𝐏𝐓.𝐈: 𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐮𝐧𝐝𝐢𝐜𝐞𝐬𝐢𝐦𝐨

Un altro giorno era iniziato, e un altro giorno Hongjoong avrebbe sofferto. Riusciva a controllare i tremori sempre più a fatica, lo sforzo al momento della conta era immane, ma non poteva lasciare che qualcuno sapesse di ciò che gli stava accadendo. Solo Yunho e San ne erano a conoscenza, nessuno dei due avrebbe potuto fare qualcosa per aiutarlo se non rimanere zitti. In realtà qualcosa avrebbero potuto, ma non erano così interessati nell'aiutare il ragazzo, San troppo preso dai suoi affari con Wooyoung, e Yunho senza la minima intenzione di sporcarsi le mani e rischiare ogni giorno di buttare all'aria tutto quello che aveva costruito in quei mesi. Il blu aveva provato a chiedere aiuto a chiunque, ma naturalmente dopo tutti i danni che aveva fatto e tutte le sofferenze che aveva causato, nessuno era disposto a sacrificarsi per lui.

Era come un incubo da cui aveva il terrore di non uscire più, i tremori alle mani stavano diventando sempre più forti e la nausea sempre più frequente, inizialmente era riuscito a nascondere bene questi sintomi, ma sapeva che se non avesse trovato della roba, il suo destino sarebbe già stato segnato. Aveva paura, per la prima volta aveva veramente paura. Se ne andava in giro tra quelle mura pallido come il latte, con le labbra viola e tremanti e con le pupille costantemente dilatate, tutti lo guardavano e ridacchiavano godendo nel vederlo soffrire, in quei momenti si disse che, se fosse riuscito a stare meglio, l'avrebbe fatta pagare a tutti uno per uno, non contava chi fossero, avevano il destino già segnato esattamente come era il suo. Durante le notti si girava e rigirava nel letto cercando di dormire ma, sebbene fosse stanco, il cervello era costantemente attivo, i dolori continui ai muscoli e alla testa mantenevano i nervi sempre in tensione e i brividi non aiutavano affatto.

Yunho lo osservava peggiorare sempre di più, gli dispiaceva vederlo così, ma procurargli della droga non era assolutamente il modo giusto per aiutarlo, certe volte si fermava a vederlo tremare nel letto e pensava che quello che stava facendo fosse veramente la cosa giusta o se fosse stato meglio correre a chiedere a chi sapeva che avesse qualcosa. Però ogni volta non agiva, ma non lo faceva perché voleva vederlo stare male, certo sicuramente pensava che si meritava ogni secondo di quel dolore, ma lo conosceva anche oltre le sofferenze che procurava agli altri e sapeva bene quanto aveva sofferto per riuscire a non finire in quello stato e nonostante tutto ci era finito ugualmente. Non lo aiutava perché sapeva che se fosse riuscito a superare quel momento, voleva dire che non avrebbe più avuto problemi, non avrebbe più dovuto farsi violentare da qualcuno per avere ciò che gli serviva e soprattutto avrebbe corso meno rischi da qualsiasi punto di vista. Purtroppo però terminare una dipendenza è difficile, molto spesso impossibile, e anche se si riesce a farlo, non vuol ride che poi si ha abbastanza forza da non ricascarci di nuovo. È una sfida continua, un vortice da cui una volta entrati non si esce più, e per quanto Yunho odiasse Hongjoong per tutto ciò che aveva fatto alle persone intorno a lui, aveva imparato dopo essere finito lui stesso vittima di quel sistema, che tutti meritano una seconda possibilità, ed era convinto che se solo il blu avesse avuto in passato qualcuno che lo avesse amato veramente, magari adesso non si troverebbe in crisi d'astinenza dopo aver iniziato una dipendenza per colmare il costante vuoto della sua vita.

