Ringraziamenti

Se dovessi fare mente locale e ricordare esattamente come sia nata The shape, non ci riuscirei, nonostante abbia avuto origine qualche settimana fa.

Di sicuro sono stata spronata da Given, un anime che consiglio vivamente, che ha toccato alcune corde del mio cuore che non avevo il coraggio di ascoltare.

È stata una storia fluida da scrivere, soltanto per il semplice motivo che sapevo esattamente cosa provasse Eren: confusione, paura, un conflitto che non si sa come gestire.
L'anno scorso, quando ero nel cuore del trasferimento fuori città, un mio amico secolare è venuto a mancare proprio per le stesse motivazioni per cui è morto Jean.
Eravamo cresciuti insieme, avevamo iniziato a nutrire qualcosa di più che non ha mai trovato una chiara espressione in una relazione, ed era divenuto così un fratello maggiore, un punto di riferimento.
Era di una generosità immensa, di un altruismo raro, inspiegabile, così maledettamente sincero che mai ho conosciuto una persona del genere. Era entrato a far parte della mia famiglia per le vacanze trascorse insieme, mettendo radici nel cuore di tutti i miei parenti, soprattutto di mia sorella, sua migliore amica e compagna del liceo.
Poi, tutto è scomparso.

Il concetto di perdita, io, non l'avevo mai provato in rapporto ad una persona giovane, ad un amico. Di quello che è successo, ricordo solo la confusione, la nausea, i pianti e le notte insonni. Ricordo mia sorella che si sarebbe laureata a due giorni di distanza e che, sotto shock, non riusciva a ripetere nulla e guardava il vuoto, persa.
Era novembre al tempo, il mese del suo compleanno, il mese in cui avrebbe concluso la triennale. Ricordo il suo tormento per non poter tornare a casa e piangere come avrebbero fatto alunni e professori della nostra vecchia scuola, i miei genitori, i miei zii che l'avevano conosciuto.
E poi, ricordo che a distanza di un anno, quando avevo incontrato gli altri componenti del gruppo ad una festa, alcuni di loro fossero bloccati lì, e lo sono tutt'ora.

Ho saputo che alcuni non hanno mai pianto durante la cerimonia, e che altri sono partiti per fuggire da quella realtà, mentre altri, invece, hanno chiuso i rapporti col gruppo del liceo.
Forse neanche io sono ancora pronta a pronunciare il suo nome e a concludere con 'è morto' con convinzione, perché, anche a distanza di un anno, è come se tutto fosse congelato lì, nella mia città.

Vedere i suoi amici senza di lui vuol dire provare un turbamento asfissiante, una nostalgia soffocante che è difficile da tollerare.
Come ogni cosa, ci vuole del tempo, ed io sono felice di aver racchiuso questo ricordo in questa storia, per esorcizzarlo e per capire lucidamente che la realtà sia questa.

Quindi posso concludere dicendo che ringrazio lui, la sua esistenza, sebbene breve, anche se nessuna parola sarebbe in grado di esprimere il bene immenso che nutrissi nei suoi confronti.

Ora, stop sproloqui!! Spero che la storia vi sia piaciuta, cari lettori! Un abbraccio fortissimo a tutti voi e alla prossima!💕
-Sel 🌙 🎶

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