10.
Buio assoluto.
Nient'altro che buio.
Freddo.
Freddo fin dentro nelle ossa.
Paura.
Paura di ciò che la circondava e di ciò che non poteva vedere.
Spalancò gli occhi, tentando di captare un movimento in quell'oscurità infinita, fino a farli lacrimare. Un brivido le corse lungo la spina dorsale quando un alito d'aria le sfiorò il viso.
Tento di rannicchiarsi, stringendosi le gambe al petto, invano.
Era stata incatenata.
Distesa su una superficie dura e fredda come una vittima sacrificale.
Un grido strozzato le sortì dal petto quando due occhi rossi, occhi del diavolo, comparvero ai suoi piedi.
Improvvisamente si accese una luce.
Una fiamma flebile e tremolante, sinuosa e fragile. Si muoveva nel buio, come se fosse trasportata da una corrente, avvicinandosi inesorabilmente.
Lei tremava, mentre stille di sudore le colavano lungo la schiena.
Udì uno schiocco e la stanza venne illuminata a giorno.
Legata alle estremità opposte, gambe e braccia schiuse, completamente nuda.
Un uomo troneggiava su di lei imponente e virile, il volto coperto da una maschera.
La guardava con bramosia, il fallo lucido che svettava tronfio tra le sue cosce.
Le mancò il respiro, sentendo i capezzoli indurirsi, come piccoli sassolini.
L'uomo si spostò, un ghigno ferino gli distorceva i lineamenti mentre faceva scorrere una mano sulla sua pelle, un tocco leggero che fece correre mille brividi sul suo corpo.
Le sue mani avvolsero i suoi seni, strizzandoli e stuzzicando i capezzoli turgidi.
Lei gemette mentre la sua bocca calava imperiosa sulla sua pelle, inglobando i suoi rosei sassolini.
La solleticò, facendola inarcare, mentre una mano correva al suo frutto proibito.
Era calda e fremente.
Passò sapientemente le dita tra le sue pieghe umide, facendola inarcare quando raggiunse la sua fessura.
Pulsava e i suoi umori gli colavano lungo le dita, impregnandole del suo odore, inebriandogli i sensi.
Improvvisamente si ritrovò a carponi, il sedere libero dalla superficie fredda su cui era schiacciato, , proteso verso di lui.
L'uomo si sollevò, arrampicandosi sul tavolo, posizionandosi alle sue spalle.
Lo sentì respirare sulla sua schiena, facendole venire la pelle d'oca.
Si abbassò sulla sua schiena, aderendo completamente con il suo petto caldo e massiccio, annullando lo spazio che li separava.
Portando le mani avanti e usando come unico appoggio le gambe, alzò le mani, strizzandole nuovamente i seni tra i palmi.
Affondò violentemente in lei, grugnendo di soddisfazione al sentirsi avvolgere dalla sua carne tenera e burrosa.
Lei gridò, risucchiandolo al suo interno.
La montava come un animale, spingendosi in lei, imponendole il suo dominio, marchiandola a fuoco.
Abbassò la testa sul suo collo, mentre continuava a stantuffarla con maestria.
Le sfuggì un gemito quando le morse la tenera carne, lappando poi la zona lesa.
Si inarcò, mentre una nuova ondata di piacere la investiva, come la marea che sale gradualmente.
Un nuovo poderoso colpo le fece spalancare gli occhi, mentre ansimava sommersa da mille sensazioni.
Francine si svegliò di soprassalto.
Il suo corpo era madido di sudore e il respiro corto e irregolare. Il tessuto della camicia che indossava le si era incollato alla pelle, stropicciandosi e raggrinzendosi in più punti.
Si passò ripetutamente le mani tra i capelli, cercando di sistemare il groviglio arruffato che si ritrovava in testa.
Ansimava come se avesse appena smesso di correre, ma quel sogno era stato talmente vivido da esserle sembrato reale.
Si sollevò a sedere, per schiarirsi le idee, lasciando che lo sguardo vagasse per la cabina buia, illuminata solo dalla luce della luna che filtrava attraverso le finestre.
Sussultò quando i suoi occhi incontrarono una figura che si stagliava sulla porta, nascondendo il battente con la sua mole.
Non aveva bisogno di accendere una candela per sapere di chi si trattasse, il suo modo di muoversi e l'arroganza dimostrata nel fare il suo ingresso nella stanza senza essere stato invitato erano propri solo del capitano.
Istintivamente Francine si ritrasse, sollevando il lenzuolo fino al mento per coprirsi e sfuggire al suo sguardo indagatore.
