2. ELOWEN POV
La musica parte.
I miei piedi iniziano a muoversi a ritmo con lei sul ghiaccio, lasciando che la mia testa si liberi di ogni pensiero.
Mi dimentico dei compiti di fisica e della cena di stasera, delle cipolle viola e del fastidio che mi assale al solo pensare di ritovarmi seduta ancora una volta allo stesso tavolo con Cassiel Thornfield. A casa mia, per giunta.
Il mio corpo abbandona la rigida posizione iniziale e i muscoli delle mie gambe si rilassano, iniziando a scivolare sul ghiaccio. Mi porto al centro dell'arena dopo un veloce giro della pista, faccio qualche passo all'indietro e poi una piroetta: atterro su entrambi i piedi e mi impongo di mantenere l'eleganza che dovrei avere quando sono sul ghiaccio.
Distribuisco meglio il mio peso per non perdere l'equilibrio, poi mi preparo al salto che più di tutti temo.
Ho lavorato all'axel per due lunghi mesi ma non sembra proprio di volermi riuscire. La mia coach non vuole che mi faccia male una settimana prima della competizione, così, in questo allenamento di routine, opto per un semplice lutz.
Inizio ad accelerare per acquisire il giusto momento. Il mio corpo si prepara, poi segue lo stacco e vortico in aria.
I miei pattini entrano a contatto col ghiaccio perfettamente mentre mi assicuro di riprendere terreno senza perdere l'equilibrio.
Non sono soddisfatta del solo lutz, in ogni caso. Mancano ancora alcuni secondi alla fine della musica, dunque a quella della mia coreografia. potrei lavorare su qualcosa di nuovo.
Ci penso per un momento e poi mi guardo intorno per bene, accertandomi che l'allenatrice non sia nei paraggi e non appaia magicamente nel mezzo del mio tentativo di sperimentazione.
Una volta passata in rassegna l'intera area, mi preparo a un axel.
Prendo un respiro profondo : se sono troppo tesa, non riesco nemmeno a fare un semplice spin.
Una volta acquisita la giusta concentrazione, ricomincio a scivolare sul ghiaccio, fino a quando non sento arrivare il momento giusto: il mio piede sinistro si solleva per iniziare il salto ma, non appena sono in aria, una strana paura mi assale e la gamba opposta tocca di nuovo terra, facendomi perdere l'equilibrio.
Merda. Pensavo di farcela questa volta.
Il mio corpo ora è a terra, rassegnato per non avercela fatta. Non voglio provare ancora una volta o finirò per farmi male per davvero e a quel punto l'allenatrice mi ucciderà di certo.
Poco distante, sento degli applausi e degli "woohooo" dalle mie amiche, Lily e Nora, che hanno assistito all'intera scena da dietro le vetrate, sedute sugli spalti più in basso. Sventolo la mano in aria per far loro capire che non è il momento migliore. Sono troppo severa con me stessa per permettere loro di complimentarsi dopo una caduta così rovinosa e imbarazzante.
Mi rialzo e inizio a spazzare via il ghiaccio dai miei pantaloni di tuta, per poi farmi strada verso di loro.
Nora inizia a parlare prima ancora che possa proferire parola: <<Non essere così severa con te stessa. Ci sai fare sul ghiaccio>> si complimenta.
<<No, avrei dovuto lasciar stare l'axel>> le spiego. Sospiro e mi avvicino alla panchina per sedermi accanto a Lily, il cui ginocchio ancora non si riprende bene dal trauma dell'ultima competizione.
Quanto desidererei vedere ciò che vedono loro, perché nella mia mente, se sbaglio una sola volta, allora l'intero allenamento è da buttare.
Nora sbuffa, stanca del mio modo di fare. <<Sei terribile nell'accettare complimenti, lo sai, vero?>> scherza.
Un sorrisetto appare sul mio volto, poi mi concedo una risata vera e propria e Lily mi abbraccia. <<Ce l'hai quasi fatta e, da quello che ho visto, è solo la paura di fallire che ti frena, Elo. Avevi fretta di portarlo a termine prima ancora di iniziare>> spiega.
Penso a come mi sono sentita quando sono saltata in alto e suppongo abbia ragione. Farò con più calma la prossima volta.
<<Voglio davvero dimostrare all'allenatrice di saper fare un axel>> dico. <<Pattino da quando avevo tre anni. Non capisco perché gli axel siano così dannatamente difficili per me!>>.
<<Ognuno ha il proprio "axel" nella vita, dobbiamo solo imparare ad affrontarlo, col tempo>> mi conforta Lily e io e Nora le rivolgiamo uno sguardo curioso per la metafora appena proferita.
Eppure ho paura di essere l'unica persona della competizione incapace di farne uno.
Lily si alza in piedi all'improvviso, cercando di restare in equilibrio sulle lame pur trovandoci sul pavimento di pietra. Non so perché, ma è una cosa che piace fare a entrambe: trattenere i pattini ai piedi il più possibile. <<Allora, pronte per la serata tutta al femminile?>>
Nora sorride e io mi ricordo di non averle avvertite ancora.
<<Mi dispiace, ragazze, non posso>> dico delusa.
<<Perché? Cosa devi fare di così tanto importante da seminarci?>> domanda Nora.
<<I Thornfield vengono a cena da noi.>>
Lily sgrana gli occhi: <<Cassiel a casa tua?>> mi chiede sorpresa, facendomi sorridere.
Lei non sa che tipo di rapporti ci siano con lui e la sua famiglia, avendo fatto amicizia con me e Nora negli ultimi due anni, appena prima che la malattia di mia madre mettesse in pausa i nostri incontri.
<<Quindi tua madre sta bene, adesso?>> mi domanda infatti Nora e io rispondo con un cenno affermativo.
<<Ragazze, che mi sono persa?>> interviene Lily di nuovo. <<Invita anche me, ti prego!>> scherza <<magari lo convincerò a venire al ballo di fine anno con la sottoscritta prima che inviti la giraffa!>>
La giraffa? Ha davvero intenzione di invitare Liza Sheldon?
<<Non fare quella faccia, Elo, come se l'idea ti infastidisse>> mi riprende Nora, nascondendo un sorrisetto. <<In fondo a te non interessa, no?>>
<<Certo che no!>> sbotto. Ma che hanno tutti oggi?! <<Smettetela con questa storia.>>
<<Io non credo all'amicizia tra maschio e femmina>> spiega Lily.
<<Nemmeno io credo all'amicizia tra maschio e femmina, Lily>> rispondo urtata. <<Infatti io e Cassiel non siamo amici, ma solo due persone che si sopportano quando si ritrovano a stare insieme per compiacere i genitori.>>
<<O forse è quello che ci volete far credere...>> insinua Nora, facendomi quasi esplodere. Mi trattengo. Le mie due amiche si guardano in faccia con un cenno di intesa mentre io mi congedo per andare a riprendere le mie cose nello spogliatoio.
<<Ti aspettiamo in macchina>> urla Lily, mentre mi allontano.
<<Sei bellissima quando diventi rossa dalla rabbia>> aggiunge Nora. Lei si diverte a farmi arrabbiare. Il mio viso rosa diventa paonazzo quando è in preda all'ira o all'imbarazzo. Mi volto senza smettere di camminare e alzo un braccio per rivolgere loro il dito medio.
<<Ridete pure, ragazze, me la pagherete!>>
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