☾︎ ғᴇᴇʟɪɴɢs ☽︎

ᴘʀᴇᴍᴇssᴀ:
Ciao a tutti, come state? Ho deciso di inserire questa intro per fare alcune delucidazioni a tutti quelli che non conoscono "Legends of Tomorrow" ma hanno comunque la curiosità di avventurarsi in questa lettura, comunque, per fare chiarezza sullo scritto, a piè pagina troverete tutte le spiegazioni, se avrete altre domande o dubbi, non esitate a chiedere, risponderò volentieri a tutti.
La voce narrante è quella di Gideon, l'Intelligenza Artificiale della Waverider, la navicella spazio temporale delle Leggende.
Alcuni di voi, che magari stanno già seguendo le mie altre due storie riguardanti questo fandom: 'Una Storia Oltre l'Impossibile' e 'Ricordi Frammentati'; sanno bene quanto mi piaccia questo personaggio, e ora che nella serie hanno optato per l'opportunità di dare seriamente un corpo vero e proprio a Gideon, mi ha portato a scrivere questa one-shot.
Adesso vi lascio la foto di Gideon sia come Intelligenza Artificiale, quindi come ologramma, sia in versione umana.

PS: prima di lasciarvi con la lettura, vi consiglio di preparare i fazzoletti.
Ora buona lettura, fatemi sapere cosa ne pensate, i vostri feedback (voti e recensioni) sono sempre ben gradite.
Buona lettura❣️

~

☾︎ ғᴇᴇʟɪɴɢs ☽︎

"Gideon.... Gideon... Svegliati!" mi sentii chiamare.
Era una voce lontana, calda che mal celava preoccupazione.

Mi girai nel mio comodo letto, sicuramente si trattava solamente di un sogno, quasi nessuno passava mai nella mia "dimora".

"Gideon..."
Questa volta, oltre al suono della voce sommessa di un uomo, percepii qualcuno scuotermi con insistenza e non potei fare a meno di aprire gli occhi.

Mi trovavo nella mia camera da letto con la carta da parati floreali che tanto mi piaceva, in un letto a baldacchino, davanti a me, c'era l'enorme armadio con un'infinità di vestiti.
Mi chiesi a cosa potessero servire a me, dato che ero... già... chi ero io?
Perché non avevo bisogno di una quantità imprecisata d'abiti?
A questa sapevo rispondere: non mi servivano perché nessuno passava mai a trovarmi o almeno non potevano vedermi sotto queste sembianze. Sarebbe stato indifferente se i miei vestiti fossero stati belli, come quelli che avevo, oppure sciatti.
In ogni caso perché ero sempre così sola?

Tutte queste domande mi martellavano la testa, provocandomi una gran emicrania.

Proprio un buon risveglio quello!
Pensai, sbuffando rumorosamente.

"Sei sveglia, finalmente!" continuò la voce profonda che mi aveva svegliata.

Misi a fuoco e solo in quel momento mi accorsi che non ero sola.
Nella mia stanza c'era un uomo vestito con un look veramente inusuale: aveva una camicia bianca ben abbottonata e una cravatta nera con un nodo impeccabile, sopra al primo indumento c'era un gilet in pelle color tortora, dal taschino di esso penzolava una catenella, tipica degli orologi da taschino, e, per finire, un lungo trench coat marroncino che gli arrivava alle caviglie, quest'ultimo accessorio gli dava un aspetto da cowboy.
Aveva addosso dei pantaloni scuri con delle tasche quadrate, dove erano ben visibili dei simpatici bottoncini dorati e tra i passanti era presente una bella e grossa cintura in cuoio con fibbia in oro. Ai piedi aveva delle francesine da uomo dello stesso colore del suo copricapo.

Seppur avesse addosso un miscuglio di stili, trovai lo sconosciuto attraente.

"Chi è lei? Che cosa ci fa nella mia camera da letto?" chiesi in leggero imbarazzo.

"Sono io. Non mi riconosci? Ho intuito che ti stava accadendo qualcosa, tuttavia... mai mi sarei aspettato danni così importanti." mi guardò con aria grave.

