CAPITOLO 24 - 24.4 Legge e morale
Dedicato a: @i_sogni_sondesideri
Heiko si presentò all'incontro con ineccepibile puntualità. Nell'aula gli stessi quattro ragazzi del giorno precedente si stavano scambiando impressioni su alcune compagne d'istituto e notato il nuovo arrivato lo invitarono a entrare, scusandosi per essere stati poco accoglienti.
"Perfetto, ci siamo tutti", li sorprese la presidentessa. "Ehm, Heiko, questi sono i componenti del club. Siamo il numero minimo per poterne tenere in piedi uno, ma la volontà e lo spirito combattivo non ci mancano! Quindi, se deciderai di restare, sarai il benvenuto."
"Grazie, Hara. Ho già deciso di iscrivermi", disse il principe porgendole un foglio. "Mi piacerebbe capire come gestite gli incontri."
"Allora, di solito scegliamo degli argomenti, li analizziamo dividendoci tra sostenitori e oppositori e, a turno, uno di noi fa il moderatore. Ci alleniamo in questo modo per raggiungere un unico obiettivo: la coppa inter-liceale. Gli anni scorsi non è andata benissimo, ma questo sarà diverso, lo sento!", esclamò la giovane con le mani sui fianchi e lo sguardo smarrito in un orizzonte meraviglioso.
"Brava, Yumiko. Grazie a te ce la faremo di sicuro", la sostenne uno dei ragazzi, seguito a ruota dagli altri tra smancerie e complimenti.
Dopo un paio d'ore di abbondanti discussioni, Heiko fu felice di andarsene libero dai dubbi: l'umana era a tutti gli effetti la scelta del Cervo. Durante la riunione si era alzato su invito di Yumiko e raggiunta la lavagna aveva preso dalla sua mano il gesso, sfiorandole le dita di proposito. La sensazione che aveva provato lo aveva convinto del tutto.
"Kana, ho una splendida notizia. Ho rintracciato la mia Custode", disse alla sorella sulla via di casa, raccontandole i dettagli dell'incontro. Prima di congedarsi, però, aveva sentito di doverle fare una richiesta.
"Non le racconterò subito la verità. Sembra abbia un desiderio da realizzare e data la delicata richiesta a cui la dovrò sottoporre, sono convinto che debba avere la possibilità di concludere il suo percorso. In qualunque caso, se dovessi avvisarmi che ci sono cambiamenti in atto, non indugerò. Ho il tuo permesso?"
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Dalla sera del colloquio, le giornate di Heiko si fecero umanamente ordinarie. L'avvicinamento a Yumiko assunse una piega naturale e i mesi si susseguirono veloci tra lo studio, gli esami e gli incontri del club, un passatempo che acquistò un grande valore.
Dopo un inizio guardingo nei suoi confronti era riuscito ad aprire una breccia nella dura scorza dei pregiudizi di intoccabilità che lo perseguitavano anche in quell'ambiente, trasformandolo, oltre che in elemento prezioso, in un amico.
Le fasi preliminari delle gare tra licei filarono lisce e per quanto Heiko sapesse che il merito era tutto nella preparazione, nonché determinazione, di Yumiko, le voci di corridoio lo indicavano come l'autore dei loro successi.
Lei non se la prese, le importava il risultato, tuttavia per gli scontri più importanti Giustizia imparò a utilizzare un curioso espediente, suggerito da Ikki, per convincere il gruppo a impegnarsi di più: se avessero fallito, la dea ne sarebbe rimasta delusa. E alle porte dell'anno nuovo erano i finalisti della competizione.
"Heiko, ben arrivato. Passato bene il Natale?", lo salutò uno dei ragazzi.
"Sì, ti ringrazio. Voi invece?", ricambiò entrando in aula e raggiungendo il solito quartetto.
Yumiko era in ritardo, così i presenti ne approfittarono per scambiare chiacchiere di circostanza sulle vacanze appena trascorse. Il malcontento sul pungente freddo li aveva messi tutti d'accordo, ma Heiko non poté non pensare che Miu e Kalooy si sarebbero divertiti molto con quella neve che stringeva la città nella sua morsa ormai da diversi giorni.
