capitolo 21
Aprile
Blaise stava fingendo di ascoltare quello che Jeffrey Andrews stava esponendo ai soci dello studio legale attraverso una conference-call. Non aveva più molta voglia di restarsene chiuso in quell'ufficio e in più gli mancava terribilmente Theo.
Harper era stato poco bene nelle ultime due settimane e Blaise era rimasto accanto a lui per tutta la notte, finendo per non rispondere più alle chiamate del compagno Newyorkese.
Theo recentemente gli aveva anche mandato delle foto e dei video molto espliciti su quanto lo stesse pensando, ma Blaise non aveva più risposto e Theo aveva smesso di scrivergli.
L'avvocato si sentiva così in colpa. Non voleva dare la colpa ad Harper, però sapeva benissimo che due cose non le poteva fare contemporaneamente. Voleva dare il cento per cento ad entrambi ma Harper sarebbe sempre e solo arrivato per primo, portandolo ad una dolorosa ammissione: doveva continuare a dedicarsi al figlio, le sue necessità dovevano arrivare dopo, come sempre.
Avrebbe dovuto rinunciare a Theo. Anche se era doloroso...
Si passò una mano sugli occhi, sentendoli pizzicare per via delle lacrime trattenute. Non voleva lasciare andare Theo, ma come potevano andare avanti? Scrivendosi tre messaggi ogni cinque ore? Blaise voleva costanza nella sua vita, ma sapeva di avere una famiglia che aveva bisogno di lui e sapeva che Theo aveva un lavoro al quale non poteva rinunciare e Blaise non lo avrebbe mai e poi mai costretto a lasciare il lavoro per lui.
Non c'era altra soluzione...
~*~
Theo stava scrivendo degli appunti sul suo quaderno e sottolineò con degli evidenziatori le parti importanti e che avrebbe dovuto approfondire nella storia. Afferrò dei post-it e ci scrisse sopra a grandi linee cosa avrebbe dovuto spiegare meglio e lo appiccicò sul foglio, poi ne prese uno pulito e scrisse con l'evidenziatore verde il titolo di quello che avrebbe dovuto scrivere e poi cominciò a buttare giù le prime righe della bozza mentre dal suo PC usciva una canzone pop del momento.
Ad un tratto, mentre cancellava una frase che non gli piaceva, il suo cellulare prese a squillare e aggrottò le sopracciglia.
Erano ormai due settimane che il suo telefono non squillava più.
Blaise gli aveva scritto che il figlio stava male e poi per via degli impegni e del fuso orario avevano smesso di scriversi.
Theo, dopo avergli mandato ben due video e alcune foto decisamente esplicite che significavano solo una cosa, avendo notato che dall'altra parte non c'era più interesse aveva così smesso di cercarlo, restandoci peggio quando nemmeno Blaise gli aveva mai scritto.
Ormai si era rassegnato che anche quella storia era naufragata, ma nessuno dei due aveva il coraggio di afferrare il telefono e dirsi chiaramente le cose come stavano.
Theo ne avrebbe sofferto come un cane, lui che dopo aver rotto con Neville, non aveva più nessuno con cui parlare, ma quella era la vita reale, non una delle tante storie che era solito scrivere dove esisteva il "vissero felici e contenti".
Forse per gli altri esisteva il "vissero felici e contenti", ma lui ormai aveva perso ogni speranza.
Tutti finivano per tradirlo o per abbandonarlo. Nessuno lo trovava simpatico o abbastanza per continuare a vivere insieme a lui.
Theo aveva la fama e i soldi, ma avrebbe volentieri rinunciato a tutto pur di ricevere un abbraccio da qualcuno.
Inutile dire che si era fatto dei castelli mentali con Blaise ma la distanza e gli impegni dell'uomo lo avevano reso off-limits per lui.
Theo si allungò verso il cellulare e il suo cuore perse un battito quando vide lampeggiare il nome di Blaise sullo schermo. E non lo stava semplicemente chiamando, ma bensì videochiamando.
Con dita tremanti, perché Theo ormai si era rassegnato al lasciarlo andare, finse una faccia felice e sorpresa quando rispose.
"Hey, ciao! Ma quanto tempo!" Disse e poi rimase in silenzio, notando qualcosa di familiare.
Non era il viso di Blaise quello che stava guardando, ma bensì le porte di un ascensore.