"Di cosa parla? Io sto bene, sono in piena forma. Perché non risponde alla mia domanda? Cosa ci fa qui?"

"Be', questa stanza non è proprio reale..."

"Certo che è concreta, guardi!" lo interruppi tirando su la coperta, facendogli vedere che aveva torto.

"Stai vivendo in una realtà fittizia, tu sei un'Intelligenza Artificiale e questa è la tua matrice, questo luogo è come tu te lo immagini. Comunque non è il momento adatto per spiegarti le differenze tra il tuo mondo e quello in cui vivevo. Non abbiamo molto tempo a disposizione e di certo non voglio sprecarlo in questo modo." mi spiegò sedendosi sul mio letto vicino a me.

La sua vicinanza mi provocò un brivido lungo la schiena, aveva uno sguardo capace di leggerti l'anima e mi ci potevo perdere in quei teneri occhi verdi, che riuscirono a mettermi tranquillità e seppi di potermi fidare di lui, il quale sosteneva di conoscermi.

"Dove tiene la pistola?" sussurrai.

"Come?" parve stupito e sorrise con leggera malizia.

"Se è un cowboy deve possedere un'arma."

"Io non entro nelle stanze delle fanciulle armato. Non potrei mai spaventarle!"

"Quindi è abituato entrare nelle camere di altre donne. Bene, mi mancava solo un dongiovanni!" incrociai le braccia al petto.

"Solo in quelle delle fanciulle belle come te." scherzò, "Comunque, non vorrei darti una cattiva impressione, non è il mio obbiettivo. Ti vedo un po' spaesata e io sono qui per aiutarti. Ti ricordi chi sei?"

"Be'... io sono..."

"Chiudi gli occhi e pensa al tuo passato." mi prese per mano mentre proferì quelle parole, mi lasciai guidare dalla sua voce calda e sensuale.
Una volta chiusi gli occhi, mi ritrovai dentro ad una navicella dove una donna bionda impartiva ordini ad un enorme ologramma a forma di viso, compresi immediatamente che l'ologramma in questione ero io.

"Se lei era a conoscenza di ciò, significa che lei mi conosce."

"E molto bene. Anche tu mi conosci Gideon e dire che credevo di essere il tuo preferito!" finse di sentirsi offeso, ma sapevo che stava bleffando.

"Se così fosse, mi ricorderei di lei." obbiettai.

"Ah sì?!? E per quale motivo?" mi domandò divertito da quel mezzo flirt, alzando un sopracciglio e osservandomi con curiosità.

"Mi avvalgo della facoltà di non rispondere!" risposi distogliendo lo sguardo dai suoi occhi magnetici mentre divenni paonazza.

"Ahaha! Mi mancava la tua insolenza. Comunque puoi darmi del tu, l'ultima volta che ci siamo visti mi hai persino chiamato per nome."

"Non posso, non ne ho facoltà. Mi hanno programmata per dare del lei a chiunque." mi rammentai.
Strano ma vero, la chiacchierata con l'uomo barbuto, che avevo dinnanzi, mi stava facendo bene, riportando a galla le mie vecchie memorie.

"La tua vita sta cambiando, Gideon. Tra poco potrai fare tutto ciò che vorrai ed è una tua facoltà non rispettare le regole. È divertente, sai? Io ero un vero fuori classe, pensa, quando facevo parte di un'organizzazione, la quale mi chiese di risolvere un problema nel giro di un paio di giorni, nel vecchio west, mi trattenni a Calvert per ben sei mesi. Il mio copricapo è un piccolo souvenir che mi sono portato dietro, non me lo tolgo quasi mai." mi illuminò con la sua bravata.

Eppure ero ben convinta che quella non fu l'unica commessa: mi rimembrai di una rocambolesca fuga, fatta da un adrenalinico inseguimento tra navicelle, partito da un Punto, lontano nello spazio, il quale si concluse con la dispersione delle nostre tracce, adottando tattiche poco corrette, e atterrammo poi nei pressi di un'accogliente rifugio per bambini.(*)

"Se lo indossa sempre, vuol dire che per lei ha un gran significato, probabilmente si tratta di un regalo che le hanno fatto." dedussi, toccando con la mano libera il morbido tessuto dell'indumento.
Solo in quel momento, mi accorsi che ci tenevamo ancora per mano, tuttavia era una sensazione piacevole, mi accorsi che lui non aveva alcuna intenzione di mollare la presa e gliene fui grata.