Una mattina il rosa si era alzato e subito aveva notato che la situazione di Hongjoong era peggiorata durante la notte. Riusciva a malapena a stare in piedi e più passava il tempo più i rimorsi per aver rifiutato di aiutarlo si facevano sentire, ma si costrinse ancora una volta a dirsi che lo stava facendo per sé e per lui. Non pensava però che una crisi di quel tipo potesse essere così forte, ma considerando che il blu aveva quella dipendenza da quasi tutta la vita, non ne era poi così sorpreso. «Dovresti farti aiutare, non puoi continuare a sperare che nessuna guardia se ne accorga» gli disse alzandosi dal letto e pensando che stare in infermeria sarebbe stato meglio che continuare a fingere di stare bene quando invece era evidente il contrario, «N-non po-sso, non v-voglio andare in-n isolamento»
«Prima o poi lo scopriranno comunque, guarda come sei ridotto, mi sorprendo che tu si ancora qui» gli rispose aiutandolo ad alzarsi dal letto. «D-devo solo trovare qualcuno che mi dia qualcosa e starò meglio» affermò convinto il maggiore intento a cimentarsi nella stessa missione che lo aveva tenuto impegnato costantemente negli ultimi tre giorni, che però passati in quelle condizioni erano sembrati minimo una decina. «Guardati Hongjoong, dopo tutto ciò che hai fatto ad ogni singola persona qua dentro come puoi pretendere che qualcuno ti dia altra di quella merda? Ormai sei quasi fuori, un paio di giorni e probabilmente già starai meglio» disse Yunho nel tentativo di convincerlo a smetterla con quella dipendenza, ma naturalmente non funzionò «Io voglio stare meglio ora, non tra un paio di giorni. Più passa il tempo e più rischio di essere scoperto, adesso toglimi le mani di dosso e torna a fare il santo nella tua cucina di merda» con uno scossone gli strappò il suo braccio e faticò per tenersi in piedi da solo, ma sopportò ed uscì per la conta. Yunho scosse la testa esasperato rinunciando a farlo ragionare, era incredibile come riuscisse ad essere un stronzo anche quando aveva bisogno di aiuto.

☾︎☽︎

Intanto Wooyoung era sempre più confuso sulla situazione in cui si trovava, dalla notte in cui aveva dormito con San si sentiva strano, come se il suo modo di vedere le cose fosse cambiato solo per quel contatto e per quelle scuse. Non credeva che il corvino avrebbe mai ammesso di pentirsi del modo in cui lo aveva trattato per tutto quel tempo, e magari qualcun'altro non avrebbe creduto alle sue scuse, ma forse proprio per via della sua ingenuità, Wooyoung aveva fortemente reputato sincere le parole dell'altro tanto da sentire una morsa allo stomaco solo udendole pronunciare. Se la prima volta che aveva visto San gli avessero detto che sarebbe finito a dormire nel suo stesso letto, sicuramente si sarebbe messo a ridere, ma era accaduto veramente e più andava avanti più non capiva come si sarebbe dovuto comportare nei suoi confronti.

L'unica cosa che sapeva era che quel ragazzo burbero e cattivo, nascondeva in realtà un altro lato che avrebbe potuto azzardare a dire che fosse dolce, e lo aveva capito proprio standogli accanto tutti i giorni, ogni volta che la sera era stanco e non si sarebbe arrabbiato probabilmente per alcun motivo, perfino quando Wooyoung gli aveva fatto cadere accidentalmente la sua busta con sapone, spazzolino e dentifricio, non aveva detto nulla fissandolo per qualche secondo e ignorando le sue scuse per poi tornare nel letto ad aspettare che spegnessero le luci. Sarebbe stato bello avere sempre quel San affianco, quello che gli sistemava una ciocca di capelli se gli stava davanti agli occhi, o quello che lo accarezzava se vedeva che era giù di morale. Peccato che questi momenti duravano poco, e la mattina dopo era di nuovo il San che odiava tutti e che lo costringeva a raccattare le sue cose da terra quando le faceva cadere, talvolta anche di proposito, o quello che durante i pasti mangiava pure il suo cibo lasciandogli solo le cose più disgustose.

Ma c'era una cosa che aveva iniziato a tormentare la mente del più piccolo da quando quel giorno aveva ripensato a ciò che era accaduto con Jongho.

«Che c'è adesso vuoi farti pure lui per aggiungerlo all'elenco!?»
«Vuoi dirmi che non ci hai mai pensato anche tu? Su non mentire»

Quella sola domanda girava e rigirava per la sua testa e lo tormentava, lo fece iniziare ad osservare attentamente ogni azione del corvino per vedere se potesse sembrare quello il suo scopo. La verità era che lui era spaventato perché se avesse dovuto avere la sua prima volta in quel posto non voleva essere costretto, e aveva paura che San potesse obbligarlo come aveva tentato di fare Jongho, ma allo stesso tempo trovava l'altro veramente attraente e si era ritrovato più volte a pensare che se non si fosse trovato in un carcere ma avesse incontrato San in un posto qualunque, probabilmente sarebbero già arrivati a quel punto dopo mesi di conoscenza. Wooyoung era impaziente di provare quell'esperienza, si pentiva di non averlo fatto prima e si chiedeva se quando mai sarebbe uscito da lì, sarebbe stato ancora in quella situazione. Il pensiero però di dare il suo corpo ad uno di quei criminali non lo aiutava affatto, avrebbe voluto anche lui qualcuno che lo facesse sentire amato e non usato, cosa che in quel posto sembrava impossibile. Probabilmente però il solo fatto di aver sentito il bisogno di tornare nel letto dell'altro qualche sera dopo, stava a significare che il suo corpo aveva già deciso, lasciando la mente ignara di tutto, o quasi.

