Future
— Signorina Sonoda Umi, la commissione, considerato il curriculum degli studi da lei compiuto e valutata la tesi di laurea,
attribuisce alla prova finale la votazione di 100 su 100 centesimi. (1) Per l'autorità conferitami dal rettore la proclamo dottoressa in Lettere.
Sono in piedi davanti alla commissione vestita con un completo di giacca e tailleur, i capelli raccolti in uno chignon con le mani strette fra le dita incrociate e un sorriso a 100 denti stampato sulla mia faccia. Gli applausi sono assordanti nell'aula magna della mia Università mi riempiono di gioia, la stretta di mano con i professori e il rettore mi rende soddisfatta di me stessa. Ho finito, mi sono laureata!
È volato il tempo in questi ultimi mesi, è già primavera. Cosa mi aspetta adesso? Il futuro, un futuro che vedo splendere come stelle negli occhi che mi hanno guidato finora: quelli di Kotori. La mia anima gemella, la mia migliore amica e l'amore della mia vita che mi ha sempre sostenuto in queste settimane nei momenti in cui stavo per crollare dallo stress, mi ha appoggiato alle sue spalle quando mi addormentavo sulla scrivania trascinandomi a letto, mi ha portato fortuna. Anzi, è stata la mia fortuna e lo è sempre finché sarà con me.
Eccola lì, in piedi in prima fila fra le sedie ad applaudire, orgogliosa di me e dell'obiettivo che sono appena riuscita a raggiungere. Le vado incontro e, ritrovandomi davanti a lei, mi abbraccia calorosamente.
— Congratulazioni Umi-chan!
— Senza di te non ce l'avrei mai fatta.
La stringo forte, mostrandone tutte la mia gratitudine in quel gesto.
Usciamo dall'Università, siamo in cortile insieme ad alcuni miei compagni di corso laureati lo stesso giorno con me. I miei genitori sono commossi e mi abbracciano, per poi farmi una foto davanti all'edificio mentre tengo fra le braccia il mazzo di fiori gigantesco che mi hanno regalato e la pergamena arrotolata in mano. E poi ne faccio una insieme a loro, infine con Kotori. I miei genitori lo sanno, gliel'ho detto quando abbiamo ufficializzato la nostra relazione a inizio inverno e Kotori ha fatto lo stesso con la sua famiglia. Ci hanno accettato come coppia, ma anche se non lo avessero fatto io e Kotori avremmo lottato contro tutto fino a far diventare tutti pazzi se fosse stato necessario.
Rivolgo un ultimo sguardo a quell'edificio in cui sono stata istruita per quattro anni per poi voltarmi di spalle e intraprendere la strada del futuro con Kotori.
Prima di tutto torniamo a casa, avrei bisogno di dormire dopo la corsa verso la laurea che mi ha fatto perdere molte ore e notti di sonno, ma sono troppo felice! Mi butto sul divano senza nemmeno togliermi le scarpe, me lo merito! Ho lavorato sodo, mi sono impegnata tanto.
— Cosa vuoi fare? Mica stare tutto il resto della giornata, questa giornata, sul divano a grattarti la pancia, vero? Come una mantenuta...
Mi dice Kotori, prendendomi in giro.
— Vuoi che mi metta a cercare subito un lavoro? Lasciami almeno una settimana di recupero!
— Scansafatiche...
Le porgo una linguaccia mentre mi tolgo le mollette dalla testa, che sostenevano lo chignon.
— Piuttosto, che ne dici di una cena fuori per festeggiare?
Mi guarda con un sorriso strano disegnato sulle labbra.
— Cosa mi nascondi?
— Allora, ti va?
— Certo, ma torniamo a casa presto... ho sonno!
— Sì sì, non preoccuparti!
Mi sorride entusiasta. Chissà cosa avrà in mente...
Il ristorante dove ha prenotato è italiano, sul tavolo a cui siamo sedute ha richiesto una candela al centro. È una ragazza davvero dolce, capace di stupirmi ogni giorno.
— Allora, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Mi chiede, arrotolando gli spaghetti alla forchetta.
