CAPITOLO 16 - 16.2 La nuova arma

"Prima doveva superare la prova. Ha impiegato qualche mese ma pazienza. Poi, per venire qui, doveva chiudere dei conti in sospeso ma pazienza. Ma che ora gli vengano concessi dei giorni liberi, io, davvero, non lo capisco."

La riunione con i Veji era finita da pochi minuti, ma Mimita non aveva intenzione di cedere. Nonostante le rimostranze esposte al Consiglio avessero incontrato solo il favore di Tahwito, fuori dalla Sala del Trono stava proseguendo con le lamentele.

"Io credo che un tantino di responsabilità in più non farebbe male a tua sorella. Se non lo comprende lei, come possiamo pretendere che lo faccia l'umano? Io penso..."

Eiji osservò Kana che aveva lo sguardo basso e non sembrava sentire nulla di quello che la consigliera stava blaterando.

Il vociare ininterrotto della consigliera lo innervosì, ma si era detto più volte che doveva stare al proprio posto: gli avevano permesso di partecipare alle riunioni con il velato avvertimento di non intromettersi in questioni che non lo riguardavano, e solo in caso di specifica richiesta. Lui non aveva obiettato, il suo compito era esserci per Kana.

"Qualcosa non va?", le domandò.

"Cosa? Ah, no. Cercavo di concentrarmi in vista dell'allenamento."

"Novità dal fronte nemico?", ritentò lui, consapevole che qualcosa la stesse turbando.

Quando erano in connessione, percepiva che un angolo della sua anima era chiuso e anche se lei lo aveva rassicurato che era tutto a posto, lui non era convinto.

"Nessuna. Ho percepito il Sacerdote quando il Drago è stato liberato, poi il silenzio."

Eiji fece una piccola corsa in avanti bloccando il gruppo. Con teatralità si esibì in un inchino e allungò la zampa verso Kana.

"Gentili, Veji, qui ci salutiamo. Noi dobbiamo andiamo a vedere quale sarà l'ultima arma a nostra disposizione."

Divertita, la Reggente batté il cinque permettendo al Custode di trasformarsi e con uno scatto corse in direzione dell'uscita.

Il campo di allenamento era un vasto spiazzo in una gola naturale, non distante dal palazzo. Pareti rocciose scendevano lievi fino a farsi piane e una zona boschiva lo delimitava, insieme a un fiume che si faceva largo attraverso una grotta.

Custodi e Protettori erano schierati ad ascoltare Namis che stava illustrando la situazione a Taiki e Miu.

"Qui c'è tutto ciò di cui abbiamo bisogno: campo aperto, nascondigli, una piccola altura. Come vedete possiamo provare tattiche diverse ma, soprattutto, imparare a coordinarci. Buongiorno, Kana."

La Reggente salutò con un cenno del capo per non disturbare e invitò Namis a proseguire.

"Coraggio: adesso tocca a voi."

Miu e Taiki fecero un passo avanti, posizionandosi dirimpetto. La Protettrice si abbassò e sollevato il muso dell'amico con dolcezza, avvicinò la fronte alla sua.

"Non pensare a come fare. Svuota la mente e rilassati."

Taiki la assecondò, concentrandosi sul respiro, e chiudendo gli occhi avvertì con piacere il tocco lieve delle mani dell'amica che imprimevano calore sulle squame e le minuscole pulsazioni che produceva la linfa che le scorreva in corpo. Anche se in quella condizione si sentiva in pace, iniziò a incuriosirsi.

"Dai, Taiki, non distrarti. Magari potrei aprire un pochino un occhio, dare una sbirciatina..."

"Perché, invece, non li apri entrambi?"

La voce di Miu gli arrivò all'orecchio ovattata ma limpida, proprio come quella sorta di liquido verde in cui stava galleggiando...

SOFFOCHERÒ, pensò impaurito, stringendosi la bocca e gli occhi con le mani.

"Come ne esco? Aiuto... Aspetta, ho di nuovo le mani. E i piedi."

Rivedersi nel proprio corpo umano lo calmò pian piano e dato che non sembrava stesse accadendo nulla di più se non l'ennesima magia, sollevò lo sguardo: di fronte a lui, come proiettate, delle mani impugnavano un bastone.

"Taiki, tutto bene?", sentì di nuovo la Protettrice. "Come va lì dentro?"

