𝚄𝚗 𝚟𝚒𝚊𝚐𝚐𝚒𝚘 𝚋𝚞𝚛𝚛𝚊𝚜𝚌𝚘𝚜𝚘
ɴᴏɴ ᴛᴜᴛᴛɪ ɢʟɪ ɪɴᴄᴜʙɪ, ᴘᴇʀò, ꜱɪ ᴀᴄᴄᴏɴᴛᴇɴᴛᴀɴᴏ
ᴅɪ ꜰᴀʀᴛɪ ᴄᴏᴍᴘᴀɢɴɪᴀ ꜱᴏʟᴏ ᴘᴇʀ ᴜɴᴀ ɴᴏᴛᴛᴇ.
(vi consiglio di far partire la canzone che vi ho messo quassù appena vedete il testo della canzone!)
Jimin e Jungkook camminavano verso la macchina in silenzio, uno di fianco all'altro. Nessuno dei due sapeva cosa dire per poter rompere il ghiaccio, ma d'altronde non se ne preoccupavano, perché entrambi assorti nei propri pensieri profondi.
Jungkook non faceva altro che pensare a Hoseok, preoccupato a morte per la salute dell'altro e impaurito che i ribelli potessero averlo ucciso o lo stessero torturando.
Era riuscito a convincere Jimin ad aiutarlo a ritrovare il suo migliore amico, togliendolo così dalle grinfie della gang nemica, ma aveva paura di arrivare troppo tardi.
In più non capiva perché Jimin lo avesse aiutato, tradendo così la sua gang. Quando glielo aveva chiesto, quest'ultimo aveva risposto che lo avesse salvato per pietà, ma non riusciva a crederci molto, sapeva che il vero motivo era ancora nascosto.
Invece Jimin pensava al ragazzo accanto a sé. Era un grande ignoto piombato nella sua vita d'improvviso perché, anche se lui l'aveva osservato a lungo, vederlo di persona a pochi metri da lui era tutt'altra cosa.
Non si aspettava che l'altro fosse così diverso. Pensava che cominciasse a trattarlo male perché, anche se lui l'aveva salvato, era stato anche una delle persone ad aver pianificato di ucciderlo. E invece no, Jungkook era gentile nei suoi confronti, lo trattava come se lo conoscesse da sempre, non come un nemico che per pietà gli aveva salvato la vita.
Arrivati alla macchina, mentre Jungkook stava aprendo la portiera, Jimin lo prese alla sprovvista, prendendolo in braccio a mo' di sposa e portandolo verso la parte posteriore della macchina.
«Scusa principessa, ma la mia gang è furba, controllano ogni sera le telecamere di sicurezza di tutta la città, non vorrai che per sbaglio si accorgano che io, membro fidato, abbia un morto vivente in macchina vero? Per fortuna vicino al cimitero non ce ne sono, sennò saremmo stati già spacciati.» cantilenò Jimin divertito, diventando più serio verso la fine.
«N-non vorrai mettermi nel bagagliaio?» replicò Jungkook impaurito dalla testa ai piedi. Non voleva dirlo apertamente, ma era claustrofobico, una paura cresciuta in lui dopo la morte di sua madre. Solitamente era Hoseok a stargli vicino quando aveva attacchi di panico incontrollabili, calmandolo sempre cantandogli la stessa canzone che gli cantava sua madre quando era piccolo.
Vedendo che il poveretto non spiccicava più parola, Jimin decise di mettere l'altro nel bagagliaio. Non era stupido, se ne era reso conto che qualcosa non andava, però non voleva, anzi, non doveva interessarsi troppo a lui.
Chiuse il bagagliaio e andò al posto della guida, stando attento al minimo rumore che l'altro potesse fare. Fino a circa metà della strada Jungkook cercò di essere forte, pensando ad una delle uniche cose che potessero calmarlo, sua madre.
