CAPITOLO 16 - 16.1 Ultimo giorno di riposo

La fontana rifletteva la perfetta immagine di Taiki-drago che tentava di far passare il tempo in attesa che tornassero Miu e Agalei. La governante, infatti, quando i due erano usciti dalla fontana, aveva rapito la Protettrice, raccomandando al Custode di non allontanarsi per nessun motivo e di fare il bravo drago...

Per scacciare la noia l'unico modo che aveva trovato era fare il verso al proprio riflesso: una faccia arcigna, una felice, un'altra sorpresa e così via, per una meravigliosa collezione di smorfie che, all'occorrenza, avrebbe potuto riproporre al nemico in battaglia.

Stanco del gioco si stese per ammirare il cielo. Uno stormo di uccelli variopinti che non aveva mai visto prima lo sorvolò proprio in quel momento, lanciando a terra una tremula ombra. Muovendosi lenti e solenni, in direzione opposta rispetto al palazzo di Meki, dovevano avere all'incirca le sue dimensioni, ma erano le ali a farli apparire più imponenti, dotate di piume tanto lunghe che sulla terraferma dovevano far loro da mantelli. Curioso, seguì il loro percorso soffermandosi su quel cumulo di oscurità esteso per quasi tutta la lunghezza dell'orizzonte. Se non fosse che a Zemlyan non pioveva mai, avrebbe scommesso che si trattasse di un temporale.

"Taiki, guarda!"

Miu e Agalei ricompensarono l'attesa con degli orfinni appena sfornati. Il drago allungò la zampa per afferrare il malloppo, ma le dita non strinsero che un pugno d'aria. Un'altra mano si era intromessa tra lui e il delizioso fagottino.

"Grazie, Miu. Che buoni, sono ancora caldi!", esclamò Odan addentando la refurtiva per ben oltre la metà delle sue dimensioni. "Proprio come piacciono a me. Ehi, tu sei Taiki, l'ultimo Custode, dico bene? Namis mi ha detto tutto. Complimenti per la prova. A proposito, non ci siamo ancora presentati, ma Miu ti avrà di sicuro parlato di me."

Lo zemlyano strizzò l'occhiolino alla ragazza e si tuffò a rubare un altro dolce dal cesto di Agalei, che protestò invano.

"Adesso devo scappare, il comandante mi starà aspettando. Non vedo l'ora di vedervi domani agli allenamenti. Siate puntuali al campo, mi raccomando."

"Fa sempre così?", domandò Taiki.

"Sì", rispose Miu sbuffando e porgendo con cura un orfinno al Custode.

"Mmh, quell'Odan non sa come ci si comporta! Namis deve metterlo in riga. Ah, se me lo lasciasse anche un solo giorno per le mani..."

Nel tempo in cui la governante esternava il proprio monologo di disappunto, la principessa ne approfittò per tranquillizzare l'amico.

"Non starla a sentire. Odan sembra chiassoso, invadente e a volte è troppo esuberante, ma se è riuscito a conquistare il titolo di attendende deve pur avere qualcosa di buono."

"Hai ragione. Però credevo che avremmo iniziato oggi le esercitazioni, ma lui ha detto domani."

"Namis deve dare disposizioni alle truppe per potersi concentrare esclusivamente su noi Virtù. Che ne diresti di fare un giro?"

"Ci sto, potrebbe essere un'ottima occasione per fare un ripasso."

"Non fate tardi per cena", tornò alla carica la governante. "La Custode di Onore e il principino Kalooy non sanno cosa sia la pazienza quando si tratta di cibo. Non ho voglia di sentire lamentele."

Agalei si aggiustò la tunica e tornò verso il palazzo con il cesto di dolcetti vuoto.

"Molto bene, dove ce ne andiamo?", domandò Miu scuotendo la testa divertita.

"Mi verrebbe da consigliare la parte opposta rispetto alla prima gita. Ma, a essere sincero, non ho la minima idea di dove siamo andati in quella occasione."

