14. È comodo il bancone
«You love it how i move, you love it how i touch you, my one» muovo le braccia lentamente sul mio corpo dopodiché faccio due passi a sinistra ruotando la testa.
Ariana Grande accompagna i miei movimenti leggiadri come quelli di una farfalla.
La coreografia è una bomba, ma io non sono concentrata.
Dio.... sto ancora pensando all'altro giorno.
A Tyler e a quella mora.
Mi sono sentita così stupida e piccola al loro confronto che avrei potuto gridare dalla rabbia che mi scorreva nelle vene.
E nessuno mi avrebbe sentita.
Ridacchio.
È ovvio che Tyler voglia una donna.
Ma poi perché sto pensando che lui in qualche modo voglia me?
È palese che mi parli solo per cortesia.
E allora perché mi fa così male averlo visto con quella ragazza?
Cazzo, non posso.
Non mi deve importare niente.
Soltanto il ricordo delle sue labbra a contatto con quelle della mora mi fa venire il voltastomaco.
Quella notte ho rivisto le loro labbra scontrarsi per almeno un miliardo di volte.
Ho bisogno di uscire a prendere un po' d'aria.
Una volta fuori inspiro profondamente e tolgo il telefono dalla tasca dei pantaloni.
«Hey Emma! Dimmi» Kessie risponde dall'altro lato del telefono.
«Ho bisogno di un ragazzo!» dico frustrata.
Ho bisogno di uscire con qualcuno per non pensare a lui.
Sono ridicola!
«Come scusa?» domanda lei confusa.
Vorrei tanto che adesso fosse qui per poterle spiegare tutto, ma non voglio dirle nulla, anche perché lei non sa che sono stata a casa di Tyler dato che era praticamente svenuta sul mio letto.
«Voglio uscire con un ragazzo» chiarisco tirandomi leggermente i capelli della coda.
«E io cosa dovrei fare?» immagino già le sue sopracciglia alzate.
«Trovarmene uno. Tu sai come sono fatta, dai» cammino avanti e indietro lungo il vialetto di casa.
«Ma ti sembra che io sia una che accoppia le persone?» domanda con stupore.
«Mi conosci più di mia madre. Trovami un ragazzo con cui uscire. Non ti sto chiedendo molto» sussurro guardandomi intorno per vedere se qualcuno mi sta ascoltando.
È una conversazione un po' strana e qualcuno potrebbe pensare male.
«Okay, okay. Ci penso io» borbotta sbuffando.
«Ti amo. Grazie, fammi sapere al più presto» sorrido mentre sono sicura che lei si stia disperando.
«Ma guarda cosa mi tocca fare» borbotta di nuovo e io la saluto dopodiché chiudo la chiamata.
Mi volto un secondo verso la casa di Tyler.
La sua macchina è parcheggiata qui fuori, ma io non l'ho ancora visto oggi.
E comunque se prima ci evitavamo, adesso è come se uno dei due avesse la peste.
Basta pensarci Emma!
Cancella tutto dalla tua testa e fai finta che non sia mai successo.
Hai proprio bisogno di uscire a divertirti ragazza!
Stasera si va a ballare, deciso.
*
«Tesoro, ho una buona notizia» mia madre fa capolino nella mia stanza.
Alzo lo sguardo dal mio cellulare.
«Sarebbe?» domando mettendolo via.
«I tuoi fratelli saranno qui domani mattina» batte le mani con frenesia facendomi sorridere.
Anche lei è euforica all'idea di rivederli.
«Davvero?» mi alzo in piedi sul letto.
«Siii» urla alzando le braccia al cielo.
Mi metto a saltare sul letto e per poco non cado aggrovigliandomi le lenzuola attorno al piede.
Dovevano venire qui a Los Angeles il giorno del mio compleanno.
E invece ecco la mia sorpresa: i miei fratelli che vengono qui due giorni prima.
«Però zitta! Tu non lo sai» posa l'indice sulle labbra.
Mi cucio le labbra con le dita e lei sorride.
«Sarò muta come un pesce» sussurro, ma subito dopo faccio un urletto di felicità.
«Sono troppo felice» ammetto scendendo dal letto per abbracciare mia mamma.
«I miei tre bambini tutti riuniti» si asciuga una lacrima e io la osservo con gli occhi lucidi.
E pensare che non sono ancora arrivati.
*
«Non vedo l'ora di vedere tuo fratello» Kassandra si ferma un secondo con il mascara a mezz'aria e fissa il vuoto con occhi sognanti.
Sono sicura che si stia immaginando Seth.
«Ti ricordo che è mio fratello e ha 24 anni» borbotto estremamente gelosa.
Nessuno tocca mio fratello, lui è mio e di nessun'altra.
