CAPITOLO 15 - 15.1 Capodanno
La mappa raffigurante il globo terrestre occupava gran parte della scrivania. Il tempo l'aveva rovinata in diversi punti, senza considerare le grandi X scarabocchiate che coprivano la maggior parte di continenti e oceani. L'area più orientale era sormontata da altre scartoffie tra cui cartine più dettagliate, appunti, fotografie e oggetti per le misurazioni.
Le due mani che poco prima armeggiavano con un compasso, abbandonarono ogni cosa per premere forte sulle tempie di un Kujo debilitato, forse da qualche giorno privo di sonno.
"Perché devo soffrire di queste emicranie per colpa di quei cinque, miserabili, assassini? Vi resterà poco da gioire quando vi restituirò tutto il dolore che devo subire."
Vark si discostò dalla lettura di un manuale per sincerarsi delle sue condizioni.
"Qualcosa non va, mio Signore?"
"Si tratta del Drago. Anche l'ultima Virtù è stata risvegliata, lo sento", ringhiò Kujo, sedendosi e continuando a massaggiarsi la fronte.
"Eccellente. Un problema in meno di cui preoccuparsi. Forse sarebbe stato meglio se fosse stato così fin dall'inizio. Del resto, ora sappiamo per certo dove si trovano le Virtù. A questo punto, potreste valutare di abbandonare gli studi di vostro padre. Sarà la Lancia a mostrarvi le coordinate in cui Zemlyan e la Terra sono connesse. Reciso il filo sarete libero di governare questo ingrato regno, secondo la vostra nobile volontà."
A Kujo sfuggì una risatina pregustando il momento descritto da Vark, ma abbassando le mani sfiorò il ciondolo e cominciò a rigirarlo nervoso tra le dita. Bastò quel movimento a fargli riprendere la concentrazione e la lucidità.
"Invece continueremo come stiamo facendo. Voglio avere tutto sotto controllo, non ci saranno secondi piani, solo un obiettivo."
"Tenendo conto che nell'ultimo scontro la vittoria è stata vostra, non ho dubbi che sarà così."
Kujo non ribatté, strinse invece l'amuleto dove il liquido, sempre più scuro, lasciava spazio a un'unica sfera bianca che lottava per non essere inghiottita.
"Ho deciso che tornerò sulla Terra per verificare alcune cose."
"Di persona? Perché non mandate uno dei nuovi generali? Sarebbe una buona occasione per testarne le capacità."
"No", concluse secco il Sacerdote, andandosene dallo studio.
Doveva riuscire a dare risposta a tutti i dubbi che gli affollavano l'anima e, per farlo, non aveva bisogno di alcun aiuto.
"E per Taiki e Miu, Hip-Hip..."
"URRÀ."
Fu Namis a chiamare il brindisi per festeggiare la grande impresa. Tutti risposero esultando, comprese le amiche di Naora, un po' più avanti di qualche bicchierino rispetto ai nuovi arrivati, che si erano unite alla combriccola attratte da quel belloccio muscoloso seduto accanto a una giovinetta festante che non smetteva di importunarlo. Taiki era sicuro di averle sentite domandarsi se si trattasse del padre oppure del fratello.
Il signor Fujita, che nonostante il mancato preavviso aveva accolto tutti a braccia aperte, fissò la comitiva di ospiti.
"A cosa avete detto che dobbiamo il grande evento?"
Eiji, addentando un antipasto, si affrettò a rispondere.
"Taiki e Miu hanno superato una grande prova. Adesso, oltre che campioni di nuoto, lo sono anche di tuffi."
Il capo annuì compiaciuto. Conoscere gli amici di Taiki lo aveva riempito di felicità, ma al loro arriva era stata Naora ad apparire strana: sotto la coltre di trucco nero, un colorito rosato si era fatto largo dalle guance alle orecchie, intensificandosi quando Watanabe si era proposto di dare una mano a cucinare per sdebitarsi dell'ospitalità. Così i proprietari, più il nuovo chef, avevano ravvivato i fuochi e si erano messi al lavoro per sfamare tutti quanti.
La prima ad arrivare con una grossa pentola, e uno slogan pronto, fu proprio la minuta collega.
"Queste, signore e signori, sono le famosissime polpette del grande Fujita Takashi, mio trisavolo, rivisitate in chiave vegetariana e conosciute in tutto il paese. Ricetta segreta tramandata di generazione in generazione. Attenti che creano dipendenza."
