𝐅𝐈𝐍𝐄 𝐏𝐑𝐈𝐌𝐀 𝐏𝐀𝐑𝐓𝐄
|| Chiedo scusa in anticipo per questo capitolo lungo e.. disastroso? Però volevo dire che penso sia uno di quelli che mi sono venuti meglio fino ad ora ||
Yeosang si alzò con calma quella mattina, non sarebbe dovuto andare a lavoro quindi aveva intenzione di prendersela comoda e riposarsi nell'attesa che il suo compagno tornasse a casa. Era una tranquilla giornata d'inverno e tutto stava andando per il meglio finché non accadde qualcosa che gli fece sprofondare il cuore già pericolosamente in bilico.
Seonghwa gli aveva detto di non stargli nascondendo niente, lo aveva giurato. E forse proprio per questo quando il biondo aveva trovato quel piccolo involucro trasparente, non poté fare a meno di sentirsi tradito e preso in giro. Perché il suo amore gli stava facendo questo? Perché la persona che più amava al mondo gli aveva mentito spudoratamente?
Aveva sollevato il borsone che usava a lavoro per sistemarlo e riordinare la stanza, ed ecco che con quella mossa era caduto un piccolo ovetto bianco dalla tasca di esso. Non ci volle molto a Yeosang per capire cosa fosse, con il suo lavoro lo sapeva perfettamente, però trovarlo in quel modo tra le cose di una persona di cui si fidava ciecamente lo aveva letteralmente distrutto.
Lo raccolse da terra osservandolo incredulo, non avrebbe mai dubitato di Seonghwa, stavano insieme da tanto e mai e poi mai avrebbe potuto immaginare che fosse capace di fare certe cose. Lui era una guardia, era colui che avrebbe dovuto punire chi vendeva o passava sostanze, non farlo in primis. Perché era sicuro, che se il grigio avesse della droga, fosse per darla a qualcuno, non ne faceva uso lui stesso altrimenti lo avrebbe notato subito.
Non sapendo cos'altro fare e volendo arrivare fino in fondo alla faccenda, chiamò il collega Yongbae, quello tra tutti più vicino al grigio. Voleva avere delle risposte, le voleva subito, questa volta voleva essere forte, voleva essere pronto a qualsiasi cosa Seonghwa gli avrebbe detto quando avrebbero litigato, perchè lo avrebbero fatto, Yeosang non avrebbe lasciato correre come quella volta con il cellulare. Lo chiamò al telefono e questi rispose subito nella noia del momento sul posto di lavoro «Hey Sang, dimmi tutto» usò la sua solita abbreviazione del nome che faceva sempre sorridere Yeosang, ma non stavolta. «Vorrei farti delle domande riguardo Seonghwa» a quelle parole Yongbae spostò tutta la sua attenzione sulla chiamata, aveva notato qualcosa di strano nel grigio ultimamente, anche se lui era sempre stato un tipo strano. «Perchè? È successo qualcosa?» chiese preoccupato, avrebbe dovuto dire le sue impressioni e ciò che aveva visto, o sarebbe dovuto rimanere fedele all'altro collega?
«Soltanto... È che lo vedo un po' strano» mentì il minore. Non gli disse della droga, per quanto Seonghwa lo stesse facendo soffrire, dicendo ciò che aveva trovato avrebbe distrutto la sua carriera, e non era sua intenzione, non poteva fare una cosa del genere alla persona che amava, non senza averci neanche parlato. «Si anche io» rispose il collega mentre fumava la sua sigaretta dall'altra parte del telefono, «Sai... Sai se sta facendo qualcosa che non dovrebbe fare? Qualche comportamento strano?»