"E la parte opposta sia. Oltretutto, c'è un piccolo altopiano da cui ti posso dare qualche punto di riferimento."

"Non sarebbe male, maestra, ma perché non iniziare subito: qui siamo a Meki, e il villaggio si chiama Senka, giusto? Mentre l'isola dove si trova l'altro palazzo è, aspetta... Zhiyak, e il suo villaggio Haske."

"Corretto, molto bravo."

"Non dirlo due volte, credo di aver esaurito ogni briciola di memoria."

"Zemlyan conta tante isole, grandi e piccole, e due arcipelaghi: Eiser, le cui maggiori terre sono Chloor, che è disabitata, e Cer. E poi c'è Nahas con Voden e Ikhabhoni."

"Perché a Chloor non c'è nessuno?"

"La vegetazione è molto fitta su Eiser, ma in particolare su quell'isola i rami e le radici degli alberi si attorcigliano in modo così contorto che il terreno è impraticabile. Invece Cer è più spoglia, perciò c'è un insediamento, Rhuka. Potrei sbilanciarmi nel dire che si tratta del villaggio più bizzarro di tutto il regno: le abitazioni sono costruite nel rispetto del bosco, quindi lo assecondano. Ma tu non dirlo agli abitanti, sono permalosi."

"Fatico a immaginarlo, ma se mai ci andremo farò il bravo. Poi, se non sbaglio, c'è una certa Lood."

"A sinistra di Meki. Noi la chiamiamo la Splendente. Lood è la terza isola più grande per estensione e la sua cittadina, Risiwe, ospita numerosi zemlyani. Ci sono praterie ricche di fiori e la specie predominante sono gli oku. Al loro interno, i pistilli assorbono la luce e la riflettono tra i petali sottili, sfumati dal rosso al giallo, dando l'impressione di andare fuoco. Di giorno sono aperti, ma di notte si chiudono e somigliano a piccole lanterne."

"Mi piacerebbe vedere anche quelli."

"Anche qui a Meki ne puoi trovare qualcuno, ma solo in un posto speciale. Da bambini, io e Kalooy facevamo di tutto per farci portare a Lood per raccoglierli. Insieme a Heiko siamo riusciti a farli germogliare in un giardino nascosto nel palazzo. Erano i fiori preferiti di nostra madre."

Taiki provò un senso di tristezza e si ricordò del discorso di Giustizia alla loro prima riunione. Miu però non sembrò perdersi d'animo e proseguì.

"E non scordarti di Aksijan e Yin, l'una di fronte all'altra, opposte all'isola splendente. Sono per la maggior parte montuose e salendo flora e fauna si diradano, fino a scomparire. Su Aksijan c'è il promontorio più imponente che, dopo la distesa d'acqua, è il territorio più importante. Da lì estraiamo le pietre che trattengono l'energia. A seconda del tipo di pietra possiamo ottenere luce o calore."

"E chi vivrebbe in un luogo tanto isolato?"

"C'è un unico villaggio, Pouk, e da ognuna delle altre isole ci si muove per portare il necessario agli abitanti. Questi, a loro volta, scavano le pietre e radunano quelle rovinate per restituirle alla montagna affinché rinvigoriscano. L'energia dell'acqua è forte, c'è il rischio che si rompano se le si usa troppo a lungo."

"Capisco. E com'è possibile raggiungere il villaggio? Immagino usiate le fontane, ma se dovete portare grosse merci la vedo difficile, servirebbe una vasca enorme."

"In effetti non possiamo far passare tutto attraverso il mare, però sul mare sì. Se dobbiamo trasportare qualcosa di massiccio rispetto alla nostra stazza, il dispendio di energia è sconveniente, se non impossibile. Per il commercio preferiamo usare carri e imbarcazioni. Le nostre navi sono dotate di vele a girandola, simili a fiori, che tramite l'energia vibrano per ricreare una sorta di vento, issate su alberi portanti e manovrate con un sistema di corde."

