CAPITOLO 21 - 21.2 Fratelli

Di fronte al palazzo Taiki riaprì gli occhi e staccò la connessione da Miu. Entrambi rimasero per un lunghissimo istante a osservare il cielo pieno di nuvole grigie e cariche di pioggia.

"Ma che succede?", riuscì a bisbigliare deglutendo.

A poca distanza Heiko, sorretto da Odan, stava parlando con Eiji.

"Dov'è ora?", lo sentì chiedere.

"È in camera sua. Namis e Kalooy sono con lei."

Yumiko superò Taiki e corse dal proprio Protettore.

"Heiko, stai bene?"

"Sì, non è niente di grave. Ora scusami, devo andare da mia sorella."

Miu si portò sul lato opposto rispetto all'attendente.

"Grazie, Odan. Ci penso io."

Lui lasciò la presa e rimase con i Custodi mentre i principi si allontanavano.

"Ma che cosa sta succedendo, si può sapere?", domandò l'attendente grattandosi la testa.

Eiji si fece avanti con l'espressione affranta.

"Io e Kana eravamo nella Sala della Lancia quando si è sentita male. Credo sia opera di Kujo. Ora è sveglia, però..."

"Ragazzi, ci hanno dichiarato guerra", fu la voce di Watanabe che planò in mezzo al piccolo cerchio a interrompere Saggezza. "Vi spiego tutto io."

"Ora è chiaro", disse Eiji, sopraffatto dallo sconforto.

"Non preoccuparti, Kana è forte, si riprenderà", cercò di consolarlo Taiki.

"Temo sarà costretta a farlo", constatò invece Odan. "Non so cosa vorrà fare il comandante, ma è indubbio che domani dovremo farci trovare pronti."

Nella testa dell'attendente si rifletterono vivide le immagini di Risiwe distrutto. Una smorfia involontaria lo costrinse a mordersi le labbra. Sarà necessario mettere al sicuro gli abitanti per evitare che vengano coinvolti.

Alcuni passi incerti rimbombarono dietro di loro, prodotti da Agalei.

"Scusate, Custodi, attendente. I principi mi mandano ad avvisarvi che Kana si è ripresa, ma preferiscono restare con lei. Non vi faranno compagnia per cena. Vi chiedono di riposare e stare tranquilli, li vedrete per la notte."

Seppure di malumore, il gruppo obbedì e si mosse in direzione della governante. Tutti tranne Odan.

"Tu non vieni?", si sincerò Sayuri.

"Tornerò più tardi. Devo informare le truppe affinché dispongano i rifugi. E poi ho una faccenda da sbrigare a casa."

La tigre gli sfiorò la mano e lui esitò per la sorpresa: la ragazza cercava una carezza come era solita fare con Namis. Con un sorriso di gratitudine, Odan la accontentò, porgendo il palmo su cui Onore sfregò il muso prima di unirsi agli altri Custodi.

◾◾◾

"Keji, sono tornato. Ma che disordine..."

Odan entrò in casa e dovette orientarsi tra stoviglie accatastate, tuniche abbandonate sulle sedie e pezzi di armatura sparsi tra il pavimento e il tavolo.

"Fratellino, cosa ci fanno in giro le mie vecchie corazze?", domandò ancora affacciandosi alla camera. Ma anche lì non c'era anima viva.

Un rumore metallico all'ingresso gli suggerì di tornare nella stanza principale. La tenda si sollevò e una volta scivolata nella posizione originale, mostrò un giovane che reggeva una pila indistinguibile di oggetti.

"Keji?"

Il ragazzino trasalì e lasciò cadere tutto ciò che trasportava.

"F-fra-fratello! Che ci fai qui? Avevi detto che non saresti rientrato prima di tre giorni."

"Forse è un bene che sia tornato. Cosa stai facendo con le mie vecchie parti di armatura?"

Keji balbettò qualche parola, poi strinse i denti e guardò Odan negli occhi con arroganza.

"Quello che vedi. Da giorni, a Senka, non si parla d'altro che delle Ombre che avanzano. Il cielo oggi ha pure cambiato colore. La guerra è in arrivo e io voglio combattere, con o senza la tua approvazione."

