CAPITOLO 9 - 9.1 Sorprese e desideri
L'autobus ripartì avvolto da una nuvola di smog. Al diradarsi del fumo, quattro sagome erano una di fianco all'altra, di fronte alla salita del tempio.
Akane si stiracchiò: il viaggio era stato lungo, noioso e scomodo per via dei sedili vecchi.
"Cough, cough! Per fortuna in montagna si respira aria pulita", protestò Kawanari, agitando la mano per liberarsi dell'odore di scarico.
"Non cominciare a lamentarti. Siamo in ritardo e il nonno ci starà aspettando", lo ammonì Taiki dai primi scalini.
"Ma quanti sono?", continuò petulante Kawanari.
Come suo solito, aveva con sé uno zaino degno di una settimana di vacanza e poco ci mancò che lo facesse cadere, mentre contava i chilometri di scale che avrebbero dovuto percorrere.
"Sapevi benissimo che questa è l'unica strada", mise le cose in chiaro Akane. "Non so perché ti ostini a caricarti come un mulo."
Per la capoclasse quello avrebbe dovuto essere un week end perfetto. La sola cosa che le mancava era un'occasione che alla fine sembrava essersi presentata. Aveva deciso infatti che avrebbe dichiarato il suo amore a Taiki nella magica cornice del tempio Togashi, nella speranza che anche lui avrebbe ricambiato gli stessi sentimenti. Concentrata in quei magici sogni, inciampò e sarebbe caduta se non fosse stato per il braccio che la soccorse.
"Akane, tutto okay? Meglio se dai a me la borsa e tieni d'occhio dove metti i piedi. Se ti facessi male come in gita sarebbe un bel problema", la rimproverò Taiki.
Lei arrossì di colpo e sentì il cuore uscirle dal petto.
"No, no, no! Ti assicuro che posso fare da sola, mi sono distratta per colpa di Kawanari. Però, se non ti dispiace, potrei starti vicino? Mi sentirei più sicura."
Taiki annuì e guardò verso l'alto con le mani a megafono.
"Miu, va' pure avanti. Se ci fossero problemi chiamaci."
L'amica, che aveva già percorso un bel tratto di salita, era ferma ad aspettarli e alzò il pollice in segno di assenso.
"Ehi", ansimò Kawanari, "se ci tieni a portare uno zaino c'è sempre il mio."
"Tu raggiungimi", rispose Taiki beffardo, "poi ne parliamo."
◾◾◾
"Finalmente, ragazzi. Non sapevo più che cosa commissionare a mio nipote per tenerlo lontano da qui. Sareste dovuti arrivare più di un'ora fa", li rimproverò il signor Togashi con le braccia incrociate dietro la schiena e Miu al fianco, fresca come una rosa. "Non dovevate essere in quattro?"
"Sì, non si preoccupi", lo rassicurò Taiki dando un'occhiata alle proprie spalle.
"Ah! Questi giovani d'oggi non hanno più i muscoli di una volta. Ma aspetta, Taiki caro, devo ricredermi. Ti trovo in gran forma. E questa bella signorina chi sarebbe?"
"Molto piacere, sono Tamura Akane. La ringrazio per l'invito, signor Togashi", si presentò lei, cercando di non dare a vedere quanto fosse sfiancata.
"E io", irruppe una voce dal basso, "sono Ono Kawanari. Molto lieto."
"Bene, se ci siete tutti andate a nascondervi in dispensa, così quando Eiji porterà la spesa potrete farlo spaventare."
"Ma ci siamo solo noi? Gli altri non sono ancora arrivati?", domandò Taiki.
"Sono in cucina a darsi da fare. Eiji li saluterà dopo i... suoi... cugini", scandì il nonno, bloccandosi per un attimo prima di correre via. "Su, su, è tardi. Da questa parte."