Anche Watanabe calò sul tavolo un grosso tegame ricolmo di polpette.
"E queste sono le mie, spero vi piacciano", disse più pacato, con il signor Fujita che gli batté tre sonore pacche sulla schiena.
La cuoca si chinò a rubarne una allo sfidante, assaporandola sorpresa.
"Non sei niente male."
Taiki ed Eiji risero, lanciando occhiatine d'intesa a un Watanabe immerso nel baratro dell'imbarazzo e bisbigliandogli che forse la ragazza non si riferiva al cibo.
"Quali sono le più buone lo decidiamo noi, perché quelle del mio Custode sono le più mega fantastiche", sottolineò Kalooy.
"Custode?", domandò il signor Fujita a Taiki.
"Una cosa tra loro, stia tranquillo. Buon ultimo dell'anno, capo."
◾◾◾
Nel corso della serata le amiche di Naora, sempre più ubriache e disinibite, insidiarono Namis con domande inopportune. Naora invece, più contenuta, ma a propria volta alticcia, si divertì a chiacchierare con Kalooy e Sayuri che le regalarono un quadro più o meno veritiero di Watanabe.
A un tratto il signor Fujita rubò la bottiglia di *sakè dal centro del tavolo, versandosi nel bicchiere un'abbondante dose di felicità.
"Sono così contento che siate venuti. Non ho ben capito come vi siete conosciuti, avete età così diverse, ma che importa. Siete simpatici e Taiki vi vuole bene", esclamò trangugiando l'intero contenuto.
"Papà! Sarà il quarto che ti bevi! Vedi di non esagerare che mi metti in imbarazzo con le amiche", disse Naora che incrociando lo sguardo di Namis capì da sola che erano altre le persone che avrebbe dovuto richiamare all'ordine.
"Ma, rondinella, è l'ultimo dell'anno. Lo hai detto tu che dobbiamo festeggiare."
◾◾◾
Finita la cena Yumiko, Heiko e Miu aiutarono a sparecchiare e chiamarono un meritato applauso ai cuochi, che conclusero la finta gara in perfetta parità nonostante i severissimi giudici.
"Giovanotti, preparatevi ad andare in spiaggia che manca pochissimo al conto alla rovescia. Non vorrete perdervi i fuochi d'artificio."
In effetti, l'orologio indicava che mancavano poco più di quindici minuti al nuovo anno, perciò i commensali si alzarono e si infilarono le giacche.
"Grazie infinite per la disponibilità", disse Yumiko al signor Fujita, con Namis ed Heiko al fianco che ringraziarono a loro volta. Il capo strinse loro la mano a turno e li invitò a tornare.
"Casa nostra è sempre aperta per chi ha a cuore il nostro Taiki."
Naora invece barcollò fino a Watanabe allungandogli un bigliettino.
"Se ti venisse voglia di un'altra battaglia culinaria sai dove trovarmi."
"Sarà un vero piacere" rispose lui, soffermandosi qualche momento a fissare la sfidante.
Raggiunta la spiaggia già gremita, Taiki sussultò per il freddo e infilate le mani in tasca per scaldarle ne estrasse un pacchetto.
"Cavoli, Miu, che sbadato, questo è per te. Me lo hanno dato i Fujita tempo fa."
Lei lo prese con una scintilla di emozione. Tolto dall'involucro, il regalo si rivelò un bellissimo fermaglio di madreperla che, nonostante il buio, riluceva di sfumature arcobaleno. Taiki lo prese e glielo aggiustò tra i capelli.
"Sei bellissima."
Miu arrossì e poi si girò verso il mare. Eiji si unì a loro e tutti e tre rivolsero gli occhi al cielo.
Kalooy e Sayuri iniziarono a urlare il conto alla rovescia.
"Tre... Due... Uno..."
Sull'esultanza generale le stelle scomparvero, cedendo il teatro celeste a un fantastico spettacolo di colori che fece gridare i bambini di gioia e lasciò gli adulti a bocca aperta.
Watanabe e Namis si adoperarono ad accendere un paio di lanterne regalate loro dai Fujita, invitando tutti a esprimere un desiderio.
E tra gli auguri, i canti e i buoni propositi soffiati sul fuoco di lampade di carta, due mani si sfiorarono e si unirono, permettendo al riflesso blu delle gemme dei loro bracciali di fare altrettanto.
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NOTE:
*Sakè: bevanda alcolica tipicamente giapponese ottenuta da un processo di fermentazione di riso, acqua e spore koji.
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