«Si beh qualche volta» Yongbae decise di essere sincero, non sapeva in che casino potesse essersi immischiato Seonghwa e non ci teneva ad entrarci. Inoltre Yeosang era una brava persona e meritava di sapere la verità, anche se lui conosceva solo la parte vista dai suoi occhi. «Argomenta»
«Ogni tanto sparisce, ora è da un po' che non lo fa più, ma prima, di notte soprattutto, spariva per una mezz'ora e poi riappariva. Inoltre...» si bloccò, una parte di lui gli diceva di non continuare, sapeva che quella frase avrebbe ferito l'altro, ma sarebbe stato sincero fino in fondo, non sapeva cosa facesse il grigio e non avrebbe voluto coprirlo. Fino a quel momento aveva fatto finta di niente, e avrebbe continuato, ma gli era stato chiesto direttamente e non se la sentiva di mentire.
«Cosa? Parla.» Yeosang sentì un sospiro dall'altra parte e poi la sua voce ripartire «Stacca le telecamere, quando sparisce intendo, l'ho notato quando rivedevo i filmati. Nei momenti in cui lui sparisce, c'è un buco nella registrazione» ammise buttando il mozzicone di sigaretta in terra pronto a rientrare sapendo che la sua mezz'ora di pausa fosse terminata. Yeosang giurò di sentirsi male fisicamente, un dolore enorme gli invase la cassa toracica mentre elaborava quelle parole. «Ora devo andare Sang, spero di esserti stato d'aiuto» riattaccò lasciando il biondo tra le sue lacrime e le sue delusioni. Quindi era di quello che si trattava? Seonghwa stava veramente passando della droga a qualche detenuto? La cosa era collegata allo strano numero che aveva visto sul suo cellulare?
In fondo sperava di no, sperava che tutte quelle cose fossero separate tra di loro, ma facendo due più due il risultato che ne veniva fuori era proprio quello. Si sentì confuso, tradito, deluso. Voleva delle risposte il più presto possibile, risposte a domande che neanche lui pensava di avere. Avrebbe voluto alzarsi dal bordo del letto e distruggere tutto, ogni loro foto, ogni loro ricordo in quella camera, tutto quanto sarebbe dovuto essere spazzato via, avrebbe voluto portare nella loro stanza la stessa devastazione presente nel suo cuore. Ma al momento non ne aveva la forza, se il suo cuore era arrabbiato, la sua mente era amareggiata, sfiduciata, basita, non si capacitava della cosa e non avrebbe voluto più vederlo. Come avrebbe potuto guardare di nuovo in faccia quella persona? Colui che lo aveva ammaliato, amato, venerato, per poi mentirgli e tradirlo, distruggerlo, radere al suolo ogni germoglio del suo cuore.
Se solo avesse saputo anche l'altra parte della storia, la faccia nascosta della medaglia, probabilmente nel momento in cui Seonghwa avrebbe messo piede nella casa, non l'avrebbe più avuta, una casa.
E proprio in quel momento, mentre ancora il biondo cercava di rimettere insieme i pezzi del suo cuore guardandoli bagnati di lacrime tra le sue mani, la porta sbatté facendolo sussultare e facendo cadere nuovamente ogni frammento a terra per poi venire calpestato dall'uomo che entrò nella stanza con un sorriso svanito.
Seonghwa stava lì davanti a lui ad osservare senza parole i suoi occhi gonfi di lacrime, stava per chiedere cosa fosse successo e correre ad abbracciarlo, ma notò prima il pacchetto di eroina nelle sue mani e fu come se una pallottola gli avesse perforato la cassa toracica da parte a parte appena si rese conto di non essere stato abbastanza attento e di aver scordato uno dei pacchetti nella sua borsa. Fece male, ma mai come tutte le altre che sarebbero venute dopo. Yeosang si alzò stringendo la plastica nella sua mano colmo di rabbia, «A-amore...» provò a dire Seonghwa avvicinandosi per cercare un qualsiasi tipo di contatto «Fammi spiegare». Il minore lo evitò scansandosi, non voleva più essere toccato da lui, da quelle mai sporche di menzogne e promesse infrante. «D-da quanto tempo porti droga ai detenuti?» chiese senza giri di parole, ed eccolo lì, il secondo proiettile che trafisse il maggiore. «Mi hai mentito tutto questo tempo? Io mi fidavo e tu hai infranto tutte le promesse che avevi fatto.» non gli diede il tempo di rispondere che continuò a parlare facendo uscire sempre più lacrime dai suoi occhi.
