6 - indagini
Juvia è una Detective con un figlio da mantenere e un carattere da stronza solitaria.
Lucy è una ragazza irascibile ma anche incredibilmente dolce e forte.
Gray è un totale mistero, è glaciale eppure ha un grande cuore.
Natsu è pieno di sé, nasconde la sua furbizia dietro un muro di infantilità e allegria.
Loro quattro dovranno formare un buon team per salvare la loro città e se stessi, ce la faranno?
║6 - ɪɴᴅᴀɢɪɴɪ║
▸ʟ'ɪɴɪᴢɪᴏ◂
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⋆⌊ È davvero complicata la solitudine, è un misto di orgogliosa libertà e disperato sconforto. ⌉⋆
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Era mattina a Magnolia, i raggi del sole attraversavano la finestra illuminando la camera di Juvia. Ella indossava il suo pigiama blu e nero. I capelli turchini erano scompigliati e ricadevano sulle scapole e sulle spalle. Aveva l'espressione assonnata e si stava avvicinando alla porta.
Il giorno prima Gray non le aveva detto nulla sui nemici, aveva sfiato la cosa con una frase «stanne fuori» cosa che aveva turbato e stupido la ragazza allo stesso tempo. Solitamente si sarebbe arrabbiata, ma il tono di voce da lui usato, così pacato e sincero, l'aveva solamente paralizzata.
Probabilmente quel misterioso ragazzo ora era andato chissà dove, pronto a raggiungere il suo amico. Come aveva riferito la sera precedente. E Juvia non avrebbe mai scoperto la verità.
Poi però si accigliò, sull'uscio della porta sentiva delle voci provenire dalla cucina. Confusa superò il salotto diretta all'entrata della stanza.
Aprì la porta e sgranò gli occhi. Rain era seduto sull'isola della cucina, le gambe a penzoloni che andavano alternate avanti e indietro. Mentre parlava allegramente con Gray intento a preparare la colazione.
«Mamma!» esclamò il bambino dopo essersi accorto di lei, aveva un sorriso a trentadue denti. Juvia non l'aveva mai visto così.
Poi fece vagare lo sguardo sul corvino girato di spalle verso i fornelli. Lentamente si voltò, attirato da ciò che aveva detto il bambino e si lasciò sfuggire un lieve sorriso.
La turchina boccheggiava alla ricerca di qualcosa da dire.
«Questo piccoletto mi ha rapito con la scusa della colazione» ridacchiò il ragazzo.
Juvia passò lo sguardo su Rain che alzò le spalle con un espressione da finto innocente.
«Non sono tanto bravo come cuoco però...» indicò le frittelle che aveva spostato in un piatto «non credo siano venute poi così male»
Juvia decise di prendere parola, era abbastanza confusa «Rain, che ne dici di mettere la tavola?» guardò il figlio dolcemente.
Il bambino sbuffò saltando giù dall'isola «okay» uscì dalla stanza diretto al tavolo da pranzo vicino al salotto, a dividerli c'era solo un muro sottile che comprendeva una 'finestra' la quale permetteva a chi stava in salotto di affacciarsi a chi stava nella sala da pranzo.
Juvia si avvicinò al corvino, rimasto lì.
«Non dovevi andare dal tuo amico?» chiese confusa.
Gray scrollò le spalle, quando aveva visto gli occhi di quel bambino supplicarlo di restare, almeno per la colazione, aveva sentito come una scossa dentro di sé. Come se si rivedesse in lui, così innocente e bisognoso d'affetto.
«Ci andrò dopo, non potevo dire di no al piccoletto»
La turchina storse le labbra, pensierosa, affacciandosi poi alle frittele, non sembravano affatto male.
«Dimmi cosa sai sul nemico» disse convinta, incastonando lo sguardo negli occhi grigi del corvino.
Gray sospirò, era davvero cocciuta.