Giunse fino al letto, senza mai distogliere lo sguardo dal suo.
Francine, che iniziava a sentirsi a disagio, aprì la bocca, intenzionata a chiamare qualcuno che la potesse aiutare.
-Guai a voi se vi azzardate a farlo. Non sono solito picchiare le donne, ma perdio, voi fareste perdere la pazienza ad un santo- le intimò Murdoch, anticipando le sue mosse, tappandole la bocca con una delle sue grandi mani.
Francine lo guardò, gli occhi sbarrati per la vicinanza dei loro corpi.
-Vi ho sentito gridare- le spiegò Murdoch, senza tuttavia scostare la sua mano.
Francine arrossì, colma di vergogna all'idea che lei avesse potuto riprodurre ad alta voce i gemiti del suo scandaloso sogno.
-Io...credo di aver avuto un incubo- gli rispose flebilmente, abbassando lo sguardo per evitare di fargli intendere quello che veramente era accaduto.
-Deve essere stato molto vivido data l'intensità dei vostri gemiti- obbiettò lui, scettico.
Francine sollevò di scatto la testa assottigliando lo sguardo.
-Non è cosa che vi riguarda- ribattè, piccata - Ora, se non vi spiace, desidererei continuare a dormire- senza attendere una risposta si coricò nuovamente voltandogli le spalle e trovandosi a fissare la parete davanti a sé.
-Si- replicò Murdoch, sedendosi sul bordo del letto e obbligando Francine a girarsi, per poterlo guardare nuovamente in volto.
Non si fidava di lui e in quel momento le era troppo vicino.
-Cosa?- domandò lei, mettendosi nuovamente a sedere.
La metteva a disagio parlare con lui stando sdraiata.
-Si, mi spiace- spiegò, lasciandole intendere che non le avrebbe permesso di continuare il suo sonno.
Francine sbuffò, irritata dalla sua prolungata presenza.
-Si può sapere che cosa volete da me?- chiese, portandosi una mano alla bocca per nascondere uno sbadiglio.
Era tentata di alzarsi per andare ad accedere una candela. Non le piaceva rimanere al buio con quell'uomo, tuttavia se si fosse issata in piedi lui avrebbe potuto vedere le sue grazie, coperte da un sottile strato di tessuto.
Rimase quindi coperta, rinsaldando la presa sulle lenzuola.
-Nulla di che, in realtà- le rivelò, senza accennare ad andarsene.
Per tutta la durata della loro conversazione non avevano mai spezzato il contatto visivo che si era creato tra loro e Francine, proprio a causa di quello, non si era accorta di quanto realmente le si fosse avvicinato il capitano.
Indietreggiò, spalmandosi contro la parete alle sue spalle, nel vano tentativo di sfuggirgli.
Il cuore le batteva forte e brividi, che non avrebbe saputo spiegare da cosa derivassero, le correvano per tutto il corpo, come formiche impazzite.
Intenzionata a chiedergli di andarsene aprì la bocca, ma prima che potesse anche solo articolare un suono, lui parlò.
-Desidero il vostro corpo-
Francine non avrebbe saputo dire come fosse successo, ma, all'improvviso, si ritrovò a cavalcioni su di lui mentre uno sguardo battagliero la infiammava.
-Mai- scandì, sillabando quell'unica parola come se stesse spiegando qualcosa ad un bambino cocciuto.
Un ghigno lussurioso si dipinse sul volto di Murdoch mentre lasciava scorrere le mani sul corpo della ragazza, fino ad artigliare i fianchi.
-Siete una gran bugiarda, milady. Ora, come poco fa, state mentendo- la accusò, stringendo la presa sulla sua carne.
Con un poderoso colpo di reni, che la prese alla sprovvista, Murdoch invertì le posizioni, gongolando nell'averla sotto di sé.
Reggendosi con una mano al materasso per non perdere l'equilibro portò le sue braccia sopra alla testa, osservando deliziato i seni tendersi verso l'alto, come se reclamassero le sue attenzioni.
Si chinò, intenzionato ad esplorarli e i capezzoli, stimolati dal suo fiato caldo, si indurirono tendendo il soffice tessuto che li celava.
Udendola ansimare, cambiò idea.
Sollevò il viso alla sua altezza, abbandonando l'appoggio che gli forniva il materasso per abbandonarsi su di lei, aderendo completamente al suo corpo.
Si mosse leggermente, lasciando che il suo petto duro e tonico sfregasse quello morbido di lei, facendola nuovamente rabbrividire.