Akane non aveva idea di come quel vecchietto potesse essere così veloce, tuttavia non poteva mostrarsi debole di fronte a Taiki e si fece forza, arrivando alla stanza per prima. Miu entrò poco dopo trascinando Kawanari, Taiki invece, oltre al proprio bagaglio, pensò all'enorme zaino dell'amico.
Passarono circa una decina di minuti e alcune voci li allertarono.
"Nonno, porto la spesa in cucina e la sistemo."
"No, no. Da bravo, va' a riporla in magazzino. Per questa sera ho già preso tutto."
Al suono di passi che si avvicinavano, Akane si ricompose, Miu si accertò che il morto fosse sveglio e Taiki mimò un conto alla rovescia. Quando la porta si spalancò i ragazzi lanciarono un urlo in coro.
"SORPRESA!"
I sacchetti che Eiji reggeva finirono a terra con un tonfo e lui si contorse per lo spavento. Subito dopo un sorriso gli si stampò in viso e saltò addosso ai quattro per abbracciarli.
"Ragazzi, che ci fate qui?"
"Non potevamo non festeggiare insieme il tuo compleanno", precisò Akane.
"Non so che cosa dire, siete i migliori."
Kawanari scoppiò a ridere e si tenne la pancia.
"Lo so io che cosa dirti: in fotografia non rendevano affatto! Hai abbassato la cresta, eh, galletto?"
"Il peso della responsabilità, scodella!", esclamò Eiji che, con un abile movimento, si portò alle spalle di Kawanari scombinandogli il caschetto.
Tornata alla calma la situazione, il monaco ne approfittò per salutare come si deve Taiki, con la loro stretta segreta.
"Chi se l'aspettava di trascorrere un compleanno così?"
"Devi ringraziare tuo nonno: senza di lui non sarebbe stato possibile", disse l'amico che sorrise al signor Togashi in avvicinamento.
"E bravo, nonnino. Furbo da parte tua cacciare all'ultimo i tuoi allievi perché non eri dell'umore adatto."
"Più tardi potrai rimproverarmi. Ora avete tutti del lavoro da sbrigare: Eiji, Miu, prendete le casse e venite con me in cucina. Voi due, ragazzi, seguite Taiki e portate gli zaini... e quella specie di enorme valigia, in camerata. Taiki, ti ricordi quali sono le stanze da usare?"
"Le ragazze subito a sinistra. Invece a destra, in fondo al corridoio, noi maschi."
Il nonno annuì e fece cenno agli aiutanti designati di seguirlo, dirigendosi verso l'ingresso della struttura principale. Akane li osservò: Eiji e Miu sembravano molto felici di rivedersi; lei, in particolare, aveva un atteggiamento decisamente sereno rispetto al solito. Concentrata su di loro, sentì il signor Togashi chiedere di una sorella, ma erano già lontani perché il discorso le arrivasse chiaro. Di sicuro non era importante quanto il buffetto complice che la compagna assestò a Eiji, che rideva di gioia alle sue parole.
Un sorrisetto malizioso sollevò le fossette della capoclasse.
Quindi, quei due hanno una tresca, come pensavo... Ma, certo! Taiki è sempre gentile con Miu perché glielo ha chiesto Eiji. Tornerebbe tutto e ho ben due giorni per scoprire la verità. Non mi lascerò sfuggire l'occasione.
Entrati in un edificio distaccato dal resto del complesso lei, Kawanari e Taiki, fecero capolino in un disimpegno ampio e luminoso. Quest'ultimo si fermò indicando la prima porta.
"Qui c'è la vostra stanza, Akane. Ti dispiace se ti lascio lo zaino di Miu?"
"Niente affatto."
"Grazie. Tra cinque minuti ci troviamo fuori per andare dagli altri."