«Si fanno chiamare Fattore Rosso e stanno ripulendo la città da quelli come noi. Sono tanti e forti, davvero. Ti consiglio di starne alla larga» afferrò il piatto con le frittelle e raggiunse la sala da pranzo.
Juvia si girò appoggiandosi al piano della cucina, osservando il corvino uscire per poi riflettere sulle sue parole. Col cavolo che si sarebbe messa da parte. Li avrebbe battuti con le sue stesse mani.
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Lucy aveva raccolto i capelli in una cricchia disordinata. Indossava una maglietta bianca e sopra di essa una felpa azzurra sbottonata con un pantalone abbastanza comodo. Stava mangiando i biscotti seduta in una strana posizione, per lei rilassante, sulla sedia a sgabello posta davanti la sua penisola in cucina. Una stanza open-space all'enorme salotto difronte il quale accanto aveva un tavolo da pranzo, giusto all'angolo dove vi erano grandi finestre. Accanto a lei, circa, vi erano le scale per salire al piano superiore e per scendere in uno spazio che preferiva tenere segreto, dove si allenava e nascondeva il costume.
Mentre mangiava il suo biscotto stava leggendo attentamente la lista, doveva studiarla.
Aveva notato che il nome di Fireman era sottolineato tre volte, quello di Scorpio una sola, e quello di Juvia Loxar due. Forse era un grado di pericolo o forza dato che gli altri non avevano alcun trattino.
Mancava però il suo vero nome: Lucy Heartfilia. Evidentemente non erano a conoscenza della sua identità. Questo era un punto a suo favore. Difatti vi era sconosciuto l'indirizzo e la capacità. Cosa che turbò la bionda. Era l'unica dove mancava perché appunto lei non aveva alcuno potere particolare, ne era convinta. Non padroneggiava il fuoco come Fireman, non aveva le abilità sviluppate come Juvia. Non era come sua madre.
Ma se effettivamente stavano puntando a tutti coloro che avevano certe capacità, perché sulla lista c'era anche lei?
Tirò un altro morso al biscotto, che aveva tenuto solamente in mano senza continuare a mangiarlo. Non era lei il punto, doveva scoprire chi era la prossima vittima. Difatti i nomi cancellati andavano tutti da quattro a quattro.
Perciò seguivano la lista a multipli di quattro. Mentre, da quanto aveva capito, loro sottolineati non seguivano la lista ma venivano attaccati quando se ne aveva l'occasione. Cioè sempre o quasi.
Finì il biscotto e poggiò la lista sulla penisola in marmo bianco. Sopra di essa c'era un grande numero uno. Probabilmente esistevano altre liste con altri nomi, perciò doveva fermarli prima che i nomi su quella lista finissero. Però non sapeva nulla sul suo nemico. E questo la mandava in bestia.
Fece scorrere il dito sui nomi «uno, quattro, otto... dodici» colpi quel nome capendo che doveva senza dubbio trattarsi della prossima vittima.
Dopodiché lesse le informazioni.
«Jura Neekis. Capacità: guaritore...» disse l'ultima parola quasi in un sussurro, sgranando poi gli occhi.
Mamma
Pensò.
Tornò a guardare le informazioni, balzò in piedi battendo la mano sulla penisola.
«256 Nirvana Street, Magnolia»
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Natsu sentì qualcuno bussare alla porta della sua stanza.
«Sei ancora steso sul letto?» Erza si era affacciata alla porta per poter vedere il rosato disteso sul materasso dietro di essa.
Egli stava fissando il soffitto con aria pensierosa, eppure era sempre stato un tipo impulsivo. Agire d'istinto era il suo stile di vita eppure era bastato uno strano episodio per turbarlo.
La scarlatta lo osservava attentamente, aveva intuito che qualcosa non andava ma pensava fosse per la sua situazione familiare. Si avvicinò e si mise seduta sul bordo del letto.