-Lasciatemi andare- gridò lei, tentando di divincolarsi dalla sua presa - non voglio essere toccata da voi-
Lui la ignorò, abbassando il capo verso il suo collo, lasciando che la sua bocca fresca entrasse in contatto con la pelle calda di lei.
Francine si morse la lingua, chiudendo gli occhi e tentando di pensare ad altro.
Quanto si sentiva vulnerabile e sciocca in quel momento!
La lingua del capitano saettò sul suo collo niveo, disegnando cerchi lucidi sulla sua pelle candida.
Mentre continuava a baciarle la pelle sensibile, una delle mani di Murdoch scivolò verso il basso.
Stava per sollevare il tessuto che copriva le snelle gambe della ragazza quando la porta si spalancò.
Pronto ad aggredire verbalmente chiunque avesse osato interromperlo si girò verso la porta, incontrando lo sguardo preoccupato di uno dei suoi marinai.
Il suo petto si alzava e abbassava velocemente, come se avesse compito uno sforzo mentre una delle sue mani stringeva spasmodicamente la maniglia.
-Capitano!- lo chiamò, non riuscendo ad impedirsi di gridare.
Mentre il desiderio che lo aveva animato fino a poco prima scompariva, Murdoch si risistemò, calandosi ancora una volta nel ruolo di capitano.
-Che cosa succede, Gale?- gli domandò, raggiungendolo sul l'uscio.
Il ragazzo lanciò brevemente un occhiata alle spalle del suo superiore, dopodiché riportò lo sguardo su di lui.
-Uno dei marinai è caduto dalle scale, signore. Ora giace ai piedi dei gradini ed è completamente immobile, probabilmente è svenuto- il marinaio fece una pausa, come se stesse pensando a qualcosa - si tratta del nuovo ragazzo signore...mi pare si chiami... ah...Azhar, ecco- continuò lui, spiegando la situazione.
Un espressione a metà tra lo stupore e l'orrore si disegnò sul volto di Francine che si mise velocemente in piedi, come se avesse una molla sotto il sedere.
Si infilò i pantaloni che aveva abbandonato sulla sedia vicino al tavolo, non essendo ancora rientrata in possesso del suo abito e li infilò il più in fretta possibile, per poi precipitarsi verso la porta.
-Di quali scale state parlando?- domandò lei al marinaio, che in silenzio faceva ballare lo sguardo da lei al capitano.
Non sapeva se potesse dirglielo, tenendo di incorrere nelle ire di Murdoch.
-Voi non andrete da nessuna parte- le ordinò lui, intenzionato ad allontanarla dall'uscio.
-Siete matto signore se pensate che io me ne stia in disparte in una situazione del genere. Il mio amico si è fatto male, buon Dio probabilmente pure seriamente e io ho tutta l' intenzione di aiutarlo- lo contraddì lei, alzando le mani sul suo torace per tentare di spingerlo via.
Lui incrociò le braccia al petto, allargando le gambe per sembrare più massiccio e osservandola con un cipiglio minaccioso che non prometteva nulla di buono.
Francine, per nulla intimorita dai suoi modi, lo imitò assumendo la stessa posa, provocando una risatina nel marinaio che li stava osservando.
Murdoch lo fulminò con lo sguardo, come per intimargli di stare al suo posto, poi si volse nuovamente alla ragazza.
-Donna, non sfidate la mia pazienza. Vi ho detto che rimarrete qui e lo farete- le ripetè, allungando le mani dietro di se per tastare la toppa, con il proposito di chiudere a chiave la porta non appena fosse uscito.
-E io vi ho già detto che non lo farò. Se non mi lascerete andare vi assicuro che mi metterò a gridare e non mi zittirò finché non mi implorerete di farlo- gli assicurò, già pronta a mettere in atto le sue parole, prendendo un grosso respiro e spalancando la bocca.
Murdoch, non seppe se per rabbia o per disperazione, alla fine acconsentì, permettendole di seguirlo.
Gale, dopo essersi assicurato che entrambi lo seguissero, si diresse verso le scale che portavano sul ponte di coperta, dove un capannello di marinai stava discutendo su cosa sarebbe stato meglio fare.
-Spostatevi- gridò lui, quando fu giunto a pochi passi dai suoi compagni - lasciate passare il capitano-
A quelle parole alcuni membri del suo equipaggio alzarono lo sguardo, facendosi tempestivamente da parte, per consentire a Murdoch di intervenire.
