GP d'Olanda

Baby, you amaze me
You still knock me off my feet
And who would have ever guessed it would last through it all
The reason I believe, can't you see?
You still amaze me


||MARC||

Vivo la conferenza stampa post qualifiche come fosse un sogno, sono qui ma non ci sono veramente.

Tra Rossi e Dovizioso rispondo alle domande dei giornalisti guidato dall'entusiasmo che non riesce ad abbandonarmi, mentre il mio corpo grida di dolore e la mia testa pensa solo a Reina, a quanto io sia fiero di lei, a quanto sia totalmente e stupidamente e follemente innamorato di lei.

Non so se è la situazione che mi porta a formulare questo pensiero o se semplicemente è qualcosa che ho sempre sentito e mai avuto il coraggio di ammettere a me stesso, non so neanche se questo sia amore, non so cosa sia.

Penso a lei e mi batte il cuore, guardo il vuoto e sorrido, vorrei mandare tutto questo a quel paese e correre da Reina e tenermela stretta fino alla fine del mondo.

Ho detto ti amo solo alla mia moto in questi ventun'anni, mai ad una ragazza. A volte ho pensato di provare qualcosa per qualcuna, qualcosa di più, ma se amore è ciò che sto sentendo in questo momento allora non avevo capito niente.

Reina con la mia tuta addosso, Reina che combatte per me in pista contro il tempo e le sue paure, Reina che è l'essere per il quale ringrazierò Dio per sempre.

Voglio sentirmi così per il resto della mia vita.

Il flusso dei miei pensieri viene interrotto da una gomitata di Vale sulla schiena che mi sprigiona un immenso dolore.

Mentre lui mi chiede scusa, il resto della stanza è in silenzio e un giornalista in prima fila mi guarda come in attesa di una risposta.

"Scusi può ripetere?" Mormoro nel microfono con la voce leggermente incrinata.

"Giuro che non l'ho fatto per metterti fuori gioco" dice ancora Vale, ma scuoto la testa per fargli capire di stare tranquillo "anche perché a questo punto credo che neanche gettandoti da un aeroplano riusciremmo a metterti fuori gioco" continua.

La gente in sala scoppia a ridere e in realtà viene da ridere anche a me, ma mi limito a sorridere.

"Vale giuro che sto morendo dal ridere, dentro peró, perché se alzo e abbasso l'addome troppo velocemente potrei rischiare di morire davvero dal dolore. Sta passando l'effetto degli antidolorifici"

"Togliamo gli antidolorifici a Marquez domani, grazie"

Ancora, Rossi fa sogghignare le trenta/quaranta persone che ci stanno davanti.

Quando l'atmosfera tenta di tornare seria, il giornalista riesce finalmente a ripetere la sua domanda. Mi chiedeva in che momento si facesse particolarmente sentire il dolore mentre mentre guidavo.

Santi mi ha fatto notare subito dopo le qualifiche che Reina perdeva qualcosa nel terzo settore, così rispondo che piegare in quelle curve mi dava fastidio alla spalla più che nelle altre.

Quando spostano l'attenzione su Dovizioso ne approfitto per controllare il telefono e trovandoci un messaggio di Reina sulle mie labbra si dipinge un sorriso.


Se possibile, mi gaso anche più di quanto lo ero mezzo secondo fa. Perché intravedo le mie lenzuola sotto la sua testa nella foto che mi manda, il che significa che Reina mi sta aspettando nel mio letto e tutti i miei buoni propositi di aspettare e quant'altro se ne vanno a quel paese.

Penso a cose alle quali non bisognerebbe pensare in conferenza stampa, immaginando ciò che vorrei farle, ciò che vorrei fare con lei, agognando il momento come fosse la mia prima volta. E solo così, solo provando a immaginarlo, già perdo la testa.

In questo momento odio essere un pilota, odio essere il campione in carica, odio essere al centro dell'attenzione di tutti. Perché la conferenza stampa si protrae per un'altra mezz'ora, ma dopo aver fatto le foto e salutato i piloti i direttori dell'evento mi trascinano in un'altra zona del Paddock per altre interviste e finite queste Emilio mi trova e mi porta in clinica mobile dove mi hanno richiamato per degli accertamenti.

