CAPITOLO 23 - 23.2 Nella morsa dell'acqua
Dedicato a: @Picciotto03
Per uno zemlyano passare attraverso l'acqua è una sensazione strana da descrivere: il corpo si muove leggero, come se nuotasse in una bolla tra nuvole invisibili e non importa quanto la meta sia lontana. Basta avere la certezza della direzione per arrivare al luogo designato.
A quel punto un'aura di quiete si impossessa di ogni fibra del corpo, tanto da riuscire a cullare persino i sentimenti. Anche se gli zemlyani possono respirare in quella condizione, i secondi in cui si resta immersi nella relatività di quel tempo liquido sono pochi, poiché se il corpo fosse esposto per un lungo periodo all'energia dell'acqua rischierebbe di disgregarsi. Inoltre, nonostante appaia come l'elemento più luminoso dell'intero mondo, al suo interno regna un'oscurità che neppure i filamenti che vi danzano riescono a dissipare: non esiste legge naturale a Zemlyan che non si pieghi all'equilibrio tra Luce e Ombra.
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Kalooy osservava il punto d'uscita e non capiva perché non riuscisse a raggiungerlo. Aveva il braccio libero dallo scudo allungato nel tentativo di afferrare la superficie, ma non riusciva ad avvicinarsi.
"Kalooy, che succede?", sì sincerò Watanabe.
"Non riesco a risalire. È la prima volta che mi capita. Sembra che ci sia una forza che mi spinge in basso."
Mentre i sensi cominciavano ad acuirsi e ad abbandonare la calma apparente generata dal passaggio, il principe si rese conto che non c'era nulla sopra di lui a bloccarlo, ma sotto sì: un viscido tentacolo gli avvolgeva una gamba.
Con l'altro piede sferrò un calcio al corpo estraneo che lo liberò dalla stretta. Si trattava di un Dara dagli arti molli, non molto più grande di lui, circondato da disordinate scariche elettriche.
Kalooy alzò lo scudo, pronto allo scontro, tentando di attivare più volte la barriera per proteggersi, ma nell'acqua era impossibile tenerla accesa. L'avversario raccolse l'invito alla lotta e cominciò a nuotare in cerchio lanciando saette.
"È come se ci sovraccaricassimo, non posso mantenere la concentrazione con tutta l'energia sprigionata da questo ambiente", disse Watanabe.
"Non abbiamo scelta, dobbiamo combatterlo usando solo la tua forma di arma, senza i nostri colpi speciali."
"Ma ce la farai a resistere?"
"Non sottovalutare la determinazione di noi zemlyani! E poi ci sei tu con me, non ho paura."
"Stupido bambino, sei caduto nella mia trappola. Lui ne sarà felice", rise il mostro lanciando attacchi elettrici di portata sempre maggiore.
Il principe si difendeva al meglio, ma muoversi nell'acqua era complesso e più il mostro prendeva confidenza con l'elemento, più Kalooy perdeva lucidità. Alcune scariche lo raggiunsero provocandogli un dolore atroce, ma la presa sullo scudo non cedette di un millimetro.
Il Dara si fermò, piroettò sul posto e mosse le braccia in modo strano.
"Ormai sei morto! Non resisterai a questo."
Kalooy si guardò attorno: da sopra e da sotto due turbini elettrici cominciarono a formare una gabbia. Il tempo per scappare era insufficiente, tanto quanto quello per pensare.
Lo scudo cominciò a farsi inconsistente e Kalooy avvertì che qualcosa non andava.
"Watanabe, non possiamo interrompere la connessione. Devi resistere."
Ma un grande bagliore viola si sprigionò di fronte al Protettore: la fenice avvolse il corpo dell'amico in un involucro che impedì ai fulmini di raggiungerlo. Questo purtroppo, non valeva per lui che, al contrario, venne colpito a ripetizione dalle scariche.
"Idioti, perché prolungare la vostra agonia?", domandò il Dara menando frustate contro il muro energetico.
"Smettila, fammi uscire di qui. Ti farai male!"
Ma il Custode lo rassicurò.
"Non sottovalutare la determinazione di noi terrestri. Non permetterò a questo mostro di farti del male. E poi ci sei tu con me, non ho paura."
Il principe diede ancora un paio di spintoni alla barriera prima di calmarsi e persuadersi che, in effetti, l'unico modo di vincere era comprendere come riuscirci. Chiuse gli occhi per concentrarsi e quando li riaprì un bagliore rosso nell'oscurità accese un'idea.
"Watanabe, ho un piano."
Meno di un minuto dopo una luce accecante investì per diversi metri tutto il circondario e il Dara si protesse il volto, dimenandosi come se stesse bruciando.
Ma non c'era tempo di contemplarlo: Kalooy nuotò il più in fretta possibile per arrivare in superficie, controllando di tanto in tanto il nemico. Le tenebre tornarono a dominare l'acqua e il mostro poté finalmente accorgersi della fuga della propria preda.