Continuando a chiacchierare e perdendo il senso del tempo, i ragazzi raggiunsero una piccola sporgenza. Al di sotto si apriva un versante collinare terrazzato, che scendeva verso la pianura, pieno di grosse sfere adagiate su rametti che ricordavano il tarassaco. Sospinti da un vento invisibile, i batuffoli tremavano e Taiki trovò tutto molto affascinante e morbido.

"Kapa", chiarì Miu. "Questa è la coltivazione più grande di Meki. Con il suo filato si producono vestiti, tendaggi... Assomiglia al vostro cotone."

Il drago, a una più attenta analisi, si rese conto che le sfere non erano tutte color avorio e si allungò per annusarne una rosa, sfiorandola con il naso. Questa squittì e ruotò su se stessa: un esserino peloso con le antenne e due grandi occhi lo osservò sbattendo scoordinato le palpebre.

"Un pillah! Complimenti per il fiuto. È difficile trovarli al primo colpo, di solito sono mimetizzati. Ma è meglio che non lo disturbi più di così, altrimenti..."

Ma l'altro, con un artiglio proteso per toccare la creaturina, la spaventò e questa saltò via su ogni appiglio che potesse fungere da salvataggio, lanciando acutissimi gridolini.

I kapa si colorarono di rosa al suo passaggio e altri pillah nascosti si svegliarono terrorizzati dandosi alla fuga più disparata. Un arcobaleno di macchie pastello ne tracciò un disordinato percorso finché l'ambiente si placò di nuovo.

"Non dirmi che quei cosini vi tingono gli abiti?"

"Un altro punto per te. Bisogna essere molto bravi a raccogliere il materiale al momento giusto, altrimenti finisce che si fa un pasticcio come questo."

"Beh, ma, ma, ma ecco, non volevo..."

"Non agitarti, domani sarà tutto come prima: finché il kapa è legato allo stelo torna al suo colore naturale."

A quelle parole Taiki si rilassò, portando le quattro zampe dietro la schiena: un buon modo per non combinare altri guai.

Proseguendo, ricominciarono a salire raggiungendo la cima di una collinetta, dove il panorama era straordinario: dietro di loro il palazzo di Meki convergeva al centro, e poi, come descritto da Miu, tutte le altre isole, da quelle più vicine a quelle più lontane, stagliavano il loro contorno sul placido mare.

"Ricapitoliamo, signor Kikuchi", si voltò a guardarlo la principessa, imitando la signorina Hashimoto. "Mi elenchi le isole di Zemlyan."

"Le dirò in ordine: Zhiyak, Eiser, Meki, Lood, Yin, Aksijan e Nahas. Come sono andato?"

"Direi un bel dieci."

"Come premio per il mio eccellente risultato", mormorò arrossendo, "perché non restiamo a guardare il tramonto?"

"Il tramonto? Ma qui non c'è il sole. Eh, no, giovanotto, perdiamo punti!"

"Oddio, è vero. E come fa ad arrivare la notte? Voi non dormite?"

"Il nostro cielo cambia solo tonalità, si fa viola. Più tardi lo vedrai."

"Che peccato, sarebbe stato bello se noi...", ma si tappò la bocca.

Miu, distolse lo sguardo.

"Si sta facendo tardi. Torniamo indietro o Agalei di sgriderà!"

"Che ne dici di passare per la collina di kapa? Vorrei lanciarmi di nuovo tra i pillah."

"Perché no", gli sorrise. "È la strada più veloce."

"Miu, ehi Miu. Ho fame."

"Sì, Kalooy. Stiamo tornando, non preoccuparti", rispose lei ad alta voce al messaggio telepatico.

"Ehm, solo per avvisarvi: Sayuri ha fame. Ma le ho detto che state arrivando... Vero?", insistette il principe cinque minuti più tardi.

"Stai tranquillo, siamo per strada."

Ma dopo altri cinque minuti la mano di Miu tornò alla tempia illuminata.

