06
Per forza di cose il lunedì non tardò ad arrivare.
Jimin riuscì a svegliarsi alle sei e mezza del mattino e fortunatamente non rimase a vegetare nel letto per mezz'ora come era solito fare, era pur sempre il suo primo giorno di scuola lì in Corea, e non voleva di certo fare tardi.
Non aveva voglia di scendere le scale e presentarsi alla famiglia ospitante in boxer e maglietta, sarebbe stato imbarazzante, così decise di andare prima in bagno a lavarsi, cercando di non farsi vedere.
Prese dei jeans puliti ed una maglietta a maniche corte ed uscì dalla stanza cercando di non farsi sentire e sperando che nessuno gli piombasse davanti.
Ma lui era Park Jimin, e le figuracce andavano a braccetto con il suo essere Park Jimin.
Infatti non appena si incamminò verso il bagno, Yoongi aprì con la sua classica delicatezza la porta della sua camera, ritrovandoselo davanti.
"Merda" bisbigliò Jimin sconfortato.
Possibile che doveva uscire da quella maledetta stanza ogni volta che lo faceva lui?!
"Ma che bel buongiorno" disse Yoongi trattenendo un sorrisetto, mentre osservava il minore, mangiandolo con gli occhi.
"Sì, devo andare in bagno, potresti scansarti, per favore?" cercò di mantenere la calma Jimin.
"E perché mai, quando ho davanti una vista decisamente piacevole? Un piccolo Park Jimin in boxer, wow, bel culo, non mi dispiacerebbe affatto sfond-"
Jimin lo bloccò prima che finisse la frase, portando le mani sul suo petto e spingendolo via.
"Scordatelo, non darò il mio culo ad uno stronzo, pervertito, maniaco come te, grazie, continua a farti i tuoi film mentali e lasciami andare in bagno, grazie" sorrise falsamente, scansandolo e facendo per recarsi in bagno.
Ma ancora venne bloccato, e sentì il suo polso venire stretto dalla mano dell'altro.
"Che diavolo vuoi, si può sapere?!" disse cominciando a spazientirsi.
La mattina era già di per sé un momento traumatico e fastidioso, ora voleva aggiungersi anche Yoongi che gli dava fastidio, e la giornata poteva definirsi rovinata.
"Cosa voglio oltre al tuo culo? Voglio che mi porti rispetto, non sono il tuo fottutissimo fratello al quale puoi dire quello che cazzo vuoi, hai capito? Non funziona come da te, sei un ragazzino più piccolo, e come tale devi rispettarmi, chiaro?!" disse Yoongi a denti stretti.
Jimin sentì il suo cuore sbriciolarsi in un istante non appena udì quella frase detta con tale cattiveria, e strinse i pugni, sentendo gli occhi farsi lucidi.
"Non ti azzardare a dirmi una cosa del genere, mai più" disse solamente, spingendolo via e rinchiudendosi in bagno.
Spinse la schiena contro la porta e scivolò giù, sentendo le lacrime uscire dagli occhi e bagnargli le guance, mentre dall'altro lato, Yoongi era più confuso che mai.
Cosa aveva detto di male per far diventare lucidi i suoi occhi?
•••••••••
Jimin scese dalla sua bicicletta e la parcheggiò accanto alle altre, sistemandosi lo zaino sulle spalle.
Prese un respiro profondo e si incamminò verso l'altro della scuola, sentendo già alcuni sguardi indiscreti, curiosi o strani puntati su di lui.
Volse lo sguardo verso sinistra e notò che Yoongi lo stava fissando, seduto sulla sua moto e circondato da tre ragazzi più alti di lui
Distolse subito lo sguardo e continuò a camminare verso l'interno della scuola, per recarsi nell'aula che gli era stata indicata il venerdì precedente dalla donna in segreteria.
Cazzo, ma perché questa scuola è così grande?!
Si disse, arrendendosi ed avvicinandosi ad un ragazzo per chiedere informazioni.
"Uhm...scusami?" Gli toccò la spalla e lui si girò.
"Sì?" Disse con voce bassa il ragazzo, poco più alto di lui.
"Sto cercando questa classe ma ecco..."
Un tenero e grande sorriso si aprì sulle labbra di quel ragazzo, che quasi gli ricordò un coniglietto.
"Sei nuovo vero? Sei il ragazzo americano?" chiese guardando il foglio.
"Sì ecco...parlo così male?" arrossì lievemente Jimin.
"No affatto" scosse vigorosamente la testa. "Solo che è strano che tu non conosca le classi, così ho collegato le cose, sai, sappiamo tutti che c'è un ragazzo americano, dato che quest'anno ci sei solo tu"
"Oh..gli altri anni?"
"Di solito vengono anche in cinque, non so perché quest'anno sei l'unico...comunque piacere, io sono Jungkook!" Sorrise porgendogli la mano.