"Credi di potermi scappare?"
Il principe rallentò a un paio di centimetri dall'uscita e rivolse gli occhi brillanti di viola verso il basso. Brutto mostro, non farai più del male a nessuno.
"ADESSO, WATANABE."
Kalooy mise una mano fuori dall'acqua e portò l'altra alla tempia, mentre la caviglia veniva stretta da un tentacolo elettrico.
Dal fondo, la fenice circondata da un alone viola intenso risalì vorticando a tutta velocità contro il petto dell'Ombra, trapassandola.
"Tempismo perfetto", riuscì a dire il Protettore prima di perdere i sensi.
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"Kalooy, svegliati, Kalooy."
Pietà sputò l'acqua ingerita mentre Miu gli picchiettava la schiena.
Anche Namis era con loro, in ginocchio per sincerarsi delle condizioni del fratellino.
"Per fortuna stai bene", disse la sorella che lo abbracciò forte e lo fece tossire di nuovo.
"Watanabe! Dov'è Watanabe?"
"Sono qui."
Da dietro il comandante, la fenice sbucò un po' intontita, ma sana e salva.
"Grazie a Watanabe sono riuscito a contattarvi e chiedere aiuto! Lo abbiamo distrutto, vero?"
"È così", lo rassicurò Namis, "siete stati... sì, sì. Aspetta. Ora glielo dico. Sayuri dice che siete stati fenomenali e si complimenta per il successo. Entrambi siamo davvero orgogliosi."
"Sì, sì, va bene... Anche Taiki è molto fiero di voi", aggiunse Miu divertita.
Kalooy arrossì, ma un attimo dopo si schiaffeggiò le guance.
"Non c'è tempo per rilassarsi. La guerra non è finita."
I fratelli lo aiutarono a rialzarsi, Watanabe invece non ebbe neanche bisogno di avvicinarsi che tornò nelle mani del Protettore sotto forma di scudo, con la piuma a troneggiare sulla punta scolpita.
Infine, ognuno riprese la propria postazione.
A Vark servì qualche momento per ritrovare la calma: paura, odio e malvagità, avevano un odore superbo, inebriante al punto da distrarre la sua concentrazione. Ma anche un certo nervosismo si era instillato tra i brividi di piacere e gli fece prudere le cicatrici contorcendogli l'espressione in un ghigno vipereo.
"Non mi aspettavo che quei bambocci fossero così coriacei. Hanno già distrutto tre delle mie creazioni, ma se pensano di aver già vinto...", le parole si bloccarono lasciando spazio a una risata, "hanno preso un abbaglio. È ora di passare alla seconda fase."
Allargò le braccia e si rivolse a un pubblico inesistente.
"È giunto il momento di alimentare il piccolo seme della discordia radicato in ognuno di voi. Non temete ciò che la vostra mente cerca di sopprimere. Risvegliatevi e mostratemi la vostra vera natura."
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SPAZIO AUTRICI:
Speriamo di non sembrarti troppo smielate con questa piccola dedica, ma è profondamente sincera e teniamo davvero a dirti alcune cose: abbiamo iniziato uno scambio di lettura con un simpatico utente per poi ritrovarci affezionate alla semplicità e, soprattutto, alla spontanea sincerità con cui ti sei interfacciato a Zemlyan. Non è solo una questione di commenti, ma di come senza alcun timore hai spesso sentito il bisogno di condividere con noi le tue esperienze e le tue emozioni. E sai una cosa? Ci sentiamo privilegiate. Per noi significa davvero tanto che qualcuno si senta così a proprio agio con il nostro romanzo da avere la forza e il coraggio di affrontare le proprie ombre, perché non ti neghiamo che sono anche le nostre. Tanto di quello che abbiamo inserito nei nostri personaggi sono situazioni che abbiamo vissuto di persona, esperienze emotive che abbiamo provato, nel bene e nel male. E credici, ne abbiamo passate tante! Non è stato nemmeno sempre facile scriverle e condividerle, però il fatto che tu le abbia colte è per noi una delle più grandi soddisfazioni da quando abbiamo cominciato il nostro cammino su Wattpad.
Miki sostiene inoltre che ci dev'essere molto di te nella tua Aries, una tipetta tosta, ma con un cuore davvero grande, e ti dedichiamo il capitolo dove il protagonista è il nostro piccolo eroe, come lo sono i tuoi Aries, Phoen e Jeanne, che non si perdono d'animo nelle difficoltà e le affrontano sapendo di poter contare gli uni sugli altri.
Concludiamo dicendoti che percepiamo in te un'empatia che ti auguriamo di non perdere mai: è un dono prezioso... o una Virtù speciale, se ti piace la metafora! Grazie :D
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