Your scent drives me crazy (II)
Solo quando non scorse più la sua figura, riportò lo sguardo sul demone disteso sotto di sé che lo guardava con occhi velati di desiderio, in netto contrasto con l'espressione contrariata e i denti digrignati, come se stesse combattendo contro sé stesso per evitare di lasciarsi andare totalmente alle sensazioni travolgenti del proprio Estro.
«Sei entrato in calore.» Disse Kyojuro, facendo uscire quelle parole come un'accusa, più che come una constatazione dei fatti.
«Taci. È colpa tua se mi ritrovo in questo stato.» Ribatté Akaza con voce roca, non riuscendo ad evitare di far oscillare il bacino per cercare sollievo contro i glutei del Pilastro che se ne stava ancora seduto sopra di lui.
Rengoku sbuffò un ringhio basso e roco – come a voler ammonire l'Omega di non fare passi falsi –, guardò l'altro dritto nelle iridi gialle su cui erano impressi i kanji delle parole "Terza Luna Crescente" e gli poggiò una mano sul petto nudo, premendolo con forza contro il terreno.
«Colpa mia? Sei tu che sei arrivato e hai disperso i tuoi feromoni nell'aria con il chiaro intento di sedurmi e indebolirmi, demone.» Lo accusò, facendo scorrere il palmo della propria mano sullo sterno di Akaza per poi fermarsi alla base del collo, lì dove iniziavano le linee scure del suo tatuaggio demoniaco,
«Non ti permetto di offendermi. Non sono così stupido e debole come quegli insulsi demoni secondari, che hanno bisogno di ricorrere ai propri feromoni per distrarre gli avversari che si trovano a dover affrontare. Basta la mia forza, per sconfiggerti.» Disse Akaza, cercando di usare un tono di voce rabbioso – tono che venne però spezzato più volte dai gemiti che faceva sempre più fatica a trattenere.
Le dita di Kyojuro si strinsero appena attorno al collo pallido della Terza Luna Crescente, facendo pressione sulla trachea e massaggiando con i polpastrelli quella zona particolarmente erogena. La linea sinuosa della giugulare gli fece venire letteralmente l'acquolina in bocca e sentì la voglia di affondare i denti in quel punto crescere a dismisura. A dirla tutta, aveva voglia di marchiare quell'Omega e farlo suo seduta stante.
«Sei però stupido al punto di esserti presentato qui nel pieno del tuo Estro.» Rispose Rengoku, continuando a stringere saldamente la katana con la mano sinistra, mentre con la destra saggiava sempre più la consistenza della pelle dell'altro.
«È. Colpa. Tua.» Ripeté Akaza ancora una volta, ansimando per l'eccitazione che ormai aveva raggiunto livelli pressoché dolorosi, non riuscendo più ad ignorare le carezze di Kyojuro e l'effetto che queste avevano sul suo corpo. «Tua e dei tuoi feromoni dall'odore di legna bruciata.»
Il Pilastro della Fiamma si bloccò e fissò il demone con occhi sbarrati. La sensazione che aveva avuto pochi attimi prima, quando l'odore fresco di Akaza aveva risvegliato il suo Calore e il suo essere Alpha aveva risposto al richiamo reclamando l'Omega come se gli appartenesse da sempre, in quel momento assumeva tutt'altro significato. Da qualche parte aveva letto che alcuni Alpha e Omega fossero destinati a instaurare un legame profondo e antico come il mondo, qualcosa che va ben oltre le leggi fisiche e universali, e che tale legame si manifesta durante il primo incontro in maniera inequivocabile: i feromoni che vengono rilasciati nell'aria senza alcun controllo, assumono un profumo particolare per l'Alpha e l'Omega destinati a legarsi, mentre il calore si risveglia improvvisamente per permettere a entrambi di marchiarsi e suggellare anche fisicamente quella loro unione.