"NO! Ne abbiamo già discusso. Non ammetto che tu mi disobbedisca."

"Ho la stessa età di quando Namis ti ha fatto entrare nell'esercito. Cosa ci sarebbe di diverso tra noi? Io non sono più debole di te."

Odan sospirò, poi afferrò una sacca dal mucchio e iniziò a gettarvi le cose sparse sul tavolo. Ignorando i singulti provenienti dalle proprie spalle, ripensò ai momenti in cui il comandante aveva avuto a che ridire con Kalooy: forse tra fratelli doveva andare così. Tuttavia voleva trovare un modo per spiegarsi, tenendo conto che avrebbe potuto ottenere null'altro che un litigio.

"So che che stai crescendo e che ti senti pronto a seguirmi, ma non è così. Non sono mai stato felice di molte decisioni che ho preso, ho fatto il possibile per entrambi, magari sbagliando, ma ho agito con la consapevolezza che dovevo garantirti un domani migliore. Metterò tutto me stesso nella battaglia che ci travolgerà per proteggere chi amo. Tu, invece, che cosa ti spinge al sacrificio?"

"E cosa mi dici di mamma e papà? Davanti a me fingi che non ti faccia piacere pensare che potrai uccidere il colpevole della loro scomparsa, ma in realtà vuoi prenderti il merito. Anche io voglio veder soffrire quel vigliacco, gliela farò pagare e poi..."

Un sonoro schiaffo rimbombò tra le pareti e liberò le lacrime trattenute fino a quel momento.

"Riporta subito quello che hai preso dove l'hai trovato e preparati ad andare al rifugio. Ti ci porterò io stesso. E fa' in fretta, devo tornare a palazzo."

Aspettò che Keji obbedisse, poi cambiò stanza e si sedette sul letto incapace di trovare un senso a quello che era accaduto. Avrebbe voluto prendere a pugni il muro, si sentiva furibondo, ma desistette. Si massaggiò invece il viso per concentrarsi, non poteva sobbarcarsi altre preoccupazioni: l'indomani sarebbe stato il giorno del giudizio.

Il vassoio con cinque bicchieri e la brocca fumante che aveva preparato Agalei era alquanto ingombrante, così Miu abbassò la maniglia con il gomito e aprì la porta di spalle.

Chiuso l'uscio si fermò a guardare i fratelli: Namis stava camminando nervoso per la stanza, Heiko era seduto sul letto, accanto a Kana, che aveva insistito per curargli la gamba, Kalooy invece, sdraiato dalla parte opposta, teneva la mano libera della sorella stretta al petto e la testa appoggiata alla sua spalla. La Reggente era sollevata da un paio di cuscini e per fortuna il colore degli occhi era tornato brillante. Nessuno sembrava aver voglia di parlare, ciò che si erano raccontati poco prima li aveva spaesati e il sunto non era stato d'aiuto: avevano meno di un giorno e poi la guerra sarebbe cominciata.

Miu si schiarì la voce: erano tutti così concentrati che non avevano notato il suo ritorno.

"Namis, cerca di tranquillizzarti. Sei più agitato di Sayuri."

La battuta strappò a tutti un sorriso. Il comandante assecondò la richiesta e presa una sedia e una tazza si accomodò.

"Sai, Miu, sono contento che sia tu la Protettrice di Coraggio. La paura che ho avuto quando Kujo si è presentato non mi avrebbe reso degno. Mi sono sentito impotente", confessò toccandosi le cicatrici. "Dimenticatevi del ragazzino che abbiamo incontrato sei anni fa. Il Sacerdote dell'Ombra è cambiato, in lui c'è un potere terrificante e ce lo scatenerà contro con immensa ferocia."

Miu finì di distribuire i bicchieri e si sedette con lui.

"Come pensi di procedere?"

"Farò in modo che la notizia arrivi in tutto il regno. Ogni soldato dovrà confluire di fronte a Eiser, al limitare del bosco che confina con la spiaggia. Nel frattempo radunerò le truppe qui a palazzo. Partiremo al primo chiarore."

"Ti precedo, Namis", disse Heiko. "Grazie, Kana, per la gamba."

La Reggente gli strinse la mano e lui la sfiorò con un bacio, per poi salutare tutti e andarsene.