L'incedere di una corsa in corridoio seguì lo scorrere repentino della porta e mostrò Yumiko in tutta la sua bramosia. Con sé aveva un plico di fogli che sventolò energicamente per poi gettarli sulla cattedra, raccogliere il gesso e iniziare a scrivere.
"A-n-t-i-g-o-n-e", lesse Heiko provando a figurarsi che cosa potesse significare.
"Lo so, è un tema spinoso", disse la presidentessa interpretando le facce perplesse che la scrutavano, "però ricordatevi che è l'ultimo dibattito e, considerato ciò che siamo stati in grado di fare, mi aspetto che sapremo portare avanti una discussione ben articolata, fatta di argute osservazioni e tesi convincenti. Inoltre, dato che spettava a noi la scelta dello schieramento, spero non vi dispiaccia se ho già detto al professore che saremo dalla parte di Antigone..."
"No, hai fatto benissimo."
"Certo che no! Ottimo lavoro, come sempre."
"La scelta migliore a mio parere", dissero a turno i compagni annuendo orgogliosi.
Anche Heiko sentì di potersi fidare della, probabile futura Custode, ma non avvertì il bisogno di adularla. Tornato il silenzio, Yumiko consegnò un plico a ognuno.
"Mi sono attardata a fare le fotocopie. Come vedete il mito di Antigone sarà la base per parlare dello scontro tra la legge morale e quella giuridica. Troverete i dettagli sui fogli, per oggi vi lascio liberi. Studiate, fate ricerche e la settimana prossima cominceremo a darci da fare!"
I ragazzi ringraziarono e uscirono di gran carriera, tranne Heiko che si attardò a sfogliare le pagine che avrebbe dovuto imparare, calcolando che una settimana per recuperare le lacune sarebbe stata più che sufficiente.
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"Sei una persona molto sicura di te, Hara. Non ti fermi di fronte alle sfide, anzi, ho l'impressione che tu sia attratta dal pericolo", disse Heiko all'amica che quel giorno aveva deciso di fare la strada in sua compagnia.
"Sono cocciuta e desidero vincere quel trofeo mettendo in gioco tutte le nostre risorse. E ora che ci sei anche tu sono ancora più convinta che ce la faremo!", esclamò elettrizzata facendo qualche saltello sul posto prima di tornare seria. "Sai, ti devo ringraziare. Da quando sei arrivato la motivazione è salita alle stelle. Voglio bene agli altri, con due di loro faccio parte del club dal primo anno, però penso che non mi prendano sul serio. A volte sembra che vogliano fare colpo su di me, più che sulla giuria."
Heiko la guardò senza capire e lei, incrociando i suoi occhi, si strinse nella sciarpa.
"Non so perché ti sto dicendo queste cose."
"Ti prego, continua. Che cosa significa che non ti prendono sul serio?"
"Ti sembrerà una sciocchezza. Nella mia vita, da qualche tempo, si sono materializzati due grossi ostacoli che solo con lo studio e la tenacia posso sperare di superare. Il primo è la mia famiglia: forse lo hai sentito dire, i miei genitori sono due rinomati avvocati e non di rado si parla di me come della figlioletta con la strada spianata, a cui basterà una raccomandazione per farcela nella vita. Adoro il loro lavoro, vorrei intraprendere una carriera in quell'ambito, ma per quanto impegno ci metta ciò che ottengo sono solo pettegolezzi su un rendimento scolastico facilitato perché mi chiamo Hara. La seconda... è il mio aspetto fisico. Se credi che non sappia come mi definiscono a scuola ti sbagli. È difficile da spiegare: insomma, spesso le persone se ne approfittano, pensando di avere il diritto di rivolgersi a me con vezzeggiativi irrispettosi, alcuni allungano persino le mani perché mi credono facile. Mi capita di dover pensare bene a che cosa indossare prima di uscire, soprattutto quando devo farlo da sola. E non è giusto, non dovrebbe esserlo per nessuno. Non so da cosa sia nato tutto questo però, Heiko, io... sento di non avere amici. L'unica ragazza che credevo mi volesse bene mi ha svenduta per un appuntamento. Sono circondata da individui che non hanno alcuna fiducia in me: perché vuoi fare il giudice, la modella sarebbe un carriera più adatta. Non dovresti fare la preziosa, sei solo bella non intelligente. Tutti mi desiderano, ma nessuno mi considera."