Quindi se Akaza aveva sentito nei suoi feromoni l'odore di legna bruciata, come lui aveva avvertito quello fresco della neve che ricopre la cima delle montagne – entrando di conseguenza in calore –, voleva solo dire che erano destinati a essere l'uno il compagno dell'altro. Kyojuro arricciò il naso e strinse le labbra in una linea sottile, irrigidendo la mascella con fare contrariato. Non riusciva a credere che il suo Omega fosse davvero quel demone divoratore di uomini. A dirla tutta, non pensava nemmeno fosse possibile instaurare quel tipo di legame con uno di loro. I demoni portavano solo morte, erano stati creati appositamente per quello scopo. Che senso aveva dar loro l'opportunità di legarsi con Alpha umani? Perché designare quell'essere immondo come compagno di un ammazzademoni?
Quello strano scherzo del destino non aveva alcun senso e, legame o meno, Rengoku non poteva permettersi di cedere alla sua parte primordiale solo perché l'Alpha dentro di lui scalpitava imbizzarrito all'idea di aver trovato il proprio Omega. Stringendo maggiormente le dita attorno al collo di Akaza e provando ancora una volta a raccogliere l'ultimo barlume di ragione, Kyojuro estrasse la Nichirin dalla spalla del demone e la levò in aria. La Terza Luna Crescente lo guardava impassibile, le iridi gialle sempre più offuscate dal desiderio e il fiato corto che gli faceva alzare e abbassare il petto ad un ritmo frenetico. Il Pilastro della Fiamma lo fissò di rimando, combattendo contro la voglia di baciarlo e di possederlo in quell'esatto momento. Inspirò profondamente, pronto a sferrare il fendente, quando Akaza rilasciò un'altra potente ondata di feromoni che lo investì in pieno, riempendogli le narici sensibili e facendogli fremere senza controllo ogni cellula del corpo. Il suo sesso vibrò all'interno del proprio initmo, sempre più eccitato e dolorosamente eretto.
«Kyojuro...»
Il tono di voce del demone era così lussurioso, così supplichevole e sottomesso. Di fronte a quel richiamo dolce come il miele, Kyojuro non poté fare più nulla: ringhiò rocamente, lanciò via la propria katana e si fiondò sulle labbra di Akaza, decretando così la sua totale sconfitta.
Il bacio che si scambiarono fu rozzo, fatto di lingue che si rincorrevano e saliva, di sibili e gemiti, dettato dall'urgenza di appartenersi e dalla voglia di farlo più volte. La parte razionale di entrambi era ormai stata soppiantata da quella passionale e impulsiva, cosa che portò il demone ad accettare senza alcuna opposizione le attenzioni dell'Alpha – che aveva iniziato a far vagare le proprie mani sul petto nudo e muscoloso dell'Omega incastrato tra il terreno e il suo corpo.
I muscoli di Akaza guizzavano ad ogni carezza e la pelle gli si arricciava appena sotto la pressione dei polpastrelli di Kyojuro. Il Pilastro aveva delle mani forti e callose, segno evidente degli anni passati ad allenarsi per brandire la Nichirin in modo corretto, e la cosa non dispiaceva affatto alla Terza Luna Crescente. Gli piaceva sentire quel tocco deciso sopra di sé, avvertirne la forza, saggiare la premura nascosta in quei gesti. Perché Kyojuro, seppur guidato dall'irruenza del Calore e alle prese con un demone, lo stava toccando con gentilezza e la cosa lo stava mandando letteralmente fuori di testa.
