𝐏𝐓.𝐈: 𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐧𝐨𝐧𝐨
Più i giorni passavano e più San non poteva fare a meno della presenza di Wooyoung, non avrebbe mai pensato che quel ragazzino potesse essergli veramente di aiuto e soprattutto che potesse farlo sentire bene. In passato quando aveva avuto altri ragazzi nella stessa condizione del minore, la maggior parte delle volte non gli andavano a genio per niente, li usava e quando si metteva male li lasciava andare e se ne trovava un altro, la loro presenza spesso gli dava fastidio, li vedeva come degli individui inutili che quasi non valeva la pena di sfruttare. Ma Wooyoung non era come loro, forse perché la sua indole non era completamente da sottomesso, aveva anche lui la sua buona dose di fiele in corpo che però aveva paura a far uscire. Wooyoung non eseguiva gli ordini per compiacere San, li eseguiva perché non voleva mettersi in altri guai. Nonostante ciò si comportava come se fosse un suo pari, non aveva mai visto il corvino come qualcuno che aveva il potere su di lui, lo vedeva più come qualcuno con cui nessuno sarebbe voluto stare, neanche lui, faceva ciò che gli veniva chiesto per se stesso, non per fare un piacere all'altro.
E questo a San piaceva, non voleva qualcuno che si inginocchiasse davanti a lui a pregarlo di non fargli niente, non voleva qualcuno che gli stesse costantemente attaccato al culo seguendolo con la coda tra le gambe. Voleva qualcuno che fosse in grado di avere una sua indipendenza nei limiti della libertà che gli consentiva. A San piaceva intimidire tutti, è vero, ma non aveva mai trovato soddisfazione nello scontrarsi con qualcuno inferiore a lui, no, a lui piaceva vedersela con persone del suo stesso rango, con qualcuno che gli facesse provare adrenalina qualsiasi cosa facesse, non qualcuno senza personalità che avrebbe potuto modellare a suo piacimento. E Wooyoung corrispondeva proprio a questa descrizione.
Forse per questo dopo mesi ancora non si era stancato di lui, nei confronti del ragazzo dai capelli neri provava qualcosa che neanche lui sarebbe riuscito a spiegare, troppo complicato e aggrovigliato era quel sentimento soprattutto per uno come lui che non aveva mai avuto a che fare con alcun tipo di emozione. Era confuso, a tratti spaventato, da ciò che l'altro gli faceva sentire, dopotutto San non è capace di provare sentimenti, San non sapeva cosa significasse stare talmente bene con qualcuno da volerlo sempre accanto. Nonostante ciò riconosceva che quel ragazzo aveva una strana influenza su di lui, gli metteva una serenità che mai era riuscito a trovare in nessun altro, la sera andava a dormire e si ritrovava ad ascoltare il suo respiro nel silenzio della notte, era dolce e lieve come quello di un angelo, e non capiva come avesse fatto a non accorgersene le prime volte.
Certe volte mentre stavano insieme gli veniva voglia di sorridere, non c'era un motivo ben preciso, ma aveva la sensazione di poter essere felice, come se fino a quel momento qualcuno o qualcosa glielo avesse impedito.
Ma San era ancora troppo cieco per rendersi conto cosa tutto quello significasse, faceva finta di niente ripetendosi che fosse solo colpa dell'aspetto attraente di Wooyoung ed il fatto che ancora non ci avesse fatto sesso aumentava quella sua voglia di averlo sempre accanto. D'altronde era difficile per lui rapportarsi con qualcuno in un modo che non fosse quello fisico, e Wooyoung glielo stava rendendo a dir poco impossibile.
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Nel frattempo Seonghwa aveva deciso di smettere definitivamente con la storia di Hongjoong, la realtà era che gli dispiaceva perché oramai era diventata la normalità, ma era finito davanti ad un bivio in cui avrebbe dovuto scegliere: Yeosang o Hongjoong. E non c'era neanche da discutere su chi avrebbe scelto, Yeosang era la persona più importante che gli era rimasta al mondo, con lui aveva passato alcuni dei momenti migliori della sua vita, mentre Hongjoong era solo un pezzente disposto ad abbassarsi fino a quel livello pur di avere un po' di droga.