La capoclasse recuperò la seconda borsa e restò a guardare gli amici proseguire fino all'ultima camera, poi si girò per analizzare l'ambiente: nonostante le grandi dimensioni era caldo e accogliente, ed erano già presenti altri bagagli. Al centro, abbandonata senza la minima cura, c'era una sacca da palestra semiaperta; alla sua sinistra, una bella valigetta firmata era sormontata da una borsetta elegante e coordinata. A mancare erano solo i *futon.
"Quindi ci sono due cugine. Sarebbe stato meglio se io e Miu fossimo state sole per parlare in pace. O, magari, le parenti di Eiji potrebbero giocare a mio favore."
Decise quindi che la compagna se ne sarebbe stata tra lei e le estranee, nella zona libera di fronte alla porta, cosicché si sentisse in famiglia. Dopotutto, un giorno quelle tre avrebbero potuto chiamarsi cuginette a vicenda, ed era importante che si conoscessero meglio.
◾◾◾
"Sono contento che le camere non siano state preparate, così potrò scegliere il materasso migliore", stava dicendo Kawanari quando Akane raggiunse l'esterno.
"Eccomi, sono pronta. A quanto pare avremo due ospiti in stanza. Quanti hai detto che dovrebbero essere i cugini di Eiji?"
"Non so se l'ho detto. Sei in totale, ma potrebbero non essere ancora arrivati tutti. Da noi ci sono solo due zaini", rispose Taiki.
"Spero che l'essere fastidiosi e saccenti non sia una prerogativa di famiglia. Faccio già lo sforzo di sopportarne uno con quella tempra, figuriamoci quattro", aggiunse Kawanari con una smorfia.
Taiki ridacchiò, nonostante avesse l'espressione stranamente tesa, ma Akane trovò che fosse molto carino anche con quell'aria impacciata.
Aperta la porta della cucina li travolse un'assoluta confusione: due ragazzini si dimenavano vicino ai fornelli, trattenuti da un uomo altissimo, mentre una ragazza con il grembiule più elegante che Akane avesse mai visto, rideva con infinita grazia. Miu ed Eiji stavano confabulando, lui appariva disorientato, ma nel vederli andò loro incontro.
"Allora, cugini, questi sono Akane e Kawanari, due miei carissimi amici ed ex compagni di classe. Taiki lo avete già conosciuto... qui... al tempio... in altre occasioni... in anni... passati, giusto?", sorrise al quartetto. "Invece, ragazzi, loro sono..."
Kawanari lo superò con gli occhi che brillavano, senza prestargli la minima attenzione. Come attratto da una visione celestiale, in un sussurro stridulo, riuscì a pronunciare solo poche parole.
"Cometa Fire, sei tu?"
"Ma che cavolo dici?", domandò Eiji dandogli un pugno in testa. "Lei è mia cugina Yumiko."
La ragazza non badò a quello strano comportamento e sorrise a Kawanari che, del tutto perso, senza aver avvertito il colpo ricevuto, le strinse le mani inginocchiandosi al suo cospetto.
Eiji allora incrociò le braccia e indicò l'altro estraneo.
"E di sicuro sarà un piacere per te conoscere Watanabe, suo marito."
Kawanari si congelò: per fortuna i rumori nella stanza impedirono di sentire il crack del suo cuore spezzato.
"E infine, questi sono Sayuri e Kalooy, i loro figli."
I due ragazzini si posizionarono di fronte a Eiji e da bravi soldatini educati si esibirono in un piccolo inchino. Akane ricambiò, ma restò chinata per guardare meglio in faccia Kalooy.
"Che occhi particolari, non ne avevo mai visto di un violetto così acceso. Sono bellissimi! Però", si avvicinò sussurrando, "non sono naturali, dico bene?"
Lui li sgranò, strappando di mano il cellulare a Sayuri per passarselo davanti alla faccia. Ci vollero più di un minuto prima che lo restituisse alla proprietaria e gli si stampasse in viso un sorrisetto innaturale.
"Sei sempre il solito", lo ammonì Sayuri. "Ti avevo detto che non ci sarebbero cascati. Non è che se vuoi diventare un *cosplayer professionista devi travestirti anche quando siamo tra amici."
