CAPITOLO 6 - 6.2 ...prime bugie
Il signor Fujita rimase in ascolto dei passi che salivano le scale e attraversavano il corridoio, in un susseguirsi di rimbombi tra il bagno e la camera del suo ospite. Taiki era rientrato.
Sono così felice che stia tornando in forma, ed è tutto merito del club di nuoto. Eh, se penso che ha persino deciso di alzarsi presto la mattina per andare ad allenarsi...
Il capo aveva già consumato la colazione e si apprestava a servirla al giovanotto quando questi si palesò: cravatta slacciata, camicia in disordine e giacca accartocciata sotto il braccio.
"Buongiorno, signor Fujita."
"Buongiorno, Taiki, soddisfatto degli esercizi?"
"Eccome!", rispose, masticando bocconi di pancake più grandi di quanto la sua bocca potesse contenerne.
Fujita, con il giornale in una mano e una tazzona di caffè nell'altra, lo scrutò con il sorriso rivolto alla pagina sportiva, senza disturbarlo.
Finito il pasto, Taiki raggruppò i piatti per portarli in cucina.
"Senta, capo. Sarebbe un problema se tra un paio di giorni prendessi un permesso? Dovrei fermarmi a scuola per fare una ricerca con alcuni compagni e non so quanto tempo ci vorrà."
"Ah, ma sicuro. La scuola viene prima di tutto. Se avessi bisogno di aiuto rivolgiti pure al sottoscritto."
"Va bene, grazie, lo farò di sicuro. E grazie anche per la colazione", disse in fretta Taiki, fuggendo verso l'uscita.
"Sì, sono proprio felice", mormorò bevendo un abbondante sorso di caffè.
"E come pensi di aiutarlo se non hai nemmeno finito il liceo?"
La voce cinguettante di Naora, giunta di soppiatto alle spalle del padre, gli fece andare di traverso il caffè. Tossicchiando, Fujita cercò di far finta di nulla, provando a ricomporsi e bevendo di nuovo.
"Eh, il nostro piccolo Taiki inizia a usare le prime scuse per uscire con le ragazze, lo hai notato?"
Un getto incontrollato di bevanda finì sulla faccia stampata del sindaco.
"Pensavo che quella dello studio fosse passata di moda", proseguì la figlia imperterrita. "Sarà colpa di quella signorinella?"
"A-allora, q-quando tornerà gli dovrò fare u-u-u-un discorsetto", ribatté Fujita, paonazzo fino alle orecchie, mentre cercava di asciugare il disastro.
"Giusto, papi. Avrà di sicuro bisogno dei tuoi sapienti consigli", sogghignò Naora per poi sparire canticchiando nella sala principale.
In classe c'era un gran fermento. Radunata vicino al banco di Kawanari c'era l'intera rappresentanza maschile e, quando entrò, anche Taiki venne invitato a unirsi al gruppo.
"Guarda: è uscito il nuovo numero delle Galaxy Knight Princesses e hanno un nuovo look. Sono molto più sexy così, non trovi?"
Al centro della scena tre ragazze in armatura, con scollature appariscenti e vertiginosi spacchi su lunghe gonne velate, stavano ognuna in una posa eroica spiccando su uno sfondo nero, cinte in un metaforico abbraccio da un palese cattivo.
Taiki annuì distratto: la sua attenzione era tesa a controllare se Miu fosse arrivata. Lungo il tragitto dal ristorante alla scuola non era riuscito a fare a meno di pensare a quanto dovesse sentirsi schiacciata dalle responsabilità, e anche sola, in quel mondo del tutto diverso dal proprio. Inoltre, ciò che era capitato a lei e alla sua famiglia doveva essere stato terribile.
Chissà, magari Eiji potrebbe saperne di più...
In quel preciso momento, una pagina in bianco e nero gli si spiaccicò sul naso bloccandogli la visuale.
"Guardale meglio. Non ti pare che lei somigli molto ad Akane? Potrei regalarle il costume ufficiale, sarebbe un'ottima cosplayer."