Il grigio non aveva mai pensato che anche ad Hongjoong potesse dispiacere troncare quel rapporto, o meglio, era ovvio che non avrebbe preso bene la cosa per via della crisi in cui sarebbe probabilmente finito se non avesse trovato qualcun altro che avesse accettato di fare la stessa cosa. Ma quando gli aveva detto la sua decisione, cercando di sembrare il più distaccato e freddo possibile, aveva percepito qualcosa nel blu spezzarsi, come se fosse stato colpito da una cosa così velocemente da rimanerne stordito. Un po' gli aveva fatto male dover deluderlo così, sentire lo sguardo pesante dell'altro addosso mentre si allontanava da quella colonna era stato orribile. Sapeva benissimo che la loro relazione fosse una cosa tossica, e forse era proprio per quello che ne finivano sempre entrambi irrimediabilmente attratti. Ma stavolta non sarebbe stato così, stavolta sarebbe stato diverso, Seonghwa non avrebbe ceduto alle preghiere dell'altro e alla sua sofferenza, non si sarebbe lasciato infatuare da quegli occhi pieni di desiderio che lo avevano pregato la prima volta, ancora prima che sapessero il prezzo da pagare.
E così, come una foglia secca sul ramo di un albero in autunno, tutto ciò che avevano era stato spazzato via dall'avvenire delle cose, e nessuno dei due sarebbe potuto tornare indietro sui suoi passi.
Le cose tra Seonghwa è Yeosang però non erano migliorate, sebbene il grigio non avesse altre preoccupazioni oltre al lavoro, sembrava che la sua scelta non avesse cambiato nulla, tranne per il fatto di avere meno ansia in corpo. Si comportavano come sempre, e forse era proprio questo il problema, non se lo spiegavano neanche loro come fossero finiti in quella situazione. Yeosang aveva cercato di credere alle parole dell'altro e questi aveva dedicato più attenzioni al suo compagno, ma sembrava come se ormai il danno fosse stato fatto e le cose non sarebbero più migliorate.
Spesso litigavano per faccende inutili, Yeosang si irritava molto più facilmente del solito perché aveva ancora il terrore che Seonghwa potesse nascondergli qualcosa, e non importava se il maggiore gli avesse assicurato in ogni modo che non era così, i due erano talmente legati che il biondo sapeva per certo che qualcosa non era giunto alle sue orecchie, e avrebbe fatto di tutto per scoprire cosa fosse. Non bisogna dimenticare che proprio lui aveva la passione nell'indagare da giovane, e che le strade che conducono alla verità possono essere infinite se si cerca con attenzione.
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Intanto Jongho si era ritrovato al dover cambiare collocazione, quando San glielo aveva detto la prima volta non ci voleva credere, ma sapeva benissimo che il corvino era in grado di fare quello ed anche altro. Era capitato di già che riuscisse a "convincere" il direttore a far cambiare cella a qualcuno, era capitato proprio con Mingi, il quale all'inizio era stato assegnato ad una gabbia diversa. Ogni volta San si metteva in qualche guaio di poco conto solo per poter vedere quell'uomo e farci quattro chiacchiere, sapendo che questi non lo avrebbe punito. E questa volta era toccato proprio a Jongho, che non si capacitava della cosa, non pensava di star facendo una cosa tanto grave e soprattutto si sentì tradito dal maggiore che sembrava tenere di più al nuovo arrivato che a lui, il fatto che San avesse deciso così su due piedi, senza neanche pensarci, di fare quello spostamento, gli fece chiedere se gli importasse veramente di lui oppure se lo avesse tenuto al suo fianco tutto quel tempo solo per usarlo, e adesso che aveva trovato un altro non ne avesse più bisogno.
Sebbene tra i due non vi fosse alcun tipo di coinvolgimento amoroso, Jongho ci rimase male, più per il comportamento del corvino che per il fatto in sé. Aveva provato a fargli cambiare idea sperando che avesse detto quella cosa solo per via della rabbia del momento, ma San non si mosse di un millimetro dalla sua scelta e lui non poté fare altro che accettarla. Si chiese quindi se tra San e quello che aveva capito chiamarsi Wooyoung, non ci fosse qualcosa di più, anche se era raro che tra due persone all'interno di un carcere nascesse qualcosa.