«È successa una cosa, fin ora non mi sono mai imbattuto in nulla del genere. Delle persone che conosco adesso staranno sicuramente facendo di tutto per risolvere la questione. Però io non ho proprio idea di cosa fare» spiegò continuando a guardare il soffitto bianco.
Erza sorrise «ti conosco solamente da un anno ma posso assicurarti che sei la persona più strana e misteriosa che io conosca. Non credo di saperne abbastanza per darti un vero e proprio consiglio ma, ehi, sei Natsu Dragneel. Sono sicura che troverai una soluzione, devi solamente essere il solito te. Quindi...» la ragazza si mise in piedi afferrando le braccia del suo amico per tirarlo su «alzati e vivi il Sabato come solo tu sai fare»
Il rosato sorrise, forse sapeva cosa fare.
«Hai ragione! Ho anche voglia di mortadella!»
La ragazza ridacchiò avvicinandosi alla porta «la tua è una fottuta dipendenza»
-
«Qui?» Juvia si era offerta di dare un passaggio a Gray fino alla casa di questo suo misterioso amico che abitava ai confini della città, verso i boschi.
«Si» il ragazzo girò il capo verso la turchina che aveva fermato la macchina «ehm... grazie» non lo diceva probabilmente mai. Però in quel momento si sentiva in dovere di farlo.
Juvia sorrise nascondendo poi il viso con i suoi capelli «non montarti la testa» borbottò.
«Tieniti fuori dai guai» il loro sembrava essere tanto un addio «c'è qualcuno che ha perdutamente bisogno di te» disse riferendosi a Rain che era rimasto a casa di Gajeel.
Juvia alzò lo sguardo verso Gray che era sceso dall'auto e se ne stava affacciato allo sportello.
Lo osservò attentamente prima di rispondere.
«Devo andare» si sporse per chiudere la portiera sotto gli occhi del ragazzo che aveva un'espressione seria. Mise in moto e andò via, stava per fare qualcosa che non avrebbe mai pensato di fare solo per battere il nemico.
Afferrò il cellulare nella tasca del suo cappotto stando attenta anche alla strada, per poi far partire una chiamata.
«Detective Loxar!» il numero selezionato non si fece attendere per nulla «sai ti stavo giusto pensando, so che hai qualcosa in mente, credi che non me ne sia accor-»
«Chiudi quella fogna, Cobra. Hai con te la chiave per il cassetto dei casi irrisolti?» sbottò seguendo la strada per tornare nel centro della città.
Il poliziotto sbuffò «come non detto. Si, ce l'ho. Sai che potrebbero togliermi il posto per questo favore?»
«Credi che me ne freghi qualcosa? Mi servono le chiavi»
Si udì un sospiro «cazzo. Va bene, mi trovi al Karaoke tra la ventiseiesima e la nona»
Staccò la chiamata e fece un inversione diretta al luogo indicato.
Parcheggiò in un posto totalmente a caso, in quel Karaoke sembrava star accedendo qualcosa di strano. C'era un furgone del telegiornale, giornalisti sparsi, persone curiose e molte macchine della polizia di Magnolia.
Sbuffando mise le mani nelle tasche del giubbotto e superò la folla passando al disotto del nastro giallo. I poliziotti rimasero paralizzati quando la videro. Non sapevano se fermarla, arrestarla o chiamare un superiore. Così passò dopo averli fulminati con lo sguardo.
«Ti pare normale arrestare gente seguito da una troupe televisiva!?» sbraitò un uomo dai lunghi capelli castani vestito con una camicia viola aperta e un paio di pantaloni neri.
Cobra portò le mani ai fianchi assottigliando lo sguardo «ma senti da che pulpito! Voi fate Karaoke mentre progettate la distruzione del Governo!»
Il suo partner dai capelli corvini, con la solita espressione seccata, si parò davanti.
«Jake Heldon la dichiaro in arresto per terrorismo. Lei ha il diritto di rimanere in silenzio. Qualsiasi cosa dirà o farà potrà e sarà usata contro di lei in tribunale...»