«Non è così, non è vero fam-» Seonghwa provò a parlare ma venne bruscamente interrotto dalle urla dell'altro «Menti! Come fai a dire che non è vero!? Lo so che sparisci la notte durante il turno! Lo so che blocchi la registrazione delle telecamere! Ma sai cosa? Non mi interessa sapere la verità, non voglio sapere cosa fai e con chi durante quei lassi di tempo. Hai distrutto ogni cosa che avevamo, ogni cosa.»
«Cosa vuoi che ti dica allora? È vero cazzo, facevo entrare eroina nella prigione, ma non l'ho mai fatto per ferirti, non potrei mai farti del male!» ammise finalmente ciò che faceva, non avrebbe avuto più senso mentire a quel punto, non sapeva in che modo ma tutto era uscito fuori e la sua paura più grande non era più quella di perdere il lavoro, ma di perdere la persona che amava. «Eppure lo hai fatto!»
«Adesso non lo faccio più, ho smesso quando ho capito di poterti perdere», dopo quelle parole il minore rispose abbassando il tono di voce e facendo trapelare dietro alla rabbia tutta l'amarezza e la delusione che aveva in corpo «Già, peccato che sia troppo tardi ormai». Stava diventando sempre più difficile per Seonghwa trattenere le lacrime e sentendo quella frase arrivò il terzo proiettile della giornata. «C-che... Che vuoi dire?»
«Quello che ho detto. Non voglio stare con una persona che è capace di mentirmi su qualcosa di così grosso e di fare il doppio gioco in questa maniera. Non mi sorprenderei se mi avessi anche tradito a questo punto, chissà magari anche con qualche detenuto dato che sembra che tu abbia un rapporto così stretto con loro.» scherzò non sapendo di aver colto precisamente nel segno.
«N-non dire così ti prego» Seonghwa stava sull'orlo del crollo, ma non poteva fare niente per fermare l'altro che ormai aveva già preso la sua decisione. «Se rimanessi qui con te mi infliggerei solo altro dolore» si avvicinò prendendo la mano del grigio e posandoci l'involucro per poi dirigersi verso la porta, «E quindi sei disposto a buttare via tutto così? Tutto ciò che abbiamo costruito in questi due anni non conta più nulla?» con una goccia che sfuggì alla sua presa e la voce senza più neanche un briciolo di speranze, provò un'ultima volta a fermarlo. «Ti sbagli, sei stato tu a costruire qualcosa basato su una menzogna, e se costruisci qualcosa sull'orlo di un precipizio prima o poi cadrà giù»
«Ma possiamo provare a rimediare, a mettere tutto il peso sulla terra ferma. Ho sbagliato tutto, lo so, ma non deve andare per forza così. Non mi lasciare ti prego non so cosa farei»
«Avresti dovuto pensarci prima che si sgretolasse tutto. Tornerò a prendere le mie cose il prima possibile» si voltò verso la porta aprendola per poi tornare a guardare un'ultima volta l'altro «Ah e puoi stare tranquillo, non lo dirò a nessuno, potrai continuare la tua vita come è stata fino ad adesso. Sarò io ad andarmene, sparirò e non dovrai più sentir parlare di me» e con quelle ultime parole Yeosang lasciò l'appartamento portando con sé solo una giacca per pararsi dal freddo. Sapeva che non avrebbe più rivisto Seonghwa, perché se avesse continuato a stargli accanto non avrebbe fatto altro che infliggersi ulteriore dolore, e in fondo così era meglio per tutti. Avrebbe chiesto il trasferimento, se ne sarebbe andato, avrebbe perfino dato le dimissioni e si sarebbe trovato un altro lavoro se fosse stato necessario. Tutto pur di dimenticare quei due anni della sua vita colmi di illusioni e false speranze.
