Come Sono Realmente
Essere la principessa Zaniah Adhara Vega ha i suoi vantaggi.
Posso farmi confezionare le divise digitali su misura, posso aggiungere tutte le opzioni che desidero. Compresa quella di localizzare il mio adorabile Syrma, creature grandi quanto un albero terrestre ma letali per chiunque non sia di loro simpatia.
Chiunque ne trovi uno può stabilire un legame chiamato Hematoi. Un legame potente e irreversibile.
Posso girovagare per la Sede Centrale e guardare attraverso i teleschermi le missioni dei nostri Protettori e suggerire qualche piano al Capo Maggiore, senza venire mai ascoltata però.
Tutti questi vantaggi mi andavano bene fino al mio ottavo compleanno.
Ora mi sembra di impazzire ogni giorno di più. Non sono adatta per questa vita, non sono come Zosma. Lui sembra fatto appositamente per essere un reale a tutti gli effetti, gode dei suoi agi e ama la sua vita così priva di azione. Dopotutto lui è il vero figlio del Re e della Regina.
Io sono la figlia dell'amico d'infanzia di quello che ora chiamo padre. I miei sono tra i dispersi della Guerra Spezzata, avevo sei anni quando rimasi orfana. Re Galdor Than Vega e la Regina Thyana Gilda Sylas non hanno esitato a tenermi con loro.
Non mi hanno mai fatto mancare nulla, mi hanno accudita come una vera figlia.
Mio padre era il secondo in comando dopo Galdor, lui portò avanti la battaglia che fece cadere molti dei nostri. Una guerra civile disastrosa che coinvolse i Tre Cerchi di Alaskey finché non si giunse a un comune accordo. L'Accordo dei Tre. Galdor salì al trono diventando Re e portando di nuovo la tanto ambita pace mentre della mia famiglia rimasi solo io. Zaniah Adhara Atria, anche se per convenzione il mio cognome anni fa tramutò in Vega. Mio padre aveva molti nemici, molte persone che avrebbero fatto di tutto pur di ucciderlo così per non rendermi un bersaglio cambiarono il mio cognome e dissero che ero loro figlia adottiva rimasta orfana dopo la guerra.
Gli anni passarono e iniziai a chiamare madre e padre i miei genitori adottivi, capii che era più facile che chiamarli per nome. Iniziai anche ad aver bisogno di sfogare la mia rabbia e la mia crescente energia.
Volevo diventare una Protettrice, guerrieri addestrati specialmente per difendere il nostro popolo.
Ricordo ancora i poster raffiguranti i più grandi Protettori della storia.
Sono sempre stata combattiva e con un'indole guerriera. Mio padre per calmare, in parte, i miei spiriti bollenti assunse un Protettore Anziano per insegnarmi tutte le loro tecniche e ogni loro mossa. Al mio diciottesimo compleanno avevo ormai imparato di tutto e di più superando infine anche il mio maestro.
Al mio diciannovesimo compleanno ero ormai esausta di sapere così tanto inutilmente. Non potevo implementare le mie capacità con nessuno oltre ad una serie di manichini o cavie.
-Potrò andare in incognito, nessuno se ne accorgerà. Ho passato gli ultimi anni della mia vita ad allenarmi. Non si ricordano del mio volto- affermo nuovamente stringendo tra le mani un tovagliolo.
Zosma alza gli occhi dal suo piatto e fa saettare lo sguardo da me al Re con fare divertito.
Gli do un calcio sotto il tavolo levandogli quel sorrisino dalla bocca.
-Ne abbiamo già parlato Zaniah- ribatte mio padre tenendo gli occhi fissi sul suo teleschermo.
-Voglio essere una di loro, non chiedo altro- continuo io insistendo come ogni volta.
Questa conversazione viene affrontata più spesso di quanto io voglia ammettere e ogni volta finisce sempre allo stesso modo.
Lui sospira ancora senza guardarmi -Posso assumere un altro Protettore Anziano-
Per poco non sbatto le mani sul tavolo -Mizar è il migliore, il primo Anziano. Chiunque assumerai sarà più debole-
Zosma alza un angolo della bocca guardandomi con sfida -Arrenditi, dopo un po' questa conversazione diventa noiosa-
Sto per colpirlo con un altro calcio ma lui blocca la mia gamba usufruendo dell'aria e creando un muro invisibile.
-Zaniah finisci di mangiare- mi rimprovera mia madre composta sulla grande sedia come una vera regina. I capelli biondi, sono acconciati perfettamente sopra la testa in una corona fatta di trecce. Gli occhi verdi chiarissimi mi fissano con rigidità ma non con freddezza.
Lei non è come gli altri reali, a lei importa più dei suoi figli che della corona.