Cobra alzò gli occhi al cielo mentre la troupe registrava il suo partner arrestare il criminale.
«Ma tu guarda... sempre a rubare la scena»
«Cobra le chia-» Juvia l'aveva raggiunto ma non riuscì a terminare la frase che il poliziotto le parò una mano davanti la bocca trascinandola in un luogo appartato «ma si può sapere che cazzo fai!?» sbottò dopo che il moro ebbe spostato la mano.
«Stanno facendo un documentario su di noi, o una roba del genere. Non posso lasciarti urlare davanti a tutti che sto infrangendo la legge» borbottò incrociando le braccia.
«Si si, come ti pare, dammi quelle chiavi» allungò il palmo della mano in direzione del poliziotto.
Egli sbuffò infilandosi la mano in tasca dove vi era un mazzo pieno di chiavi, cercò velocemente quella giusta e titubante la diede alla ragazza.
«Senti, qualunque cosa tu abbia in mente, devi farti aiutare» disse a un tratto Cobra, non stava parlando come un poliziotto ma come un amico. Purtroppo a Juvia sfuggiva la definizione di 'amicizia'.
La ragazza si fermò prima di andare via e riuscì a dire solo una cosa «non esiste nessuna Sally, dovresti aprire gli occhi, Agente» detto ciò si affrettò a raggiungere il distretto per cercare i fascicoli dei casi irrisolti.
Ormai non sembrava esserci niente da fare contro la sua ossessione di sviare qualunque tipo di aiuto le dassero. Nessuno aveva mai capito per quale motivo preferisse lavorare da sola. Forse era solo perché aveva un carattere detestabile.
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«Gray? Che mi prenda un colpo. Che diavolo ci fai qui!?» l'uomo dai capelli corti e un accenno di barba era rimasto sbigottito sull'uscio della porta.
Il corvino indurì lo sguardo «sei l'unico di cui mi fido, Gildarts, sei come un padre per me»
«Ergo: che diavolo ci fai qui?»
«Sono scappato dal Fattore Rosso»
║sᴘᴀᴢɪᴏ ᴀᴜᴛʀɪᴄᴇ║
Come continuerà la storia per i quattro eroi?
Riusciranno a salvare Jura?
Quali sono gli scheletri nell'armadio di Lucy?
I segreti di Gray?
Che avrà in mente il Fattore Rosso?
Scopritelo leggendo!
-Rarm☆
ⓒ xxʀᴀʀᴍxx
❏ ᴘᴇʀsᴏɴᴀɢɢɪ ᴏʀɪɢɪɴᴀʟɪ ᴅɪ ʜɪʀᴏ ᴍᴀsʜɪᴍᴀ
❏ ᴄᴀʀᴀᴛᴛᴇʀɪ ᴇ ᴠɪᴄᴇɴᴅᴇ ᴄᴏᴍᴘʟᴇᴛᴀᴍᴇɴᴛᴇ ᴅɪᴠᴇʀsɪ ᴅᴀʟ ᴍᴀɴɢᴀ/ᴀɴɪᴍᴇ
❏ ʟᴀsᴄɪᴀᴛᴇ ᴜɴᴀ sᴛᴇʟʟɪɴᴀ ᴇ sᴇɢᴜɪᴛᴇ ɪʟ ᴍɪᴏ ᴘʀᴏғɪʟᴏ ᴘᴇʀ ɴᴜᴏᴠᴇ sᴛᴏʀɪᴇ ᴇ ᴀᴠᴠɪsɪ
❗️ᴀᴛᴛᴇɴᴢɪᴏɴᴇ: ʟɪɴɢᴜᴀɢɢɪᴏ sᴄᴜʀɪʟᴇ, sᴄᴇɴᴇ ᴅɪ ᴠɪᴏʟᴇɴᴢᴀ ᴇ ʟᴜᴄɪ ʀᴏssᴇ
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