S-p-l-e-e-n

Lo spleen mi ha preso. Una disgrazia infinita, signori miei! Una vera disgrazia per una santa ragazza del ventunesimo secolo che si deve affacciare a promesse di primavere infinite; luci violacee che tagliuzzeranno le ore in minuti in secondi per quanto ci si divertirà alle feste. Si si, in quelle feste dove i bicchieri colmi di drink dai nomi più bislacchi rimangono in sospeso tra le dita dei commensali. Quei bicchieri si vedono nei film, spesso.
Destra sinistra destra sinistra destra sinistra destra sinistra....oscillano, in bilico tra la sopravvivenza e il ridursi in frantumi con spargimento di liquido amniotico dove ci si affoga per dimenticarsi la merda che ci insozza la settimana: dall'alba tagliente del lunedì fino al torpore dell'azzurro inoltrato di domenica mattina. Ecco, signori miei, io ci provo a comportarmi da santa ragazza del ventunesimo secolo.
Sveglia in un'ora dignitosa,colazione, traduzione di latino o greco (greco mi stomaca troppo, preferisco latino), mare, torpore e replica della mia tabella di marcia. A dispetto dello Spleen che mi infetta gli umori, a dispetto dei cadaveri di emozioni che si accumulano nel cervello come gli uomini infettati dalla peste, mi sono redatta la tabella di marcia.
Guai se non rispetto la tabella di marcia, GUAI! Il filo della stabilità si disfa, si sparge a casaccio in tutte le direzioni e io rimango così, ferma, nella selvatichezza della mia ansia.
Quando sto in ansia, non c'è da stare allegri, no no. Essa si dirama nel mio corpo, cresce, si impossessa di me e io, come una posseduta, mi muovo a caso; piango a caso; vomito cose a caso e prego di ritornare nel mio cantuccio, a bere tè zuccherato con la noia.
A proposito di zucchero, mi devo ricordare di andare dallo psichiatra pre prendere le mie medicine per combattere lo Spleen. Sono specifica sulle medicine; le mie papille gustative tollerano solo dolcezza, dolcezza fino alle carie e alle convulsioni, pertanto mi occorrono caramelle con dentro le sostanze chimiche della felicità.
E voi mi direte "Ma starà cercando di attirare l'attenzione, l'isterica! Siccome non ha un cazzo da fare, finge di soffrire di nichilismo e rimane infangata nella sua flemma. Tipico degli adolescenti disgraziati. Un giorno la prenderemo a bastonate e si calmerà, diverrà la santa ragazza del ventunesimo secolo. Sarà un gioco da ragazzi!"
Per quanto mi riguarda, ammiro i giovani che espongono finti disagi per avere gli occhi puntati su di loro. Attirare l'attenzione è un lavoro redditizio e molto complesso. Richiede concentrazione, la capacità di modulare la voce, di spezzarla nel momento più opportuno, di piangere al passare di un gruppo, di solcare le vene con tagli profondi -occorrono lame di ottima affilatura-, riempirsi di cibo o privarsene fino ad appassire, di sbattere la testa urlando quando si sta in una folla. La folla deve accorgersi dei suddetti soggetti e nutrirli di parole affettuose, abbracci e medicinali. Credetemi, sono meglio dello stipendio a fine giornata lavorativa!
Sarei incapace di tormentarmi per avere la vostra attenzione, troppo incapace a simulare la sofferenza. Ho frequentato un corso di teatro per un anno e sono stata buona solo a scrivere monologhi deprimenti sulla guerra...
Come si potrebbe guarire da questo veleno che ti annebbia, ti entra in gola, ti soffoca, ti sussurra sinistre rivelazioni e volontà di morte, ti butta sulle scale, ti inietta di eroina, di baci che poi sono morsi? Lo Spleen è così: ti culla come una brava madre e ti abbandona al tuo destino, lasciandoti perire di overdose o che so io.
Dovrei pregare di più, camminare, respirare i fiori e le foglie che verdeggiano il cielo, nutrirmi di vitamine e sorridere. Ma che ne sa l'incenso, il prete che invetra il suo sguardo nel nostro della mia miseria? Che ne sa Dio, bravo a scroccare tempo e soldi dai fedeli? Ai fiori poi provoco ribrezzo, ma talmente ribrezzo da farli intirizzire di brutto! Se li vedeste, sembrerebbero piccoli feti abortiti nell'indifferenza umana.
Le verdure, le verdure! Odio prendermi cura di me per cento volte per poi distruggermi altre volte cento. Sorridere mi stanca troppo.
Signori miei, attenzione allo Spleen, vi prego, fa male e non si guarisce facilmente!

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