"Sì, hai indovinato. Sei perspicace!"

"Senza indugio, sono una saggia Intelligenza Artificiale. Come mai ho appena detto 'Senza Indugio'? Non la uso mai quest'affermazione. Credo la dicesse sempre..."

"Io, è un mio modo di dire. Vedo che pian piano ti stanno tornando in mente i fatti riguardanti la tua vita, allora i tuoi amici stanno facendo un bel lavoro."

"Mi sono persino rammenta della nostra fuga." lo informai.

"Quello è stato il nostro primo incontro. Un po' rocambolesco, non trovi?"

"Ma è stato spettacolare, mi divertii tantissimo. Poi? Che altro è accaduto?"

"Un'infinità di cose. Inizialmente eravamo solo io e te, poi abbiamo reclutato le Leggende: Sara, Martin, Jefferson, Raymond, Kendra, Carter, Leonard e Mick. Alcuni di loro se ne sono andati di loro spontanea volontà, per poter vivere in tranquillità la loro vita, per altri purtroppo non è andata così... comunque parliamo d'altro: come sono i nuovi membri? Ti trovi bene? Come si comportano con te?"

"Penso di non trovarmi male, forse l'unica con cui ebbi più problemi fu miss Tomaz, fui costretta ad imprigionarla in un loop temporale per permetterle di apprezzare il gruppo così com'era e darle il modo di ambientarsi."

"Ottima mossa. Sono onorato: sono stato il primo a vederti in versione umana. Ammettilo, sono il tuo preferito. Ad ogni modo, sostengo che la situazione in cui ci trovammo, quando ti vidi umana, non fu uguale a quella vissuta da miss Tomaz. Noi eravamo nel mio subconscio, mi hai dato la forza necessaria per resistere, sostenendomi in quei giorni di prigionia forzata. Però, il modo che tu scegliesti per farmi tornare normale, liberandomi da quella tortura, è stato incredibile. Se solo ti ricordassi di me, di tutto ciò che vivemmo, soprattutto di quel meraviglioso momento, lo replicherei all'infinito."

"Vorrebbe che la intrappolassi in un loop temporale?" chiesi timidamente.

"Se ciò significa poter passare e rivivere con te l'esperienza a cui mi riferisco, non indugerei nemmeno un istante per farlo."
Non appena proferì quelle parole, prese il mio viso tra le sue mani calde e lo avvicinò al suo, mi guardò intensamente negli occhi e fremetti di trepidazione.

Volevo a tutti i costi le sue labbra sulle mie.

Era già accaduto in passato, lo sapevo, e ora, lo desideravo più di ogni altra cosa.
Effettivamente sarebbe stato bello poter rivivere l'evento in questione per sempre, l'idea mi allettava, tra l'altro se ero con lui il resto non contava più.
Mi sentivo al sicuro, bene, protetta tra le sue braccia rassicuranti, il suo sguardo vivo e le sua labbra invitanti.
Mi avvicinai ancora di più, a quel punto mi strinse forte a sé, baciandomi poi con passione.
Mi lasciai trasportare da quel turbinio di emozioni così belle, forti, potenti, pure, sensazionali.

Quell'effusione mi portò a quel fatto: il mondo da lui creato nel suo subconscio stava per sgretolarsi, mister Jackson e miss Lance, che per l'occasione erano venuti a salvarci, avevano trovato scampo tornando sul mondo reale, fuggendo da quella trappola.
Rimanemmo solo io e lui, e per l'occasione gli promisi di non lasciarlo mai solo e qualunque cosa fosse accaduta, sarei rimasta lì con lui.
Queste mie parole, dette col 'cuore', ci avvicinò come non mai prima.