Successe infatti che dopo essere tornato in cella dal bagno, avesse visto il corvino a sedere sul suo letto intento a leggere un libro per passare il tempo, era in realtà una cosa che faceva quasi tutte le sere, anche perché la lettura era l'unica cosa con cui i detenuti si potevano intrattenere. Improvvisamente la voglia di averlo vicino si fece più forte del solito e di dormire da solo sembrava non averne proprio voglia. Si avvicinò sedendosi cautamente accanto a lui e poggiando la testa sulla sua spalla. Ormai aveva imparato a conoscerlo ed era piuttosto sicuro che quella mossa non lo avrebbe fatto arrabbiare, anzi, aveva intuito che l'altro avesse un debole per lui dal momento in cui aveva smesso di toccarlo per fargli del male e aveva iniziato a lanciargli piccole occhiate sorridendo. «Che stai facendo?» chiese San senza distogliere lo sguardo dalla sua lettura, «Volevo stare vicino a qualcuno...» Wooyoung disse la prima cosa che gli venne in mente stando attento ad usare un tono che non lasciasse trasparire quanto desiderasse un qualche tipo di contatto, in quel momento voleva solo del tempo assieme al San dolce e gentile, dopo aver passato la giornata con l'altro.

«Volevi stare vicino a qualcuno.. o volevi stare vicino a me?» a quel punto San chiuse il libro allungando il braccio per poggiarlo sul piccolo ripiano in metallo rassegnato al fatto che l'altro non lo avrebbe lasciato continuare a leggere in pace. «Ha importanza?» non voleva ammettere la verità, «Ti vergogni a dire che vuoi stare con me?»
«Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda» ribatté veloce il minore sperando di non rimanere vittima di quella conversazione, «È dall'altra sera, vero?»
«Posso dormire con te di nuovo?», il corvino fece una risatina vedendo le guance dell'altro diventare rosse nel porgergli quella domanda, «Adesso chi è che ha risposto con una domanda?» 
«Tu in questo momento, cretino» subito dopo aver detto quelle parole a Wooyoung si gelò il sangue per la paura di essere andato troppo oltre, tolse la mano che teneva appoggiata sul braccio dell'altro e si zittí guardando in basso ma restando con la testa sulla sua spalla mentre, veloce come un fulmine, il pensiero di ricevere uno schiaffo o un pugno lo attraversò scomparendo subito dopo. «Va bene puoi restare con me anche stanotte» affermò San spostandosi verso il cuscino sapendo che di lì a qualche minuto le luci si sarebbero spente dato che la conta era già stata fatta. Anche Wooyoung a quel punto alzò la testa contrariato dall'inesistente reazione dell'altro, la verità era che San si era accorto dello scherzoso insulto che gli aveva mandato ma non gli aveva fatto effetto, diversamente da come sarebbe stato se a dirlo fosse stato qualcun'altro, anche lui era rimasto sorpreso da sé stesso, ma ciò di cui era certo era che non voleva farlo pesare al moro in alcun modo.

«N-non sei arrabbiato?» chiese titubante Wooyoung rimanendo fermo a guardarlo, «No tranquillo, stavamo scherzando e ti è scappato, è normale, dai vuoi venire o no?» mantenne un tono calmo e si sdraiò, a quel punto anche il minore si tranquillizzò e si stese accanto a lui con una domanda in testa sin da prima. Pochi secondi dopo tutto divenne buio e gli occhi dei due ci misero un po' ad abituarsi alla minima quantità di luce che arrivava da fuori la cella. «San» la voce di Wooyoung risuonò nel silenzio completo poco più alta di un sussurro, nessuno avrebbe dovuto sentirli parlare, «Cosa c'è?»
«Posso farti una domanda? C'è una cosa che mi sto chiedendo da quando è accaduto quel fatto con Jongho..» appena udite quelle parole, San riaprì gli occhi incuriosito da quale domanda potesse girare per la testa del minore, «Certo dimmi tutto»
«Però.. ecco.. Non ti arrabbiare per favore» disse timido il moro torturandosi le mani, «Wooyoung fai la domanda e basta, vedrò io come reagire» affermò leggermente più risoluto, non avrebbe voluto essere arrogante ma il fatto che la domanda riguardasse Jongho lo fece innervosire.