E non un ascensore qualsiasi, ma quello del suo palazzo.
Con gambe tremanti, si alzò dalla poltroncina della scrivania per raggiungere la porta di casa, mentre osservava sul suo schermo Blaise muoversi dall'ascensore per puntare la videocamera sulla sua porta di casa.
Theo aveva il cuore che gli scoppiava per l'emozione nel petto.
Senza smettere di guardare il cellulare, aprì la porta di casa, togliendo le varie serrature e catene e aprì la porta, così come stava vedendo anche nello schermo del suo cellulare.
Si vide chiaramente sullo schermo e Theo non aveva la forza di alzare gli occhi.
Non era possibile, Blaise era a casa sua!
"Ciao" disse Blaise chiudendo la videochiamata, costringendo Theo a sollevare gli occhi azzurri e posarli su di lui.
Era maledettamente bello. Più bello di come lo ricordava o di come lo vedeva sullo schermo del PC.
Però.... Se Blaise aveva preso l'aereo e si era fatto ore di viaggio pur di raggiungerlo, forse, voleva rompere con lui guardandolo negli occhi e non attraverso dei banalissimi messaggi.
A quel punto Theo raddrizzò le spalle e lo guardò dritto negli occhi, il cuore che batteva furioso.
Batti ora perché tra trenta secondi smetterai di farlo...
"Che ci fai qui?" Chiese Theo con tono spavaldo mentre lo sguardo di Blaise si addolciva.
"Mi mancavi da impazzire e non sopportavo più il silenzio. Voglio... Voglio concedermi una opportunità con te, ma voglio sapere se anche tu vuoi stare con me. Ora che ti ho trovato non voglio più lasciarti andare. Ho parlato con il signor Andrews e ha detto che posso cominciare a lavorare qui a New York.."
"Non vuoi lasciarmi?" Chiese Theo mordendosi il labbro, in un gesto di Insicurezza che lo contraddistingueva da sempre.
La sua insicurezza gli avrebbe fatto fare una fine terribile. Insieme ai suoi dannati pensieri negativi perenni che gli dicevano che tutto sarebbe andato male.
"Lasciarti? Sei impazzito? Mai e poi mai. Ovviamente se devo accettare il lavoro allo studio qui a New York dipende solo da te. Se mi vuoi, se vuoi convivere con me e con Harper, dipende solo da te. So che può essere un po' strano cominciare una storia d'amore con queste condizioni, ma non ho intenzione di rinunciare a te. Ci ho provato, mi sono detto che avrei dovuto continuare a dedicarmi solo ed esclusivamente ad Harper ma sai cosa? Sono stanco di vivere in secondo piano. Voglio vivere anche io una storia d'amore e voglio viverla con te. Se ci vuoi..."
Theo abbassò la testa e si coprì il viso con una mano, sospirando.
Blaise stava ancora stringendo le dita attorno al trolley mentre tutto quello che desiderava fare era afferrare il volto di Theo, baciarlo e spingerlo dentro casa.
"Pensavo non mi volessi più. Hai smesso di scrivermi e rispondermi. Ti ho mandato video e foto senza mai ricevere una risposta e ho pensato non mi volessi più" disse Theo piangendo.
"Ti voglio e sono qui da solo. Ho cinque giorni per farti decidere..."
Theo sollevò lo sguardo e lo fissò negli occhi.
"Cinque giorni solo io e te?" Chiese Theo stupito.
"Posso disturbarti per cinque giorni? O rischio di rovinarti la storia che stai scrivendo?"
Theo ridacchiò e fece un passo indietro.
"Tu hai e avrai sempre la priorità per me..." Disse Theo.
"Oh, menomale... La mia intenzione era passare qualche ora nudo nel tuo letto. Ho un sacco di cose da imparare e mi farebbe comodo un infermiere personale... Non dimentico i pochi giorni che abbiamo passato insieme dopo Capodanno..." disse Blaise chiudendo la porta di casa alle sue spalle.
Theo la chiuse a doppia mandata, chiudendo anche la catena e i chiavistelli.
"Sei mio prigioniero, Blaise Zabini. Non ho alcuna intenzione di lasciarti uscire dalla mia camera..." Disse con un sorriso lo scrittore.
Blaise, senza dire una parola, allungò una mano verso la vita dello scrittore e posò le labbra sulle sue, baciandolo con dolcezza.
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