CAPITOLO 2 - 2.3 La festa delle Comete
Agosto era iniziato da pochi giorni e la città era in fermento per la tradizionale Festa delle Comete, un evento che ogni estate richiamava una moltitudine di turisti per ammirare le stelle cadenti che si tuffavano nel mare. Le vie principali erano addobbate e piene di bancarelle che vendevano gingilli e manicaretti, mentre nelle piazzette e nei parchi erano installate le giostre per intrattenere bambini di ogni età.
Poco dopo il tramonto, Taiki, Eiji e Kawanari stavano raggiungendo Akane al punto di ritrovo, commentando il look stravagante dell'amico.
"Tu hai detto: dovrà essere rosa fluorescente con gli ippopotami o dovrai rasarti a zero, ed eccola qui. Mi dispiace, amico, ma non posso vivere senza di lui!", esclamò Eiji rivolto a Taiki, accarezzandosi la folta chioma arancione.
"Sappi che mi vergogno a uscire con te. Voglio dire, guardatemi: ho indossato i primi straccetti che avevo nel guardaroba e sono comunque vestito meglio", sentenziò Kawanari fermandosi in mezzo alla strada per farsi ammirare.
Il rampollo degli Ono calzava pantaloncini e polo francesi, un maglioncino sulle spalle, in perfetto stile britannico e dei mocassini di velluto, probabilmente italiani.
Eiji lo squadrò a braccia conserte.
"Tu non fai testo, hai mezza Europa addosso! Se ora ti quotassi in borsa varresti più di casa mia. Sei antico!"
Taiki non riuscì a trattenere le risate: tutto sommato, pur avendo preso in prestito una vecchia blusa del padre, poteva dire di essere quello più sobrio.
Per tentare di riappacificare gli amici decise di cambiare argomento.
"Sapete se ci sarà anche Miu? La settimana scorsa non è potuta venire al tuo compleanno, Kawanari. Ma per stasera aveva detto quasi un sì."
Kawanari gonfiò il petto e sistemò il colletto della maglia, assumendo un'aria orgogliosa.
"Ieri ho accompagnato Akane a fare shopping. Ha detto di averla incontrata e di averla di nuovo invitata. Vi confermo che ha accettato. Inoltre, secondo la nostra regina del gossip, in realtà c'è sotto qualcosa, e i suoi continui rifiuti potrebbero essere motivati niente meno che da un interesse... amoroso."
"Cioè?", domandò Eiji, provando a rimanere serio.
"Beh, non mi ha voluto dire altro, ma stai pur certo che un fiore raffinato come lei non uscirebbe mai con uno... combinato... così", appurò, inorridito dalla faccia d'ippopotamo che sbucava dal taschino sul petto del compagno. "Taiki, invece, è già occupato, quindi non ci sono molte alternative", ammiccò plateale.
"Cosa? Taiki occupato? Lui è troppo giovane per pensare alle ragazze e se stesse con qualcuno ce lo direbbe. Siamo amici, dopotutto!", esclamò Eiji prendendo Taiki per le spalle.
"Guarda che abbiamo la stessa età", ribatté Kawanari.
"A ogni modo, ora deve pensare solo al nuoto, non si accettano distrazioni di nessun tipo. Akane deve farsene una ragione e, per quanto riguarda Miu... con una come lei nessuno di noi può avere una chance."
"Temo tu abbia ragione", borbottò Taiki.
Il discorso s'interruppe quando intravidero Akane parlare con alcuni liceali più grandi. Man mano che si facevano più vicini, la loro conversazione arrivò anche alle orecchie del terzetto.
"... poi vieni con noi a bere qualcosa. Puoi portare anche la tua amica, è carina", stava dicendo uno dei ragazzi.
"No, grazie, per questa sera abbiamo altri impegni", rispose la capoclasse con una punta di nervosismo.
