December 30: Proposal

Aang e Katara erano andati a passeggiare al parco fianco a fianco, Aang stava parlando di quanto fosse difficile il lavoro e di come nessuno lo sostenesse quando era a casa da solo.

Si sedettero su una panchina vuota, scaldandosi le mani dal freddo del pomeriggio invernale e guardando le nuvolette di respiro che uscivano dalle loro bocche.

<< Sai che mi sento veramente bene con te Katara? È come se la mia vita prima di incontrarti fosse solo stata un riflesso di ciò che sono con te. >>

Katara arrossì, felice di sapere di essere una persona così importante per la vita di colui che considerava il suo migliore amico, il fratellino minore che le migliorava la vita.

Gli sorrise dolcemente e gli appoggiò la mano sulla spalla

<< Grazie mille Aang, anche tu sei una persona molto importante per me. >>

Gli occhi grigi di Aang si illuminarono e sorrise felicemente, come un cane che riceve una razione extra di cibo, era talmente adorabile che Katara lo abbracciò stretto e l'amico ricambiò.

Poi la donna si strofinò le mani dentro i guanti e si guardò in giro, cercando un venditore ambulante di cioccolata calda e crepes, ne vide uno poco distante e si alzò, rivolgendosi verso Aang:

<< Andiamo a - >> cominciò a dire, ma fu interrotta dall'uomo che si inginocchiò di fronte a lei, prendendo una piccola scatolina dalla tasca posteriore dei jeans grigi.

La mente di Katara entrò in panico, cominciò a sudare freddo e le campane che annunciavano attacchi nemici nei borghi medievali cominciarono a suonare a tutta forza, lasciandola immobilizzata e senza parole, incapace di pensare.

Le fatidiche parole che Aang pronunciò non vennero recepite da Katara, che notò solo le labbra pallide dell'uomo muoversi ma non sentì nessun suono.

La donna si guardò intorno ossessivamente, facendo rimbalzare le iridi come delle palline da ping pong, cercando un modo per svignarsela senza distruggere i sentimenti di Aang. In quel preciso momento una figura le passò vicino e lei si aggrappò al braccio dello sconosciuto con una presa terrorizzata e impaccabile.

Katara guardò la figura, tanto per capire se era un uomo o una donna e gli fece segno di annuire a tutto ciò che avrebbe detto. Non notò nemmeno il viso dell'uomo, che le sembrava solo un volto nuvoloso senza occhi, ne naso ne bocca, ma poco importava e la donna si appoggiò al braccio dl nuovo arrivato.

<< Mi dispiace Aang ma come vedi sono già fidanzata – indica con un cenno la persona che ha arpionato – ma ti considero una persona splendida nella mia vita e vorrei tanto che rimanessimo amici. >> disse, cercando di sembrare meno terrorizzata possibile.

Aang la guardò con gli occhi da cucciolo ferito e abbandonato così Katara si staccò dal braccio dello sconosciuto e abbracciò stretto Aang, sussurrandogli un "mi dispiace" e poi sorridendogli tristemente prima di prendere per mano il nuovo arrivato ed allontanarsi dal pretendente.

<< Quindi io ti sono servito solo per scaricare quel gracilino? >> disse l'uomo. Katara lo guardò di traverso, staccandosi dal suo braccio e inchinandosi col busto.

<< Si. Mi dispiace che le abbia dato fastidio, per perdonarmi le offro qualcosa da bere o da mangiare. >>

<< Uhhmm. Prima vorrei sapere il suo nome signorina. >>

<< Katara. >>

<< Molto piacere Katara. Io mi chiamo Zuko e accetto volentieri il tuo invito, avevo proprio voglia di un tè caldo. >>

<< Perfetto. >>

Andarono a bere un tè ed una cioccolata calda in un piccolo locale molto carino con poca gente e parlarono di quello che era successo.

<< Mi dispiace per quel gracilino. Essere friendzonato in questo modo è terribile. >>

<< Già... >>

<< Oltretutto sei una bella ragazza, nessuno vorrebbe essere scaricato da te. >>

<< Ahahaha, non ci giurerei. >>

Zuko si alzò, si spolverò il completo elegante che indossava e le disse:

<< Magari possiamo uscire qualche volta insieme, tu ed io, per parlare. >>

Katara sorrise di cuore

<< Si certo. >> 

Ultima one-shot. Ora dovrò revisionarle tutte...   

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