Heiko si mise di fronte a lei e alzò gli occhi al cielo.
"Desiderare e considerare sono parole che vivono di stelle. Nella prima troviamo il buio e nella seconda la luce. Hara Yumiko: quale delle due vorresti facesse parte del tuo destino?"
Come ridestata, gli puntò l'indice a pochi centimetri dal naso.
"Destino? Il destino è una condizione immutabile e io voglio essere libera di scegliere. Ci saranno sempre entrambe sul cammino che ho intrapreso, però spero di poter essere io a portare la luce nel buio di chi ne avrà bisogno", poi il dito si sollevò verso le nuvole. "Da grande sarò una supereroina della giustizia!"
Nonostante il momento divertente, Heiko non rise, tanto che Yumiko si ricompose. Lei non si era resa conto che il ciondolo che aveva al collo stava brillando così tanto che il bagliore si era fatto strada tra le trame del tessuto del cappotto.
"E se ti dicessi che quel giorno potrebbe non essere così lontano, mi crederesti?"
"Non mi stai prendendo in giro per quello che ho detto, vero?"
"Non mi permetterei mai. Ma se fossi libera ora, vorrei offrirti un té della durata di una favola."
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Heiko osservò i presenti in biblioteca: se nel primo pomeriggio era stato quasi impossibile trovare una sedia, dal buio esterno e dalla manciata di studenti rimasti, capì che si era fatto tardi.
"Datti una mossa. Da domani comincerete a preparare gli argomenti per la gara, perciò...", provò a motivarsi a voce alta, ripreso dalla tossettina di qualcuno che lo invitò al silenzio.
Il principe sorrise tra sé e si tuffò un'ultima volta nei meandri dei propri appunti.
Mi sta sfuggendo qualcosa. Eteocle e Polinice, figli di Edipo, salirono equanimi al trono di Tebe dopo l'esilio del padre. Tuttavia, dovendo alternarsi alla reggenza, il primo a cui la città fu affidata, Eteocle, bandì Polinice, così da assicurarsi la corona. Quest'ultimo, indignato, organizzò un esercito e mosse guerra alla città, con il risultato di perdere la vita insieme al fratello.
"Gli umani... Io non avrei mai potuto fare una cosa simile a Kana."
Lo zio Creonte, succeduto loro, emanò una legge che impediva ai rivali del regno di ricevere le esequie e concesse pertanto la sepoltura alle sole spoglie di Eteocle, poiché Polinice si era macchiato di tradimento alleandosi con i nemici e divenendo uno di loro.
Qui entra in gioco Antigone, sorella dei re caduti. Stando a quanto ho potuto constatare, i riti funebri, a quell'epoca, erano considerati divini e non eseguirli portava a conseguenze terribili per l'anima del defunto.
Pur esortata dall'altra sorella, Ismene, a non fare sciocchezze, Antigone si recò a pregare le spoglie di Polinice e per questo fu arrestata e portata al cospetto del re che imprigionò entrambe le giovani e le condannò a morte. Gli anziani, però, rammentarono al sovrano che solo Antigone si era macchiata di tradimento e lui, riconoscendo l'errore, liberò Ismene.
"Quindi anche loro facevano uso di un consiglio. Non ti perdere, Heiko."