— Che ansia...
Si mette una mano davanti alla bocca per trattenere la risata.
— Non ci hai pensato?
— Certo che sì... ma parlarne con concretezza è azzardato, lo sai che voglio diventare scrittrice.
— Sai che sono curiosa! Hai in mente qualcosa?
— Non esattamente, ma sto già scrivendo.
— Oh, che bello! Cosa?
— Niente di particolarmente interessante! Almeno, non ancora.
Mi sorride.
— Vuoi tornare a Tokyo?
Le chiedo.
— Non so se mi permetteranno di trasferirmi di nuovo, ma posso chiedere... a me basta stare con te per essere felice, anche in una capanna sotto un ponte lo sarei... ma con te, tu sei l'elemento fondamentale per la mia felicità!
Poso delicatamente la mia mano sulla sua, accarezzandole il palmo.
Teniamo sempre un posticino nello stomaco per gustarci anche il dessert, dividendolo. Ma il vero dolce che chiude in modo perfetto questa cena è una busta che Kotori prende dalla sua borsa, poco dopo che il cameriere ha portato via i piatti e le posate.
— Aprila!
Non me lo faccio ripetere due volte, la mia curiosità è così tanta che strappo la carta facendo però attenzione a non rovinare il contenuto dentro la busta. Trovo due biglietti di andata e ritorno per un viaggio in Italia; la mia bocca si spalanca, sbatto le palpebre più volte per avere la conferma che non sia un sogno e infine guardo Kotori.
— Ma...!
— Sorpresa!
— M-Ma Kotori, è troppo!
— E perché? Ce la meritiamo una vacanza, no?
— Sì, ma sai come sono... che mi sento in debito per i regali così...
— Ma smettila! Non ti fa piacere?
— Sì, tantissimo!
— E allora! Non ti preoccupare, Umi-chan!
Mi porge un occhiolino.
È mattina inoltrata e siamo in aeroporto a Osaka, i tre caffè presi sembra non vogliano farmi effetto. La scorsa notte abbiamo fatto tutto fuorché dormire, ma ho ben più di un giorno per dormire in aereo svegliandomi solo per lo scalo a Francoforte. In realtà Kotori si è addormentata su di me verso le 3 ed io, cercando di non svegliarla spostandola delicatamente, mi sono rialzata prendendo il primo caffè. Ho finito di scrivere qualcosa per lei che avevo iniziato prima di laurearmi, una canzone. Non credevo che dopo cinque, quasi sei, anni, avrei scritto altre canzoni e invece con questa ho creato anche un arrangiamento. Non è stato facile, ma ne è valsa la pena: appena finita, sempre stamattina verso le 6, l'ho ascoltata e riassume tutto ciò che provo e che voglio mantenere nel mio futuro con lei. Poi ho messo tutto il materiale sul mio mp3 che poi ho infilato in una tasca della valigia.
Ho sempre avuto paura di volare, appena l'aereo decolla le afferro la mano e gliela stringo, tremando dalla paura. Le mi porge un sorriso che mi conforta, perché, sì, con lei mi sento al sicuro.
— Umi-chan... Umi-chan!
Come un eco, sento la voce di Kotori chiamarmi. Apro gli occhi e vedo tutto annebbiato, mettendo a fuoco la vedo ridere davanti a me.
— Hai una faccia memorabile!
— Cosa... che ore sono...
— Le 7 di sera, stiamo per atterrare a a Milano!
— Le 7??!?
Esclamo.
— Non sai che esiste il fuso orario?
Mi chiede divertita.
— Sì, certo... ma mi sembra così strano...
Mi bacia sulle labbra cogliendomi di sorpresa con quel gesto, la ricambio subito dopo aver strofinato gli occhi e sbadigliato.
Appena scese dall'aereo, abbiamo preso un taxi che ci ha portate in albergo. Non sono mai stata così lontana da casa, l'orario scombussolato e le ore di sonno del viaggio ci hanno completamente scioccato.
