𝐏𝐓.𝐈: 𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐬𝐞𝐬𝐭𝐨
Il tempo passava e tutto sembrava andare liscio come l'olio. Qualche settimana più tardi Wooyoung stava molto meglio e le ferite sul volto erano sparite quasi del tutto, si era rassegnato ormai alla vita tra quelle mura e stava imparando quali erano le cose migliori da dire e quali assolutamente da evitare. È proprio vero che gli insegnamenti più grandi si ottengono quando si sbaglia, e lui lo aveva imparato fin da subito. Dire che non aveva più visto il ragazzo da quella tragica volta non sarebbe stato corretto, in effetti San sembrava essere da per tutto, non c'era un solo spazio al di fuori della sua cella in cui il moro poteva stare senza avvistare l'altro intorno. Non si era comunque avvicinato per niente a lui e, restandoci il più lontano possibile, aveva cercato anche di non rivolgergli mai alcuno sguardo. Wooyoung non aveva paura di quel ragazzo, aveva paura di ciò che avrebbe potuto fargli, ma Yunho gli aveva detto che se lo avesse lasciato in pace e fosse rimasto lontano dai suoi affari non avrebbe avuto motivo di preoccuparsi, certo forse lo aveva detto un po' in ritardo. C'era anche da dire che il suo nome continuava a girargli in testa da quando lo aveva sentito dire a Yunho, San San San, sembrava quasi che il suo cervello non volesse smettere di pensare a ciò che era successo facendo sì che ogni volta se sentisse una sillaba simile a quella pensasse inevitabilmente al suo incubo più grande da quando era entrato lì dentro.
Hongjoong nel frattempo non si era dimenticato del favore che gli era dovuto, e sebbene fosse passato del tempo e Wooyoung pensava che alla fine fosse solo una paranoia del rosa, arrivò il giorno in cui il maggiore ebbe bisogno di un aiuto e il suo primo pensiero cadde proprio sul suo, ormai non più tanto nuovo, compagno di cella. Essendo il moro inesperto, era un po' titubante ad affidare quell'incarico a lui, ma poi pensò che in fondo non era così difficile e che avrebbe potuto farcela senza problemi, oltretutto voleva anche metterlo in difficoltà solo per vedere come si sarebbe comportato e se si fosse fatto prendere dalla paura. Hongjoong si era messo d'accordo con San e il giorno in cui ebbe bisogno dell'aiuto di Wooyoung, quest'ultimo stava appoggiato ad una colonna del muro fuori dalla loro cella insieme a Yunho, il quale era diventato l'unico punto di riferimento per il povero ragazzo. Vedendolo lì tranquillo, il blu si avvicinò per fare la sua richiesta, osservandolo camminare verso di loro Yunho capì che non aveva buone intenzioni, infatti Hongjoong parlava raramente con qualcuno se non per chiedere od offrire qualcosa oppure per dare semplicemente fastidio.
«Wooyoung» il moro si sentì chiamare e si voltò per trovarsi davanti la testa dell'altro leggermente più bassa della sua «Si?» rispose confuso dato che non era mai capitato che gli rivolgesse la parola di sua spontanea volontà se non per fare qualche battutina arrogante «Voglio chiederti un favore» il minore lo guardò aggrottando le sopracciglia e incrociando le braccia, «Ci siamo» mormorò Yunho tra sé e sé mentre rimase ad ascoltare. «Oggi pomeriggio, devi prendere una cosa per me..» iniziò Hongjoong guardandolo negli occhi, a quel punto il moro iniziò a preoccuparsi e si rese conto che forse Yunho non aveva poi così torto, «Ti ricordi di San, vero?» a sentire quel nome Wooyoung iniziò a sudare freddo, non voleva assolutamente avere a che fare di nuovo con quell'individuo, vedendo il suo cambio di espressione il blu capì che l'altro ricordava benissimo e trattenne una risatina nel ripensare a cosa era successo tra i due «Bene, ti darà una cosa mentre siete fuori oggi, tu dovrai portarla in lavanderia da me» non specificò di cosa si trattasse e Wooyoung provò a rifiutarsi per non correre rischi dato che quell'atto suonava al quanto proibito «Perchè non la da direttamente a te? Non voglio parlare con lui e tantomeno fare un favore del genere a chiunque» affermò sicuro di sé, Hongjoong scosse la testa ridendo «Oh no no no..» in quel momento intervenne Yunho, il quale nonostante sapesse di non poter fare nulla per aiutare il ragazzo decise di provarci ugualmente, «Su Hongjoong non farglielo fare, sai benissimo che potete trovare un altro modo per scambiarvi qualsiasi cosa sia», il blu gli rivolse velocemente uno sguardo freddo per farlo zittire «Non immischiarti tu».