Non faceva parte della dinastia reale, però mio padre, come pochi predecessori, scelse l'amore. O così dicono.
Abbasso la testa sul mio piatto ormai senza appetito. Guardo mio padre ancora intento ad osservare il suo teleschermo e perdo la pazienza.
Mi alzo dalla sedia con modali che non si addicono molto ad una principessa ed esco dalla sala in fretta e furia.
Cammino rapidamente sul pavimento di vetro passando sotto i sensori delle porte scorrevoli che si aprono una dopo l'altra.
Non capisco che senso ha tutto questo. E' Zosma il futuro erede al trono, io cosa dovrei fare per il resto della mia vita? Fare la brava e buona principessa che si presenta solo durante le cene ufficiali?
Ho fantasticato molte volte sul mio futuro e ogni volta io facevo parte dei Protettori, lottavo con loro per il nostro popolo. Come facevano mio padre e mia madre, quelli veri.
Almeno lì sarei stata utile a qualcuno.
Sento il mio Syrma venirmi dietro come un ombra nella sua forma incorporea, per fortuna. Le prime volte ricordo che non riusciva ancora a prendere una forma incorporea ed ero costretta a girare con lui grande quanto un albero per tutta la Sede rompendo un numero impressionante di cose preziose con le sue lunghe e membranose ali.
E' l'unico membro della mia famiglia originaria che mi è rimasto. Era con me la notte in cui persi i miei genitori.
-Ehi Nef, ho parlato di nuovo con la mia famiglia riguardo i Protettori- sospiro incrociando le braccia sul petto -Indovina com'è andata a finire-
Lui fa un verso gutturale ma io riesco a comprenderlo, è uno dei miei doni quello di comunicare con tutte le creature di Alaskey.
-Esattamente! Non mi ha neanche guardata in faccia-
Lascio che il sensore di camera mia mi riconosca per poi entrare insieme a Nef.
Mi lascio cadere sul letto coprendomi gli occhi con le braccia -Forse potrei scappare-
Lui fa un verso di dissenso e io annuisco subito dopo -Si hai ragione, non farei altro che peggiorare la situazione-
L'orologio a schermo piatto che porto sul polso inizia a vibrare.
Mi alzo di scatto osservando il messaggio Riunione dei Protettori.
Sorrido ringraziando mentalmente Jhesa. Siamo amiche da molti anni, segretamente però. Lei fa parte dei Protettori e mi ha beccata a spiare le loro lezioni quando avevamo solo sette anni.
Ha subito capito il mio desiderio di far parte del loro gruppo così appena può mi invita alle loro riunioni.
Indosso velocemente la divisa di un tecnico per i macchinari, ce ne sono sempre durante le riunioni.
Sono tutta vestita di nero con una targhetta con un falso nome Adhara Hani.
Diciamo che è una mezza bugia dato che il mio secondo nome è Adhara.
Raccolgo i capelli blu notte in una coda alta e indosso un paio di occhiali dalla montatura nera, non nascondono però i miei evidenti occhi rosa. Mio padre e Zosma hanno gli occhi rossi, gene della famiglia Vega mentre i miei sono di un gene di una famiglia più antica che regnò secoli prima: i Tanium. Mia madre era una Tanium e ho ereditato i suoi stessi occhi. Certe volte quando mi guardo allo specchio mi sembra di vedere il suo riflesso.
Nef è seduto sul pavimento, il corpo nero in netto contrasto con le piastrelle bianche. Mi osserva con i suoi enormi occhi interamente gialli, occhi dalle mille sfumature che ho imparato a conoscere durante tutti questi anni. La tonalità giallo dorata varia insieme al suo umore.
Ora sono di un giallo pulito e chiaro. È curioso.
-Resta qui e non distruggere niente per favore- affermo con un piede già fuori dalla camera.
Lui sbuffa e si sdraia totalmente per terra.
Gli lancio un sorriso ed esco camminando nel corridoio cosparso da guardie.
Non sono un problema per me, basta controllare le loro menti e farli credere che non c'è nessuno oltre a loro.
È un dono che ho manifestato all'età di otto anni.
Zosma riesce a controllare e a modellare l'aria e a controllare le onde sonore. Mio padre manipola il fuoco e ha una vista di gran lunga superiore mentre mia madre è una guaritrice, ogni tanto riesce a vedere sprazzi dal futuro.
La mia energia Ruud invece si manifesta in un modo più empatico se così posso dire. Sono una telepatica a tutti gli effetti ma c'è dell'altro. Posso comunicare con ogni creatura di Alaskey, posso evolvere il mio potete in vera e propria energia proiettandola su ciò che mi circonda.
E posso leggere il passato delle persone soltanto toccandoli.