Lasciò Seonghwa con un groppo di amarezza in gola, era tutta colpa sua, ogni singola cosa era colpa sua e non avrebbe potuto fare niente per rimediare. Ormai era troppo tardi.
Cadde sulle ginocchia e le lacrime iniziarono a sgorgare dai suoi occhi come un fiume in piena. Faceva male, tanto male. Se solo fosse potuto tornare indietro avrebbe fatto fatto sì che le cose andassero in un modo diverso, ma non era possibile e poteva limitarsi solo a piangere e commiserarsi in una vasca piena di ricordi e rose sfiorite, con la consapevolezza che da quel momento la vita di Yeosang era una cosa che non lo riguardasse più. Non avrebbe più avuto diritto di sapere dove fosse l'altro, se stesse bene, se avesse qualcun'altro nella sua vita, e soprattutto se fosse felice.
☾︎☽︎
La mattina dopo Wooyoung si risvegliò ritrovandosi ancora nel letto del maggiore, si rese presto conto di tenere la testa appoggiata sul petto nudo dell'altro e soprattutto di avere il braccio di San attorno a sé. Inizialmente non realizzò e si allontanò istintivamente mentre ancora il corvino era mezzo addormentato nonostante il grande allarme che stava risuonando in tutta la struttura. Ma la cosa che più lasciò di stucco il minore era la capriola che aveva fatto il suo stomaco nel momento in cui realizzò la posizione in cui si trovavano e soprattutto quando ricordò ciò che era accaduto la notte prima. «Che succede?» la voce insonnolita di San si fece sentire non appena percepì il corpo del moro spostarsi bruscamente, «N-niente...» rispose Wooyoung, non troppo convinto, mentre provò a mettersi seduto solo per poi rendersi conto del dolore che ancora provava al fondoschiena. «Come niente, ti sei spostato manco fossi radioattivo» anche il corvino si mise seduto stirandosi per poi alzarsi completamente nudo e andare a raccogliere le mutande finite giù dal letto. A vedere l'altro senza alcun indumento indosso Wooyoung sentì il suo cuore saltare un battito, dire che San avesse un corpo perfetto era un eufemismo, il moro giurò di poter restare per ore ad osservare i suoi pettorali ben evidenti e i suoi bicipiti scolpiti. Per non parlare di quanto fosse dotato là sotto e il solo pensiero che poche ore prima quell'asta lo avesse penetrato per la prima volta gli fece mancare il fiato.
«Che c'è ti vergogni?» chiese San vedendo che l'altro non era ancora uscito da sotto le coperte e, sapendo che di lì a pochi minuti ci sarebbe stata la conta, gli lanciò anche i suoi vestiti, «Mh...» Wooyoung si lasciò sfuggire un mugolio afferrando le mutande per mettersele, perfettamente conscio del fatto che nessuno dei due avrebbe potuto lasciare la cella prima della conta. San, al contrario, non osservò il corpo dell'altro, non perché non volesse vederlo, ma perché sapeva già che gli avrebbe provocato quella strana sensazione che tanto lo faceva tribolare. Stava diventando troppo dolce e questo non andava bene per nulla, forse non avrebbe dovuto farlo con Wooyoung, in quel modo aveva solo rafforzato ancora di più il legame che avevano e che non sarebbe mai dovuto esistere. Si maledisse per essersi lasciato trasportare dal piacere, o meglio, si maledisse per non averlo fatto e per essersi trattenuto, sarebbe potuta essere una scopata come tutte le altre mentre in quel modo l'aveva trasformata in un atto che in qualche modo aveva significato qualcosa, anche se non sapeva bene cosa.