Akaza mugugnò nel bacio e si inarcò appena, di fronte all'ennesima ed estenuante carezza lasciva che gli aveva percorso petto e ventre, seguendo le linee del suo tatuaggio demoniaco. Kyojuro avvertì nuovamente il sesso dell'altro sfregare contro i propri glutei, ancora intrappolato nella stoffa dei pochi indumenti che indossava in quel momento e bisognoso delle giuste attenzioni. Sorrise lievemente e interruppe il contatto tra le loro bocche solo per tirarsi a sedere e osservare il demone dall'alto in basso, godendo della visione del suo viso stravolto dal piacere che l'Estro e quelle carezze gli stavano facendo provare. Nel compiere quel gesto, Rengoku esercitò una maggiore pressione sull'inguine teso di Akaza, cosa che gli mandò una stilettata di godimento dritta lungo la spina dorsale, facendolo gemere rumorosamente.
Restando seduto in quella posizione e muovendo appena i fianchi per stimolare maggiormente l'erezione dell'altro, Kyojuro cominciò a privare entrambi dei vestiti che indossavano, partendo dal proprio haori bianco decorato con lingue di fuoco. Quando tolse anche la parte superiore della divisa da ammazzademoni, restando a petto nudo e mettendo in mostra il ventre scolpito dagli allenamenti, Akaza non poté fare a meno di allungare le mani e passarle sulle linee dei muscoli degli addominali. La pelle calda di Kyojuro si arricciò appena, sotto il tocco freddo dei polpastrelli del demone, e i suoi capezzoli si inturgidirono, attirando lo sguardo lussurioso dell'Omega.
Akaza pizzicò e titillò quei bottoncini rosei, facendo sospirare l'Alpha che lo lasciò fare senza opporre resistenza. Anche se tra i due sarebbe stato Rengoku a dettare le regole di quell'amplesso, non gli dispiaceva avere a che fare con un Omega intraprendente, e voleva vedere fin dove si sarebbe spinto. In fin dei conti, Akaza non era di certo un demone remissivo o debole; e seppur l'Estro lo rendesse incline alla sottomissione, la sua forza era sempre presente e quasi palpabile. Avrebbe potuto uccidere il Pilastro della Fiamma a mani nude, se l'avesse voluto davvero.
Kyojuro lo guardò giocare con i suoi capezzoli per un tempo indefinito, prima di vederlo scendere con le dita scure lungo la linea marcata degli addominali e fermarsi sulla cintura bianca che teneva chiusi i suoi pantaloni. Akaza afferrò quell'accessorio in pelle e lo tirò per far sì che la fibbia uscisse dal foro in cui era stata inserita, sfilando poi del tutto la cintura dai passanti della divisa. Con una certa urgenza che lo spingeva sempre più a desiderare di unirsi il prima possibile a quel giovane ammazzademoni, la Terza Luna Crescente gli sbottonò i pantaloni, abbassò appena l'intimo che portava al di sotto e liberò il suo membro eretto, facendolo sospirare di approvazione. Gli occhi gialli di Akaza si illuminarono di fronte alla vista del sesso turgido di Rengoku, già pulsante e umido in punta. Si leccò appena le labbra quando vide che il nodo alla base cominciava a farsi sempre più pronunciato, pregustando il momento in cui lo avrebbe avuto premuto a fondo dentro di sé.
«Ti piace quello che vedi, demone?» Chiese Kyojuro con fare provocatorio, afferrandosi il membro con una mano e cominciando ad accarezzarsi lentamente.
«Mi piacerebbe decisamente di più sentirlo dentro di me.» Rispose di rimando Akaza, senza riuscire a smettere di seguire con lo sguardo i movimenti della mano dell'Alpha.
Un sibilo lasciò le labbra del Pilastro della Fiamma, nel sentire quella risposta, e il suo sesso ebbe un sussulto quando immaginò di spingersi fino in fondo all'interno del corpo dell'Omega.
Senza aspettare oltre, Kyojuro si spostò dal bacino di Akaza, gli slacciò velocemente la corda che portava sopra i larghi pantaloni bianchi e glieli sfilò con un gesto secco, mettendo a nudo la sua erezione svettante. Seguendo con le dita i disegni lineari del tatuaggio demoniaco che gli percorreva anche parte delle cosce, gli divaricò le gambe afferrandole da dietro le ginocchia e vi si posizionò in mezzo. L'Omega fremette di aspettativa e tirò in su il busto, appoggiandosi sui gomiti per fare leva e guardare meglio ciò che avrebbe fatto l'Alpha dal quel momento in poi.
