capitolo 15 opzione A (prima parte)

NOTE: Visto che ero indecisa su due episodi per far incontrare gli Zabott e scoprire l'uno dell'altro ho deciso di scrivere due opzioni. ✌️ 

Blaise stava osservando il cielo grigio e la pioggia che sporcava il vetro del suo ufficio.

Era rimasto da solo, i suoi colleghi erano scesi per pranzo mentre lui aveva preferito restare in ufficio, non aveva molta voglia di pranzare.

Mandò un messaggio a Seamus per sapere di Harper e l'uomo gli aveva risposto che stava andando a prenderlo a scuola e poi sarebbero stati a casa sua.

Con un sospiro chiuse l'applicazione di messaggistica per entrare su quella di cuorisolitari.com.

Starnight gli aveva risposto e Blaise si ritrovò a sorridere emozionato.

Due giorni e finalmente si sarebbero incontrati di persona.

Blaise era nervoso e teso perché l'incontro si sarebbe tenuto in una camera d'albergo e la cosa sembrava così strana... Lui non era mai stato con un uomo. Non aveva molti indizi su Starnight e conoscerlo direttamente nella sua camera d'albergo lo metteva in agitazione. Sperava proprio di poter cenare prima con lui e conoscerlo meglio, guardarlo in faccia e poi... Forse lo avrebbe baciato.

Blaise sospirò, ignorando la fitta allo stomaco.

Non aveva mai baciato un uomo prima, ma Starnight... Lo faceva impazzire. Gli piaceva parlare con lui e se non fosse stato il suo tipo ci sarebbe rimasto molto male.

Starnight90: non vedo l'ora che sia dopo domani! Voglio davvero conoscerti!

Shark_L87: anche io! Anche se sono un po' agitato...

Starnight90: perché? Se ti spaventa l'incontro in stanza possiamo vederci fuori...

Shark_L87: non saprei. Fammici pensare... Ok?

Starnight90: ok.

Blaise posò il cellulare quando sentì i suoi colleghi rientrare in ufficio. Perché il tempo passava sempre in fretta quando si divertiva? Pensò mentre tornava a concentrarsi sul suo lavoro.

Alle cinque e mezza tornò a casa e dopo essersi fatto una rapida doccia andò a prendere Harper da Seamus. Dopo aver suonato, però, Blaise rimase stupito di trovarsi davanti Theodore.

"Uhm. Sono venuto a prendere Harper..." Disse l'avvocato guardando l'uomo che era rimasto inebetito sulla soglia della porta e lo fissava intensamente. Blaise deglutì, abbassando lo sguardo imbarazzato.

"In realtà volevo portarli al parco..." Disse Theo.

Blaise lo guardò.

"Puoi venire con noi... Se ti va" disse il biondo, il viso più rosato.

Blaise lo guardò qualche secondo e poi annuì, mentre Theo chiamava i bambini.

"Papà!" Urlò Harper correndo verso suo padre e abbracciandolo.

"Ciao tesoro. Come è andata a scuola?"

"Bene! Oggi ho vinto un premio perché ho fatto il disegno più bello della classe!"

"Non è vero, il più bello era quello di Alexander..." Disse Marjorie mentre litigava con le maniche del piumino.

Theo l'aiutò ad indossarlo e poi le chiuse la zip e le avvolse il collo nella sciarpa rosa.

"Che disegno è?" Chiese.

Harper alzò le spalle.

"Dei fiori. La canzone che ci ha fatto ascoltare la maestra oggi pomeriggio mi ha ispirato l'estate e un grande campo di fiori. Poi ho disegnato anche te!"

Blaise sorrise.

"Ah, ecco perché hai vinto il premio. Potevo dirlo subito!" Disse Blaise sorridendo e le guance di Theo divennero rosso fuoco.

"Andiamo bambini..." Disse Theo, allontanandosi velocemente mentre teneva Marjorie per mano.

Raggiunsero il parco giochi e subito Harper corse verso le altalene.

"Papà! Voglio salire! Spingimi!" Disse il bambino mentre cercava di salire.

"Attento che ti fai male..." Disse Blaise, apprensivo come sempre, mentre Marjorie saliva da sola sull'altalena.

"Lasciami! Sono grande!" Disse il bambino, un broncio adorabile dipinto sul volto.

Blaise si allontanò di un passo e guardò il bambino che sollevò gli occhi blu su di lui.

"Mi spingi?" chiese aggrappandosi alle catene.

"Come si dice?" chiese.

"Per favore?" rispose il bambino.

"Anche io, zio Theo!" urlò Marjorie con un sorriso. "Per favore per favore!"

I due adulti si guardarono in faccia e si mossero dietro i bambini, pronti a spingerli sull'altalena.

⁓*⁓

"Sam mi ha detto che venerdì sera lascerai Harper a dormire a casa..." disse Theo mentre osservava Marjorie correre insieme ad Harper.

"Non spingerla!" disse Blaise, spalancando appena gli occhi e fulminando con lo sguardo il figlio.

"Non l'ho spinta! Sono inciampato nella pietra!" rispose Harper per poi salire sullo scivolo, seguito da Marjorie.

"Si, ho un viaggio di lavoro..." disse Blaise, vago.

"Ah si? Dove vai di bello?" disse Theo incuriosito.

"A Londra..." rispose Blaise.

"Ah si? Pensa un pò. Anche io devo andare a Londra, sabato..." dise Theo, arrossendo e distogliendo lo sguardo.

"Ah si? Come mai? Lavoro anche tu?"

