December 22: Assassin
Ci siamo incontrati per la prima volta durante un assassinio: io avevo lanciato una raffica di stalagmiti di ghiaccio contro il governatore Chang, mirando suoi punti vitali e anche su quelli simbolici.
Lo avevo trafitto da parte a parte nell'esatto momento in cui una fiammata rossa lo colpiva dalla mia sinistra, bruciandolo vivo come un maiale sullo spiedo e sciogliendo tutti i miei proiettili di ghiaccio.
L'attacco pirico veniva da un piccolo e stretto corridoio scuro che portava ai cassonetti dietro la cucina del locale e le fiamme avevano illuminato brevemente la persona dietro l'attacco, un giovane uomo dai capelli neri e dallo sguardo intenso.
Era bello, questo Katara poteva concederglielo, ma era un pivello. Come osava intromettersi nel SUO assassinio regolarmente stipendiato? Non gliela avrebbe perdonato, no.
Quindi lo aveva seguito, nel vicolo dietro la cucina e avevano anche combattuto, perché lei era una donna abbastanza sospetta. Avevano combattuto bene, un combattimento di quelli seri e impegnativi che Katara non faceva più tanto spesso.
Avevano combattuto e lei aveva vinto, ovviamente.
Così, con un piede sullo sterno del pivello steso sconfitto a terra Katara aveva trionfato e gli aveva detto:
<< COME HAI OSATO RUBARMI L'OBBIETTIVO?! >>
Il pivello si divincolò, facendole togliere il piede dal petto.
<<Era anche il mio obbiettivo. >>
<< Un corno che era anche il tuo obbiettivo!! L'ho trafitto prima io, ovviamente, quindi la tua fiammata non era necessaria, dominatore del fuoco dei miei stivali. >>
Dopo esserci guardati in cagnesco per tre quarti d'ora abbiamo deciso di andare a bere qualcosa insieme, il dominatore del fuoco non sembrava una cattiva persona.
Al bar abbiamo discusso di molte cose, tra qui il nostro obbiettivo principale, la persona che volevamo uccidere più di tutti gli incarichi precedenti. L'uomo che volevamo morto era il Signore del fuoco Ozai.
Quindi ora siamo qui, ad aspettare, appostati sul tetto del palazzo reale, nascosti da una sfarzosa statua di un drago ruggente.
Percepisco la tensione sprizzare dal corpo di Zuko e gli prendo fermamente la mano, stringendola tanto da fargli male.
Ma a lui non importa e si calma immediatamente al tocco di Katara, sospirando e passando la lama del coltello con il pollice.
Entrano senza difficoltà nelle camere del Signore del fuoco, passando attraverso una finestra durante la notte. Zuko conosce sorprendentemente bene la struttura del palazzo, anche angoli e posizione delle guardie che non si trovavano nei libri. Katara scuote la testa, pensando al respiro calmo dell'uomo che respira e che fra non molto sarà morto per mano loro.
Katara guarda Zuko, indicando il coltello, ma il pivello scuote la testa, mettendo nel fodero il coltello silenziosamente e guardandola fissa. Lei capisce tutto in un secondo e forma un coltello da caccia in ghiaccio.
Si pone con il coltello sopra il cuore di Ozai, con il braccio teso e scattante. Zuko impugna il manico dell'arma con la mano sinistra e fa prendere fuoco al coltello, una cosa incredibile visto che il fuoco non scioglie minimamente il ghiaccio ma lo circonda solo.
Così, unendo i loro poteri in quello strumento di morte, pugnalano l'uomo con le loro anime affilate e letali, trafiggendogli e bruciandogli il cuore in contemporanea.
Un rumore li fa agire veloci come fulmini e il secondo dopo sono attaccati al tetto con le gambe, guardando la stanza dell'uomo che si riempie di servi e guardie.
Appesi come pipistrelli siguardano sorridenti e felici per poi baciarsi.
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