Francine, logorata dall'angoscia che l'aveva assalita alle parole del marinaio, sgusciò tra i marinai, sbucando davanti al capitano e precipitandosi al capezzale del ragazzo.
Si inginocchiò, osservandolo attentamente per valutare l'entità del danno.
Non c'erano tracce di sangue tuttavia, come aveva detto Gale, Azhar era svenuto.
Ruotando in direzione del capitano, che nel frattempo l'aveva affiancata e si era chinato alla sua altezza, gli espose i suoi intenti.
-Il ragazzo deve essere disteso su un letto, solo così riuscirò ad osservarlo attentamente per accertarmi che non abbia riportato lesioni serie-
Senza risponderle il capitano si alzò e si rivolse a due dei suoi marinai.
-Trasportatelo nella stanza di lady Francine e stendetelo sul suo letto. Ci penserà poi lei a visitarlo, ma voglio che due di voi restino lì, nel caso fosse necessaria una mano in più- ordinò, deciso poi a raggiungere il tenente al timone, dove avrebbe atteso notizie del ragazzo.
Non sarebbe tornato a dormire, non ci sarebbe riuscito.
Nonostante non fosse appropriato in quella situazione indulgere in simili pensieri quando vide Francine allontanarsi al seguito dei suoi uomini, non potè evitare di far cadere sull'ondeggiare dei suoi fianchi, evidenziati dagli indumenti maschili che indossava.
I suoi lombi, ancora una volta insoddisfatti, protestarono.
Per evitare di seguirla e di riprendere da dove si era interrotto, si diresse nuovamente sul ponte del castello di poppa, dove Ríoghnán conduceva il veliero.
Francine, intanto, aveva seguito i marinai che stavano trasportando il ragazzo.
Era seriamente preoccupata e una diversa gamma di pensieri, che spaziavano nei finali più tragici, le affollavano la mente.
Non era da lei comportarsi in quella maniera, ma la vista del ragazzo esanime al piedi della scala lo aveva scombussolato.
Quando arrivarono davanti alla porta della sua stanza lei si fece avanti per aprirla e permettergli di entrare.
Mentre varcava sulla soglia, per un attimo, si rivide distesa sulle coltri del letto, il capitano sdraiato su di lei e la sua bocca sul suo collo.
Riscuotendosi, per evitare di indugiare in pensieri sgradevoli, riportò lo sguardo sui due uomini che,
in pochi passi raggiunsero il letto e deposero Azhar sulle lenzuola.
-Sapete se il capitano ha del laudano?- domandò Francine, sentendosi sul bordo del materasso, rivolta ai due marinai in piedi a pochi passi da lei.
I due si guardarono poi uno di loro, il più vecchio a giudicare dai tratti del suo viso, le rispose.
-Penso di si, signora-
-Sareste così cortese da andarlo a prendere e portarmelo?- chiese, mentre un sorriso faceva capolino sul suo volto.
Quello sembrò esistere, come se non approvasse la sua richiesta.
-Potrebbe servirmi se il ragazzo ha qualche ferita. Dovrei farlo calmare, se si agitasse- spiegò lei, mostrando le sue buone intenzioni.
Alla fine lui annuì e, dopo essersi scambiato qualche parola sottovoce con l'altro, uscì dalla porta.
Francine tornò a guardare il suo paziente, mentre l'uomo rimasto lì con lei andava a posizionarsi vicino alla porta, di guardia.
Francine chiuse per un attimo gli occhi. Non aveva mai avuto a che fare con dei malati prima di allora e l'unica volta che era stato necessario il suo aiuto era stato quando sua madre era caduta in campagna, ferendosi lievemente un braccio, che aveva richiesto una sommaria fasciatura.
Ciononostante, non avrebbe abbandonato quel ragazzo.
La tentazione di domandare al marinaio di chiamare la sua nuova amica fu forte, nondimeno pensò che probabilmente lui le avrebbe negato la richiesta.
Così, alzandosi le maniche della camicia per evitare che la intralciassero, si mise all'opera.
Per prima cosa gli controllò la testa, ma nonostante fosse caduto da una considerevole altezza, probabilmente era rotolato giù dalle scale, non aveva riportato alcun segno. Proseguì osservando le gambe e le braccia del ragazzo, in cerca di tagli o di graffi ma non ne trovò nessuno.
Mentre si accingeva a sbottonare la camicia del ragazzo per controllare sotto i vestiti, la porta si riaprì e comparve il secondo marinaio.
-Ecco signora, quello che mi avete chiesto- alzò la boccetta che aveva tra le mani per mostrargliela e consegnargliela un istante dopo.