«Dritto al punto.» Commentò Akaza leccandosi le labbra, per nulla contrariato dalla scelta di Rengoku di prenderlo lì e subito.
Kyojuro lo fissò con le sue iridi vermiglie che sembravano brillare di luce propria nel buio della notte. Sorrise sornione, di fronte a quelle parole, ma anziché spingere in avanti i fianchi e penetrare all'interno delle pareti calde e abbondantemente umide di quegli umori che producevano gli Omega, si abbassò con il viso sul bacino della Terza Luna Crescente. I lunghi capelli biondi dalle punte rosse che gli sfioravano l'inguine ad ogni movimento, fecero piacevolmente rabbrividire Akaza che rimase in attesa di capire cosa avesse in mente l'altro, il fiato sospeso. Rengoku lo guardò per un lungo attimo poi dischiuse le labbra, soffiò il proprio alito caldo contro il membro eretto che aveva davanti e lo inglobò per intero all'interno della bocca, premendolo tra la lingua e il palato. Akaza sgranò gli occhi e gemette a lungo, gettando la testa all'indietro e fremendo per l'immenso piacere che quel semplice gesto gli aveva fatto provare. A Kyojuro bastò far scorrere un paio di volte il sesso della Terza Luna Crescente tra le proprie labbra, per sentirlo riversarsi copiosamente contro la gola, raggiungendo un potente orgasmo che gli fece arricciare le dita dei piedi e inarcare la schiena come la corda tesa di un arco.
Non poteva negare che gli piaceva, quella particolarità degli Omega. Durante il loro Estro, diventavano sensibili ad ogni tipo di stimolazione ed era appagante vederli godere in quel modo per delle semplici attenzioni. Kyojuro sarebbe rimasto volentieri tutta la notte e tutto il giorno a guardare il proprio Omega raggiungere l'orgasmo più e più volte, a sentirlo tremare deliziosamente mentre lo possedeva senza sosta, facendogli accogliere il nodo fino a svuotarsi completamente dentro di lui, ma non avevano tutto quel tempo. L'alba sarebbe potuta arrivare in qualsiasi momento e il demone sarebbe dovuto scappare nel fitto della foresta per non morire bruciato per via dei primi raggi di sole.
«Siamo alquanto sensibili.» Disse Kyojuro, scostandosi dal membro di Akaza che non accennava a perdere vigore anche se l'orgasmo l'aveva appena travolto.
«I tuoi feromoni sono peggio di un afrodisiaco, dannazione!» Rispose Akaza respirando affannosamente, il viso coperto dal braccio che vi aveva poggiato sopra.
In tutta la sua vita da demone, non aveva mai raggiunto l'apice con così tanta velocità e facilità. Nemmeno durante i suoi cicli di Estro, quando l'eccitazione era così forte da portarlo a toccarsi incessantemente per tutta la durata del calore. Era stato appagante ed era pronto a lasciarsi sopraffare nuovamente da quella magnifica sensazione.
«Perché non puoi sentire l'odore di quelli tuoi: mi stanno facendo letteralmente impazzire.» Controbatté Rengoku, sollevando il viso dall'inguine dell'altro e sistemandosi nuovamente tra le sue gambe divaricate, pronto ad andare finalmente dritto al sodo.
La Terza Luna Crescente spostò il braccio dal viso e fissò lo sguardo sul corpo nudo e prestante di Kyojuro. Lo guardò come rapito per un tempo indefinito, beandosi della visione dei suoi muscoli guizzanti che si muovevano sotto la pelle, forti e ben delineati. Poi alzò gli occhi fino ad incontrare le iridi vermiglie dello spadaccino che lo osservava in silenzio con un'espressione lussuriosa dipinta sul volto e un brivido caldo lo attraversò da capo a piedi: Rengoku lo stava guardando con fare famelico, come un predatore pronto a balzare sulla propria preda.