Nonostante le suppliche del figlio di Creonte, Emone, promesso sposo di Antigone, ella venne condotta fuori Tebe e rinchiusa in una grotta a morire. Ma una terribile sfortuna si abbatté sulla città e il re, convinto da un indovino che la colpa fosse delle sue decisioni, si persuase a dare sepoltura a Polinice e a permette al figlio di liberare la nipote. La scoperta del cadavere dell'amata, che si era impiccata, portò anche Emone al suicidio. Per la disperazione, persino la moglie di Creonte si tolse la vita, lasciando il re a maledirsi per la propria intransigenza. "Io però continuo a non capire..."
Mentre si massaggiava le tempie, si bloccò al lieve tocco di una mano sulla spalla.
"Allora, è tutto pronto per domani?", domandò Yumiko, spostandosi per sedersi di fronte a lui. "Ecco, passavo di qui, ti ho visto tutto concentrato... ed essendo che non ci vediamo da un po' ho pensato..."
"Dal giorno in cui ti ho raccontato di me."
"Quasi una settimana, sì... Dunque, se ne avessi bisogno, puoi contare sul mio aiuto, principino."
"Se il tuo è un gesto caritatevole, potrei accettare volentieri. Se invece vuoi, di nuovo, burlarti di me è tuo diritto restare, ma me la caverò da solo", le sussurrò.
"Come sei permaloso! Dai, dimmi cosa c'è che non capisci, testone", lo appellò, sollevandosi appena per bussargli con delicatezza sulla testa.
Lui si arrese e ruotò alcuni fogli per permetterle una migliore prospettiva.
"La tragedia in sé è intricata ma chiara, e noi dibatteremo sul conflitto tra le leggi divine, che i nostri esaminatori indicano come morali, e le leggi umane, o giuridiche, quelle che l'uomo si dà per vivere in modo civile. Il problema è che fatico a capire perché tu abbia scelto Antigone."
"Okay, continua."
"Antigone si è prodigata per una giustizia personale. Desiderava la sepoltura del fratello e ha fatto ogni cosa in suo potere per riuscirci, finendo con l'infrangere la legge e causare a catena la morte di altre persone. Il re ha invece applicato una norma che se avesse contravvenuto per lei, avrebbe aperto la strada all'anarchia. Tutti avrebbero chiesto di intercedere per un tornaconto privato e questo avrebbe generato conflitti e corruzione, non pensi?"
"Dimentichi che quella legge era ingiusta e iniqua, emanata al solo scopo di punire un uomo che in vita avrebbe avuto diritto al regno ben prima che il fratello lo tradisse."
"Ma a sua volta Polinice ha fatto una scelta: è passato al nemico e ha ucciso coloro che un tempo erano suoi concittadini. Non vedo un motivo solido per condannare Creonte. Antigone ha subito la logica conseguenza di un comportamento errato. Non sto insinuando che seppellirla viva sia stata una punizione adeguata, dico solo che lei ha le sue responsabilità."
"Dimentichi i sentimenti: Antigone ha fatto ciò che ha fatto perché l'amore per il fratello, nonostante tutto, l'ha spinta al sacrificio. Donare pace alla sua anima era più importante di una legge umana soggetta a continui mutamenti: Creonte ha emanato un decreto contro i propri nemici perché si è sentito tradito, spinto dalla rabbia, non perché fosse giusto."
"Quindi ammetti che entrambi erano mossi dai propri sentimenti. Perché condannare il re e non Antigone?"
"Il fatto che alla fine lui si ricreda e capisca il proprio errore dimostra che era nel torto."
"Ti correggo. Il re era spaventato perché la città era assediata e si è pentito per paura. Solo dopo si è ricreduto."
"Non capisco se sei ironico o se stai cercando di mettermi in difficoltà."
"Hara, sono serio. E non mi aspettavo che una persona che sogna giustizia per tutti prendesse le difese di chi infrange la legge anteponendo i propri valori a ciò che regola le comunità."
Yumiko si alzò con un'espressione molto severa.
"So di avere ragione e te lo dimostrerò."
Heiko si spostò verso di lei, ma in procinto di dire qualcosa, un sibilo lo trattenne.
"Ragazzi, basta con questo baccano. Se volete discutere fatelo fuori", li rimproverò la bibliotecaria dallo scaffale vicino.
