È 𝚝𝚞𝚝𝚝𝚘 𝚏𝚒𝚗𝚒𝚝𝚘 𝚝𝚛𝚊 𝚗𝚘𝚒 𝚍𝚞𝚎?
ɪᴍᴘᴏᴛᴇɴᴛɪ, ꜱɪᴀᴍᴏ ɪᴍᴘᴏᴛᴇɴᴛɪ ᴅɪ ꜰʀᴏɴᴛᴇ ᴀʟʟᴀ ᴘᴀʀᴛᴇ
ᴘɪú ᴏꜱᴄᴜʀᴀ ᴅɪ ɴᴏɪ ꜱᴛᴇꜱꜱɪ, ᴄɪ ᴅɪᴠᴏʀᴀ ᴇ ɴᴏɴ ꜰᴀᴄᴄɪᴀᴍᴏ ɴɪᴇɴᴛᴇ, ꜱᴛɪᴀᴍᴏ ᴀ ɢᴜᴀʀᴅᴀʀᴇ, ɪᴍᴘᴏᴛᴇɴᴛɪ.
Era lì davanti a lui, stava tremando come una foglia. Perché una cosa che avrebbe fatto bene ad entrambi gli stava facendo così male? In fondo non era una decisione azzardata, presa all'ultimo minuto, stava pensando a questo momento da mesi, per paura di ferirlo più del dovuto, per paura che Hoseok cominciasse ad odiarlo, per paura di peggiorare le cose.
Però doveva farlo, questo distruggersi non poteva più andare avanti. Si stavano sgretolando cercando di salvare un rapporto che non era più salvabile, che ormai aveva trovato la sua fine.
Ormai erano faccia a faccia. Hoseok era ancora sorridente, ma aveva sul volto un sorriso malinconico, sembrava volesse dire qualcosa che non riusciva più a tenere dentro. Jungkook cercò di parlare ma non ci riuscì, come se la sua gola fosse così secca da impedirgli di sputare fuori tutte le emozioni che teneva nascoste da tempo. Quel giorno era lui, era Hobi la persona che si trovava davanti ai suoi occhi, non il mostro che aveva avuto la sfortuna di conoscere.
Trovò il coraggio di parlare, stava per iniziare quando Hoseok lo precedette:
«Sai, nell'ultimo periodo stavo pensando molto, intendo a noi due e... Mi sono ritrovato a ricordare tutte le volte che siamo stati lì l'uno per l'altro, tutte le volte che abbiamo riso fino a cadere dalle sedie su cui eravamo seduti» Ridacchiò leggermente e poi continuò:
«Ho ricordi bellissimi insieme te, incastonati nella mia mente: come quando da piccolo ti eri sbucciato il ginocchio ed eri imbarazzato. Volevi piangere, ma allo stesso tempo volevi sembrare forte, ma quando mi hai guardato negli occhi, la corazza che stavi indossando si è sciolta così velocemente da cadere nelle mie braccia e scaricare tutto il dolore che provavi; oppure come quando, vicino a quella panchina» disse indicando una panchina vicino al laghetto che stava qualche metro di distanza da loro, la loro panchina.
«Cercavi di far rimbalzare dei sassi sulla superficie dell'acqua, ma non riuscendoci hai fatto un bellissimo musetto, così adorabile che ancora naviga per la mia mente. Quella fu la prima volta che ti dissi "ti amo", senza pianificare niente, perché il mio amore nei tuoi confronti è sempre stato così spontaneo da sembrare surreale».
Jungkook non sapeva veramente che dire, era felicissimo, ma non voleva più illudersi, non doveva più farlo. Aveva gli occhi lucidi e pizzicavano molto, nonostante ciò continuava a guardarlo, senza riuscire a staccare lo sguardo da lui.
«Però i momenti felici sono stati accompagnati anche da momenti dolorosi» continuò a dire Hobi incupendosi un po'. Lì Jungkook perse un battito.
«Ci siamo fatti molto male, ci siamo urlati addosso le peggiori cose... Abbiamo avuto tappe in cui non ci volevamo più guardare in faccia. Da quando ho cominciato a lavorare per mio padre, le cose hanno cominciato ad andare di male in peggio, me ne rendo conto, e non sai quanto mi odio per tutte quelle volte che ti sentivo piangere accanto a me nel letto, ma ero così vigliacco per girarmi a consolarti.»
Hoseok fece una pausa, asciugandosi una piccola lacrima. Dopo alcuni secondi continuò:
«Ti sei mai fermato a pensare che tutti i problemi che abbiamo avuto sono partiti da quando ci siamo messi insieme? Ti sei mai fermato a pensare che, se noi non avessimo cominciato a provare qualcosa l'uno per l'altro, non sarebbe successo tutto questo casino? Perché io sì. Penso a come sarebbe potuto essere se noi fossimo rimasti soltanto migliori amici, fratelli. Non ci sarebbero stati quei momenti romantici, certo, però non ci sarebbero stati nemmeno quelli che adesso ci stanno logorando l'anima» aggiunse.
Non si stavano più guardando in faccia, non ne avevano più il coraggio. Hoseok stava giocando con le sue dita con angoscia per cercare di non scoppiare in lacrime, fallendo. Jungkook, invece, stava guardando il lago, quasi riusciva a sentire le risate dei piccoli Kookie e Hobi mentre si rincorrevano.
