Capitolo 12

Maki

Quell'idiota continuava a guardarci.

Non so quale dio è venuto ad aiutare Lucy ma decido di non parlargli,almeno non di Lucy.

"Maki" mi chiama.

Mi giro guardandolo male.

"Cosa."

"È tutto ok? Stavo parlando con un amico e poi Lucy se n'è andata..." guarda in basso,imbarazzato.

Brutto idiota,lei sta piangendo per te perché non lo capisci?

"Sta bene."

Dico semplicemente.

"Perché sei fredda? Le ho fatto qualcosa?"

I miei occhi si infuocano.

"Non lo so. Ti senti in colpa per caso?"

Lo istigo.

"Mi fai paura,sei così acida e piena di rabbia...vado a trovare Lucy più tardi."

Mi trattengo dal fermarlo,infondo Lucy lo ama,no?

Non le vieto l'incontro con il suo lui. Mi avvicino alla bacheca e cerco una missione per me.

"Scusa,ma chi sei tu?"

Mi giro interrogativa.

"Mirajane,cosa dici?"

"Come sai il mio nome? Te lo hanno detto gli altri? Vieni,ti faccio il tatuaggio-"

"Mirajane,ho già il tatuaggio...cosa stai dicendo?"

Chiedo confusa.

"Oh...scusa ma davvero non so chi sei..." dice dispiaciuta.

"È uno scherzo? No perché non è divertente..."

"Ti ho già detto che non so chi sei,non è uno scherzo."

"Con chi parli Mirajane?"

Arriva anche Elfman.

"Dille che mi conosci Elfman!"

Esclamo in preghiera.

"Scusa,ma non ti ho mai vista da queste parti...chi sei?"

Questo è un incubo.

Inizio a sentirmi male.

"Ragazzi se è uno scherzo piantatela...sto male..." inizio a piegarmi.

"Non è uno scherzo!"

Ripete Mirajane e io cado a terra.

Cosa diavolo sta succedendo?

Dov'è Gray?

"È svenuta!"

Esclama la voce di Natsu,che riconoscerei ovunque.

Mi sento presa e portata da qualche parte.

Dopo un bel po'riprendo conoscenza.

"Master! Dove...?"

"Maki,ciao"

"Lei si ricorda di me!"

Dico con le lacrime agli occhi.

"Sta succedendo qualcosa di strano...non so perché ma qualcuno sta cancellando i ricordi che ti riguardano dalla mente delle persone."

Mi si gela il sangue.

"Ma...Come faccio a fermarlo?"

Chiedo esasperata.

"Vai direttamente alla fonte di ciò. Hai idea di chi possa essere?"

"No...ecco perché molte persone mi guardavano interrogativa..."

Mi lamento esasperata.

Alla faccia della bella giornata.

"Hai la fobia,giusto?"

Guardo il master,massaggiando la testa.

"La fobia di essere dimenticata,di rimanere sola?"

Specifica lui.

Annuisco.

"Si,la fortuna da piccola mi ha abbracciata,eh."

Scherzo ironica.

"Chi sa di questa tua fobia?"

Mi ignora.

"I miei amici...qualche bambino con cui mi battevo da piccola..." il master pensa intensamente.

"Quel foulard al polso,chi è che ha visto cosa c'è sotto?"

"Io,Igneel,i miei genitori forse no...e mio fratello. Perché?"

Inizio a preoccuparmi.

"È chi sa che porti quasi sempre il cappotto?"

"Tutti,mi vedono" dico ovvia.

"Maki,non c'è da essere ovvi,c'è da pensare a chi conosce i tuoi punti deboli."

Mi passa una scintilla negli occhi.

Sono bravissima nella logica.

"Lo so,Maki per questo devi ragionare."

"Legge nel pensiero?!"

Lo guardo stranita.

"Non posso dirtelo."

La mia faccia è bloccata in un'espressione confusa e disorientata.

Sta scherzando o no?

"Pensa a chi potresti aver causato motivo di odiarti."

