4. ELOWEN POV
Stronzo. Un grandissimo e incredibile stronzo.
Dopo aver tolto i pattini, sotto gli occhi dei membri della squadra di hockey curiosi, sono andata dritta nei camerini con le sole calze ai piedi.
Metto via le mie cose, assicurandomi di non dimenticare i miei scaldamuscoli, come sono solita fare.
Oggi ho fatto più tardi del previsto: non mi trattengo mai così tanto da vedere i ragazzi arrivare. Anche perché cerco sempre di evitare quel cretino di Cassiel. Lui è alto, affascinante, capelli folti e castani e occhi dolci e profondi. Tutto quello che una ragazza potrebbe desiderare, certo. Peccato che sia anche immensamente stronzo.
Persino il modo che ha di guardare gli altri, critico e giudicante, mi dà sui nervi.
Mentre faccio per uscire, mi rendo conto di aver scordato la giacca termica appesa. Non sarebbe stato un problema se me la fossi dimenticata, tornando qui domani mattina alle cinque, ma fuori si gela e non voglio ammalarmi ora.
Faccio finalmente per uscire dagli spogliatoi quando vengo bloccata da una presenza ingombrante poco dopo la porta.
Si appoggia al muro e mi fissa per un istante, prima di iniziare a parlare: <<Ehi, Elowen>> mi saluta Kale Hawthorne, nonché mio ex.
Kal gioca ad hockey da quando io faccio pattinaggio, dunque da quando camminiamo, praticamente. Lui è amico di Cassiel e Jason da quel momento, anche se negli anni si sono un po' allontanati, nonostante non ne abbia capito bene le ragioni. Dopo tanti tentativi, lui è riuscito ad arrivare a me trovandomi nel bosco legata a un albero poco dopo che Cassiel mi aveva lasciata lì, all'età di ben dodici anni. Da quel momento, anche se lo avevo sempre ignorato, ho iniziato a vederlo con occhi diversi, come un eroe, un salvatore, il ragazzo più grande che mi avrebbe sempre difesa e protetta, fatta sentire amata e al sicuro. Peccato che negli anni a seguire non mi abbia dimostrato un minimo di maturità, anzi. La sua gelosia è stata un ostacolo fin dall'inizio, per non parlare dei pochissimi interessi in comune e dei vari tradimenti da parte sua che ho scoperto.
Fingo un sorriso. Non nutro rancore. Provo solo disgusto e disistima.
<<Ciao, Kal>> lo saluto, prendendomi un momento per guardarlo più attentamente.
Dall'ultima volta che l'ho visto, è diventato più alto. I suoi capelli biondi e rasati sono ora cresciuti e sembra più tonico e muscoloso, anche se non indossa l'armatura.
Mi squadra dall'alto in basso con un movimento impercettibile degli occhi, ammiccando quando sono di nuovo sui miei. <<Elo, era da un po' che non ci vedevamo da queste parti...>> dice quasi in un sussurro. Non ho il tempo di replicare o andarmene che riprende: <<Sai che in giro non si fa altro che parlare del ballo di fine anno?>>
Capisco subito dove voglia andare a parare ma proferisce parola prima che sia io a farlo.
<<Mi chiedevo se volessi venire con me.>>
Ci penso un attimo. E mi vengono in mente solo motivi per cui rifiutare. <<Non so nemmeno se andrò, in realtà>> dico infine, ed è la verità.
<<Be', forse l'andarci con me ti darà un motivo in più per farlo>> mi dice avvicinandosi.
È strano, a volte, come il corpo si senta attratto da qualcuno che abbiamo avuto accanto per così a lungo pur non provando più niente, come se un'attrazione invisibile ci spingesse a tornare in quel posto in cui siamo stati e che abbiamo conosciuto così bene.
<<Kal...>> mormoro, stringendo i pugni e cercando di trattenermi.
Sento il suo fiato caldo sul collo che mi provoca la pelle d'oca lungo le braccia. Mi guarda negli occhi, il suo viso è a un palmo dal mio.
Vengo interrotta da una voce prima che possa fare qualsiasi cosa.
<<Kale?>> sento Cassiel chiamarlo in lontananza.
Lui si volta velocemente e si allontana di un passo da me. <<Cosa?>> risponde annoiato.
Cassiel arriva, guarda i miei piedi scalzi e poi alza gli occhi al cielo appena mi nota. <<Davvero? Ancora lei? Puoi fare di meglio>> grugnisce.
Non so che tipo di rapporto ci sia tra loro ma non riesco a trovare nessuna motivazione per cui avrebbe potuto dire qualcosa di meno mortificante nei miei confronti. In fondo, tra i due, sceglierà sempre di schierarsi dalla sua parte. Lui è quello innamorato che è stato lasciato, io sono la cattiva della situazione. E lui è lo stronzo.
Kale mi guarda di nuovo aspettando che ricambi lo sguardo ma io fingo di non notare la sua ricerca del mio contatto visivo.
<<Pensaci>> mi sussurra in un orecchio. Il mio corpo, in preda a un brivido, si volta verso di lui, consapevole di non poterlo ignorare ora. Com'è strano tornare ad essere un estraneo per chi ha condiviso con te così tanto.
Cassiel batte il suo bastone da hockey a terra per avere l'attenzione di Kale, interrompendo il nostro muto dialogo. <<Muoviti, il coach ci aspetta>> dice andandosene.
Kale mi guarda un'ultima volta prima di seguirlo e andare via verso l'arena.
L'unica volta in cui posso essere grata a Cassiel Thornfield o avrei potuto fare o dire qualcosa di cui mi sarei pentita. E le kie amiche mi avrebbero dato il ben servito.
Alla fine arrivo negli spogliatoi e recupero la mia giacca appesa all'appendiabiti, proprio dove mi aspettavo di trovarla. Metto tutto nel mio zaino e ripercorro il tragitto all'indietro, diretta verso il parcheggio dalle mie amiche.
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