La risposta di Silvia🌸
Ricordo ancora la primavera
della nostra gioventù;
io ero nella mia stanza, a cantare
promesse d'amore che si perdono
nel vento, boccioli di baci fugaci
e tu urlavi muto il tuo dolore,
nel chiuso dello studiolo,
tra le polveri di un passato da gettare
via.
Le mie dita danzavano sulla tela,
il sole si rinfrangeva sugli olmi nudi
e la morte bussava alla porta.
E io non me ne curavo,
come non mi curavo dell'infelicità
che assale gli uomini,
intrappolandoli tra i suoi gorghi scuri
Una preghiera di speranza
dormiva sulle mie labbra,
in procinto di librarsi nell'etere.
Adesso, io, morta
Come posso sperare e pregare?
Sento ancora il tuo urlo silenzioso
Giacomo, ti prego, smettila di soffrire.
Hai fatto abbastanza per noi
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