il quale stava bene alla fine dei conti a parte il labbro spaccato e la rabbia nei confronti di colui che lo aveva colpito senza ragione. «Ha ragione, basta» Hongjoong concordò con l'altro ancora molto confuso, aveva detto di no a Seonghwa perché non aveva voglia di alzarsi ma non c'era bisogno che Jongho si mettesse in mezzo, se era importante ciò che aveva da dirgli il maggiore sarebbe andato con lui senza problemi. Non si aspettava quel comportamento da parte di entrambi e ne era rimasto piuttosto spiazzato, poco male, aveva confermato un altro lato caratteriale del grigio, l'impulsività.
Senza dire altro si allontanò assieme a Jongho per separare i due, dato che ormai aveva visto come non fosse una buona idea farli stare insieme, e lasciando così Yeosang più indietro assieme al più grande.
Il castano non si allontanò subito con loro perché ci teneva a parlare con Seonghwa, sebbene inizialmente sembrasse molto riservato, in realtà adorava parlare con gli altri e aiutarli quando gli era possibile. In un'altra vita avrebbe fatto lo spicologo probabilmente, però di vita stava vivendo quella e poteva solo aiutare come poteva. Seonghwa sospirò guardando i due allontanarsi e si buttò a terra sconsolato e frustrato con sé stesso per aver fatto quel casino e non essere neanche riuscito a separarli. Non sapeva per quale motivo Yeosang non fosse andato con loro, ma non sapeva neanche se volesse conoscerlo in fin dei conti. «Perchè l'hai fatto?» gli chiese il castano come prima cosa sedendosi accanto a lui, «Perchè non te ne vai arrabbiato come loro? Tanto sono abituato ad essere ritenuto uno stronzo» Seonghwa aveva in realtà bisogno di un po' di tempo per riflettere e riprendersi, non poteva lasciare che delle stupide sensazioni comandassero le sue azioni, era più forte di quello. «Perchè non voglio farlo, non sono arrabbiato» Yeosang d'altronde non ce l'aveva col più grande, aveva osservato i suoi comportamenti per tutto il tempo e non era troppo sorpreso dalla cosa, era prevedibile che lo facesse prima o poi dato il suo modo di porsi sin dall'inizio.
«Ho appena dato un pugno al tuo amico senza motivo, chiunque lo sarebbe» ed era vero infatti che un'altra persona sarebbe stata arrabbiata al posto del castano, ma lui non lo era, anche perché in fin dei conti gli aveva solo dato un pugno neanche troppo forte. «Già ma io non sono chiunque» rispose Yeosang con le braccia appoggiate sopra le ginocchia, «Cosa vuoi?» gli chiese Seonghwa capendo che l'altro avesse intenzione di restare lì a parlare ancora per un po', «Farti un'altra volta quella domanda»
«Che domanda?» chiese allora il grigio confuso, non aveva idea di cosa stesse parlando l'altro, ma i suoi dubbi svanirono appena parlò di nuovo «Sei geloso di Jongho?» con un po' di speranza che la risposta fosse diversa, Yeosang lo chiese di nuovo.
«Ah quella domanda, mi sembrava di averti già detto di no» il grigio ricordò in quel momento della conversazione che avevano avuto poco prima nei sotterranei e ne rimase particolarmente scocciato, non gli piaceva quando la gente gli chiedeva più volte la stessa cosa, specialmente se la risposta non cambiava. «Io credo di sì invece» insinuò di nuovo il castano con un sorrisetto «Dicono che io sia bravo ad aiutare gli altri quando sono confusi, e tu lo sembri veramente molto» lui voleva solo aiutarlo anche e soprattutto come ringraziamento per aver accettato di rimanere con loro di collaborare, sebbene non di buon grado. «Cosa te lo fa pensare?» chiese il maggiore colpito dall'insistenza dell'altro, «Lo penso e basta, ho capito che sei un tipo difficile e non sei il primo che incontro. Non ti fidi di me perché non ci conosciamo, ma forse proprio per questo posso aiutarti» disse Yeosang guadagnandosi un'occhiata incredula da parte del grigio, «Non parlo neanche con i miei amici a momenti, ti aspetti che d'improvviso racconti a te tutti i miei problemi?»