Akaza sorrise mellifluo, di fronte a quello sguardo carico di puro e semplice desiderio, e allargò maggiormente le gambe, mettendo così in mostra la fessura nascosta tra le natiche, pulsante e bagnata di quegli umori che avrebbero reso la penetrazione facile senza bisogno di alcuna preparazione. Di fronte a quel chiaro invito ad abbandonarsi definitivamente alle proprie pulsioni da Alpha, Kyojuro si umettò le labbra e sospirò sommessamente, il corpo attraversato dai brividi dell'eccitazione. Si sistemò meglio tra le cosce pallide di Akaza, allineò la propria erezione con quell'apertura invitante e spinse i fianchi in avanti, sprofondando per intero all'interno del corpo dell'Omega con una facilità disarmante.
Un lungo gemito si levò nell'aria, abbandonando le labbra schiuse di Akaza che boccheggiò per l'improvvisa sensazione di pienezza che l'aveva portato nuovamente vicino all'orgasmo, mentre Rengoku si lasciò andare ad un basso ringhio gutturale. Le pareti interne del demone erano calde, umide e scivolose; lo accoglievano cedevoli e si stringevano alla perfezione attorno al suo imponente membro da Alpha che aveva iniziato a fremere sempre di più, il nodo gonfio e pulsante.
Kyojuro si sporse in avanti, intrappolando il corpo della Terza Luna Crescente tra il proprio e il terreno erboso su cui stavano per consumare quell'amplesso, le braccia piegate vicino al viso dell'Omega che lo guardava stravolto dal piacere più intenso. Diede un poderoso colpo di reni, spingendosi un po' più in profondità all'interno dell'anello di muscoli che si contrasse spasmodicamente quando il nodo alla base della sua erezione arrivò a sfiorare e premere appena contro l'apertura. Quella ulteriore stimolazione diede il colpo di grazia ad Akaza: aggrappandosi con forza alle spalle del Pilastro della Fiamma fino a lacerargli appena la pelle, il demone raggiunse un secondo orgasmo che lo travolse e gli annebbiò ulteriormente i sensi, portandolo ad affondare i canini appuntiti nella giugulare dell'altro per marchiarlo.
L'Alpha rantolò sia per il dolore che per la scarica di godimento che gli aveva infiammato ulteriormente il basso ventre nel sentire i muscoli interni di Akaza comprimerlo deliziosamente ad ogni spasmo. Quando la Terza Luna Crescente si ritrasse dalla zona che aveva appena morso, Rengoku portò le dita a sfiorare la pelle che portava il segno inequivocabile dei denti del demone e si sentì pervadere dalla frenesia. Anche lui non vedeva l'ora di marchiare il suo Omega, di reclamarlo e legarlo a sé.
Uscendo momentaneamente dal corpo caldo di Akaza, Kyojuro lo afferrò per un braccio e lo fece girare di schiena, portandolo carponi sotto di sé. Si riposizionò dietro di lui, si afferrò il sesso umido e gonfio e gli sfiorò una natica soda con la punta del glande. L'Omega lo osservò da sopra una spalla, lo sguardo carico di aspettative e lucido per il piacere appena provato. Rengoku lo guardò dritto negli occhi mentre sprofondava di nuovo dentro il suo corpo, spingendo in avanti i fianchi fino a far collidere il proprio inguine con i glutei pallidi e invitanti dell'altro, il nodo premuto contro la fessura nascosta lì in mezzo e pronto a penetrare al suo interno.
«Se non ti rilassi, ti farai male.» Disse Kyojuro sentendo i muscoli di quell'orifizio stringerlo ogni volta che provava a spingersi più a fondo.