Ho sviluppato molte capacità con gli anni superando quelli della mia intera famiglia.
Forse è per questo che mio padre non vuole farmi uscire allo scoperto. O non vuole informare nessun altro della mia potente energia Ruud. Neanche Zosma e mia madre. Loro sanno solo che comunico con gli animali e basta.
Di cosa ha paura?
Non lo so.
Forse ha paura che io possa fare del male a qualcuno?
Probabile.
Scrollo le spalle liberandomi da quel pensiero. So tenere a bada l'energia Ruud, ci ho lavorato su per tutta la vita.
Una porta a due battenti in acciaio mi separa dalla riunione dei Protettori. Entro leggiadra, come un'ombra senza attirate l'attenzione di nessuno.
Fingo di occuparmi dei monitor deviando con la mente l'attenzione del vero tecnico.
-Quindi proponi una nuova formazione?- domanda una ragazza dai capelli rossi rivolgendosi a un altro ragazzo. So che lui è a capo dell'intera sezione Protettori del Primo Cerchio di Alaskey. Un ruolo prestigiosissimo dato solo ai più meritevoli.
Si chiama William Wise-Leof, ammiro la sua tecnica nel combattimento corpo a corpo. Si muove più veloce di un Syrma Ombra e colpisce con la ferocia di una Tigre di Fuoco. Con i suoi ventidue anni è il più giovane Capo Cerchio da secoli.
-No Pasha, le formazioni saranno sempre le stesse. Cambieremo solo le disposizioni dei nuovi membri- indica la mappa distesa sul tavolo -Nel Primo Cerchio ci saranno i Protettori Base, nel secondo i nuovi Cadetti, mentre nel terzo ci saremo noi, gli Anziani. Se c'è una minaccia sarà il Terzo Cerchio ad essere colpito per primo-
La divisione dei Protettori.
Dopo una formazione che va dai sei anni di età fino ai sedici diventi Cadetto dei Protettori. Non svolgono ruoli importanti o particolarmente pericolosi, di solito restano all'interno della loro zona risolvendo problemi di bassa entità. Se risulti meritevoli diventi un Protettore Base, ossia un Protettore a tutti gli effetti. Puoi partecipare a missioni di salvataggio e a quelle di difesa, è una posizione ambita all'interno della società. Solo pochi però raggiungono il livello Anziano. Sono coloro che si sono distinti per la bravura e la tenacia compiendo azioni meritevoli. Gli Anziani sono a capo di eserciti e guidano i Protettori Base e i Cadetti.
Mizar, il mio insegnante, ai suoi tempi è stato un Anziano di grandissima fama. Tutti lo conoscono.
-Dobbiamo chiedere il permesso al Re ma ne avevamo già parlato ed è d'accordo- conclude William appoggiando entrambe le mani muscolose sul tavolo.
E' di una bellezza ammaliante. Capelli neri e folti, occhi dorati e pelle abbronzata. Le ragazze e qualche ragazzo Alaskyano impazzisce per lui ma lo trovano irraggiungibile dato che non si è mai saputo di nessuna ragazza nella sua vita.
Sento le porte d'acciaio aprirsi e l'odore di cuoio e acqua di colonia invadono i miei sensi.
Mizar.
Saluta tutti con un cenno della mano e sta per fare un passo avanti prima di notarmi.
Osserva il cartellino agganciato alla mia maglietta e cerca di non sorridere -Adhara- afferma come se ciò bastasse ad esprimere tutto. Non è sorpreso ovviamente.
Mi raddrizzo rivolgendogli uno sguardo di sfida -Si?-
Mi guarda per qualche istante con i suoi familiari occhi acquosi circondati da rughe -Ho bisogno che mi aggiusti l'orologio- mi butta sulla scrivania il suo orologio e io vorrei informarlo che non è compito di un tecnico riparare un orologio ma mi costringo a stare in silenzio.
Ma lui ci ripensa.
-Anzi Adhara, perchè non ci raggiungi al tavolo?-
Il tecnico al mio fianco mi guarda con occhi vacui, dovrei interrompere la morsa sulla sua mente prima che svenga.
Mi giro verso i Protettori e verso Mizar alzando una mano e assottigliando gli occhi -Sei uno stronzo lo sai?-
Tutti gli altri a parte lui sono bloccati nella frazione di un attimo -Me ne vado ho recepito il messaggio- borbotto.
Lui mi guarda dispiaciuto -Se fosse per me saresti già dentro da anni piccola Zaniah ma il Re non acconsente e io non posso disobbedire-
-Lo so- mormoro uscendo dalla stanza e mollando la stretta di tutte quelle menti.
Un giorno qualcuno mi vedrà realmente per quello che sono?
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