"Perdonami, sorella. Non posso lasciarti nemmeno il tempo di riposare", le sussurrò Namis a sua volta pronto a uscire.

"Per domani sarò come nuova, non preoccuparti."

Il comandante si fermò un momento sulla soglia e Miu osservò i suoi movimenti; sembrava titubante.

"Sarebbe meglio se mangiaste tutti qualcosa, i Custodi saranno in pensiero."

Kalooy si alzò ubbidiente, abbracciò forte Kana e si dileguò. Miu invece, recuperò il vassoio per tornare da Taiki, ma prima osservò il cielo fuori dalla vetrata ed ebbe la sensazione di essere sulla Terra, in una normale serata avvolta dalla minaccia di una tempesta. Pur consapevole di cosa significasse in realtà per loro cercò di non scoraggiarsi.

"Miu... ti dispiacerebbe fermarti ancora qualche minuto?", le chiese Kana con gli occhi lucidi.

Miu lasciò tutto sul tavolo, con il rischio di far cadere ogni stoviglia.

"Ti senti male? Devo chiamare qualcuno?"

"No, tranquilla. Ho solo bisogno della mia sorellina con cui parlare, come facevamo un tempo. Siedi qui, accanto a me."

Miu accolse la richiesta e le venne naturale ripensare al passato. Quando era piccola, Kana era solita sgattaiolare di nascosto da lei per scambiare qualche segreto, seppure il contenuto fosse infantile considerata la grande differenza d'età. Ma alla Reggente non importava: era la sua sorellina e se quel gesto poteva renderla felice, lo avrebbe fatto ogni volta che le sarebbe stato possibile. E di questo le era riconoscente.

"Cosa ti tormenta? Puoi dirmi tutto, lo sai."

"Ho paura", pronunciò Kana, con una fermezza che si scontrava con il senso stesso della frase. "Sono terrorizzata al pensiero di ciò potrebbe succedere a voi, al nostro popolo, a Zemlyan e alla Terra. Una Reggente non dovrebbe parlare in questo modo e non dovrei dirlo proprio a te, che sei Coraggio, ma sei la sola a cui posso mostrare le mie debolezze. E devo farlo prima di domani."

Miu la strinse a sé e Kana nascose il viso nelle pieghe della sua tunica.

"Una volta mi dicesti che non ero sola. Lo stesso vale per te. Ci siamo noi e ci sono i terrestri ad aiutarci. Hai Eiji..."

"Hai sentito Namis. Il nemico è forte, molto più delle nostre previsioni. I Veji prevedono un massacro, il popolo scappa, ma per dove? Come fate a non dubitare di voi stessi?"

"Tutti abbiamo paura, ma è giusto. Decidere di non lasciarsi sopraffare e mostrarle che siamo in grado di superarla, è la vera sfida. E tu per prima non ti sei mai tirata indietro."

Kana chiuse gli occhi e restò in quella posizione qualche minuto, in attesa che la quiete tornasse ad allietarla.

Sospinto da una forza inarrestabile, invece, il cuore di Miu accelerò, come se nell'animo si fosse risvegliando il significato stesso della natura di ciò che rappresentava.

"Non ti ho mai ringraziata per avermi spronata a passare tanto tempo sulla Terra. Mentre ero in forma umana mi sentivo vulnerabile, ma con l'arrivo di Taiki ho capito che cosa intendevi quando dicevi che noi abbiamo un'arma più forte di qualunque altra Kujo ci scaglierà contro: la nostra unione."

"A volte dimentico che il tempo non si è fermato a quel tragico giorno di sei anni fa. Siete tutti diventati non solo grandi ma grandiosi. E tu meriti il titolo che porti più di chiunque di noi, Coraggio."

Il verde negli occhi della principessa si illuminò all'improvviso, ridestato da quella frase. Infine si chinò a baciare la guancia della Reggente.

"Parla con Eiji, va bene? Ti saprà consigliare, ne sono certa. E ricorda: io sono ciò che sono anche per merito tuo. Sei tu che mi hai cresciuta donandomi la tua saggezza. Perciò, Kana, quando ne hai bisogno, prendi pure da me tutto il coraggio che ti serve."

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