«Non lo farò» ripeté Wooyoung cercando di essere più risoluto, «Invece lo farai, non ti ricordi già più? Io ti ho dato i crediti e adesso tu farai questa cosa per me che ti piaccia o no» si avvicinò pericolosamente guardandolo negli occhi come un leone osserva la gazzella prima di mangiarla «Perchè quello che ti ha fatto San è niente in confronto a ciò che posso farti io» il moro sussultò per l'ansia e la paura improvvisa che aveva invaso la sua cassa toracica. Hongjoong se ne andò senza aspettare una risposta, sapeva che quel ragazzino che cercava di fare il duro quando invece era spaventato di fronte a tutto ciò che stava vivendo, non avrebbe mai avuto il coraggio di rifiutare. Bastarono cinque minuti a Wooyoung per pentirsi di tutte le scelte che aveva fatto nelle ultime settimane, capì finalmente il perché Yunho lo avesse avvisato così tanto all'inizio e si rese conto di aver sbagliato a non fidarsi di lui sin da subito, ma in fondo come avrebbe potuto sapere che lui era uno dei buoni?
☾︎☽︎
«Ma insomma cosa ti salta in mente!?» sbottò San sbattendo la mano sul ripiano in metallo, «Cosa cambia a te?» i due si trovavano nella cella del corvino, Hongjoong gli aveva detto della richiesta che aveva fatto a Wooyoung, ma non si aspettava che il moro avesse una reazione così esagerata. «Perchè devi mettere in mezzo quell'idiota!? Possiamo benissimo fare in un altro modo» affermò guardando l'altro con uno sguardo tutt'altro che tranquillo, «Qualcuno me lo deve portare mentre sono là e tu sei il più controllato per cui non puoi farlo» disse Hongjoong con tono calmo sperando che anche l'altro si sarebbe calmato prima dell'arrivo di alcuna guardia, e di fatto così fu «Va bene ma perché lui, e poi seriamente credi che si avvicinerà a me dopo quello che gli ho fatto? Non lo voglio intorno e la cosa è reciproca quindi trova qualcun altro» San non era in realtà arrabbiato, era più che altro scocciato dal dover avere ancora a che fare con quel ragazzino presuntuoso che non si era piegato subito come tutti gli altri. «Mi deve un favore e fidati che verrà da te, non cambierò la mia scelta quindi fatti andare bene la cosa» e con questo il blu uscì dalla stanza lasciandosi dietro un San incredulo e furioso.
Entrambi loro due non si facevano mettere i piedi in testa da nessuno, comportandosi in modi diversi pur di ottenere lo stesso risultato. Se Hongjoong usava l'inganno, San usava la violenza, ormai troppo abituato a vederla infiggere sin da piccolo. Capitava che si aiutassero a vicenda se ne avessero avuto bisogno, ma il loro rapporto non andava oltre ciò, collaboravano se avevano uno scopo in comune e questa volta era una di quelle. Nascondere degli oggetti non era mai un'impresa facile, era necessario trovare il posto giusto, preferibilmente fuori dalle celle per evitare di finire nei guai durante una perquisizione a sorpresa, i due avevano lavorato molto su ciò ed era arrivato il momento di cambiare il nascondiglio di quell'oggetto dal momento che sarebbe servito ad Hongjoong da lì in avanti invece che a San. Di certo il corvino non era contento di dover parlare di nuovo con il novellino, ma in fondo si trattava solo di consegnargli una cosa nel momento in cui lui l'avesse chiesta, per ciò si disse che lo avrebbe fatto non avendo altra scelta.