Jimin la afferrò e ricambiò il sorriso, quel ragazzo sembrava davvero gentile.
"Piacere mio, io sono Jimin" disse.
"Bene Jimin, sei fortunato, la tua classe è la stessa che frequento io, e stavo giusto per andare, quindi..." fece spallucce.
"Ah davvero?" esclamò Jimin, felice di avere come compagno quel Jungkook.
Lui annuì con un sorriso, per poi guardare dietro di lui.
"Oh! Aspetta, ti faccio conoscere il mio migliore amico" disse prendendogli il polso e tirandolo con sé.
"Tae!" chiamò, ed un ragazzo alto, dai capelli ramati si girò.
"Che c'è?"
"Taehyung, lui è Jimin, il ragazzo americano, Jimin, lui è Taehyung, il mio migliore amico" fece allora Jungkook.
Jimin salutò. "Piacere" sorrise leggermente.
Quel Taehyung rispose al saluto. "Benvenuto in Corea, Jimin, spero proprio che tu possa portare un bel ricordo con te" sorrise.
"Già...lo spero anche io" annuì il più basso.
"Beh, noi andiamo in classe, ci vediamo dopo?" fece allora Jungkook.
"Oh..credo di dover uscire con Danya, mi dispiace Kook.." abbassò lo sguardo.
"Ah, non...non fa niente, è la tua ragazza, esci con lei, noi ci sentiamo, mh?" disse il ragazzo sorridendogli.
Taehyung annuì e li lasciò soli, mentre Jimin cercava di capire cosa fosse successo, anche se un'idea già ce l'aveva.
"Andiamo in classe? Il prof arriverà tra poco" disse scuotendo la testa.
Jimin assentì e lo seguì fino in classe, sedendosi accanto a lui e notando altri sguardi puntati contro.
"E così ti sei ritrovato Min Yoongi a casa, eh?" Disse Jungkook.
"Sì...spero..spero di stare tranquillo, ma ecco..lui è il completo contrario del tranquillo" mormorò Jimin.
"Già..però davvero, magari conoscerai un altro lato di lui a differenza nostra che conosciamo solo la sua stronzaggine, no?" Ridacchiò Jungkook.
"Oh beh, non credo ma lo spero"
Come Jungkook aveva detto, il professore fu puntuale e subito notò il nuovo arrivato.
"Buongiorno, tu devi essere uhm...Park Jimin, giusto? Il ragazzo che ha scelto di fare l'anno all'estero" disse osservandolo.
"Sì, sono io, professore" annuì il ragazzo.
"È un piacere conoscerti, Jimin, io sono il professor Lee Choi, insegnante di letteratura, storia e filosofia, spero vivamente che tu possa passare un anno ricco di esperienze qui" sorrise sistemandosi gli occhiali sul naso.
Jimin annuì ancora, sentendosi estremamente in imbarazzo a causa di tutti quegli sguardi puntati su di lui, ma fortunatamente il professore cominciò a spiegare.
L'ora non passò molto lentamente come si aspettava, ciò di cui parlavano era molto interessante, e ogni qualvolta Jimin non capiva una piccola parola, Jungkook era pronto a spiegargliela al meglio.
Quel ragazzo era davvero gentile, e Jimin era felice di averlo conosciuto, sperava vivamente di diventare suo amico.
Finalmente dopo tre ore di intenso lavoro, domande, e stanchezza, arrivò il momento di una pausa.
"Quanto dura circa, questa ricreazione?" Domandò Jimin alzandosi dalla sedia.
"Venti minuti e poi di nuovo in classe" rispose Jungkook. "Io vado fuori, vieni con me?"
"Oh, vorrei, ma devo prima chiedere una cosa alla segreteria" disse il più basso.
"Okay, allora a dopo!" Lo salutò Jungkook allontanandosi da lui.
Jimin voltò a destra in un corridoio isolato per recarsi alla segreteria, quando troppo velocemente si ritrovò dentro ad uno stanzino, con Yoongi davanti a sé che gli teneva una mano sulla bocca.
"Che ho detto di male stamattina?" chiese.
"Che cazzo stai facendo?!" Lo spinse via Jimin.
"Ti ho fatto una domanda" insistette Yoongi.
"Non..non ti riguarda, lasciami stare, e aprì quella dannata porta"
"Oh no, è chiusa a chiave e la chiave ce l'ho io in tasca, Jiminie" sorrise il maggiore.
"Che vuoi?"
"Che voglio? Ah, piccolo Park Jiminie, mi hai trattato male, mi hai lasciato senza parole, ma devi sapere che io sono Min Yoongi, e Min Yoongi, tesoro mio, vince sempre"
Preparatevi per il prossimo capitolo uwu, perché sti due ugh.. :")
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top