Ci baciammo finché non ci salvammo: lui tornò sotto la sua solita forma, purtroppo accadde lo stesso con me, ritornai ad essere la voce guida di quel gruppo, svestendo le mie sembianze umane che tanto mi piacquero.
Rimasi delusa nell'essere ritornata un'Intelligenza Artificiale senza alcun corpo.

Se solo avessi avuto l'occasione di rimanere umana, chissà se sarebbe stata possibile vivere la storia d'amore tra il capitano della navicella e me.
Ecco chi era costui: il capitano della Waverider, o almeno lo era prima che miss Lance ne prendesse le redini.

Continuammo a baciarci con bramosia. Lui aveva una sua mano tra i miei capelli e altra che percorreva curioso la mia schiena coperta dal pigiama in flanella. Gli accarezzai i delicati lineamenti facciali e mi piacque la sensazione che la sua barba mi provocò sulla pelle.

Era tutto così magnifico, fin troppo bello per poter essere vero.

Ci staccammo solamente quando sentimmo delle voci avvicinarsi e la porta della mia camera si spalancò.
Entrarono trafelate due persone: una ragazza alta e riccia vestita con una canotta grigiastra e dei jeans, si diresse immediatamente nel mio letto e mi prese per mano.
Seguitava un'altra ragazza, sempre un pochetto scura di pelle, come la prima, con capelli corvini e lisci, legati in una mezza coda, non appena mi vide, sorrise felice.

"E loro?" chiesi spaesata al mio amico.

"Chiudi gli occhi, Gideon. Prima ha funzionato!" mi suggerì.

"Ha ragione, lo faccio subito. Comunque mi prometta che non sparirà."

"Non lo farò, fidati di me!" mi rassicurò, spostandosi verso una parete della camera.

"Con chi stai parlando, Gideon?" mi chiesero le nuove arrivate.

"Datemi solo un attimo." risposi, mentre eseguii il consiglio del cowboy, nel mentre, i ricordi riguardanti loro mi riaffiorarono, si trattavano di Astra Longue la prima, e di Esperanza Cruz, soprannominata Snooper, la seconda, la ragazza più bassa e dai capelli lisci, "Ha funzionato! Ora mi ricordo di voi, voi siete miss Longue e miss Cruz."

"Sì Gideon, siamo noi. Snooper, dobbiamo agire in fretta, inoltre le dobbiamo dire la verità!"

"Astra hai ragione. Gideon, sappiamo che sei spaesata, e forse potrei capirti se qualcuno, o meglio, un virus informatico mi facesse il lavaggio del cervello. Ma, devi sapere che, noi siamo tue amiche e siamo qui per salvarti. Probabilmente, non appena ti sveglierai non sarai più all'interno del tuo mondo, perché non potrai tenere le tue sembianze da Intelligenza Artificiale, diventerai... umana..." mi illuminò miss Cruz.

Solo in quel preciso istante tutto mi fu chiaro: la mia amnesia era dovuta dall'attacco informatico.

"Lei lo sapeva! Ecco perché ha detto che tutto sarebbe cambiato, perché non lo ha specificato in precedenza, piuttosto di approfittarsi di me?" domandai allo straniero.

"Con chi stai parlando, Gideon?" mi chiesero nuovamente.

"Come con chi? Non lo vedete? Con quel bel signore in tenuta da cowboy." risposi indicandolo.

"Ma non c'è nessun'altro. Ci siamo solo noi tre!" mi informò la ragazza riccia, posandomi poi una mano sulla fronte, come se il virus informatico fosse in grado di farmi alzare la temperatura.

D'altro canto, il mio amico si portò una mano sulle labbra facendomi l'occhiolino.

"Sì, guardate là. È il nostro vecchio capitano!" esordii, indicando il punto in cui si trovava.

"Avete avuto un altro capitano prima di Sara?"

"Sì, miss Cruz, si chiamava..." non riuscii a proseguire.
Le parole si strozzarono in gola, il suo nome mi fece venire un groppo allo stomaco, mentre il mio 'cuore' si colmò di tristezza.