☾︎☽︎
Wooyoung stava accucciato in terra a strappare le solite erbacce vicino alla piccolissima serra dentro la quale erano tenuti alcuni vasi con delle piante, era posta in un angolo del non troppo grande cortile intorno al struttura e veniva usata come luogo ricreativo per i detenuti che avevano l'incarico di pulire l'esterno. Alzò gli occhi dal terreno scorgendo San poco più lontano intento a ripulire il terreno dal fogliame con l'uso del rastrello, notò che proprio dietro di lui c'era una guardia che passeggiava avanti e indietro tenendo i pollici appoggiati alla cintura della sua divisa. Constatò pertanto che avrebbe dovuto aspettare ad approcciare il corvino, e dentro di sé gioì dal momento che parlare di nuovo con lui lo spaventava e non poco.
Quando la donna finalmente si allontanò andando a controllare i detenuti che stavano in un altro angolo del cortile, fece un gran sospirò sapendo che era arrivato il momento. Sapeva che se fosse tornato dentro senza quel fantomatico oggetto, Hongjoong non gliel'avrebbe fatta passare liscia e quel ragazzo iniziava a fargli un po' di paura. Durante le ore prima, e specialmente durante il pranzo, aveva pensato e ripensato a dei modi per evitare di dover fare quella cosa, ma Yunho stesso gli aveva detto che ormai era troppo tardi e che la cosa migliore era fare ciò che gli aveva chiesto, avendo imparato la lezione e stando attento a non ricascarci più. Si interrogò anche su che oggetto potesse essere da doverlo nascondere a perfino nella serra, la sua mente subito era caduta sulla droga, aveva notato che il blu ne faceva uso dal momento che conosceva bene i suoi effetti, e il pensiero della scorrettezza di quella cosa lo metteva sempre più in ansia.
Si fece coraggio iniziando a camminare lentamente verso il ragazzo con la divisa smanicata, non sapeva come avrebbe dovuto comportarsi a quel punto, per cui si disse semplicemente di rimanere calmo e fare ciò che doveva senza parlare o agire più del necessario.
San intanto non aveva dato peso alla cosa, continuava a fare ciò che doveva perché in fondo se era Hongjoong a volere quella cosa da lui, avrebbe fatto in modo di ottenerla e di certo non sarebbe stato lui ad andare di sua iniziativa a consegnarla al ragazzino. Di fatto quando si sentì chiamare da una voce alla sua sinistra non alzò subito la testa ma fece un leggero ghigno nel rendersi conto che aveva veramente avuto il coraggio di avvicinarsi di nuovo a lui, per poi passare al chiedersi come facesse a sapere il suo nome deducendo che forse gli era stato detto da Hongjoong o da qualsiasi altra persona presente in quel posto.
Si girò prima a guardare dove fossero le guardie e, vedendole lontane, afferrò poi il braccio di Wooyoung trascinandolo velocemente dentro la struttura in plastica. Una volta uno di fronte all'altro, San dovette trattenersi dal fare una risata vedendo quanto fosse a disagio Wooyoung «Wow hai un bel coraggio a venire a parlarmi dopo quello che è successo» disse andando verso un mucchio di vasi raggruppati a terra e alzandone uno con dentro della terra secca, «Non ho avuto scelta» questa volta San ridacchiò leggermente prima di rispondere «Già, raramente Hongjoong la lascia» affermò estraendo dalla terra del vaso un vecchio telefono cellulare, ecco di cosa si trattava, un telefono, che naturalmente era vietato all'interno della struttura, ma che serviva al blu per parlare con i suoi contatti per la droga all'esterno.
Infatti quelle erano le uniche persone con cui parlava Hongjoong, e non poteva farlo utilizzando i telefoni del carcere dal momento che tutte le conversazioni venivano registrate ed ascoltate da delle guardie che avevano il compito apposito. Per cui aveva sin da subito recuperato un telefono entrato lì dentro non si sa come per poter dire ai suoi contatti dove e quando incontrare Seonghwa, ma il dispositivo che aveva prima lo aveva dovuto distruggere e gettare via in occasione dell'ultima perquisizione e di conseguenza aveva dovuto chiedere a San il suo che aveva usato qualche volta per contattare il fratello, ma che adesso non gli serviva più dopo aver chiuso i rapporti con quest'ultimo.