"Dai, non farti pregare. E poi oggi sei stupenda", insistette un altro, cercando di accarezzarle il braccio.
Akane indietreggiò guardandosi attorno, in cerca di una scusa plausibile per allontanarsi dai fastidiosi corteggiatori, ma provando al contempo a proteggere Miu.
"CIAO, RAGAZZE, scusate il ritardo. È colpa di Taiki", urlò Eiji intuendo la situazione.
Colta al volo l'opportunità, la capoclasse salutò con noncuranza gli ammiratori, prendendo la compagna per mano e la trascinandola con sé. Dalla sua espressione era chiaro che avrebbe avuto qualcosina da che dire con i ritardatari, ma Taiki rovinò i suoi piani.
"Siete davvero incantevoli."
E, in effetti, Akane, con i capelli raccolti da un fermaglio gioiello, un velo di trucco, vestita con uno *yukata floreale stretto in vita da un *obi rosso, era radiosa.
Ma era Miu, ferma poco dietro, a essere addirittura irriconoscibile: aveva il viso incorniciato da un'acconciatura che lasciava cadere solo qualche ciocca ben studiata e un leggerissimo tocco di matita ne esaltava gli occhi. Sul suo abito tradizionale turchese erano rappresentati dei fiori di ciliegio e la fascia che le cingeva la vita era di un bel verde brillante.
"*My Fair Lady!", esclamò Eiji con le braccia dietro la testa.
"Grazie ancora, Akane, per avermi prestato il vestito", mormorò la ragazza.
"Figurati! Anzi, se vuoi te lo regalo, a me non entra più. Il colore dell'obi è uguale a quello dei tuoi occhi", si complimentò con gioia l'amica, facendola arrossire. "Su, ora andiamo che siamo in ritardo. Eiji, ma quella... è frutto di una scommessa, spero?!"
"Vinta con onore, aggiungerei. Vero, Taiki?"
L'amico, però, non lo stava ascoltando: il suo sguardo era rimasto inchiodato su Miu da quando erano arrivati. Dopo un interminabile secondo di imbarazzo, si accorse che tutti lo stavano fissando.
"Anche io sono contento che tu sia qui", si affrettò a rispondere con un inchino, ignaro della vera domanda.
Akane arricciò il naso e lo afferrò per un braccio.
"Ho sentito che c'è una bancarella dove si possono vincere dei peluches giganti, andiamo a vedere?"
Kawanari lasciò indietro Eiji e si affiancò a Miu.
"Akane ha ragione, questo vestito ti sta d'incanto, sembri una dea, anzi... Ho trovato! Nel fumetto che scriverò, tu sarai una principessa guerriera, che te ne pare?"
Lei ci pensò e poi sorrise.
"E potrò sfidare un drago?"
Lui si illuminò e cominciò a fantasticare.
"Ma certo! È una gran bella idea!"
◾◾◾
"Evviva, Taiki. Sei riuscito a vincere per me", squittì Akane euforica, abbracciata a un enorme orsacchiotto beige.
"A dire la verità è stato grazie all'ultimo tiro di Eiji se abbiamo avuto i punti sufficienti per..."
"Non sminuire così le tue capacità", lo ammonì lei con dolcezza.
"Ragazzi, fermi un attimo, guardate là!", sbottò Eiji indicando una coppietta. "Non è la signorina Hashimoto, quella? E sembra anche in dolce compagnia."
Il ragazzo puntò dritto verso di loro rubando ad Akane il peluche.
"Lo useremo per avvicinarci senza farci vedere."
"Come sei infantile, io mi rifiuto di...", ma nel voltarsi, Kawanari si accorse che l'amico e Akane erano già spariti, e scuotendo il capo si rassegnò a inseguirli.
Taiki rise e si girò a chiamare Miu, ma lei non c'era. Si guardò attorno per cercarla, dapprima dove gli altri si erano diretti, poi tra la folla.