In compenso conosceva bene le persone con cui sarebbe andato a stare, Hongjoong era conosciuto praticamente da tutti ed era uno di quelli con cui Jongho non avrebbe mai fatto assolutamente nulla. La verità era che le voci correvano veloci e il fatto che il blu avesse una qualche tipo di tresca con una delle guardie non era rimasto ignoto a molti, Hongjoong non ci faceva caso alle voci perchè dopotutto non c'era alcuna prova e finché queste voci rimanevano tali non ci sarebbe stato nessun problema. Questo aveva quindi sempre frenato il rosso dall'avvicinarsi al maggiore, non volendo finire troppo vicino a faccende che non gli interessava minimamente conoscere. Ed anche adesso che avrebbe dovuto averlo vicino tutte le notti, le cose non sarebbero cambiate.
D'altro canto con Yunho aveva invece un bel rapporto, quando questi entrò in carcere fu Jongho ad aiutarlo e a fargli capire come funzionavano le cose lì dentro, per i primi tempi stavano spesso insieme, poi Jongho si era avvicinato sempre di più a San e Yunho non poté fare altro che guardarlo allontanarsi. Non avevano mai litigato, semplicemente avevano iniziato a parlare sempre di meno, ognuno preso dai propri affari. E in fondo a Jongho non sarebbe dispiaciuto vederlo di nuovo tutti i giorni, sarebbe potuta essere un occasione per riprendere i rapporti, soprattutto dopo che era rimasto ferito dal comportamento di San.
Il rosso si era quindi ritrovato a condividere la cella con gli altri due e per i primi giorni era andata bene. Con Hongjoong aveva parlato poco, nessuno dei due era interessato a conversare con l'altro e andava bene così, mentre con Yunho ci aveva scambiato più di due parole. Il rosa era felice di avere accanto un suo vecchio amico, però non faceva altro che essere preoccupato per Wooyoung, quando gli era giunta la notizia che questi sarebbe andato a stare in cella con San aveva sperato che il blu, il quale gliel'aveva riferito, si sbagliasse. Aveva avvertito il moro di non prendere quei maledetti crediti e quando questi non gli aveva dato ascolto si era arrabbiato con lui, ma non pensava minimamente che quella stupida cosa avrebbe scatenato una reazione a catena di eventi che avrebbero portato il giovane chissà dove, se lo avesse saputo avrebbe sicuramente fatto qualcosa di più per impedirgli di cedere alle tentazioni del blu.
Jongho aveva quindi promesso a Yunho che si sarebbe assicurato che Wooyoung stesse bene e il rosa gli aveva creduto, senza naturalmente sapere ciò che aveva tentato di fare. La verità era che Jongho voleva che Yunho pensasse un po' anche a lui, si sentiva scartato da parte di San e non accolto da parte del rosa che, benché si fosse dimostrato felice di averlo in cella insieme, stava in continua apprensione per Wooyoung.
Non pensava però di sentirsi così vicino a Yunho fin quando questi si trovò in una situazione a dir poco spiacevole. Era un solito pomeriggio di noia e Jongho stava andando verso i bagni tranquillamente, ma la sua calma venne distrutta non appena entrò e vide Mingi praticamente appiccicato al rosa. Yunho stava con la schiena contro i lavandini e non sembrava per nulla contento di ciò che stava accadendo. Il rosso rimase inizialmente scioccato nel vedere quella scena, Mingi e lui erano sempre stati amici e non pensava che potesse fare una cosa del genere, quella era più una cosa da lui e San, non da Mingi, e fu in quel momento che Jongho si rese conto che forse non lo conosceva poi così bene.
Il castano stava spingendo Yunho sempre più in dietro e questi aveva la schiena piegata pur di evitare che le sue labbra si scontrassero con quelle di Mingi, ma non importava quanto provasse ad allontanarlo, la presa che Mingi aveva sui suoi fianchi era troppo salda. «Dai solo una volta» sussurrò il minore cercando di avvicinarsi sempre di più, le mani di Yunho nel frattempo stavano poggiate sul suo petto e spingevano più forte che potevano «N-no lasciami andare», però l'altro era troppo forte per riuscire a smuoverlo. Non poteva neanche urlare, non voleva che tutti sapessero di quello che stava accadendo, e per un attimo pensò anche di concedersi sebbene lui in tutte le esperienze sessuali che aveva avuto fosse sempre stato l'attivo, le voci che giravano secondo le quali andava con tutti non erano assolutamente vere ma era comunque costretto a sopportarle tutti i giorni. Per fortuna però il rosso arrivò giusto in tempo.
