010
"Quindi come va in casa?" domandò Jungkook sistemandosi meglio lo zaino sulle spalle per salire sulla bicicletta.
Jimin lo imitò ed iniziò a pedalare, stando al suo fianco. "Beh ecco..." si morse il labbro, aveva già fatto una figuraccia con lui.
Insomma, era il fratello del migliore amico di Yoongi, e lo conosceva da anni, non poteva di certo insultarlo davanti a lui, di nuovo.
"Guarda che puoi dirmi cosa pensi di lui, eh, non glielo vado a dire, tranquillo, e poi non sarebbe una novità" ridacchiò il più alto. "So che è uno stronzo"
Il grigio sospirò e continuò a seguire l'altro. "Sì, in realtà, lo è. Insomma, i genitori sono molto gentili, la madre è una delle persone più dolci e sensibili che io abbia mai conosciuto, il padre è davvero un brav'uomo, e poi c'è Yoongi che..."
"Che? Dimmelo Jimin, davvero, puoi fidarti di me" disse Jungkook girandosi a guardarlo fugacemente.
"No è che...davvero, non gli ho fatto nulla, ma da quando sono arrivato qui mi tratta davvero male, è scorbutico ed ho la sensazione che mi odi, sul serio" disse allora Jimin.
"Già...lo so, è così un po' con tutti, lo è sempre stato ma da quattro anni a questa parte è peggiorato...non lo fa apposta però, cioè posso anche capirlo, ecco" fece il moro.
"Mh? Perché, che è successo quattro anni fa?" domandò curioso Jimin.
Jungkook scosse la testa. "Una...una cosa"
Jimin non insistette, evidentemente era qualcosa di privato, e giustamente Jungkook non si sentiva in dovere di dirglielo al posto di Yoongi, così lasciò stare.
Semplicemente continuò a seguire la sua bicicletta per arrivare a casa sua; ormai era passata una settimana dal suo primo giorno in una scuola coreana, Jungkook gli aveva dato il suo numero ed erano diventati amici con poca difficoltà, essendo entrambi socievoli.
Il professore aveva assegnato loro un compito da fare a coppie, così il più alto si era gentilmente offerto di farlo a casa sua, così da mostrarla a Jimin anche per fargli cambiare un po' aria, dato che a 'casa sua' non andava molto bene.
Yoongi si comportava spesso come se lui non esistesse, e quando si accorgeva della sua esistenza, gli rispondeva male o lo prendeva in giro, e beh, Jimin era ferito da tutto quello.
Non tanto perché ci avesse fatto sesso, era già capitato una o due volte che lo facesse con qualcuno occasionalmente, ciò che gli recava fastidio era la sua indifferenza nei confronti di Jimin nel contesto generale.
Rimanere indifferenti al sesso andava anche bene, d'altronde la loro non era neanche una relazione, ma poteva anche notare che Jimin esistesse.
"Okay, siamo arrivati, seguimi, puoi posare la bicicletta nel garage" fece Jungkook risvegliandolo dai suoi pensieri e facendo un cenno con la testa.
Il moro scese dalla sua bici ed aprì la serranda del garage, per poi affiancare la bicicletta alla macchina e lasciare spazio a Jimin per fare lo stesso.
Poi lo prese per un braccio e lo tirò verso una porticina, la aprì ed iniziò a salire le scale mentre sentiva la serranda del garage chiudersi automaticamente dietro di loro.
I due si ritrovarono in casa del più alto, davanti la porta d'ingresso; a destra il corridoio si affacciava su una grande sala con un tavolo, un divano e dei mobili antichi, molto belli, a detta di Jimin, mentre a sinistra si andava verso la cucina.
Si diressero verso di essa e Jungkook si lavò le mani, invitando il grigio a fare lo stesso. "Okay uhm...mia madre è uscita molto presto questa mattina e non ha potuto lasciare nulla per pranzo...però abbiamo ancora del pollo e del kimchi e...ugh, mi dispiace, è la prima volta che vieni qui e guarda che ti do da mangiare..." arrossì leggermente, facendo sorridere di tenerezza Jimin.