«Sono un demone, Kyojuro. Non provo dolore e mi rigenero in un battito di ciglia.» Rispose semplicemente Akaza, come a voler sottolineare l'ovvio.
Il Pilastro della Fiamma lo guardò ancora una volta senza rispondere a quelle parole. Poi, spinto da una nuova ondata di fervore, gli afferrò saldamente i fianchi e diede un poderoso colpo di reni. Il nodo penetrò per intero all'interno del corpo dell'Omega, vincendo la resistenza di quell'anello di muscoli che adesso lo stringeva spasmodicamente, facendolo godere ad ogni pressione. Akaza gettò la testa all'indietro e ansimò senza ritegno, sentendosi pieno e completo. Era una sensazione che scaturiva dal profondo del suo animo dannato, come qualcosa di antico e primordiale. Fremette incessantemente ad ogni affondo assestato con irruenza, sentendosi di nuovo pericolosamente vicino all'apice.
Nessun Alpha lo aveva fatto tremare per come stava facendo quell'ammazzademoni e non capiva come fosse possibile, cos'avesse di diverso rispetto a tutti gli altri. I feromoni del Nobile Muzan gli avevano sempre fatto provare un certo timore reverenziale, mentre quelli degli altri spadaccini gli erano del tutto indifferenti. A pensarci bene, solo quelli del Pilastro della Fiamma avevano un profumo così attraente ed invitante, cosa che lo aveva portato ad entrare inavvertitamente in calore. Forse c'era un motivo, qualcosa che lui ignorava perché non si era mai curato troppo di scoprire cosa volesse dire essere un Omega a tutti gli effetti.
Kyojuro continuò a spingersi dentro il corpo di Akaza con movimenti frenetici, facendo scorrere con facilità il proprio sesso eretto tra le calde e pulsanti pareti interne, riuscendo a fargli accogliere anche il nodo ad ogni affondo grazie agli abbondanti umori che l'altro produceva e che servivano da lubrificante. Il demone strinse i fili d'erba tra le dita quando sentì la punta del membro del Pilastro colpire senza sosta un punto particolarmente sensibile che gli fece letteralmente vedere le stelle. Strinse i denti e cercò di resistere ad un nuovo orgasmo che sentiva risalire lungo la colonna vertebrale come una scossa elettrica, stimolato dai feromoni di Kyojuro che si erano fatti più intensi e penetranti, segno che anche lui era ormai prossimo al culmine.
Rengoku avvertì il sangue ribollire nelle vene, inebriato sempre di più dall'odore fresco di Akaza che gli stordiva i sensi e dagli effetti del Calore che gli scorreva in corpo come lava incandescente. Inseguendo l'orgasmo che sentiva imminente, affondò le dita nei fianchi asciutti del demone e aumentò il ritmo con cui lo stava possedendo, avvertendo l'onda calda dell'appagamento sopraggiungere ogni volta che premeva il proprio inguine contro i glutei sodi dell'altro. Quando si sentì fremere dal piacere più intenso, Kyojuro si protese in avanti e passò la lingua lungo la linea scura del grande tatuaggio che attraversava la spina dorsale dell'Omega fino ad arrivare alla base della nuca. In quel punto, la ghiandola che produceva i feromoni di Akaza era gonfia e appena percepibile al tatto. L'Alpha deglutì a vuoto e ansimò contro quella porzione di pelle sensibile, facendo rabbrividire e sibilare il demone che rispose abbassando la testa in avanti, assumendo una posizione di sottomissione ed esponendo il collo per ricevere il marchio. Rengoku lasciò andare i fianchi della Terza Luna Crescente, passò le braccia attorno al suo busto e lo tirò verso di sé fino a farlo mettere eretto. Continuò a possederlo in quella posizione, tenendolo stretto contro il proprio petto, baciando e leccando il punto erogeno al di sotto della nuca.