«Jongho ha insinuato che tu avessi avuto delle.. si insomma.. fantasie..» a quel punto l'altro capì subito dove volesse arrivare e completò la frase al posto suo «Fantasie sessuali su di te?»
«Esatto. È vero?» rispose Wooyoung e il corvino si lasciò scappare una risata silenziosa, non avrebbe voluto rispondere a quella domanda, poiché la cosa era vera ma era accaduto proprio a causa di quella frase del rosso che a quanto pare aveva scatenato più dubbi che altro. Però San non voleva neanche mentire al moro, lui era sempre stato schietto in queste situazioni e non si era mai vergognato di ammettere di voler scopare con qualcuno né con quella persona né con altre. «Vuoi la verità o quello che ti farebbe più piacere sentire?» quella risposta lasciò Wooyoung a bocca aperta, come faceva l'altro a sapere ciò che voleva sentirsi dire se non lo sapeva neanche lui stesso in realtà?

«Entrambe» rispose curioso di come avrebbe controbattuto l'altro, «Sì e forse sì» dopo aver dato quelle due risposte, il respiro di San si fermò in attesta di una reazione da parte del minore, che però rimase confuso a ragionare su quell'affermazione, «Mi prendi in giro?»
«No. Sono sincero, ci ho pensato a volte, inoltre ho notato come ti stai comportando e se mi hai posto questa domanda vuol dire che non ti dispiacerebbe poi così tanto la cosa» quella risposta confuse ancora di più Wooyoung che non sapeva cosa provare a riguardo, l'unica cosa di cui era certo era che avrebbe voluto avere San in quell'esatto momento, come non aveva mai voluto nessun altro.

«Soddisfatto?» chiese il corvino vedendo che l'altro non rispose, «Sei così dolce con me solo perché vuoi fare sesso? È per questo che hai mandato via Jongho e hai voluto che stessi sempre insieme a te?» il desiderio carnale venne susseguito dalla travolgente paura di venire usato ancora una volta per poi essere buttato come immondizia, se fosse accaduto un'altra volta Wooyoung non avrebbe saputo più come andare avanti, era stanco di vedere attorno a sé persone che gli stavano vicine solo per qualche tornaconto quando di lui gli interessava meno di niente. Ma per fortuna le sue paure vennero placate quasi del tutto da San che lo rassicurò subito dopo aver sentito la delusione nella sua voce, «Assolutamente no, come ti viene in mente? Guardami» si alzò con il busto e gli prese il mento per farsi guardare negli occhi «Non ti costringerei mai a fare qualcosa che non vuoi, okay? Sei un bel ragazzo tutto qui, il fatto che io abbia avuto certi pensieri non significa che il mio unico obbiettivo sia quello di scopare» a sentire quelle parole il cuore di Wooyoung si sciolse e sentì l'immediato bisogno di buttarsi tra le braccia del maggiore, e così fece.

San rimase sorpreso da quello che in fondo fu il contatto più intimo che avessero mai avuto e mentre Wooyoung teneva la testa appoggiata nell'incavo del suo collo, lui sentì quella strana sensazione all'altezza del petto colpirlo più duramente del solito. Rimasero sdraiati in quella posizione, ma il corpo di Wooyoung iniziò a fremere in cerca di un contatto maggiore, non riusciva più a vivere con quell'incognita e, sapere che l'altro fosse lì attaccato a lui e disposto a soddisfarlo e a fargli provare quella sensazione per la prima volta, lo mandava sempre più fuori di testa. Si sarebbe spogliato in quell'esatto momento se solo avesse avuto la certezza che non si sarebbe privato di una prima volta speciale e unica.

«Sarebbe un problema se volessi farlo sul serio anche io?» chiese senza il coraggio di guardarlo negli occhi, San non rispose subito rimanendo stupito da quell'affermazione, «Come?» chiese pensando di aver capito male, ma sgranò gli occhi non appena sentì il ginocchio di Wooyoung iniziare a strusciare sul cavallo dei suoi pantaloni.








⟨⟨𝑺𝒐 𝒘𝒉𝒂𝒕 𝒂𝒓𝒆 𝒚𝒐𝒖 𝒈𝒐𝒏𝒏𝒂 𝒅𝒐?
𝑻𝒉𝒊𝒏𝒌 𝒂𝒃𝒐𝒖𝒕 𝒕𝒉𝒆 𝒉𝒊𝒈𝒉𝒔 𝒂𝒏𝒅 𝒍𝒐𝒘𝒔?⟩⟩

-Odiatemi pure per aver terminato sul più bello, ma vi consiglio di godervi questi capitoli belli belli che non so quanto ancora dureranno. Detto ciò mi dissolvo.-
































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