"Potrebbero farlo tutti per motivi diversi..."

Dico pensando.

Nessuna persona è salva al giudizio delle persone invidiose.

"Ma chi da causare questa cosa?"

Chiede intendendo qualcuno di veramente crudele.

Non mi viene in mente nessuno,solo ricordi sfocati delle persone con cui mi sono battute e quel bambino che se l'era presa moltissimo perché lo avevo battuto.

"Nessuno da causare così tanto odio,solo quel bambino che se l'era presa moltissimo perché lo avevo battuto,ma nulla di preoccupante..."

Con il master volevo essere sincera. Lo vedo perso.

"Master?"

Il master rimane immobile.

"Prendo del tè."

Mi alzo andando nell'altra stanza.

Chiedo a Mirajane un tè caldo e lo inizia a preparare.

"Stai meglio?"

"Si,grazie. Scusa ho una fobia stupida."

"Ah,ecco perché eri pallida. Scusami,ma proprio non ricordo nulla di te..."

"Non importa."

Dietro quel non importa c'era una parte di cuore che si rompeva e una parte di me che moriva.

Le sorrido prendendo un bicchiere di gassosa.

"Natsu?"

Chiedo non vedendolo.

"Dovrebbe arrivare a momenti,ha fatto una missione veloce per comprare un regalo a Lucy."

Sorrido.

Allora non è così idiota.

"A lui piaceva tua sorella?"

Chiedo azzardano l'argomento.

"Come sai di Lis- stavano insieme."

Si autorisponde sciogliendo i miei dubbi.

"Grazie."

Le sorrido dolcemente.

"Chi stava con chi?"

Spunta quella voce.

"Ciao Natsu" sorride Mirajane.

"Due persone."

Rispondo io beffarda.

"No,pensavo dieci. Che genio che sei,grazie di questa immensa cultura."

Sbuffa lui.

"Prego."

Ridacchio.

"Sono tornata dalla missione."

Spunta fiera la scarlatta.

"Ciao Elsa,ci battiamo?"

La sfida Natsu

"Ok"

"Aspetta,non posso...devo portare questo a Lucy e chiederle scusa."

"Cosa le hai fatto?"

Lo intenerisce con lo sguardo.

"Non lo so,penso nulla ma mi sento in colpa con lei."

Sorrido,magari indirettamente anche lui è innamorato di lei.

"Ciao ragazze!"

Saluta Natsu correndo via

"Aspettami!"

Sbuffa il gatto volante.

"Ciao Elsa" le sorrido.

"Chi saresti tu?"

Le mie pupille si stringono.

Come diavolo è possibile?

Chi è che fa ste cavolate.

"Mirajane potresti darmi un bicchiere d'acqua?"

"Subito."

Mi porge il bicchiere.

Me lo spruzzo in faccia per poi bere il goccino rimasto dentro.

"Cos-cosa diavolo fai?"

Chiede guardandomi stranita.

Mirajane le fa qualche segno da dietro e Elsa smette di fare domande.

"Grey dov'è?"

Cambio argomento.

"Lui arriverà tra un po',ha detto che ritardava un po'."

Mirajane è proprio informata di tutti.

"Grazie Mira."

Le sorrido.

"Di cosa?"

Chiede.

Lo prendo per un gesto di cortesia.

"Chi sei?"

Chiede subito dopo.

Le hanno cancellato i ricordi di nuovo?

Ma che diavolo?

"Mirajane,lascia stare. È pronto il tè?"

Chiedo sviando,ormai in agitazione.

"Quale tè? Oh si c'è dell'acqua sul fuoco..." dice togliendo le foglie.

Versa il tè nel bicchiere e me lo porge.

"Grazie."

Lo prendo e mi allontano.

"Elsa,tu sai chi è?"

Chiede appena mi vede lontana.

"No,per niente."

Risponde la scarlatta.

Vado nella stanza del master,il cappotto che mi faceva da coperta era a terra.

"Chi sei?"

Il bicchiere mi cadde dalle mani.

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