"Uhm, no. Un amico... mi ha invitato a stare da lui...." disse Theo strofinandosi nervoso i palmi delle mani fredde, poi li nascose, uniti, in mezzo alle cosce per scaldarle, mentre osservava Marjorie ridere divertita mentre si lanciava dallo scivolo.

Poco più avanti, Theo si accorse che c'era una coppia con due bambini che doveva aver già visto.

Blaise si mosse sulla panchina e sollevò una mano, salutando la coppia che ricambiarono, mentre i due bambini correvano verso lo scivolo e Marjorie afferrava la mano del bambino con i capelli rossi.

"Blaise, ciao! Dov'è Sam?" chiese l'uomo dai capelli rossi e Theo gli rivolse un'occhiata, restando scioccato dalle sue dimensioni. Era muscoloso ovunque.

"Ancora al lavoro. Ma tra poco torniamo a casa, vero bambini?" chiese Blaise sporgendosi con la testa per guardare dietro Oliver Wood.

"Nooo!" risposero in coro i bambini, facendo sorridere gli adulti.

"Adesso che si avvicina il Natale saranno pieni di lavoro..." disse Oliver infilando una mano sotto il braccio di Charlie.

"Io non vedo l'ora di andare in vacanza per qualche giorno invece. Sto impazzendo..." disse Blaise sospirando.

"E tu, Theo? Quando ci sarà la presentazione del tuo libro? Vero che me ne darai una copia autografata?" chiese Oliver con un sorriso e Theo sbarrò gli occhi, avvampando imbarazzato.

"Libro? Che libro? Che presentazione?"

Oliver guardò Theo che era diventato paonazzo.

"Uhm, io..." disse Theo, ma Oliver lo guardò dolcemente.

"E dai, ha un autore di best seller di fama mondiale accanto e nemmeno lo sa!" disse Oliver e Blaise guardò sconvolto il biondo che abbassò lo sguardo imbarazzato.

"B.J. Webb" disse Theo deglutendo e spostando lo sguardo ovunque tranne che su Blaise che ne era stupito.

Che cosa?! si chiese mentalmente l'uomo ma prese un respiro profondo.

"Ah, si, devo averne sentito parlare.. Non ho molto tempo per leggere..." disse Blaise e Theo sospirò felice.

"Non importa, davvero. Non amo la fama. In pochi sanno la mia vera identità, gradirei restasse tale, per cortesia" disse Theo guardando con occhi supplicanti la coppia ma soprattutto Blaise.

L'avvocato annuì.

"Ma certo. La tua identità sarà al sicuro con me..."

"Grazie!" disse Theo, sorridendogli riconoscente.

⁓*⁓

Il venerdì sera, ovviamente, Blaise uscì più tardi dal lavoro e in più, aveva anche cominciato a nevicare.

Tenendo la sua valigetta in mano, uscì dal suo ufficio e raggiunse l'ascensore, mentre pensava preoccupato alla strada completamente innevata che avrebbe dovuto percorrere per raggiungere Londra.

Per un breve istante pensò di scrivere a Starnight di annullare l'incontro, ma gli sembrava una vigliaccata. Decise però di scrivere lo stesso all'altro, dicendogli che stava nevicando a Londra e di portarsi dei vestiti pesanti. Alla fine del messaggio, decise di aggiungere, per eventuali necessità, anche il suo numero di cellulare.

Stava ancora guardando il telefono quando uscì dal palazzo, pronto a svoltare l'angolo per raggiungere la sua macchina. Era quasi arrivato, quando sentì una voce chiamarlo. Blaise sollevò lo sguardo e vide un uomo con entrambe le mani affondate nel cappotto pesante, un berretto di lana sulla testa che lo guardava lievemente agitato.

"Si?" disse Blaise, anche se più tempo perdeva e peggio rischiava di trovare la strada.

"Sono il marito di Annie Boggatt" disse l'uomo avvicinandosi e lo sguardo di Blaise si fece serio.

"So chi è lei..." disse dopo averlo riconosciuto.

"Devo sapere dov'è mia moglie..." disse l'uomo guardandolo minaccioso, Blaise non si fece impietosire.

"Lo sa benissimo che non sono tenuto a dirglielo..."

"Oh, lei deve! Oppure..."

Blaise rise, amaro.

"Assolutamente no, adesso se mi perdona, devo andare via..." disse l'uomo afferrando le chiavi della macchina dalla tasca e dando le spalle all'uomo.

All'improvviso, un dolore lancinante lo colpì alla schiena e Blaise sbarrò gli occhi, portandosi una mano al ventre.

Inorridito si voltò per guardare l'uomo ma questo affondò nuovamente la lama del coltello alla spalla e un altro fendente lo colpì all'addome, facendolo cadere sullo sportello della macchina.

Blaise cadde a terra, mentre le mani gli si impregnavano di sangue. Ogni pensiero svanì mentre si accasciava quasi senza sensi sulla neve.

Blaise sentì gli occhi riempirsi di lacrime, spaventato.

"Harper" bisbigliò.

Che cosa ne sarebbe stato di lui? Fu l'ultimo straziante pensiero, mentre delle persone che avevano assistito all'aggressione cominciavano ad urlare e alcuni corsero velocemente da Blaise.

"Signore! mi sente?" sentì urlare da un uomo che cadde in ginocchio accanto a lui e poi lo sentì stringergli una mano. "Un'ambulanza! presto! E' stato accoltellato!"

Un attimo dopo tutto divenne buio. 

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