Akane passò la mano tra i capelli boccolosi di Kalooy.
"Su, non preoccuparti, non l'avrei mai indovinato se non fosse che, frequentando questo impiastro, ho fiuto per certe cose."
Kawanari si risvegliò dallo shock.
"Avete detto cosplay? Sei fortunato che i tuoi genitori ti facciano cominciare così presto. Dimmi, da cosa ti sei vestito? Dove compri i props? Ti cuci tutto da solo? E cosa ne pensi del blog del momento, NerdHeroPlayer? Ne parlano tutti ma, secondo me, c'è troppa spazzatura."
Kalooy continuò a sorridere con gli occhi rivolti a Sayuri. Entrambi tacquero di fronte allo sproloquio di domande, compresa Akane. Infine l'infervorato si calmò.
"Si vede che sei ancora inesperto, ma se ti servissero dei consigli, chiedi al sottoscritto."
"Grazie, signore", rispose Sayuri inchinandosi e obbligando il fratellino a fare altrettanto.
I due si spostarono da Taiki e lo trascinarono verso i fornelli.
"Vieni ad assaggiare le polpette. Il nostro PAPÀ è troppo bravo", disse Kalooy enfatizzando il titolo genitoriale.
"Ovvio, PAPÀ è un cuoco", precisò Sayuri.
"Adesso smettetela", provò a rimettere ordine Miu. "Lasciate finire Wata-vostro padre di cucinare. Se continuerete a rubare il cibo, non avrete più fame a cena e sono sicura che Taiki sia sazio: in autobus, oltre al suo pranzo, si è finito anche il mio e quello di Akane."
La capoclasse in quel momento avvertì lo stomaco brontolare. Durante il viaggio, l'amico si era lamentato di avere ancora fame e lei non aveva potuto tirarsi indietro dall'offrirgli il proprio cibo così ora, con tutti quei profumi, a malapena resisteva.
Il nonno sbucò dalla finestra e indicò un carrello in cortile.
"Mi servono due baldi giovani che mi aiutino a trasportare i futon nelle camerate."
"Watanabe, caro, vai tu. Con la tua forza sistemerai in un baleno. Ci penso io a controllare i tempi di cottura."
"Sì, Yumiko, cioè, te-tesoro. Subito."
Sayuri e Kalooy risero sotto i baffi e Akane non capì il perché di tutto quel divertimento. Forse era per via di Kawanari che seguì il loro padre e che rassicurò la moglie di quest'ultimo con fare da vero eroe.
"Non temete. Con me faremo più in fretta."
Eiji e Taiki si appostarono alla finestra per godersi la scena: l'amico provò in principio a muovere da solo il carrello, ma non si spostò di un millimetro, lamentandosi di una ruota rotta, infine cercò di sollevare un materasso senza successo.
Watanabe, forse per non offenderlo, con una mano spinse il carico e con l'altra sollevò il futon a cui Kawanari, elogiando la propria tempra, era avidamente aggrappato.
Akane avrebbe voluto sprofondare, ma sembrava essere l'unica a dare importanza a quel comportamento.
Eiji saltellò da Miu e si portò appresso Taiki.
"Noi pensiamo alla tavola."
"E agli addobbi", aggiunse il migliore amico. "Akane, ti dispiacerebbe aiutare Yumiko?"
"Fermo lì, Eiji. Sei il festeggiato, non devi muovere un dito", lo rimproverò la cuoca dando il mestolo sulla mano a Kalooy. "Non si rubano gli *onigiri! Piuttosto, amorini della mamma, il vostro cuginetto è un campione di acchiapparella. Perché non lo portate fuori a giocare?"
Sayuri non se lo fece ripetere che aveva già afferrato Eiji per un braccio per trascinarlo all'esterno con una forza disumana. Kalooy, portato a termine il furto, li seguì. Miu e Taiki infine si allontanarono.