"LO SENTI QUESTO RUMORE? È LA MIA PANCIA. Vi siete persi, per caso? Prendete una fontana e venite subito!", esclamò Kalooy mentre si calmava. "Ci tengo a cenare tutti insieme."

La quarta volta, Miu sentì solo dei respiri amareggiati pervaderle la mente, così sbottò facendo trasalire Taiki.

"MANGIATE, VA BENE? Se avete così tanto bisogno di nutrirvi, fatelo e basta."

Quando i due esploratori raggiunsero la sala da pranzo non c'era traccia dei fratelli e dei loro Custodi, ma Agalei era pronta a rimproverarli.

"È colpa mia. Qui a Zemlyan non ho il senso del tempo", provò a scusarsi Taiki per placarla.

"Povero te! Mi hanno raccontato che da voi, quando se ne va l'azzurro, compare una palla bianca e il cielo si spegne. Così sapete che è ora di dormire. Ti perdono, ma voi, principessa, cercate di non essere troppo accondiscendente. Vi porto la cena."

Lui e Miu si accomodarono e nell'aria si diffuse un profumo leggero che il drago annusò avido.

"Sembrano verdure cotte, ma più zuccherose. Se dovessi fare un paragone direi carote e patate dolci."

"Anche oggi Namis mangerà nelle sue stanze", sospirò Miu osservando un terzo posto vuoto.

"O non mangerà affatto", si lamentò Agalei. "Lo so che svuota a malapena i piatti. Se non si tiene in forze non servirà a niente in battaglia."

"Ha molto da fare, ma vedrò di ricordarglielo, va bene?"

Il coperchio di una ciotola venne sollevato e mostrò una zuppa densa e rosata che fumava copiosa. Su un altro invece piatto erano disposti a cerchio otto fagottini chiusi in delle specie di foglie arancioni che profumavano di miele. Agalei porzionò tutto e se ne andò, augurandosi che sarebbero andati dritti a riposare una volta finito.

"Scusa, Miu, capisco che tuo fratello e Sayuri avessero fame, ma è tutto qui quello che ci hanno avanzato? Domani mi sentono", disse Taiki mettendo in bocca tre di quelle specie di involtini.

"TAIKI, FERMO! Il nostro cibo è più energetico del vostro. Quei monelli avranno mangiato metà della nostra cena. Senza contare che non sei ancora abituato a..."

"Fono un drago, ho fame, lafiami mangiare in pace!"

"Bene, allora, se hai tanto appetito prendi pure anche la mia parte."

Ma dalla faccia del Custode si capì che il senso di sazietà era arrivato a destinazione e Miu lo osservò mescolare la zuppa senza che fosse in grado di finirla.

"Vuoi che faccia portare il dolce?"

Uno zemlyano raccolse le stoviglie, assicurandosi che non avessero bisogno di altro. Miu lo ringraziò e invitò il Custode a seguirla. Fuori il cielo era proprio come lei glielo aveva descritto: viola, in un susseguirsi di sfumature lilla, qua e là porpora e persino lavanda.

"Credo di capire le sensazioni che provi. Devono essere le stesse che ho avvertito quando ho visto il vostro cielo per la prima volta", disse Miu soave.

"Se non fossi così stanco resterei a fissarlo tutto il tempo. Ti posso chiedere dove dormirò?"

La Protettrice lo guidò in un'ala del palazzo in cui non era ancora stato.

Nei corridoi incontrarono qualche zemlyano che salutò con gentilezza, ma non si fermarono a parlare. Sembrava che tutti rispettassero una pace reverenziale in quelle ore. Di fronte a una porta dalle maniglie verdi, intarsiata e sfumata delle stesse tonalità, si bloccarono.

"Noi dormiremo qui."

"Grazie, molto gen- NOI?"

"La mia stanza sarà la nostra stanza. Kana ha deciso che il modo più efficiente per migliorare la connessione, e imparare tutto gli uni degli altri, è sfruttare ogni momento insieme. Anche il riposo. E poi, se dovesse succedere qualcosa, saremmo subito pronti."