"Le chiediamo scusa per il disturbo, non si ripeterà", disse il principe, trascinando Yumiko con sé. Raggiunto un corridoio privo di studenti riprese il discorso.
"Qui non ci disturberà nessuno. Volevo dirti che se ci tieni a dimostrarmi di essere nel giusto devi rompere il ciondolo. Ma rammenta: non avrai una seconda occasione."
La presidentessa venne colpita nel segno: l'orgoglio e la curiosità erano leve che innalzavano il suo senso di sfida, così strappò l'amuleto dal collo e lo gettò a terra.
Una luce blu si sprigionò dal liquido sul pavimento e avvolse entrambi bloccando il tempo.
"Ma che sta succedendo", sussurrò Yumiko, accorgendosi che un cervo dagli occhi cobalto era fermo insieme a Heiko.
Con un cenno della testa l'animale riverì il principe e poi si mosse verso la ragazza, portandosi al centro tra i due.
"Giovane umana, stai per metterti alla prova innanzi alla Virtù di Giustizia, ma ti chiedo: sei disposta ad aiutare la causa di Zemlyan?"
Yumiko si diede un grosso pizzicotto sulla guancia per riprendersi.
"C-ci ho pensato sul serio a tutta la faccenda di quel regno magico. E-e beh, mi sono detta che mi piacerebbe poter fare la mia parte... cioè sì, vo-voglio aiutarvi."
"Conoscevo già il tuo animo, ma volevo che fossi tu a dirlo al mio Protettore, e a lui confermo la tua onestà. Tuttavia, non posso permettere che sia la semplice volontà a dettare la nostra unione: esponete le vostre visioni sulla questione che poc'anzi avete sollevato e io deciderò. Principe, tu per primo."
Heiko osservò Yumiko che aveva chiuso gli occhi. Con ogni probabilità stava cercando di mettere insieme una risposta esaustiva. In cuor suo lo sfiorò il rammarico, perché era conscio di quanto imparziale fosse la Virtù e, forse, quella sarebbe stata l'ultima volta che avrebbe visto la sua sfidante.
"Ciò che è giusto è dettato da leggi emanate per impedire che dilaghino caos e sopraffazione. Se queste regole non fossero seguite innanzitutto da chi le ha dettate, lo stesso valore di legalità a loro attribuito crollerebbe. Concordiamo sul fatto che siano menti diverse, in epoche diverse, a far sì che cambino, in prospettiva logica, per il benessere della comunità, e che molto spesso ci siano imperfezioni e vizi di forma. Ma la responsabilità di chi le scrive, e la medesima responsabilità al rispetto, DEVONO coesistere. Se l'agire porta alla ribellione, anche chi muove guerra dev'essere cosciente che ci saranno conseguenze."
"Dimmi, Protettore: perché il re è stato punito?"
"Perché ha vacillato, piegando le leggi per paura. Istigato da presagi interpretati senza che vi fosse alcuna conferma di veridicità, è venuto meno alle sue stesse regole seppellendo Polinice e permettendo poi al figlio di liberare Antigone, portando così lui e la madre alla decisione di infliggersi la morte."
Il Cervo si voltò verso Yumiko e lei buttò fuori tutta l'aria trattenuta.
"Antigone è l'esempio di ciò che la giustizia dovrebbe fare costantemente: mettersi in discussione. Quando le leggi sono visibilmente ingiuste, quando dettano dolore e sofferenza, e impediscono che si compia un gesto innocente come una sepoltura, per una mera dimostrazione di forza, allora tutti dovrebbero essere Antigone e lottare, finanche essere seviziati e imprigionati. Non è della punizione ciò di cui si deve avere paura, non è della morte, che i personaggi scelgono come gesto di estrema libertà, ma dell'indifferenza e dell'obbedienza cieca di fronte alla prepotenza di chi li ha resi schiavi. Non è stato il re a sbagliare, la legge stessa lo era. Ciò che Antigone ha difeso sono i valori che la giustizia rappresenta e che non si possono trovare su uno stupido pezzo di carta. E io ho intenzione di fare lo stesso, sempre."