«Beh... Si? Voglio dire, non mi conosci, probabilmente dopo oggi non ci vedremo più in vita nostra, ci può essere persona migliore?» il castano aveva ragione, qualsiasi cosa gli avesse detto a lui sarebbe importata il giusto, e probabilmente dopo un po' di tempo se la sarebbe pure scordata, poteva aiutarlo a capire se stesso più di chiunque altro, ma il problema stava nel fatto che Seonghwa stesso non era disposto a confrontarsi con le sue emozioni ed era difficile che permettesse ad altri di farlo.
«Non lo so, ma io sto bene così» per lui l'idea di parlare a qualcuno dei suoi problemi non era mai parsa neanche possibile, non si fidava quasi di nessuno e aveva paura di rendersi troppo vulnerabile parlando di sé. Seonghwa aveva paura di tante cose, ma alla fine tutte portavano alla paura più grande, ovvero confrontarsi con sé stesso e con le sue emozioni, nessuno era mai riuscito a metterlo talmente a suo agio da farlo parlare di sé e quello che si portava dentro da anni era un fardello decisamente pesante.
«Ti piace Hongjoong?» domandò diretto Yeosang pur sapendo che l'altro non lo avrebbe ammesso, «No, ti ho già detto che non mi piacciono i maschi» mentre disse quella frase, il grigio sentì che c'era qualcosa che non andava, la voce gli era tremata ed era come se non ne fosse più così convinto, eppure era sicuro che fosse così. «Okay, ma io ti ho chiesto se ti piace Hongjoong» il minore aveva capito che il suo punto debole fosse quello, perciò credeva che fosse necessario farlo concentrare solo su qualcuno e non sul sesso maschile in generale. «Che differenza fa?» chiese stupidamente Seonghwa che ancora non concepiva l'idea di sé con qualcuno del suo stesso sesso, ma se pensava a sé con Hongjoong era diverso, come se fosse la cosa più normale del mondo. «Fa differenza, secondo me un po' ti piace solo che non lo vuoi ammettere» affermò Yeosang ciò che aveva intuito da un po' ormai, «Non mi è mai piaciuto veramente qualcuno, perciò non saprei neanche cosa ammettere...» il grigio abbassò la voce gradualmente nel dire quella frase, forse l'essere costretto a parlare con qualcuno stava facendo sì che piano piano iniziasse a parlare, o almeno questo è ciò che era parso al minore. «Da quanto vi conoscete?» gli chiese allora Yeosang curioso, «Qualche giorno» era poco, è vero, e forse anche per questo il grigio si era ritrovato così, dentro di sé era accaduto tutto troppo velocemente e non era preparato a provare certe cose nei confronti di qualcuno appena conosciuto.
«Però sei già molto protettivo nei suoi confronti, non ti pare?» osservò il castano cambiare posizione per mettersi a gambe incrociate sull'erba fresca mentre il sole stava ormai calando, «È vero, non posso farci niente, mi viene naturale» ammise Seonghwa sapendo di non poter negare una cosa che a quel punto avevano capito pure i muri, «È giusto secondo me, e proprio per questo penso che provi qualcosa per lui, non lo sei con tutti» anche quello era vero, Seonghwa provava quelle emozioni solo nei confronti di Hongjoong ed era proprio questo a spaventarlo, una persona che inizialmente odiava era diventata quella che al momento era più importante per lui, voleva solo arrivare a Gunsan il prima possibile per potergli dire addio e tornare quello che era prima.