Con coraggio, Jungkook si girò verso Hoseok e, senza pensarci, lo abbracciò il più forte possibile, accarezzandogli la testa e sussurrandogli parole dolci per confortarlo, come aveva sempre fatto in quegli anni.
Appena si calmarono entrambi, si sedettero su quella famosa panchina e, stringendosi le mani a vicenda, Jungkook sussurrò:
«Mi duole l'anima pensare a quanto dolore ci siamo procurati, a tutto quello che abbiamo dovuto sopportare a causa delle nostre famiglie. Vorrei che tutto fosse andato diversamente, che ci fossimo conosciuti in circostanze diverse, magari in un'altra vita saremmo stati felici come non mai insieme, ma purtroppo in questa siamo stati creati per procurarci dolore».
«Penso che entrambi siamo arrivati alla stessa conclusione... Sarebbe meglio lasciarci, per non soffrire più. Però ti prego restami ancora a fianco, ho bisogno del mio Hobi, del mio migliore amico...».
«Ti resterò a fianco sempre, sarai sempre il mio piccolo Kookie, succeda quel che succeda» gli diede un bacio sulla fronte e continuò:
«C'è solo un ultimo desiderio che voglio far avverare, ti prego Jungkook dammi la possibilità di assaggiare le tue amate labbra per l'ultima volta, voglio avere questo come ultimo ricordo di quella che è stata la relazione più importante della mia vita».
Hoseok intanto accarezzava gentilmente lo zigomo dell'altro, che sembrava si fosse pietrificato. Jungkook voleva certamente baciarlo, ma si sentiva bloccato dai sensi di colpa. Quei sensi di colpa che lo avevano fermato fino ad allora dal porre fine alla loro relazione tempo prima.
Jungkook gli stava guardando le labbra desideroso di baciarlo, baciarlo con tutto il desiderio che provava in quel momento. Hoseok provava lo stesso, voleva baciarlo per tutte quelle volte che non l'aveva fatto, per tutte quelle volte che la parte malvagia di lui aveva preferito urlargli contro piuttosto che fare l'amore con lui.
Entrambi avvicinarono i propri volti, fino ad avere solo un centimetro di distanza dalle loro ardenti labbra. Jungkook aveva così tanti pensieri contrastanti da fargli scoppiare la testa e, per fermarli, decise di agire.
Annullò le distanze delle loro bocche, assaporando ogni centimetro della bocca dell'altro. Le loro lingue ballavano insieme su una canzone che solo loro conoscevano: la canzone della loro vita insieme. Jungkook aveva incrociato le sue braccia dietro al collo di Hoseok, che intanto aveva afferrato i fianchi di Jungkook saldamente.
Mentre si stavano baciando, entrambi stavano ripercorrendo ogni singolo momento passato insieme, come non volendo dimenticare nemmeno un singolo secondo di essi. Volevano ricordare tutto, perché erano cresciuti insieme, avevano sperimentato tutto l'uno di fianco all'altro, ed erano rimasti l'uno di fianco all'altro nonostante tutto.
Si staccarono da quell'indimenticabile bacio, allontanandosi di pochi centimetri per riuscire a guardarsi negli occhi. Senza rendersene conto, il sole che prima dominava il cielo, ora stava piano piano calando, segno che stesse arrivando la notte.
Jungkook diede a Hobi un abbraccio caloroso per dare la forza ad entrambi di andare avanti, e si incamminarono insieme per la strada di casa.
ʟᴀꜱᴄɪᴀʀᴇ ᴀɴᴅᴀʀᴇ Qᴜᴀʟᴄᴜɴᴏ ɴᴏɴ ꜱɪɢɴɪꜰɪᴄᴀ ɴᴏɴ ᴀᴠᴇʀʟᴏ ᴀᴍᴀᴛᴏ ᴍᴀ ᴄᴏᴍᴘʀᴇɴᴅᴇʀᴇ ᴄʜᴇ ᴀʟᴄᴜɴɪ ᴀᴍᴏʀɪ ɴᴏɴ ꜱᴏɴᴏ ᴀʀʀɪᴠᴀᴛɪ ᴘᴇʀ ᴅᴜʀᴀʀᴇ ɪɴ ᴇᴛᴇʀɴᴏ ᴍᴀ ᴘᴇʀ ᴍɪɢʟɪᴏʀᴀʀᴇ ʟᴀ ᴛᴜᴀ ᴠɪᴛᴀ, ᴄᴀᴍʙɪᴀʀʟᴀ ᴇ ɪɴꜱᴇɢɴᴀʀᴛɪ ᴀ ᴄʀᴇꜱᴄᴇʀᴇ.
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Jimin continuava a torturarsi, consapevole che se avesse fatto morire Jungkook non se lo sarebbe mai perdonato. Sapeva del piano della sua gang sin dall'inizio, volevano uccidere Jungkook per fargliela pagare per tutto quello che avevano subito a causa dei suoi genitori, ma il più piccolo era diverso da loro, e Jimin ne era a conoscenza.
Allo stesso modo, però, non poteva fare a meno di pensare che non doveva interessarsi a lui, in fondo non lo conosceva, ed era abituato al senso di colpa familiare che sentiva dentro di sé, proprio all'altezza del petto. Cosa avrebbe fatto quindi? Se ne sarebbe dimenticato come se nulla fosse successo o lo avrebbe aiutato andando contro alla sua stessa famiglia?
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