December 13: They were roommates
(continuazione del prompt precedente)
Il giorno successivo si presentarono da loro i due rispettivi superiori, avevano una faccia contrita ed uno di loro stringeva tra le mani una lettera con il nastro rosso, una lettera della massima importanza.
<< Si ecco – iniziò Suki, il capo di Zuko – Otowa ti ha riconosciuto dalla voce ed adesso ci sono spie in tutta la città che vi cercano. >>
<< COSA! ANCHE ME? MA NON MI HA NEMMENO VISTO! >> ribatté Katara, in piedi e sconvolta.
<< Invece si, sanno esattamente chi sei e come sei. >> le rispose Sokka, il suo capo.
Katara si prese il viso tra le mani e scosse la testa.
<< Comunque – Sokka si grattò la gola – io, Suki e il grande capo abbiamo deciso che per voi è meglio stare qui per un po'. >>
<< Ehhhh? >>
<< Per un po' quanto? >> chiese Zuko, con le mani intrecciate in grembo.
<< Diciamo, fino ad un mese dopo il 14 marzo. >> rispose imbarazzata Suki.
<< Ehhhh? >>
<< Ehhhhh? >> fecero in sincrono i due poliziotti.
<< Per forza. Ora vi stanno cercando perché voi non ci diate la notizia, ma dopo il colpo ideato vi cercheranno per vendicarsi. >>
<< MALEDIZIONE! >> gridò Katara, pestando un piede a terra.
<< Sarete coinquilini. È un ordine. >> dissero in coro i due superiori.
***
<< Zukoooooo... >> si lagnò la donna, seduta su un lato del divano, con le gambe distese.
<< Uhmmm... >> fece lui, versando il tè su due tazze.
<< Mi fanno male i piediiiiii... >>
Zuko appoggiò le tazze con il tè bollente sul tavolino poco lontano dal divano, si avvicinò poi alla donna, le alzò le gambe, sedendosi sul divano e appoggiando le gambe di lei sul grembo.
<< Cos? >>
<< Shhh. Rilassati >> disse Zuko, cominciando a massaggiarle i piedi con movimenti circolari e sicuri, scaldandole i piedi freddi con le mani calde di lui.
Katara gemé rilassata e si spalmò sul divano, senza aver più il controllo dei propri muscoli.
***
Katara rimase alzata fino a tardi per preparare i biscotti di sua nonna, fu accompagnata dal russare di Zuko e dalla luce lunare fino al momento in qui tirò i biscotti fuori dal forno e li mise dentro un sacchetto capiente.
La mattina dopo di svegliò all'alba, un trauma terribile per lei, solo per poter fare colazione inzuppando i suoi biscotti con il tè di Zuko.
<< Come fai a svegliarti così presto? >> gli chiese, scandalizzata
<< Io sorgo con il sole. >> rispose con un sorriso morbido e dolce l'uomo
<< E allora io sorgo con la luna. >> rispose sorridendo lei
<< Già, non so come tu faccia a stare in piedi fino alle tre di notte. Sei pazza. >>
<< Senti chi parla. >> risero entrambi sguaiatamente.
<< Comunque questi biscotti sono buonissimi. >>
<< Grazie, mi ha insegnato mia nonna la ricetta. >>
<< Tua nonna? >>
<< Già. Tu invece fai un buonissimo tè. >>
<< Grazie. >> gli occhi di Zuko si illuminarono e le rivolse un sorrise che avrebbe fatto impallidire il sole.
Katara rimase imbambolata a fissarlo mentre l'uomo rispondeva:
<< Me l'ha insegnato mio zio. >>
<< Sai cucinare? >> gli chiese Katara, non capiva il motivo ma voleva sentire parlare questo splendido uomo che aveva un sorriso così bello.
<< No, l'unica cosa che so fare è il tè. >> rispose lui, con le guance arrossate.
Che carinooooo pensò la donna.
***
<< Senti Zuko, posso mettere il mio spazzolino da denti nello stesso bicchiere del tuo? >>
<< Si, certo. >>
<< Posso anche lavarmi i denti con te? >>
Zuko aggrottò la fronte, guardandola confuso.
<< Ho sempre odiato lavarmi i denti da sola. >>
<< Quindi vuoi che te li lavi io? >>
Katara si mise a ridere, piegandosi in due.
<< Non in quel senso! Voglio solo lavarmi i denti con te affianco. >>
<< Ah. >> Zuko annuì e si mise a spazzolarsi i denti, Katara gli si mise affianco e cominciò a spazzolarsi anche lei. A metà procedimento le venne un idea bizzarra.
<< Zuko? >>
<< Uhm. >>
<< Quello che hai detto prima mi ha ispirato. Mi lavi i denti? >>
Zuko si risciacquò per l'ultima volta la bocca e prese tra le mani lo spazzolino della donna, poi si mise a lavarle i denti con precisione e dovizia.
***
<< Katara, ci stai mettendo una vita a farti la doccia! >> disse l'uomo, entrato nel bagno con lo sguardo abbassato per non vedere attraverso il vetro della doccia appannato.
<< Scusa! Tanto non abbiamo altro da fare no? >>
<< Lo so, ma ho appena finito i miei esercizi e ho messo a bollire l'acqua per il tè. Mi faccio schifo sudato così. >>
<< Uhmm... >> rispose Katara, aprendo il box doccia.
<< Facciamo la doccia insieme allora. >>
<< Uh? >> feceZuko, alzando lo sguardo e guardandola, fu uno sbaglio madornale per lui. Zukoera un uomo debole e in quel momento l'acqua del tè poteva anche esplodere edistruggere mezza casa, lui era debole e quindi si spogliò come un lampo e s'infilònella doccia con Katara.
Wow! Non ho nenache una stellina! Credo che la mia scrittura faccia proprio pena ahahah. Ma tanto sò che ci sono poche fan della Zutara italiane su wattpad ;)
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