«Woah woah non ti sembra di star correndo troppo, provare qualcosa? Non siamo mica in un drama tv» ironizzò il grigio per l'improvviso cambio di definizioni che aveva usato l'altro, poteva ammettere che Hongjoong gli piaceva ma non provava niente per lui, non in quel senso e mai e poi mai. «Quindi stai ammettendo che qualcos'altro c'è» insinuò allora Yeosang, «Non ho detto questo»
«A me sembra di sì invece» più andava o avanti e più veniva fuori qualcosa, ma il castano sapeva che non avrebbero potuto continuare ancora a lungo, era evidente che l'altro non volesse parlarne e lui non poteva certo costringerlo. «Okay okay mettiamo caso che tu abbia ragione, cosa cambierebbe? Non andrei mai con un maschio» d'improvviso Seonghwa disse una minima parte di ciò che provava dentro, sorprendendo sia il minore che se stesso. «Perchè no? Se ti piace allora dovresti almeno provare, non costa nulla e se va male il massimo che può succedere è che torniate come adesso» il castano aveva ragione, doveva rischiare ma come poteva farlo se neanche sapeva cosa volesse veramente, «Vuoi convincermi a fare cosa? Neanche ci conosciamo quasi. Inoltre come fai ad essere così sicuro che a lui vada bene? Parli con me ma se ti mettessi nei miei panni capiresti che ciò che stai dicendo è assurdo» alzò la voce facendo capire a Yeosang di star esagerando, «Niente è assurdo, devi solo avere il coraggio di rischiare»
«Io non voglio rischiare un bel niente» Seonghwa iniziò a rispondere in modo più arrogante e il minore decise di alzarsi prima che quella conversazione prendesse una brutta piega «Penso che dovresti capire cosa vuoi veramente e se sei disposto a tutto pur di ottenerla, altrimenti non ne vale pena» affermò mettendosi in piedi con l'intenzione di allontanarsi e lasciarlo solo, ma prima disse un'ultima cosa che sapeva avrebbe lasciato l'altro di stucco «Ah e comunque, io e Jongho non siamo amici. Siamo fidanzati.» appena parlò il grigio si voltò verso di lui sorpreso «Sei serio?»
«Sembra che stia scherzando?» sorrise il castano a vedere la reazione dell'altro e parlò un'ultima volta per rassicurarlo «In ogni caso non penso tu ti debba preoccupare di lui, è solo molto cordiale e gli piace fare amicizia» disse allontanandosi per raggiungere gli altri due.
Seonghwa rimase così solo e con le parole di Yeosang che gli frullavano in testa, era incredibile come quel ragazzo sapesse ogni volta dire qualcosa per mettergli sempre più dubbi in testa. Il grigio si voltò e vide sotto ad un albero i tre che parlavano, Hongjoong stava di spalle mentre parlava con Jongho, conversazione a cui presto si aggiunse anche Yeosang dopo aver dato un bacio sulla guancia al moro. Lo stomaco di Seonghwa in quel momento sembrò aggrovigliarsi su se stesso per poi rilassarsi subito dopo, non capiva perché il biondo non fosse a scherzare con lui, e lo sapeva che era tutta colpa del suo carattere ma non riusciva proprio ad accettare la cosa. Quando stavano soli, non si era posto tanti problemi, sapeva di dover difendere Hongjoong e lo aveva fatto, perché era lui che voleva farlo, parlavano prendendosi in giro e quello gli piaceva. Poi erano arrivati gli altri due, non li incolpava di niente, ma da quando era successo aveva iniziato a mettere in discussione le certezze che aveva sempre avuto, non sapeva più chi era e come comportarsi. Fu in quel momento, guardando i tre parlare e ridere, che capì che forse quelle certezze non erano più così certe, non desiderava di stare con nessuno, se pensava all'andare al pub con Mingi in quel momento, non ne aveva voglia, se pensava all'andare a letto con una ragazza ubriaca nel solito posto, sentiva quei brividi di disgusto fastidiosi che prima attribuiva solo agli uomini, se pensava al ragazzo che qualche sera prima lo osservava al pub, aveva voglia di tornare indietro nel tempo e andarci a parlare come gli avevano detto i suoi amici. Tutto quello era nuovo e non sapeva se fosse giusto o meno, ma ciò che sapeva era che desiderava solo di restare di nuovo con Hongjoong e nessun altro.
Forse avrebbe dovuto provare, come gli aveva detto Yeosang, ad esser più disposto nei suoi confronti, a provare a fare un passo verso l'altro per vedere se il terreno fosse stabile, ma era veramente ciò che voleva? Come avrebbe dovuto farlo? Come avrebbe reagito Hongjoong? Forse tanto valeva non fare nulla ed aspettare che quella sensazione passasse da sola con il tempo.
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-Questo capitolo e molto più introspettivo e descrive meglio il personaggio di Seonghwa, spero che vi sia piaciuto lo stesso e soprattutto che non sia risultato noioso. Inoltre salutate la mia intenzione di fare tutti i capitoli entro le 3000 parole che è andata bellamente a puttane dopo questo *clown*-
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