"Ma io, a dire il vero..."

"Calmati e abbassa la voce: quella è la stanza di Kalooy e Watanabe, e potrebbero già essere a letto", lo sgridò Miu indicando una porta colorata di viola.

"Uh, scusa."

Entrati, analizzò la camera, ampissima ma minimale: dalla sua posizione, dirimpetto all'ingresso, c'è un'altra porta; sul lato sinistro, invece, si trovava un letto più grande di un normale matrimoniale, con una specie di enorme cuscino adagiato per terra e a destra le pareti consequenziali erano occupate da alte vetrate.

"Mh, sì, quel letto è abbastanza grande, ci dormiremo comodi."

Ma Miu picchiettò il cuscino laterale.

"Tu dormirai qui. Dietro quella porta c'è il bagno. Va' pure a sistemarti, io torno subito."

Taiki annuì e attese che l'amica fosse uscita prima di tirare un sospiro di sollievo.

Una volta in bagno non si stupì che fosse grande quanto la stanza adiacente: un'ampia vasca troneggiava nel centro e una specchiera con lavandino trovava spazio accanto a un'ennesima porta. Sentendosi all'improvviso molto affaticato, fece come gli era stato detto: si adagiò nella vasca e si lasciò cullare dall'acqua calda.

◾◾◾

Il cuscino-letto era molto più comodo di quanto avesse immaginato, il difficile era prendere sonno. Non sapeva da quanto si stesse rigirando nel proprio giaciglio, ma la stanchezza, invece di andarsene, si era evoluta in preoccupazioni e forse anche per via dell'assenza di oscurità i verdi occhi di drago non volevano chiudersi.

Miu, una volta rientrata, si era sistemata, aveva scambiato quattro chiacchiere e fatto un brindisi con l'intruglio tiepido che era andata a preparare, addormentandosi nel frangente di uno sbadiglio dopo la buonanotte.

"Miu, psst. Ehi, Miu."

"Mmmmh?"

"Stai dormendo?"

"Fino a un attimo fa. Qualcosa non va?"

"Pensavo a quando gli altri si sono trasformati. È bastato che si toccassero e puff, eccoli pronti. Anzi, sono sicuro che Sayuri e Namis non si siano nemmeno sfiorati. Perché noi no? Come si fa la connessione?"

"E ne dobbiamo parlare adesso? Taiki, non lo so nemmeno io. Sarà per entrambi una novità, ma fidati di questo: mio fratello e Sayuri non sono da prendere come esempio. Tra loro si è instaurato un legame profondo. Potrebbero unirsi stando di spalle e a un metro di distanza. So che ci vuole sintonia, che si deve trovare la giusta concentrazione, perciò capisci che se mi salti addosso all'improvviso..."

"È che ogni volta che raggiungo un piccolo traguardo mi si presenta un ostacolo più grande."

Miu si sedette e sembrò capire che il Custode aveva bisogno di conforto, perché la voce non espresse alcun rimprovero.

"Tutto ciò che sappiamo di questi strani meccanismi è una conoscenza tramandata nei secoli da miti e leggende. Se ti può consolare, anche io ho tanti dubbi: non so quale sia la mia attitudine, non so se sarò in grado di usare a dovere il tuo potere, dato che non diventerai solo un oggetto. Io e te dovremo guidarci l'un l'altra."

"Adesso sono più agitato di prima."

"Funzionerà, è su questo che devi concentrarti. Ma lo sai qual è la cosa più importante ora?"

"No, cosa?"

"Arrivare ben riposati all'allenamento", ribatté la principessa, stampandogli il proprio cuscino sul muso.

Recuperato e aggiustato sotto la testa, si coricò di nuovo dandogli le spalle. Dopo un attimo di smarrimento Taiki si rilassò.

Ho fiducia in te, mi impegnerò. Ci connetteremo e poi... Ma i pensieri si persero, la testa cadde di lato e nella quiete della stanza rimase a vibrare solo il suono di un unico respiro.

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