Dopo metà viaggio, però, le cose si complicarono: nel momento in cui arrivarono in città, i forti rumori della strada non riuscivano più a far concentrare Jungkook, che fino ad allora aveva tenuto gli occhi chiusi e si focalizzava su un unico pensiero, fecero sì che quest'ultimo si agitasse.
Non riuscendo più a percepire sua madre, Jungkook aprì gli occhi di scatto, ritrovandosi al buio, nel bagagliaio.
La paura cresceva dentro di lui ad ogni secondo che passava, cominciando a picchiare le mani su tutta la superficie che lo circondava e respirando male a causa dell'attacco di panico imminente.
Jimin, sentendolo, cercò di pensare ad un modo per farlo calmare e sentire meglio, scavando nella sua mente per trovare qualcosa che potesse aiutarlo.
Si ricordò di un giorno in cui, mentre Jimin lo stava osservando di nascosto, Jungkook stava piangendo nella propria stanza e non riuscendo a fermarsi Hoseok aveva cominciato a cantare una canzone per calmarlo.
Ora doveva solo ricordare i versi della canzone
"Dai Jimin pensa, pensa, pensa, come faceva quella cazzo di canzone?" pensò cercando di ricordare i primi versi. Improvvisamente, ebbe un lampo di genio e cominciò a cantare:
«이 모든건 우연이 아냐
(tutto questo non è una coincidenza)
그냥 그냥 나의 느낌으로
(solo, solo, sento che)
온 세상이 어제완 달라
(questo mondo è diverso da com'era ieri)
그냥 그냥 너의 기쁨으로»
(soltanto, soltanto con la tua felicità)
Non era la prima volta che Jimin cantava, ma non aveva mai cantato per nessuno, e quella sensazione che provava in quel momento era completamente nuova.
«네가 날 불렀을 때 나는 너의 꽃으로
(quando mi hai chiamato, sono diventato il tuo fiore)
기다렸던 것 처럼 우리 시리도록 펴
(come se lo stessi aspettando, siamo sbocciati splendidamente)
어쩌면 우주의 섭리 그냥 그랬던 거야
(forse era questo il volere dell'universo, doveva essere così)
You know, I know
(tu lo sai, io lo so)
너는 나, 나는 너»
(tu sei me, io sono te)
Jungkook nel frattempo lo stava ascoltando cantare la canzone di sua madre. Sentiva un peso leggero all'altezza del petto.
«설레는 만큼 많이 두려워
(anche se il mio cuore palpita, sono preoccupato)
운명이 우릴 자꾸 질투해서
(Perché il destino è spesso geloso di noi)
너만큼 나도 많이 무서워
(proprio come te ho paura)
When you see me
(quando mi vedi)
When you touch me»
(quando mi tocchi)
Jungkook era come inebriato dalla sua bellissima voce. Non si era nemmeno reso conto che, dopo aver smesso di singhiozzare, aveva automaticamente cominciato a cantare insieme all'altro.
«우주가 우릴 위해 움직였어
(l'universo si è mosso a nostro favore)
조금의 어긋남조차 없었어
(non c'era nulla leggermente fuori posto)
너와 내 행복은 예정됐던걸
(la nostra felicità era già stata decisa)
Cuz you love me
(perché io ti amo)
And I love you»
(e tu ami me)
Non si era reso conto nemmeno del momento in cui arrivarono a casa dell'altro, troppo preso dalla canzone.
Jimin aprì il bagagliaio proprio quando il moro stava cantando gli ultimi versi della canzone.
«Let me love
(lascia che io ti ami)
Let me love you»
(lascia che io ti ami)
Cantò Jungkook guardandolo negli occhi. Erano come ipnotizzati l'uno dall'altro, non riuscivano a togliersi gli occhi di dosso. Jimin allungò la mano verso Jungkook e quest'ultimo la afferrò, scendendo poi dalla macchina.
Jimin chiuse la portiera dell'auto, per poi chiuderla del tutto con la chiave elettronica, accompagnando poi Jungkook verso la porta di casa, passando per il vialetto.
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