Essendo la strada gremita, estrasse il telefono per chiamarla, ma si ricordò di non avere il suo numero e che non era nemmeno inserita nel gruppo di classe.
Magari si è fermata a fare compere. Ma come abbiamo fatto a non accorgerci che è rimasta indietro? Chiederò ad Akane se può rintracciarla.
Fece qualche passo in direzione degli amici, quando notò lo yukata con i ciliegi: Miu era seminascosta dietro un banchetto, ma non era sola; stava parlando con due figure che, per colpa della penombra, non riuscì a identificare.
Che siano gli stessi di prima? Akane non sembrava felice di vederli.
Decise di aspettarla e si avvicinò quel tanto che bastava per essere visibile. Quando tuttavia si accorse che la mano di uno dei due si era sollevata e le stava accarezzando una guancia, mentre lei rimaneva immobile, i pensieri andarono veloci quanto le gambe.
Non è da Miu comportarsi così. E se la stessero importunando? e senza riflettere le andò incontro e la chiamò a gran voce.
Lei si voltò di scatto e in pochi secondi i due individui si allontanarono nella direzione opposta.
"Miu, va tutto bene? Non ti ho più vista, ho pensato che ti fossi persa. Eri con quei due e non sapevo se... non volevo che..."
"Grazie, ma non devi preoccuparti. Me la so cavare da sola", si affrettò a rispondergli, quasi infastidita, incamminandosi per tornare alla festa.
Taiki la seguì imbarazzato.
"No, sì, cioè lo so, però... Guarda! Gli altri sono laggiù con la signorina Hashimoto", cambiò argomento, notando lo sguardo turbato dipinto sul viso della compagna.
Una volta riuniti, e salutata l'insegnante, il gruppo partì alla ricerca di cibo prima di andare in spiaggia e assicurarsi un posto dal quale godersi la danza delle comete.
◾◾◾
La serata proseguì spensierata: i ragazzi riuscirono a cenare e poterono accomodarsi in attesa delle stelle cadenti, pronti a scommettere con Eiji su chi ne avrebbe contate di più. Lo spettacolo pirotecnico che anticipò l'evento lasciò tutti incantati come bambini, con i nasi rivolti al cielo, ad ammirare i complicati disegni che si incrociavano e univano nelle più svariate forme e colori.
E c'era chi era più felice di altri: Akane, ad esempio, aveva approfittato della situazione per sedersi il più possibile vicina a Taiki, affidandosi all'attimo di distrazione di Eiji.
Di colpo, proprio lui si alzò, si mise di spalle agli amici e prese un bel respiro.
"Come sapete, tra qualche giorno partirò. Porterò nel cuore tutti i momenti trascorsi insieme per il resto della mia vita. So che da ora in poi non sarà più la stessa cosa, ma ci tengo a dirvi di persona quanto vi sia grato per aver condiviso il vostro tempo con me. Ciò che sono oggi e ciò che sarò domani è tale, perché avete fatto parte della mia esistenza. Siete gli amici migliori che potessi desiderare."
Con un sospiro, sollevò la lattina per brindare al cielo e ne bevve una lunga sorsata. Tutti restarono ammutoliti, con le parole bloccate in una stretta morsa di commozione in gola.
Ci pensò Kawanari a dissipare la tristezza, saltando in spalla a Eiji per scombinargli il ciuffo.
"Cavoli, quanto mi mancherà il mio amico saputello. Ma non le sue camicie!"
Nonostante le risate, le lacrime cominciarono a cadere assieme alle stelle e tutti si abbandonano alle emozioni, e ai ricordi.
Tutti tranne Miu: nella commozione generale, nessuno si accorse che si era allontanata.
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NOTE:
*Yukata: abito estivo tradizionale giapponese. Realizzato in cotone si chiude in vita tramite una cintura chiamata obi.
*My Fair Lady: citazione tratta da una famosa opera di George Bernard Shaw, <<Pigmalione>>.
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