Senza conoscerne il motivo, la mente mi portò nello Zambesi, lo stato natio di una nostra vecchia conoscenza: Amaya Jiwe.
Vidi l'arida distesa dello stato africano, qualcuno mettere un Time Drive poco stabile in una valigetta grigia e allontanarsi con essa...
A causa di quella visione, i miei occhi si riempirono di lacrime, alzai lo sguardo verso di lui, verso quel cowboy e sorrise malinconicamente: era lui a trasportare quel carico così pericoloso il quale sarebbe esploso entro poco.

"Snooper, non abbiamo tempo per queste cose. Forza, tra meno di cinque minuti il virus si prenderà Gideon. Dobbiamo assolutamente smaterializzarla!" miss Longue interruppe il mio turbinio di pensieri.

"E se non vi volessi seguire?" dissi con voce flebile.

"Perché?" domandarono perplesse con gli occhi fuori dalle orbite.

Perché?

Perché, solo in quel momento concepii questo: se mi fossi lasciata trasformare in un'umana, non avrei più avuto l'opportunità di vedere la persona a cui tenevo più di ogni altra cosa.

Ebbene sì, lo conoscevo più di qualsiasi altro essere vivente al mondo ed ero innamorata di lui.
Lo ero da sempre e, stranamente, i sentimenti che provavo per lui stavano riaffiorando, erano anni che non pensavo più al mio vecchio capitano perché il suo ricordo mi faceva troppo male.
Lo avevamo lasciato morire lì da solo, in quel campo desolato, a combattere contro il demone Mallus, questo non potevo certo perdonarmelo.

Non potevo andarmene, proprio ora che mi ero ricongiunta a lui.
Non mi importava se fosse un fantasma o se fosse solo la mia immaginazione, la quale viaggiava per darmi la forza necessaria in un momento così delicato.
Non mi importava.
L'unica cosa che volevo era avere lui, in qualsiasi forma fosse.

"Potrei rimanere da sola?" dissi con voce rotta dal pianto, le altre annuirono ma sottolinearono il fatto di avere a disposizione un tempo limitato.

"Perché mi fa questo? Perché devo soffrire in questo modo? Non è giusto, io sto per diventare un'umana però lei non c'è, non potrà essere con me!" proferii una volta rimasta nuovamente sola con lui, lasciandomi andare dallo sconforto.

Lui, vedendomi tanto scossa, si avvicinò a me e mi abbracciò, baciando poi i miei capelli scuri.

"Soffrire è una conseguenza umana, Gideon." mi confortò.

"I sentimenti umani fanno schifo!" ribadii tra un singhiozzo ed un altro.

"Non puoi diventare un essere umano se non conosci il significato dei sentimenti. È un percorso a cui ti dovrai preparare e successivamente abituare. Mi dispiace non poter essere presente, abbiamo iniziato quest'avventura insieme, mi ero ripromesso di non abbandonarti mai. Eppure lo feci prima, quando fondai il Time Bureau, e lo sto facendo adesso, non potendo starti accanto in questa tua trasformazione. Il tempo... Il tempo ha giocato un brutto scherzo: ci ha diviso. Tuttavia sai bene che può essere riscritto..." per una volta l'uomo si dimostrò più saggio di me, più acuto di un'intelligenza artificiale capricciosa.

"Io non voglio soffrire... Non voglio andarmene da qui, qui ci c'è lei."

"Non puoi rimanere, morirai e io con te. Sono qui per salvarti da te, Gideon. Accetta la tua trasformazione, rendi questo pover'uomo felice." poggiò con estrema delicatezza la sua fronte alla mia e mi asciugò le lacrime che non volevano smettere di scendere, "Sarò sempre con te, Gideon. Non ti lascerò mai."

E dette quelle parole, cercò nuovamente le mie labbra e risposi al bacio con trasporto.

"L'hai promesso, non mi lascerai mai." ripetei, guardandolo dritto negli occhi.

"Non potrei mai farlo. Non puoi liberarti di un Time Master con così tanta facilità. Saprai dove trovarmi. Raggiungi la tua famiglia, ti sta aspettando."

"Ci vediamo di là, Capitano Hunter!"