"Fluttuo. Ma sto bene. S-sono di nuovo io. E riesco a vedere all'esterno. È come se i tuoi occhi fossero uno schermo. Ehi, ma quello?", domandò riferendosi a ciò che stringeva Miu.

La principessa aveva tra le mani un raffinato arco verde che pareva di legno dipinto. Dall'impugnatura, verso l'alto, prendeva forma il corpo di un drago che culminava con la testa incurvata verso il petto. Tra le fauci reggeva la prima estremità del filo, la seconda invece era nella punta della coda che, con una torsione, formava la nocca all'estremo opposto. Concentrandosi, poteva percepire distintamente il cuore dell'amica e allo stesso tempo le sue emozioni. Non doveva immaginarsi come si sentisse: la felicità e l'orgoglio che attraversavano il suo animo erano limpidi.

"Ehi, Taiki, sembri proprio un arco tartaro."

Miu abbassò gli occhi e il Custode vide Eiji.

"Visto come sono bello?", domandò orgoglioso Coraggio.

"Non può sentirti. Vuoi che gli dica qualcosa?"

"Digli che sono molto più bello di lui."

"Eiji, Taiki dice che sei molto bello."

Saggezza le batté il cinque e tornò ammiccando da Kana.

"MIU!", si lamentò Taiki che ottenne solo di farla ridere.

Con i brividi d'eccitazione che ancora gli solleticavano la pelle, un lampo verde lo accecò riportandolo in forma di Virtù. Sia lui sia Miu si sedettero e avevano la medesima aria stremata. Ancora intontiti, Sayuri e Kalooy fecero loro le feste. Watanabe si sincerò di come stessero e così anche Yumiko.

"Tutto bene, sono pieno di energie", mentì Taiki, con i muscoli che pulsavano, le gambe che avrebbero voluto cedere e di quattro braccia a malapena ne controllava una.

"Niente male per essere la prima volta", si complimentò Heiko.

Namis annuì soddisfatto.

"Ora comincia il vero allenamento."

◾◾◾

Taiki si accasciò sull'erba che il cielo tendeva al viola. Namis li aveva lasciati in disparte per tutta la giornata a provare e riprovare la connessione e doveva ammettere che era stata una gran fatica.

La Protettrice era accanto a lui che si asciugava la fronte e beveva un sorso d'acqua da una delle sacche che Odan aveva portato loro nel pomeriggio.

"Se avessimo corso una maratona sarebbe stato meno stancante, però sono soddisfatto. Adesso che si fa?", domandò Taiki.

"Torniamo dagli altri prima di rincasare. Namis ci vuole parlare."

Con un gesto atletico il drago si rimise in piedi e puntò le zampe alla zona in cui si trovavano gli altri.

"Verso l'infinito..."

"Sono a pezzi. Risparmia le forze o a cena non ci arriveremo", lo interruppe la principessa picchiettandogli la schiena.

Quel tocco, seppur minimo, lo fece rabbrividire e ogni membra del corpo urlò di risparmiarlo.

"Qual è il record per oggi?", domandò per non pensare agli acciacchi.

"Vediamo... quasi cinque minuti. Potrà non sembrare, ma è un ottimo risultato."

Raggiunta la radura, Custodi e Protettori erano seduti a semicerchio, tranne Namis che accolse in piedi gli ultimi partecipanti a quella specie di concilio.

"Come ho accennato alla nostra ultima riunione, ora che siamo al completo è bene che sappiate come ci muoveremo. Io e Odan avevamo già fatto qualche ipotesi, immaginando i vari tipi di arma in cui Coraggio avrebbe potuto manifestarsi e oggi abbiamo definito una possibile strategia."

"Spero abbiate fatto un bel lavoro, mi hai lasciata da sola tutto il giorno", si lamentò Sayuri offesa, ma Namis la ignorò.

"Non è nulla di definitivo, ma vorrei esporvi le nostre conclusioni, così che possiate rifletterci. Punto primo: l'incognita più grande resterà fino all'ultimo il campo di battaglia. Ho incaricato alcuni soldati di trovare le soluzioni migliori per modellare a nostro favore gli scenari che potrebbero presentarsi: spiaggia, bosco, montagna... sarà più facile se sapremo in anticipo come coordinarci. Secondo: l'esercito nemico. Sappiamo che sono forti e spietati, ma non privi di punti deboli. Non conosciamo il loro numero, ma a preoccuparmi sono le notizie che giungono dai villaggi. Ultimamente i casi di zemlyani scomparsi sono aumentati. Pare che la capacità delle ombre di insidiare l'anima dei più deboli non sia più solo una maldicenza. Sulla Terra avete sperimentato, con quella vostra compagna, il significato della possessione. I mostri amplificano i sentimenti per renderli ossessioni. Non escluderei che Kujo, con false promesse, o con il terrore, voglia impiegare la nostra stessa gente in battaglia."

