December 21: Costume Party
(Ad halloween si incontra solo persone travestite, ma incontrare il proprio soulmate per via dello stesso travestimento non si è mai visto.)
<< Non è meglio se ti fai un buco sulla fronte? >>
<< Si, forse hai ragione. >> rispose Katara, tastandosi la pelle colorata e passando una penna nera a Suki. Questa si sporse verso di lei, dandole una bella vista del seno imbiancato stretto nel corsetto della sposa cadavere, per colorarle la tempia di nero.
Toph intanto stava testando la malleabilità delle zampe pelose che le aveva comprato qualche giorno prima, stava proprio bene con la faccia e tutto il corpo ricoperto di pelo nero, una bellissima e bassissima lupa mannara.
<< Secondo voi troveremo qualcuno di interessante alla festa? >>
Toph grugnì, grattandosi la testa spettinata e sistemandosi la barba finta sulla faccia << non so. È solo una festa di paese, non credo ci sarà gente interessante. Ma anche se ci fosse li batterei tutti a braccio di ferro comunque. >> concluse sorridendo furbescamente con gli occhi spenti.
<< Ma io intendevo che magari potemmo trovare forse, il nostro...ehmm... forse potremmo trovare...ehmmm... il nostro soulmate. >> balbettò Suki
<< Ahahaha >> risero le due ragazze in contemporanea, tenendosi la pancia e asciugandosi le lacrime.
<< Ma cosa dici! >>
<< Già. >>
<< Quella è solo una leggenda Suki. >> rispose Katara, posando una mano sulla spalla della ragazza affranta.
<< Non ho sentito mai nessuno che aveva trovato il proprio soulmate solo perché aveva lo stesso costume di halloween. Ahahaha >> sghignazzò Toph, passandosi l'indice sotto il naso in modo bambinesco.
<< È vero Suki, è solo una leggenda metropolitana che i genitori raccontano ai propri bambini per buttarli fuori di casa la sera di halloween. >>
<< Forse avete ragione ragazze >> Suki scosse la testa e si sistemò la tiara con il velo sulla testa << Allora divertiamoci da morire e basta. >> concluse sorridendoci dallo specchio.
*****
Quando salì in macchina, suo fratello Sokka le chiese scherzosamente se si fosse vestita da peperone verde. Katara lo guardò male e rispose scocciata che si era travestita da Frankenstein, non da peperone.
In macchina si fece un selfie con Toph licantropo e Suki sposa cadavere, per tenersi un ricordo di quella giovinezza che sarebbe corsa via tutta d'un fiato. Scesero dalla macchina già tutte rosse ed accaldate dalle risate e si diressero verso l'entrata di una splendida villa moderna, fatta di marmo nero, vetri e specchi.
<< Wow. È veramente una villa splendida, non credete? >>
Suki annuì
<< Assolutamente magnifica, guarda tutti questi decori e queste piante. >> disse rumorosamente Toph.
Non c'erano ne decorazioni ne piante dove stava puntando la ragazza, c'era solo uno specchio illuminato di blu e quindi le due amiche si misero a ridere di cuore, felici e leggere come delle piume.
Voglio che questo momento duri per sempre
Entrarono nella grande sala dove proveniva musica, urla e odore di sudore. Suki prese per mano Toph e si buttò nel tavolo degli snack e delle bibite alcoliche, guardandosi attorno attentamente, lasciando Katara da sola.
Frankenstein sentì poi la canzone "I Am You, You Are Me" dalle casse e cominciò a muoversi al ritmo lento e deciso della musica, scontrando i gomiti e la schiena contro altri persone, dopo pochi minuti le venne improvvisamente una sete da deserto del Sahara e quindi si bloccò, guardandosi attorno.
In quel momento vide un viso che non aveva mai visto prima, ma che le fece bloccare il battito e il respiro sul posto, il viso apparteneva ad un ragazzo alto e dai bei lineamenti, con il pomo d'Adamo molto sporgente e con delle spalle muscolose.
Anche lui era vestito da Frankenstein e Katara seppe che la leggenda metropolitana nominata da Suki non era una menzogna.
Si guardarono negli occhi per molto tempo, lasciando scorrere attorno a loro le persone, la musica e le bevande.
Poi un braccio sconosciuto colpì Katara sulla spalla, spezzando il contatto visivo dei due e lasciando la ragazza scocciata. Quando lei cercò di nuovo il suo copione non lo vide, si fece prendere quindi dall'agitazione e dall'ansia, aveva bisogno di vederlo come si aveva bisogno dell'aria quando si annega. Sgomitò e corse per tutta la grande sala scura, ma non lo trovò, lasciandola con un sapore d'amaro e di solitudine in bocca.
Chissà se l'avrebbe mai piùrivisto.
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