D'altro canto il moro si sentì completamente cambiato da quell'esperienza, non solo per l'atto in sé, ma perché aveva sentito in quel momento di essere collegato al maggiore non solo tramite quel sentimento di odio che invadeva i loro cuori, ma grazie ad un'altra cosa che aveva capito essere un sentimento troppo profondo. Neanche lui si spiegò la ragione, aveva semplicemente capito di non odiare San, per nulla, e non era più sicuro di averlo veramente mai odiato. Aveva capito che, al contrario, San gli piaceva, fin troppo. Dopo mesi passati al suo fianco, aveva dato un nome a quella sensazione, a quel sentimento che provava ogni volta che stava in sua compagnia. Ma allo stesso tempo era spaventato, spaventato perché non aveva il coraggio di dirglielo, spaventato perché era forse la prima volta che provava un sentimento così forte per qualcuno e non sapeva come comportarsi. Wooyoung amava San, ma l'altro non avrebbe mai dovuto saperlo, nessuno avrebbe mai dovuto saperlo. Dentro di sé il moro era ancora spaventato, ma era una paura diversa, aveva capito che il maggiore non gli avrebbe fatto più del male, non dopo aver visto come lo aveva trattato la notte precedente quando avrebbe semplicemente potuto usarlo e abbandonarlo. Aveva paura del suo stesso sentimento e di cosa avrebbe fatto San se lo avesse saputo.
Passò quella giornata senza dire una parola, non avendo mai fatto sesso, non sapeva neanche come comportarsi con l'altro, si sentiva costantemente in imbarazzo quando era in sua presenza e aveva timore di dire qualsiasi cosa. «Ti senti bene?» parlò San mentre durante il pomeriggio erano di nuovo in cella, «Mhmh..» Wooyoung continuò a girarsi i pollici annoiato senza alzare lo sguardo dal pavimento mentre stava seduto in terra con la schiena contro il muro. «Guarda che non è più stanotte, non c'è bisogno di mugolare» disse ridacchiando per prenderlo in giro riguardo il modo di rispondere che aveva avuto per tutta la giornata. Wooyoung diventò istantaneamente rosso in viso e a quel punto San capì cosa c'era che non andava «Oddio non dirmi che non parli perché sei imbarazzato per ciò che abbiamo fatto» tornò subito serio e si alzò dal letto per poi accucciarsi accanto a lui «Non è niente di che, ti ho detto, adesso è tutto come prima, okay? Non ha significato nulla, ti ho solo aiutato.» si alzò di nuovo «Inoltre ti ricordo che sei stato tu a volerlo» e con quelle parole uscì dalla stanza lasciandosi dietro il cuore infranto del moro.
Non voleva illudersi di poter essere qualcuno di importante per San, ma evidentemente lo aveva fatto lo stesso inconsciamente. Altrimenti perché avrebbe sentito quel vuoto al petto così forte nel momento in cui il maggiore aveva pronunciato quelle parole? Ma dopotutto lui non era altro che uno schiavetto, non aveva il diritto di essere trattato più di tale, e probabilmente era stato proprio San ad illuderlo con i suoi falsi modi di fare dolci e gentili, quando in realtà lo vedeva solo come un giocattolo da manovrare a suo piacimento, o almeno questo era ciò che pensava il moro. Probabilmente mai sarebbe diventato qualcosa di più per il corvino, e di conseguenza i suoi sentimenti sarebbero sicuramente rimasti nascosti per sempre.
⟨⟨Non so se avrò mai il coraggio di dirti cosa provo per te, Choi San⟩⟩
☾︎☽︎
Quel giorno sembrò essere arrivata la resa dei conti per tutti, dal primo all'ultimo. E anche Hongjoong non ne fu escluso, era arrivato all'apice della crisi che di lì a pochissimo lo avrebbe lasciato in pace, ma ancora lui non lo sapeva e stava come sempre nelle ultime 36h a lamentarsi sdraiato sul letto con ormai nessuna forza per alzarsi. Mancava così poco, talmente poco che, se solo avesse avuto le facoltà mentali per farlo, avrebbe ringraziato Seonghwa per averlo fatto uscire dalla dipendenza ed avergli fatto raggiungere quel sogno. Peccato che proprio mentre pensò di poterla scampare, una guardia passante davanti alla sua cella lo notò sdraiato con un volto completamente cadaverico e la coperta stretta a sé. Non ci mise molto a capire cosa gli stesse succedendo e subito entrò ignorando deliberatamente la presenza di Yunho, il quale preso alla sprovvista non poté fare niente per aiutare il blu mentre veniva fatto alzare di peso e trascinato via.