L'Italia è l'opposto del Giappone, le strade e gli incroci sono a forma d'uomo e il centro di Milano racconta la storia di questa città. A Tokyo, invece, il centro storico non esiste: si passa dal vedere i grattacieli all'essere accolti nei quartieri di periferia in pochi minuti con la metropolitana, oppure ai templi e ai parchi per poi uscirci e ritrovarsi davanti di nuovo il paesaggio commerciale dei grattacieli.
Dopo esserci sistemate, facciamo un bagno rigenerante nell'ampia vasca idromassaggio. Si sta così bene! Finalmente mi rendo conto di essere in vacanza, lasciandomi coccolare dall'acqua calda e profumata dai sali che mi massaggia il corpo. Sento le dita di Kotori pizzicarmi la pianta dei piedi, sobbalzo dal solletico facendo uscire l'acqua dai bordi di ceramica.
— K-Kotori, dai!
— Tanto non devi asciugare tu!
Mi porge una linguaccia provocatoria.
Allora decido di contraccare, fingendo di avvicinarmi a lei per abbracciarla ma poi le spingo la testa sotto l'acqua.
— Ben ti sta!
Le dico scherzando, appena riemerge.
In questa prima serata decidiamo di rilassarci su un battello con ristorante per cenare sui navigli di Milano, è davvero romantico e non mi mancano per niente le luci della città notturna di Kyoto o Tokyo. Qui le uniche luci sono quelle dei lampioni sulle strade, dei locali che vediamo dalla barca e da alcune finestre nelle case; siamo immerse nella natura che circonda il canale.
Kotori è stupenda, indossa un vestito bianco panna scollato sulla schiena e lungo fino ai piedi, stretto sul torace con un cinturino ricamato in san gallo. Ogni complimento che potrei farle non sarebbe mai abbastanza per descrivere al meglio la sua bellezza di stasera. È una principessa.
Dopo aver finito di cenare, ci mettiamo i cappotti e usciamo dal ristorante per cogliere al meglio il paesaggio che sembra magico. Kotori mi abbraccia da dietro prendendomi dai fianchi, mentre l'aria fresca ci accarezza le guance.
— Umi-chan?
Mi sussurra nell'orecchio.
— Mh?
— Ti amo.
— Anch'io. E... ti ho preparato una cosa molto speciale!
— E cioè?
Mi stacco dall'abbraccio per poi scoccare un tenero bacio sulle sue labbra.
Ho portato con me il mio mp3 per cogliere l'occasione di farle sentire la sua canzone e questo momento non potrebbe essere più adatto. Le infilo nell'orecchio una cuffietta e l'altra la tengo per me, premo sul tasto play e torno ad accogliere il suo abbraccio, mentre sussurando aggiungo le mie parole a quella melodia.
« umareta bakari koi no mahou pikapika ni
watashi wo terasu yo
tsuyoku mitsumeraretai to negatte'ru negatte'ru
anata no tonari de » (2)
Sento le sue braccia stringermi più forte e il suo respiro sospirare dall'emozione.
« sora no kana tonde mitaku naru yume no kanata » (3)
— Era questo che stavo scrivendo.
Le sussurro, qualche secondo dopo aver finito di cantare, voltandomi verso di lei e notando i suoi occhi lucidi e il suo sorriso.
— L'hai scritta per me?
— Sì, Kotori, ogni mio pensiero è rivolto a te.
Arrossisco leggermente nel riflesso dei suoi occhi e Kotori appoggia con delicatezza le mani sul mio collo per poi avvicinarsi al mio viso e baciarmi con passione.
La ricambio mentre la pelle mi va completamente a fuoco, circondata da quell'atmosfera romantica della sera di Milano con una leggera soffiata d'aria che mi raffredda le guance.
La tua canzone, la prima canzone che ho dedicato solo a te, Kotori.
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(1) per chi non lo sapesse in Giappone la votazione di diploma/laurea è contata in centesimi
(2) la magia dell'amore si è appena accesa, mi accende con una scintilla, voglio che mi guardi a lungo, spero tu lo faccia, mentre sono vicino a te
(3) fammi provare a volare oltre il cielo, oltre i miei sogni
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