Jongho assistette per qualche minuto alla scena poiché nessuno dei due si era accorto della sua presenza, poi agì d'istinto senza pensare a ciò che faceva. Vedere Yunho in difficoltà aveva risvegliato qualcosa in lui, qualcosa che non aveva mai provato in altre situazioni, era come se una catena stesse stringendo la sua trachea impedendogli di respirare e contemporaneamente anche l'arteria polmonare, una sensazione così forte da offuscargli la ragione e da fargli fare una cosa senza rendersi conto che lo avrebbe messo nei guai.
A grandi falcate si diresse verso i due afferrando il braccio di Mingi e strappandolo dal corpo di Yunho, quest'ultimo lo guardò confuso ma con un leggero sorriso stampato sul viso, mentre l'altro rimase stupito nel vedere che fosse stato proprio Jongho ad interromperlo in quel momento. «Ha detto che non vuole!» urlò Jongho fin troppo forte, «Da quando in qua tu ti preoccupi del consenso? Lasciami fare e torna a scopare con San!» probabilmente Mingi non avrebbe dovuto dire quelle parole, che fecero infuriare ancora di più il minore. Jongho spinse l'altro bruscamente fino a farlo scontrare con la parete alle sue spalle sotto lo sguardo incredulo di Yunho, se all'inizio Mingi non fece niente pensando che Jongho sarebbe stato dalla sua parte, quando vide le sue intenzioni ripagò senza pensarci due volte con la stessa moneta.
Il rosso iniziò a sferrare colpi su colpi contro l'addome e la faccia della maggiore e questi fece lo stesso colpendo Jongho più volte di seguito nello stomaco. Il più piccolo si accasciò a terra per un attimo tossendo e facendo ridere l'altro che non si lasciò mancare un commento «Torna dal papino che non sei in grado di andare in giro da solo». Il rosso si rialzò subito dopo per poi tirare un gancio destro sull'occhio di Mingi, questi rispose subito e continuarono in questo modo finché finalmente non spuntarono le guardie dalla porta che corsero a separarli. Si guardarono con astio mentre entrambi erano tenuti fermi dagli agenti, Mingi aveva un occhio nero e un sopracciglio spaccato mentre perdeva sangue anche dalla fronte, invece Jongho aveva il labbro inferiore gonfio e tutti i denti sporchi del liquido carminio.
Prima di venire portato via dalla stanza, il minore si guardò intorno per cercare lo sguardo del rosa, che però non trovò. Avrebbe voluto lanciargli un'occhiata rassicurante che dicesse 'non ti toccherà più' ma Yunho era sparito senza lasciare alcuna traccia. Così venne costretto a camminare, da una parte colmo di delusione e dall'altra felice di aver aiutato quello che sarebbe dovuto essere un semplice amico, ma nei giorni successivi chiuso in una stanza angusta si sarebbe reso conto che forse l'affetto che provava per lui non era poi tanto quello che si ha in un'amicizia.
⟨⟨𝑾𝒆 𝒄𝒂𝒏 𝒃𝒆 𝒘𝒉𝒂𝒕𝒆𝒗𝒆𝒓 𝒘𝒆 𝒘𝒂𝒏𝒕
𝑹𝒂𝒊𝒔𝒆 𝒚𝒐𝒖𝒓 𝒉𝒂𝒏𝒅 𝒖𝒑 𝒉𝒊𝒈𝒉
𝒀𝒐𝒖 𝒂𝒏𝒅 𝒎𝒆 𝒖𝒏𝒅𝒆𝒓 𝒕𝒉𝒆𝒔𝒆 𝒃𝒖𝒓𝒏𝒊𝒏𝒈 𝒍𝒊𝒈𝒉𝒕𝒔⟩⟩
-San si sta sciogliendo piano piano, inoltre le cose si stanno facendo interessanti anche per quest'altri personaggi e finalmente si è scoperta un'altra ship yeee, no ok carissimi Yungi shipper non uccidetemi, grazie-
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