«L-lasciatemi» si lamentò costretto a camminare verso una meta indefinita che neanche avrebbe voluto sapere. Yunho lo osservò andare via pregando che lo avrebbero aiutato e non sbattuto in isolamento come un animale. Ed in effetti in isolamento non andò.
La guardia lo accompagnò verso l'ufficio del direttore per chiedere cosa farne, e proprio mentre attraversavano il lungo corridoio precedente alla porta, Hongjoong vide uscire da quella stessa stanza un altro individuo, ci mise un po' per metterlo a fuoco dato la continua tendenza che avevano le sue palpebre a chiudersi, e finalmente proprio quando gli passò accanto lo riconobbe essere la guardia Kang, stranamente senza la divisa indosso. Inevitabilmente gli ricordò Seonghwa e sentì la rabbia nei confronti di quest'ultimo ribollire dentro di sé, ma non aveva le forze per opporsi a nulla di ciò che gli stava accadendo e non poté fare altro che accettare la piega che aveva inaspettatamente preso la sua vita.
D'altro canto Yeosang ripensò solo dopo essergli passato accanto in quello stretto corridoio ed averlo distrattamente guardato negli occhi, al fatto che quel ragazzo fosse evidentemente in crisi d'astinenza. Si fermò di scatto voltandosi indietro e vedendoli entrare nella stanza da cui lui era appena uscito, il suo cervello non poté evitare di collegare quella cosa a Seonghwa. Un detenuto in crisi d'astinenza dopo che il suo ormai ex compagno gli aveva detto di aver smesso da un po' a introdurre droga nella prigione. Una lacrima scappò involontariamente dai suoi occhi ripensando a ciò che era accaduto quella mattina, il suo cuore era ancora in frantumi e sapeva che sarebbe servito molto tempo per aggiustarlo. Riprese a camminare evitando di pensare ancora alla cosa, dopotutto aveva deciso di cambiare completamente vita, aveva appena dato le dimissioni ed era diretto a continuare la sua vita con l'intenzione di dimenticarsi tutto quello che era stato fino a quel momento. Pensava di aver finalmente trovato qualcuno che avrebbe reso la sua vita migliore, ma evidentemente quella persona non era Seonghwa ed era ancora là fuori ad aspettarlo.
Nel frattempo il direttore aveva dato ordine di portare Hongjoong in infermeria dato che non era messo assolutamente bene e si era rifiutato di dire che tipo di sostanze avesse assunto. Così, mentre aveva ripreso a camminare, pensò di nuovo che l'avrebbe fatta pagare a tutti loro prima o poi per tutta la sofferenza che aveva dovuto sopportare. Era già stato in infermeria, sapeva di essere vicino alla disintossicazione più di quanto non lo fosse mai stato, e sapeva che il medico avrebbe fatto in modo di guarirlo, peccato che quel posto fosse pieno di farmaci di ogni genere e che sicuramente non sarebbe stato ammanettato al letto.
☾︎☽︎
Quella giornata giunse al termine per tutti alla fine, anche per Seonghwa che adesso si trovava nell'ufficio nel direttore con il cuore in gola e le lacrime che avevano dovuto forzatamente smettere di scendere solo per andare a lavorare.
«Allora Seonghwa, Yeosang oggi ha dato le dimissioni, non mi ha voluto dire il perché, per caso è successo qualcosa?» chiese l'uomo sulla settantina, aveva un buon rapporto con tutte le sue guardie ma con il grigio in particolare aveva instaurato una bella relazione. Sapeva che i due stessero insieme e ritrovarsi quella lettera sul tavolo da parte del più piccolo lo aveva un po' sconcertato. «Non andava più bene tra noi per cui abbiamo convenuto che fosse meglio finirla. Penso che abbia scelto di continuare la sua vita lontano da me» ammettere quelle cose ad alta voce fu più duro del previsto per Seonghwa che involontariamente si ritrovò ad avere gli occhi lucidi e a sforzarsi per trattenere le lacrime.