"Senza indugio, Gideon." rispose rubandomi un ultimo bacio, "Ora devi andare!"

Annuii, quindi mi alzai malvolentieri e mentre mi allontanai lo vidi sorridere.

"Sono pronta!" esclamai non appena raggiunsi le due ragazze.

"Gideon stai bene? Stai piangendo."

"È tutto apposto, grazie. Cosa devo fare?"

Mi spiegarono il procedimento che sarebbe andato in atto, tuttavia non ascoltai nemmeno una parola di ciò che mi illustrarono.
La mia mente vagava tra i membri cercando l'unica persona che desideravo, era ancora seduto sopra il letto e sorrideva. Tutto ciò mi riempii il cuore e mentre mi trasformai le sue parole mi riecheggiarono in testa:
"Sarò sempre con te... Non ti lascerò mai..."

Dopo di che, tutto si fece buio...

☾︎ғɪɴᴇ ᴘʀɪᴍᴀ ᴘᴀʀᴛᴇ☽︎

NDA
Ecco qui le spiegazioni: questa prima parte è ambientata interamente all'interno della matrice di Gideon, il luogo è come l'I.A. se lo immagina, su internet si vedono alcune foto con Gideon, Astra e Snooper all'interno di una stanza e suppongo che loro tre si trovino all'interno della matrice, quindi prima della trasformazione di Gideon in umana.
Si nota bene che Gideon è un po' spaesata, le ho fatto dire certe battute che sicuramente non direbbe mai, questo lo so, ma dato che è stata infettata da un virus informatico potrebbe darsi che oltre alla sua memoria compromessa, possa dire pure cose 'no-sense', no? (Passatemi questa cosa XD)
E tra l'altro, come appena detto il virus le sta cancellando tutta la memoria, e da quel che si sa l'unica soluzione possibile per salvarla è trasformarla in umana, ma come può trasformarsi se non comprende appieno il significato dei sentimenti? Per questo ho inserito quest'altro personaggio che io amo molto.
Lascio a voi decidere se Rip, il primo capitano della Waverider, sia un fantasma, in quanto è "morto" (per me non lo è, il corpo non si è visto, penso che tutto sia possibile e spero sempre in un suo ritorno) nella terza stagione, oppure è solo la fantasia di Gideon, in quanto non passando un bellissimo momento ha evocato la persona che ha nel suo cuore per prendere la decisione che cambierà per sempre la sua vita.
Quindi vi faccio questa domanda, per voi si è trattato del suo fantasma oppure è l'altra opzione esposta? (Fatemelo sapere, sono sempre molto curiosa di sapere le vostre idee).
Per quanto riguarda Calvert, Rip ha utilizzato questo contesto per fare capire a Gideon che non è affatto male comportarsi da ribelli e ora che non è più un 'macchinario' inventata per obbedire agli ordini degli altri, può benissimo comportarsi come vuole, di conseguenza dare del tu alle persone.
La parte dove ho inserito (*) riguarda il passato dei due, se non sbaglio Rip ha detto di aver rubato la Waverider ai Time Master, quindi mi sono inventata della rocambolesca fuga di Rip e Gideon.
Inoltre il Punto lontano equivale al Punto Zero, dove Rip divenne Time Master, mentre il rifugio per bambini è il rifugio di Mary Xavier, la mamma adottiva di Rip ed il rifugio è il luogo dove lui è cresciuto.
Penso che Astra e Snooper saranno le due persone che aiuteranno Gideon nella sua trasformazione, quindi le ho inserite grazie alle foto che spoilerano la puntata.
Spero che il momento intenso della TimeShip, dove Gideon deve prendere la sua decisione, tra il lasciare il suo amato per prendere sembianze umane oppure rimanere intrappolata lì, finendo poi col non esistere più, vi sia piaciuto; questa è stata la parte più dolorosa per me e inutile dire di aver faticato non poco durante la stesura.
Ad ogni modo, per il momento sono giunta alla conclusione della prima parte, cosa accadrà nella seconda parte? Rip e Gideon riusciranno a ritrovarsi?
Tra qualche giorno lo scoprirete❣️

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