"Jungkook, tranquillo, non mi farò pregiudizi perché non avete avuto tempo di cucinare qualcosa, non sono mica un principe" rise poi, avvicinandosi a lui. "Il pollo e il kimchi andranno più che bene, mh? Dimmi dove sono i piatti così inizio ad apparecchiare"
"Va bene...però siediti, faccio tutto io" gli disse il moro indicandogli la sedia.
"Davvero Jungkook, io-"
"Yah no, siediti e basta, almeno questo"
Jimin sbuffò e fece come richiesto, appoggiando la mano sul suo mento e guardandosi intorno. "Mi piace questa casa, è figa"
"Uh? Grazie, sai i mobili nel salone? Erano dei miei bisnonni e dato che a mamma piacevano molto ha deciso di metterli in casa" spiegò il moro mettendo nel microonde quello che sarebbe stato il loro pranzo.
"Ah sì? Mi piacciono davvero tanto, ho sempre avuto questa uhm...passione per i mobili antichi, è come se ti facessero tornare al passato, non credi?" rispose Jimin prendendo i piatti che il più alto gli aveva passato.
"Sì in effetti, sul mobile ci sono addirittura delle foto, quella di quando i miei bisnonni si sono sposati risale al 1923, e a volte quando la guardo immagino come potesse essere stato vivere a quei tempi" assentì Jungkook appoggiando una bottiglia d'acqua e dei bicchieri sul tavolo.
Un acuto beep li fece sussultare, e si girarono verso il microonde, che in due minuti aveva riscaldato il pollo ed il kimchi.
Il moro andò verso di esso e portò i piatti in tavola e i due ragazzi iniziarono finalmente a mangiare.
"Wow Jungkook, questa è la tua camera?" domandò Jimin guardandosi attorno.
Una stanza quasi totalmente circondata di scaffali pieni di manwha, videogames e libri, l'unica parete libera era quella di fondo dove vi erano appese una chitarra classica ed una elettrica.
"M-mh" annuì lui. "Mi piace leggere"
"Cavolo, e io che pensavo che Yoongi avesse tanti fumetti.." disse più a sé stesso che a Jungkook.
"Sì beh, ne ha molti anche lui ma...aspetta, ti ha fatto entrare in camera sua?!" esclamò il moro osservandolo.
"Eh?! Sì, che c'è di male?" inarcò un sopracciglio.
"Yoongi non fa mai entrare nessuno in camera sua se non i suoi migliori amici e beh...me dato che lo conosco da una vita" spiegò allora Jungkook, sedendosi accanto alla scrivania ed allungando il braccio per prendere un'altra sedia e metterla accanto alla sua.
"Ah no? Era...cioè era entrata un'ape in camera mia ed essendo allergico non potevo scacciarla, così l'ha fatto lui per me, dicendomi di chiudermi in camera sua" fece spallucce e andò a sedersi accanto a lui.
"Oh wow, sentiti onorato allora" rispose il più alto. "Perché Yoongi non è solito fare favori alle persone che sembra non sopportare, quindi o hai fatto breccia nel suo cuore o non gli sei poi così antipatico" rise leggermente. "Ma dato che a detta di tutti, è etero, penso sia la seconda opzione"
Jimin quasi si strozzò con la sua saliva. Yoongi etero? Quasi non scoppiava a ridere.
Se Yoongi era etero allora perché con lui si era comportato talmente poco da etero da sembrare più gay di Jimin stesso?
E soprattutto, se era etero, perché aveva fatto sesso con un ragazzo?
Decise comunque di lasciar perdere e scosse la testa. "Boh, ma sinceramente non mi interessa più di tanto, resterà indifferente nei miei confronti ed io lo farò con lui, a questo punto"
"Mi pare la soluzione migliore, almeno per ora" annuì Jungkook. "Ora iniziamo a studiare?"