Il pugno e i denti del comandante si strinsero e Kana lo affiancò.

"Anche gli scrupoli saranno nostri nemici. Non potremo esitare ed è meglio essere preparati all'eventualità funesta che alcuni zemlyani potrebbero diventare, non per loro volontà, nostri avversari."

"Grazie, Kana. Tornando a noi, io ed Heiko saremo in prima linea, condurremo gli assalitori. Tu, Miu, ti addestrerai per guidare gli arcieri, sarai una retroguardia", poi voltò la testa verso Kana e Kalooy, "e voi resterete con lei."

Il fratellino si alzò scocciato. Watanabe provò a trattenerlo tirandogli la tunica con il becco.

"Non è giusto. Anche io voglio combattere con te e con Heiko. Voglio stare in prima fila, non sono un codardo."

"Abbiamo già affrontato questo discorso non una, ma un milione di volte. Ora che anche Miu si è rivelata è ancora più importante che tu resti al fianco delle tue sorelle."

"No, invece, perché io..."

"Smettila di fare i capricci", intervenne Heiko. "Sei un principe di Zemlyan. Il tuo compito non è fare i tuoi comodi. E soprattutto, finiscila di dimenticarti che sei il depositario della piuma."

Il fratello lo scrutò senza fare una piega. Taiki sapeva bene cosa si provava quando Heiko aveva quello sguardo.

"Sono aperto a qualsiasi suggerimento", tuonò Namis a tutto il gruppo, "ma non alle inutili lamentele. Mi aspetto la massima collaborazione da parte di tutti voi", concluse indirizzando l'ultima frase su Kalooy.

Tornando al proprio posto, Pietà sembrava tremare e Taiki lo sentì parlare con Watanabe.

"La verità è che non mi vogliono tra i piedi..."

"Grazie, Namis", disse Kana. "È stato un allenamento faticoso. Andiamo a mangiare e riposare."

Kalooy fu il primo ad andarsene. Watanabe si scusò con i fratelli maggiori e prese il volo per raggiungerlo. Anche Eiji avrebbe voluto corrergli incontro, ma Yumiko lo trattenne.

"Quando fa così è meglio lasciarlo sbollire."

La cerva sorrise a Heiko che si incamminò con Miu al fianco. Taiki invece rimase con i due amici umani.

"Sono a pezzi, però mi spiegate una cosa? Cos'è la piuma?"

Eiji si picchiettò il mento.

"Hai presente che, sulla sommità della testa, Watanabe ha quella lunga piuma vaporosa? Si direbbe un normale abbellimento, invece, pare possegga il leggendario potere della resurrezione, lo stesso attribuitole dalla nostra mitologia. Non si sa bene come funzioni, ma si dice che se la piuma venisse staccata, la Virtù di Pietà tornerebbe in automatico nella Lancia."

Yumiko annuì e proseguì il discorso.

"Per questo, tra noi cinque, Pietà è la più forte e, al contempo, la più vulnerabile. Non c'è modo di penetrare le sue difese e tanto più è profondo il legame con il Custode, tanto più il raggio d'azione emesso dal Protettore è grande. Namis ed Heiko vogliono che lui sia al sicuro, una leggerezza potrebbe essergli fatale."

Taiki stava per dire qualcosa, ma Odan lo urtò per raggiungere Miu a falcate e inginocchiarsi davanti a lei.

"Principessa, non dovreste stancarvi tanto. Concedetemi l'onore di portarvi in spalla fino a palazzo."

Sayuri sopraggiunse e lo spinse, facendolo cadere.

"Se hai ancora tutta questa energia vediamo se riesci ad arrivare prima di me."

Odan non se lo fece ripetere e la inseguì, urlandole di fermarsi.

Namis e Kana arrivarono a loro volta accanto al terzetto di Custodi, parlando di Kalooy.

"Non credi di essere stato duro con lui?"

"Lo faccio per il suo bene e per il nostro. Non permetterò che commetta i miei stessi errori."

Il comandante accelerò il passo e superò tutti, sfiorandosi il viso dal lato della cicatrice, facendo intendere di voler chiudere definitivamente il discorso.

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