Wooyoung rilasciò un sospiro di sollievo nel vedere che non fosse della droga, ma successivamente andò in panico non sapendo come portarlo dentro senza farsi vedere. La risposta gli venne data subito da San, che si avvicinò a lui senza dargli il telefono in mano, bensì afferrò l'elastico dei suoi pantaloni infilandolo dentro in modo che lo avesse tenuto stretto e non fosse scivolato «Impara piccoletto» rilasciò l'elastico facendolo scoccare sulla pelle del ragazzo, che sentì un brivido lungo la schiena non appena le mani di quel losco individuo toccarono la sua pelle.
Il ragazzo rimase immobile mentre l'altro se ne era andato sorpassandolo e tornando fuori prima che le guardie si potessero insospettire non vedendolo. Wooyoung aveva preferito rimanere in silenzio senza dire più del necessario, con la paura che qualsiasi cosa avesse fatto e detto avrebbe potuto causare ancora più ira nel corvino. Con un groppo in gola che non cessava di esistere, il moro tornò a fare il suo lavoro per qualche minuto aspettando il momento migliore per rientrare il più disinvolto possibile, sapeva di dover andare dritto in lavanderia sfruttando il momento in cui era piena di detenuti anch'essa per non dare nell'occhio.
San nel frattempo aveva lanciato degli sguardi al ragazzo sorridendo nel percepirlo al solo sguardo completamente in ansia, iniziò a pensare a cosa avrebbe fatto se si fosse sfatto scoprire, sicuramente non sarebbe stato contento, però non aveva voglia di picchiarlo di nuovo, usare un oggetto la seconda volta è sempre meno soddisfacente rispetto alla prima. Inoltre molto probabilmente la lezione più grande gliel'avrebbe data il blu questa volta.
Quando gli sembrò un momento sicuro per continuare quella sua piccola missione, Wooyoung sgattaiolò via dal cortile verso la porta che dava accesso all'intero, non era una cosa proibita, naturalmente tutti potevano entrare ed uscire quando volevano durante il periodo in cui era consentito l'accesso all'esterno, ma quasi nessuno lo faceva durante quell'ora di lavoro e scappare di corsa avrebbe sicuramente attirato gli occhi attenti delle guardie che controllavano il perimetro. Non si accorse però che il telefono camminando era scivolato sempre più in basso e sarebbe bastato un niente per farlo cadere, peccato che ad arrivare non fu niente, bensì un corpo muscoloso e slanciato che il povero ragazzo non si sarebbe mai voluto trovare davanti in un momento come quello.
Proprio mentre girò a destra per entrare, si scontrò con una guardia che riconobbe essere niente meno che Seonghwa, quella di cui tutti parlavano e che gli aveva dato un benvenuto assai poco piacevole. Nell'urto il dispositivo scivolò definitivamente finendo in terra davanti ai piedi del grigio che lo guardò alzando un sopracciglio e preparandosi a ciò che avrebbe dovuto fare. Wooyoung si pietrificò sul posto osservando la figura dell'uomo davanti a sé per quei secondi che parvero essere eterni, il cuore batteva talmente forte e che sarebbe potuto uscirgli dalla gabbia toracica e le sue mani iniziarono a sudare ancora più di prima mentre con il respiro mozzato aspettava di trovare il coraggio di riuscire a muoversi.
Seonghwa non ci mise molto ad afferrare per il braccio il povero ragazzo e a strattonarlo con gli occhi quasi indemoniati. Ancora una volta per il moro era arrivata la resa dei conti nonostante non avesse fatto nulla di sbagliato di sua spontanea volontà, era solo rimasto vittima di tutte le vicende di quel carcere, che lo avevano inghiottito senza alcuna pietà mentre ancora confuso provava disperatamente a restare a galla.
«Adesso vieni con me.»
⟨⟨𝑨𝒓𝒆 𝒚𝒐𝒖 𝒕𝒉𝒆𝒓𝒆?
𝑯𝒐𝒘 𝒚𝒐𝒖 𝒇𝒆𝒆𝒍?
𝑨𝒓𝒆 𝒚𝒐𝒖 𝒊𝒏 𝒕𝒉𝒆 𝒔𝒂𝒎𝒆 𝒅𝒂𝒓𝒌𝒏𝒆𝒔𝒔 𝒂𝒔 𝒎𝒆?⟩⟩
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top