Quando si sentì vicino all'orgasmo, spostò una mano verso l'inguine di Akaza e gli afferrò l'erezione svettante per muoverla allo stesso ritmo con cui spingeva i fianchi contro il suo fondoschiena. Voleva farlo venire ancora una volta, sentirlo gemere in estasi e vederlo sciogliersi sotto il suo tocco come neve al sole.
«Kyojuro... lascia perdere il mio piacere. Voglio sentirti venire dentro di me, adesso.» Ansimò Akaza, inarcandosi all'indietro per accogliere meglio dentro di sé le ultime spinte dell'Alpha.
Kyojuro mosse i fianchi un altro paio di volte, prima di tendersi come la corda di un arco, affondare i denti nella pelle esposta della nuca del demone e riversarsi con un gemito gutturale dritto tra le sue pareti strette e bagnate. Lo riempì con il proprio seme abbondante, il nodo che si era gonfiato per evitare che anche la più piccola goccia di sperma potesse fuoriuscire. Akaza lo seguì a ruota, stimolato all'inverosimile dalla pressione che il nodo stava esercitando dentro di sé e dal morso con cui l'Alpha l'aveva appena marchiato.
Rimasero fermi in quella posizione diversi attimi, prima che Kyojuro si decidesse a lasciar andare la pelle del demone che, inaspettatamente, non si rimarginò come sempre. L'impronta dei suoi denti era ancora lì, lievemente sanguinante e arrossata. Immaginava che, essendo quello il simbolo del loro legame, non sarebbe guarito come una semplice ferita. Da quel momento in poi, tutti avrebbero saputo che entrambi avevano un compagno.
«Chi l'avrebbe mai detto che un demone e un ammazzademoni fossero destinati a legarsi.» Disse Kyojuro, quando sentì la frenesia del Calore scivolare via dal suo corpo con gli ultimi residui di piacere.
«Sappi che questo non cambierà le cose tra di noi. Io continuerò a cibarmi di uomini e tu a provare a tagliarmi via la testa dal corpo.» Rispose Akaza, girandosi appena nell'abbraccio dell'Alpha per guardarlo dritto negli occhi con un sorriso malizioso sulle labbra. «A meno che tu non decida di diventare un demone, Kyojuro.» Disse ancora, muovendo lievemente i fianchi e facendo mugugnare Rengoku che se ne stava ancora affondato nel suo corpo per via del nodo che non accennava a sgonfiarsi.
«Non succederà mai, Akaza.» Disse Kyojuro con sguardo fermo, non riuscendo però a trattenersi dall'abbracciare il corpo muscoloso dell'Omega e a far scorrere le proprie mani sul suo petto tatuato.
«Vedremo.» Controbatté Akaza, per poi catturare le labbra dell'altro con le proprie, donandogli un lungo bacio passionale.
Sarebbero rimasti in quel modo per l'eternità, con il cielo trapunto di stelle e la luna a fare da sfondo a quella unione appena nata, ad appartenersi ancora una volta, ma il sole aveva iniziato a rischiarare l'ambiente circostante, inclemente come sempre. Il nodo con cui Kyojuro aveva bloccato Akaza si era sgonfiato giusto in tempo e il demone aveva potuto raccogliere le proprie cose e rifugiarsi al limitare della foresta, lì dove la vegetazione era abbastanza fitta da impedire ai raggi di penetrare e ucciderlo. Rengoku si era rivestito in fretta e lo aveva raggiunto prima che potesse correre via da lì, bloccandolo per un braccio.
«Non pensavo potessi mai dire una cosa del genere, ma non vedo l'ora di rivederti, Akaza.» Gli disse guardandolo con le iridi vermiglie ardenti come il fuoco.
«Mi rivedrai prima di quanto pensi, Kyojuro.» Rispose Akaza, sorridendo sornione prima di sparire nel fitto della foresta.
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