Nemmeno della mia migliore amica.
«Parla la santa. Tyler ne ha 26» grida e senza volerlo io mi rabbuio all'improvviso.
Non so se per il fatto che lui sia più grande di me di così tanto o per il ricordo delle sue labbra incollate a quelle della Bratz.
«Oh oh. Cosa è successo?» domanda lei girandosi nella mia direzione.
Osservo il mio riflesso allo specchio del bagno e quasi non mi riconosco.
Sembro molto, ma molto più grande vestita e truccata in questo modo.
«Niente. Abbiamo ripreso ad evitarci» scrollo le spalle con nonchalance e lei posa sul ripiano la piastra per concentrarsi completamente su di me.
«Come mai?» domanda aggrottando le sopracciglia.
Cazzo.
E adesso?
«Mi ha tratta male. Questa volta più del dovuto» resto vaga e mi alzo decidendo di non trasformare la nostra serata in un mortorio.
«Ma non importa. Quindi prepariamoci e andiamo a sballarci» rido e lei mi accompagna anche se so che non le è bastato quello che detto.
Comunque circa un'ora dopo siamo al King's e ci stiamo avviando al bancone per mettere un po' in moto questa serata.
«Cosa vi porto ragazze?» domanda il barista strizzando un occhio.
Gli sorrido e lui mi rivolge uno sguardo furbo guardando il corpo.
Non è per niente male.
«Per me un Margarita» dico dopodiché mi volto verso Kessie.
«Io un Vodka Lemon» dice e il barista si congeda con un subito sparendo da qualche parte.
«Stasera non devo ubriacarmi Kessie. Devo essere in bolla domani» le sussurro all'orecchio e lei ridacchia.
«Ah e quindi oltre ad accoppiarti devo anche tenere a freno il tuo alcolismo?» domanda mettendosi una mano sulla fronte.
«Alcolismo?» il barista parla, così io mi volto di scatto.
Mi guarda perplesso e io mi strozzo con la saliva.
Oh cazzo.
Parlare di alcolismo ad un barista che ti sta porgendo un Margarita é come fumare erba davanti ad un poliziotto.
«Non ascoltarla. Lei soffre di problemi mentali» gli sorrido e lui si rilassa visibilmente lasciando il bicchiere, che ora è nella mia mano.
Pesto un piede alla mia migliore amica per la figura di merda che mi ha fatto fare e la sento soffocare un urlo di dolore.
È ufficiale.
Il ragazzo dietro al bancone ci avrà prese per psicopatiche.
*
Non ho idea di che ore siano, ma sono sicura di aver appena ruttato in faccia ad un ragazzo che stava ballando con me.
Rido mentre vedo tutto girare intorno a me e sto per cadere per terra quando qualcuno mi afferra per le spalle.
«Sei una fottuta alcolista» ma chi cazzo è che mi da dell'alcolista?
Voglio una pizza.
Anzi no, un gelato.
Forse sarebbero meglio dei pancake con la panna.
«Sto per vomitare» sussurro e mi copro la bocca con una mano mentre mi piego in due.
Oh mio dio che schifo.
Sento l'acido risalire lungo la mia gola, ma trattengo tutto.
«Giuro che se mi vomiti addosso ti raso i capelli a zero» ma questa è Kassandra.
Ma dove cavolo sono?
Probabilmente sono a casa sua, ma perché la musica è così alta?
«Portami un gelato o ti vomito addosso» la minaccio affondando la testa nei suoi capelli setosi.
Mhm.
Profumano di vaniglia. Gelato alla vaniglia.
Adesso li mangio, magari hanno lo stesso sapore.
Sto per mettermene un pugno in bocca quando sento il mio culo atterrare su qualcosa di morbido.
«Rimani qui. Arrivo subito» sento la voce di Kassandra farsi lontana e non sono più così sicura che sia lei a parlarmi.
Ho sonno.
Voglio tanto dormire.
Senza pensarci due volte poggio le braccia su una superficie fresca.
È piacevole.
Ma cosa è?
Apro un occhio.
Credo di essere appoggiata ad un bancone da bar.
Mmmh, poco importa.
È comodo il bancone.
Note:
Ciao❤️
Eccomi qui con un nuovo capitolo.
Vorrei tanto darvi un anticipo sul prossimo, ma proprio non posso.
Se non vi aspettavate la mora dalle gambe chilometriche non siete pronte al prossimo aggiornamento😱💕.
Comunque... mi sono divertita a scrivere questo capitolo, soprattutto la parte in cui Emma è ubriaca.
Ho cercato di immedesimarmi nella parte e alla fine ho constatato che per quanto mi riguarda sono pazza sia da sobria che da ubriaca.
Okay, la smetto✌🏻.
Un bacio😘.
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