«Oh.. mi dispiace... In ogni caso non è per questo che ti ho chiesto di venire stasera» affermò l'altro e Seonghwa per un attimo ebbe il timore che Yeosang avesse detto tutto al contrario di come aveva promesso, ma per fortuna non si trattava di quello. «Ho intenzione di andare in pensione presto, e mi piacerebbe che prendessi tu le redini di questo posto»
«Come? Perché io? Non-» Seonghwa iniziò a parlare incredulo della proposta appena presentatagli, ma venne interrotto dall'uomo dinanzi a lui «Hai sempre svolto egregiamente il tuo lavoro. Gestisco questo posto da quando avevo trent'anni, può sembrare strano ma sono affezionato ad ogni singolo dettaglio di questo edificio, vorrei che non andasse in mano a chiunque. So che tu saresti capace di mantenere l'ordine sempre e comunque.»
«Ma signore io-» venne nuovamente interrotto, «Non devi decidere ora, ti raccomanderò a chi di dovere e sarai sempre in tempo a rifiutare. Però pensaci per favore» e con quest'ultima frase si concluse quella giornata disastrosa anche per il grigio.
Una giornata che si lasciò dietro tre cuori infranti, due cuori avvelenati, un cuore ignaro dei propri sentimenti, e infine due cuori innamorati. Sembra quasi una barzelletta, eppure è la cruda realtà di otto ragazzi vittime delle ingiustizie della vita che con loro ha deciso di essere veramente crudele. Ma la domanda è, finiranno mai tutte le loro sofferenze?
⟨⟨𝑮𝒊𝒗𝒆 𝒎𝒆 𝒂𝒏𝒔𝒘𝒆𝒓𝒔 𝒕𝒐 𝒆𝒏𝒅𝒍𝒆𝒔𝒔 𝒒𝒖𝒆𝒔𝒕𝒊𝒐𝒏𝒔
𝑷𝒓𝒐𝒎𝒊𝒔𝒆 𝒍𝒆𝒅 𝒕𝒐 𝒕𝒉𝒆 𝒅𝒆𝒔𝒕𝒊𝒏𝒚
𝑾𝒉𝒆𝒓𝒆 𝒊𝒔 𝒕𝒉𝒆 𝒆𝒏𝒅 𝒐𝒇 𝒐𝒖𝒓 𝒋𝒐𝒖𝒓𝒏𝒆𝒚?⟩⟩
-E con questa bellissima ed azzeccatissima frase di Dazzling Light si conclude la prima parte di questa storia. So che magari non vi aspettavate un "finale" così, però non sempre le cose vanno bene per tutti ed evidentemente questo era il destino per questa coppia, spero di essere riuscita a trasmettervi il sentimento provato soprattutto da Yeosang, quel misto di rabbia e amarezza che si prova quando siamo convinti di una cosa e poi scopriamo di essere sempre stati presi in giro. Più avanti poi verranno analizzate meglio anche le emozioni di Seonghwa (perché nel caso non ve ne foste accorti, la psicologia dei personaggi è la parte principale della storia). Ma ora non voglio perdermi a parlare, quindi come sempre spero che vi sia piaciuto questo capitolo e prometto che le cose si risolveranno e che riusciranno ad essere felici tutti o quasi.
Però proprio riguardo a Yeosang, vorrei chiedervi: vi aspettavate che andasse così oppure diversamente? Cosa avreste fatto al suo posto? Just let me know 'cause I'm curious :)
Detto ciò penso che la storia salterà uno o due aggiornamenti perchè voglio prendermi il tempo di pensare a come andrà avanti e ai prossimi avvenimenti. Inoltre così sarà più evidente lo stacco tra le due parti.-
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