"La prossima volta vieni tu da me? Credo tu conosca bene la casa" fece Jimin sistemando le cose nello zaino.
"Sì, è da un po' che non vedo la signora Min, le farà sicuramente piacere!" esclamò Jungkook accompagnandolo all'uscita del garage.
Jimin sistemò la sua bicicletta all'angolo, per poi abbassarsi ad allacciare una scarpa. "Sì, quando le ho detto di te i suoi occhi sono diventati cuoricini" ridacchiò sistemando poi l'orlo del pantalone.
"Oh beh, menomale" Jungkook disse.
Poi Jimin si rialzò e perse leggermente l'equilibrio, ma attutendo l'imminente caduta contro...
Merda, Yoongi
Tossì leggermente e si ricompose, arrossendo lievemente. "S-scusa hyung" disse allontanandosi da lui.
"E tu che cazzo ci fai qui?" sbruffò lui, scocciato, mentre dall'angolo usciva anche quello che Jimin immaginò essere Seokjin.
"Devo fare un lavoro con Jungkook e lui si è gentilmente proposto di invitarmi qui" disse andando sulla difensiva.
Che cosa gli interessava? La vita di Jimin non era la sua.
"Possibile che devo averti sempre tra i coglion-"
"Oookay, Jimin, lui è mio fratello Seokjin hyung" sbottò Jungkook mettendosi tra di loro e spingendo Yoongi più in là, vista la situazione. "Hyung, lui è Jimin, il ragazzo americano che ospita Yoongi"
"Non sono io ad ospitarlo"
"Hai capito che intendo hyung, per favore" sospirò Jungkook guardandolo negli occhi.
Yoongi alzò gli occhi al cielo.
Non disse niente.
Cosa che confuse Jimin.
Scosse la testa e fece per allungare la mano per presentarsi, ma subito si corresse con un leggero inchino. "Scusami uhm.."
"Non ce n'è bisogno, è un piacere conoscerti Jimin-ssi" sorrise Seokjin afferrando la sua mano.
Beh, Yoongi si era preso gioco di lui per tutto quel tempo, imponendogli di essere così estremamente educato, anche troppo.
E infatti quando alzò lo sguardo per fulminarlo vide un sorrisetto formarsi sulle sue labbra.
"Va bene, io torno a casa mh...grazie dell'ospitalità Kook, ci vediamo a scuola" sorrise impacciato, per poi salutare con un cenno della mano anche Seokjin.
"Voi andate su, devo parlare un attimo con lui" fece allora Yoongi con voce ferma.
I due fratelli annuirono ed entrarono in casa, lasciandoli soli.
"Che vuoi?" disse Jimin con lo sguardo basso.
"Che mi guardi" rispose Yoongi afferrandogli il viso e facendosi guardare.
"Devo torn-"
"Dimmi, ti piace così tanto la sensazione del mio cazzo contro il tuo culo perfetto? Per caso ti manca?" sussurrò sensualmente al suo orecchio.
Il minore sentì il proprio viso andare a fuoco e strinse gli occhi, come se potesse sparire in quel modo. "Zitto"
"Mh? No Jiminie, a me zitto non lo dici, ma se vuoi posso farti stare zitto io in qualche modo" si morse il labbro.
"Smettila" sospirò Jimin cercando di spingerlo via.
"Oh, non fare così, so perfettamente che mi desid-"
"Ho detto smettila, voglio andare a casa, lasciami in pace e vattene dal tuo amico" disse allora il grigio, utilizzando più forza per allontanarlo e salire sulla sua bicicletta in fretta e furia, cercando di allontanarsi da Yoongi il più velocemente possibile.
Yoongi non lo fermò, si morse il labbro fino a farlo sanguinare mentre lo vedeva andare via.
Dio, il suo non obbedire a ciò che gli diceva lo faceva eccitare.
Forse anche troppo.
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