-Vi ringrazio- gli sorrise come aveva fatto qualche minuto prima, ossevandolo allontanarsi.
Tornò a concentrarsi su Azhar, iniziando a sbottonargli la camicia. Un idea si stava facendo spazio nella sua mente ed ne ebbe nuova linfa quando osservò il petto del ragazzo, ovviamente candido e senza traccia di contusioni o ematomi causati da una caduta.
In un gesto apparentemente casuale gli sfiorò il torace nudo, mantenendo lo sguardo sul suo viso. Le guance del ragazzo si imporporarono è un sorrisino soddisfatto di allargò sul volto di Francine.
Indossando una delle sue migliori espressioni innocenti e imbarazzate chiamò i due marinai.
-Signori- li appellò, sperando di lusingarli - potreste farmi la gentile cortesia di uscire dalla mia cabina? Ho bisogno di tessuto ed è necessario che io faccia a brandelli la mia camicia- spiegò, propinandogli la prima cosa che le era passata per la mente.
I due strabuzzarono gli occhi, avendo il buon gusto di arrossire per le implicazioni a cui conducevano le sue parole.
-E il ragazzo?- domandò il più giovane, che doveva essere il più sveglio dei due e che, a differenza dell'altro che si era diretto verso la porta, era rimasto al suo posto.
-Se si svegliasse?- continuò, lasciando intendere il resto delle parole che non aveva detto.
-Non accadrà. È assolutamente privo di coscienza e probabilmente trascorrerà un po' di tempo prima che si svegli- assicurò loro, spingendoli ad uscire dalla stanza per lasciarla sola.
Dopo averla guardata per un lungo minuto in silenzio, come se ancora non credesse delle sue parole, si decise finalmente ad andarsene.
Quando l'uscio si fu richiuso alle loro spalle Francine attese di sentire i loro passi allontanarsi e, solo quando tornò il silenzio tirò un sospiro di sollievo.
-Puoi aprire gli occhi ora, Azhar. So che sei sveglio- lo invitò lei, alzandosi dal letto per prendere una sedia e poterlo così avere di fronte.
Per qualche istante lui rimase immobile, come se non avesse udito le sue parole, poi pian piano aprì gli occhi, sbattendo le palpebre.
Alla luce delle candele, che Francine aveva acceso prima di occuparsi del ragazzo, il suo volto sembrò ancora più acceso, arrossito dalla consapevolezza che lei sapeva lui fingesse.
-Francine- la chiamò lui, rivolgendosi a lei in maniera differente rispetto al solito.
-Che cosa hai combinato, Azhar? Perché eri sdraiato ai piedi delle scale?- domandò lei, scrutandolo.
-Ero appena uscito dalla stanza dove hanno fatto trasferire Ghaliya e, percorrendo il corridoio ho udito le vostre grida. Immaginavo che foste con il capitano, il tenente era al timone mentre tutti gli altri li avevo lasciati un ora prima nella stiva, mentre si coricavano. Non avrei potuto intervenire di persona, quell'uomo ha una mole imponete che mi avrebbe impedito di tentare alcunché e ricevere una gragnola di colpi da parte sua per essermi intromesso, così ho fatto l'unica cosa che ho ritenuto potesse distoglierlo da ciò che stava facendo- le spiegò lui, motivando quel gesto scellerato che l'aveva fatta tremendamente spaventare.
-Ti ha dato di volta il cervello, ragazzo? Potevi provocarti un danno serio alla testa- lo rimproverò lei, addolcendo il tono quando si accorse che lui aveva abbassato lo sguardo, mortificato.
-Non mi sono lanciato dalla cima, così mi sarei fatto male sul serio. Ho pensato che il quinto gradino potesse essere ragionevole-
-Sei stato gentile a pensare di salvarmi, Azhar, tuttavia vorrei non facessi nulla di così pericoloso- aggiunse lei, rivolgendogli un sorriso, quando lui ebbe terminato di parlare.
Mentre lo osservava gli vennero in mente le parole che le aveva detto Ghaliya, quando ancora si trovavano sulla nave del mercante.
Anche se stentava a crederci, temeva che le congetture della sua amica fossero vere e, se non fosse stata attenta, quel ragazzo si sarebbe fatto ammazzare pur di diventare il suo paladino.
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Buonasera o buonanotte(?)
Eccomi qui con un nuovo capitolo. Avete visto? Sono stata veloce questa volta.
Allora, che ne dite?
Vi è piaciuto?
Votate e commentate per il prossimo capitolo, perché lo farete, vero? 😜
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