Lui annuì di nuovo, ma si defilò dall'estasiato amico non appena si distrasse con altri compagni. Una volta al sicuro, tornò alla sua precedente occupazione: rintracciare Miu.
"Ciao, Taiki, che succede?", domandò Akane passando accanto al trambusto.
"Io e Taiki pensavamo che saresti perfetta come Galaxy Knight Princess", disse Kawanari che esibì all'amica la copertina del manga.
La capoclasse si scostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, esaltando il rossore del viso.
"Da-davvero, Taiki? Pensi che sarei adatta?"
"Ma no, ecco, cioè sì, no, io, voglio dire, Akane, sì, staresti benissimo, però non so... scusatemi", balbettò.
Per fortuna la sua salvezza comparve all'ingresso dell'aula con un quaderno in mano.
"Grazie per essere arrivata. Sarai felice di sapere che per l'incontro ho la giornata libera."
"Perfetto", sorrise Miu. "Tieni, questi sono gli appunti di matematica. Ti ricordi che fra tre giorni c'è il test? Ti conviene iniziare a studiare, così puoi dirmi se c'è qualcosa che non hai capito."
"Ah, ah, ah... Oggi avevo proprio deciso di dedicarmi alla trigonometria", ribatté lui con falsa gioia, ma Miu non ci badò.
"Ci troveremo verso le otto, come per andare a scuola, poi andremo in spiaggia e raggiungeremo Zemlyan attraverso il mare."
"Non potremmo, che ne so, usare la fontana del parco? A quell'ora non ci sarà nessuno. E, a proposito, devo indossare qualcosa di particolare?"
"Più grande è il bacino d'acqua meno energia dovrò utilizzare. Ti consiglio un costume, nasconderemo i tuoi vestiti per quando torneremo, così avrai il cambio asciutto."
"Vuoi che resti in costume davanti a tua sorella, una regina, e a chissà chi altro, per tutto il giorno?"
"Certo che no. A Zemlyan non ti serviranno i vestiti, non manterrai una forma umana."
"In che senso?"
"Beh, i Custodi assumono le sembianze della propria Virtù, ma non preoccuparti: mentalmente rimarrai te stesso."
"E si può sapere quando pensavi di dirmelo?"
Miu socchiuse gli occhi pensierosa e rimuginò tra sé.
"Te lo sto dicendo ora! Ti spiego meglio: ogni Virtù è associata a un colore e a una creatura. Avrai notato che il tuo amuleto è verde e ha la forma di un drago. La tradizione vuole che quello sia l'aspetto di Coraggio."
Taiki estrasse l'oggetto da sotto la maglia e cominciò a fantasticare.
"Quindi io sarò un drago? Il nemico non potrà niente contro di me!"
"Ciao, Miu, ben arrivata", la salutò Akane con uno sguardo di rimprovero fisso su Taiki. "Per domani, ho prenotato una stanza al karaoke in centro. Stavo per dirlo al qui presente, ma è scappato. Vi andrebbe di unirvi? In vista di Halloween hanno caricato dei nuovi brani e..."
"No, grazie", risposero in coro gli invitati.
Nel silenzio imbarazzante che si creò, Taiki vide dallo sguardo della capoclasse che stava per farsi un'idea sbagliata e tentò di rimediare.
"Il fatto è che sono impegnato con il ristorante e tra qualche giorno ci sarà il test. Non voglio prendere un'insufficienza."
"E immagino che anche tu debba studiare, Miu."
"No, io odio cantare", rispose con il solito fare tranquillo.
La spiegazione sembrò fallire perché l'interessata fissò entrambi sospettosa.
La campanella avvisò la classe dell'inizio della lezione e Akane invitò tutti a tornare ai propri posti. Per il resto della giornata, occhiate furtive e sbuffate tutt'altro che silenziose, fecero trasalire Taiki in diverse occasioni e lui, in cuor suo, cercò di persuadersi che quelle piccole bugie fossero a fin di bene.
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