Prologo.

Prigione di El Juan, Barbados

1843

Era stato accusato di essere in combutta con i pirati e di essersi dato al contrabbando. Avevano decretato che aveva sfruttato le navi di Sua Maestà per i suoi loschi commerci e che aveva calunniato la corona. Lui e tutto il suo equipaggio erano stati rinchiusi in quella prigione dopo essere stati catturati dal Commodoro Reed Sutherland che aveva teso loro un' imboscata non molto lontano dall'ingresso del porto di El Juan. Ora avevano braccia e gambe legate da ceppi di ferro duri e freddi che ferivano le gambe ad ogni minimo movimento. Lui rimaneva stoicamente in silenzio, ma alcuni dei suoi marinai avevano iniziato a lamentarsi già da tempo. Li tenevano a pane e acqua e la loro sorte era già stata decisa, ormai.
Lo sapevano tutti quale era il destino che toccava ai contrabbandieri e a coloro che collaboravano con i pirati: la morte.
Nessuno di loro aveva potuto difendersi dalle accuse che erano state mosse loro. Avevano solo potuto accettare in silenzio di essere stipati come bestie in quella piccola cella umida e buia, infestata da insetti e, ne era sicuro poiché aveva sentito degli squittii, anche da topi. Le condizioni in quella cella erano diventate precarie e l'odore di sudore e di fluidi corporali permeava tutto l'ambiente, intossicandogli le vie respiratorie.
Più il tempo passava più i suoi pensieri vertevano tutti su un unico punto: vendetta.
Quando sarebbe uscito da lì, perché ci sarebbe uscito vivo, avrebbe avuto la sua rivincita e sarebbe stata estremamente dolce.












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Buonasera, sono tornata con il sequel di cui vi avevo parlato. So che il prologo è breve ma è solo il prologo.
Vi è piaciuto?
Che ne pensate?

Votate e commentate per il prossimo capitolo, perché lo farete, vero? 😜

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