Heiko e il Cervo si fissarono. Forse con lei ho esagerato, avrei dovuto aspettare di avere un argomento più alla sua portata. Peccato che...
Ma in quel momento accadde qualcosa di inaspettato: la Virtù camminò con grazia verso Yumiko e una volta raggiunta allungò il collo, portandosi più vicina al suo viso. Il principe fissò la giovane che sbatté più volte le palpebre sotto cui, tra le iridi, si era messo a danzare un lampo blu.
"Quella per la Giustizia sarà la lotta più complicata. Mantenere l'equilibrio, dove basta un soffio a far tremare i cuori più risoluti, sarà la vostra costante sfida. Riconoscetevi, rispettatevi e dalla vostra parte avrete legge e ragione."
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SPAZIO AUTRICI:
Panda, Tarta! Finalmente eccoci arrivate al capitolo dedicato a voi, Sogni, e in tutta sincerità speriamo di non avervi deluse XD. La nostra sfida sulla storia più straziante rimane ancora aperta, ma come potevamo non intitolarvi questo capitolo?! L'unica differenza, e ci rivolgiamo a te Panda con cui ci interfacciamo di solito, è che se prima di oggi TU avevi paura di noi, ora siamo NOI a temere il tuo giudizio!
E ti facciamo una sacrosanta confessione: un dì di gennaio Miki e Juice, giovanISSIME fanciulle capitate in questa giungla sconosciuta chiamata Wattpad, si sono sentite a tutti gli effetti due neoteroi vaganti in un limbo virtuale, senza sapere di preciso cosa ne sarebbe stato di loro. Ma d'un tratto si sono imbattute in un grazioso e coccoloso panda... che si è rivelato essere peggio di Mortino! Il che in verità è stato solo una spinta a migliorare.
Lanciate nella temeraria impresa di scrivere qualcosa insieme per puro divertimento, hanno trascurato una serie di accorgimenti importantissimi, vittime prima che della superficialità, della perdita di allenamento dovuta agli anni di scuola che guardano con il binocolo (giovanissime...).
Da lì in poi, prima di ogni pubblicazione, Juice ha iniziato a rileggere ventimila volte ogni sequenza, tenendosi vicina i libri di grammatica e i vecchi appunti per recuperare la conoscenza sopita... incappando comunque in errori che prontamente ci segnali ^^
Scherzi a parte, ti saremo eternamente riconoscenti perché non ci saremmo aspettate di trovare una persona con la tua pazienza pronta ad aiutarci sotto questo punto di vista. Il più delle volte purtroppo notiamo che la segnalazione di refusi è vista come un atteggiamento di superbia, invece che di onesta voglia di aiutare a migliorarsi, e tu sei sempre stata sincera e gentile!
Tornando a noi, con il passare dei mesi ti sei rivelata essere come il saggio Genew, il nostro capo-wattpadiano gentile e caritatevole al quale ora stiamo sottoponendo un'ulteriore sfida: per questo capitolo avevamo bisogno di un espediente per la prova del Cervo e lo abbiamo visto nella tragedia di Antigone, da entrambe ben poco studiata in periodo scolastico, e contestualizzata nel nostro racconto partendo dalla lettura di saggi, riassunti e altro materiale recuperato e poi (giurin, giurello) attentamente analizzato.
MA ci rimettiamo al tuo giudizio, perché non siamo delle esperte e potremmo aver commesso qualche sciocchezza!!!
Per concludere, Miki dice, senza essere di parte, che considera la vostra opera una delle migliori che abbia trovato su Wattpad e la gioia di un buon racconto, l'instaurarsi di un'amicizia non possono che essere un tesoro... ma non certo quello che ci farà abbandonare la piattaforma, bensì la ricchezza che ci farà restare ^^ GRAZIE!!!
P.S.: Non è vero niente!!! Volevamo solo trovare il modo di farvi piacere Heiko XD Questa è l'ultima spiaggia... poi daremo forfait!!!
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