Quando Akane si guardò attorno si erano tutti dileguati. Però me lo ha chiesto proprio lui di aiutare in cucina...
"Eh, i figli. Sono così impegnativi", sospirò Yumiko mescolando la zuppa.
"Lo sa che più che la madre sembra la loro sorella maggiore?"
"Dammi pure del tu, cara, non farmi sentire vecchia. A quello ci pensano le mie pesti."
"Mi dovrai svelare il tuo segreto. Scusa se sono sfacciata, ma non ti avrei dato più di venticinque anni."
"Me lo dicono tutti. Io e mio marito ci siamo conosciuti e sposati molto giovani, ma ormai andiamo entrambi per i quaranta."
"Sul serio? Mi piacerebbe conoscere la vostra storia, sembrate usciti da una favola."
"Magari più tardi te la racconterò."
Passò ancora qualche minuto, cadenzato dai sospiri di Akane di fronte al forno, quando Yumiko la sorprese.
"Senti, non vorrei che ti stessi annoiando. Puoi raggiungere i tuoi amici se preferisci."
Akane si riempì di gioia e accettò: doveva assolutamente controllare cosa stessero combinando quei due.
Con una certa fretta raggiunse la sala da pranzo dove tutto era a buon punto: Taiki aveva quasi finito di sistemare i piatti e Miu stava appendendo lo striscione HAPPY BIRTHDAY. Non stavano parlando, soprattutto non erano vicini, il che era un buon segno.
"Il cibo è quasi pronto, per caso vi serve aiuto?"
"No, anzi, tra poco saremmo venuti a vedere se serviva a voi una mano con i vassoi", rispose Taiki.
"Ah, ehm, okay..."
Senza quindi un vero motivo per restare, Akane rientrò in cucina dove Yumiko stava impattando dei fagottini.
"Scusa se te lo chiedo: ti andrebbe di andare a controllare che Watanabe abbia portato i futon in camera? Timido com'è non avrà messo piede nella nostra stanza e li avrà lasciati fuori dalla porta."
Oh, certo. Perché no?, pensò stizzita, poiché se fosse andata al dormitorio non avrebbe potuto portare il cibo in tavola insieme al proprio innamorato. Ma se avesse fatto di corsa...
"Volo!"
In un lampo raggiunse la meta e spalancò la porta della stanza delle ragazze in cui trovò Kalooy e Sayuri concentrati a distribuire futon e cuscini.
"Ciao, amica di nostro cugino", la salutò Kalooy.
"Mi chiamo Akane."
"Fa lo stesso. Guarda come siamo stati bravi", disse Sayuri mettendosi al suo fianco per ammirare il proprio operato.
Akane si grattò la guancia nervosa perché era tutto a soqquadro, ma non ebbe il coraggio di dire ai bambini che non era il caso di fare un fortino con i guanciali.
"Su, voi due, andiamo. Oh, signorina Akane, viene con noi?", domandò Watanabe alle loro spalle con Kawanari accanto stanchissimo.
I monelli corsero via e si dileguarono.
"Mi dia pure del tu, signor Watanabe."
"Allora insisto perché lo faccia anche tu con me", rispose lui con un morbido sorriso, cedendole il passo con un inchino.
Quest'uomo è davvero gentile, Yumiko è proprio fortunata!
----------------------------------------
NOTE:
*Futon: letteralmente "materasso arrotolato". È in cotone, rigido, ma sottile e arrotolabile.
*Cosplayer: persone che realizzano e indossano un costume che rappresenta un personaggio di un anime e/o videogioco e che ne interpretano il modo di agire.
*Onigiri: è uno spuntino tipicamente giapponese, composto da una polpetta di riso bianco, con un cuore di salmone o tonno. Di solito l'onigiri ha una forma triangolare, con una striscia di alga nori su un lato per poter essere afferrato comodamente.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top