È parte del compromesso che Emilio ha trovato per farmi considerare "fit", anche se loro non sanno effettivamente quanto male mi faccia la spalla e non ho intenzione di dirglielo, mentre il polso già sta decisamente meglio.

A quanto pare l'ematoma è leggermente rientrato il che significa che non dovrebbero esserci complicazioni, solo aspettare che il dolore passi. Mi fasciano spalla e polso, contando sul fatto che tenerli fermi e a riposo fino a domani possa aiutare il processo di guarigione, e mi liberano appioppandomi una nuova dose di antidolorifici e un appuntamento per domani mattina prima del warm up.

Non ho esattamente intenzione di restare fermo fino a domani mattina, ma questo è un altro discorso.

Lascio la clinica accompagnato da Emilio, con la sua mano poggiata sulla spalla buona.

"Forte la ragazza, Reina" mi dice mentre camminiamo nel paddock "Non mi sarei mai aspettato un risultato del genere".

Annuisco con un sorrisetto sul viso, orgoglioso.

"Lo so, è fantastica"

"Marc non ti ho mai fatto questo discorso perchè non ti ho mai visto davvero preso, ma ora mi sembra doveroso. Non lasciarti distrarre. So come ci si sente a vent'anni, e tu stai conciliando alla grande la tua vita con tutte le responsabilità che derivano dall'essere un pilota di un certo livello, una ragazza seria però potrebbe disturbare il tuo equilibrio... Ti prego, non farti trascinare. Non ora. Ricorda i sacrifici che hai fatto per arrivare fin qui. Resta con la testa alle moto"

Emilio mi parla con il cuore in mano e lo so, che questo è un discorso che fa solo perchè deve e perchè non conosce Reina. Mi infastidisce leggermente, ma credo che qualsiasi cosa, anche minima, che provi ad allontanarmi da Reina in questo momento mi darebbe sui nervi. Quindi faccio finta di niente.

"La nostra è una relazione a quattro, io, lei e le nostre moto. Stai tranquillo, anzi è la persona migliore che possa avere al fianco in questo momento. Quando c'è lei c'è competizione"

Credo di averlo convinto, perchè mi regala un sorriso. E comunque, quando avrà modo di conoscerla capirà di cosa parlo anche se il fatto che oggi sia salita su quella moto e abbia preso il quarto tempo già dovrebbe fargli capire che tipo di persona è.

Ci lasciamo dove inizia la zona con i motorhome con un abbraccio veloce, domani sarà un gran giorno anche se sono un po' ammaccato.

Quando torno a camminare solo verso casa mi sale un'ansia imprevista mista ad eccitazione. Mi ricorda quando per la prima volta salii sulla moto alla mia prima gara in MotoGP, qualcosa di unico ed incontrollabile, qualcosa che spaventa e che al tempo stesso vorresti provare tutti i giorni della tua vita. Che è un po' ciò che Reina rappresenta per me.

Apro la maniglia della porta e mi accorgo di avere le mani sudate, come se fossi uno alle prime armi. Mi do dello stupido, come se questa consapevolezza possa in qualche modo placare il battito accelerato del mio cuore. Non funziona.

Nel motorhome tutto è tranquillo e al proprio posto, l'orologio sulla parete segna le sei e mezza di pomeriggio. Merda. Non pensavo di aver fatto così tardi.

Attraverso la cucina e il salottino per poi ritrovarmi davanti alle due porte chiuse della camera di Alex e della mia. Vorrei sapere se Alex è qui, anche se pensandoci il saperlo nella camera accanto alla mia mi inibirebbe, così mi dirigo direttamente verso la mia stanza.

Le mie dita si stringono attorno alla maniglia più del dovuto mentre prendo un bel respiro con la speranza di calmarmi. Non voglio che Reina mi veda così agitato, ma non posso farci niente.

Quando mi decido ad abbassare la maniglia quasi credo che il cuore possa uscirmi dal petto. Apro la porta leggermente, sussurrando un "Ehi".

La stanza è immersa in una placida luce proveniente dall'unica finestra, tiepida come può esserlo solo quando il sole si prepara a tramontare. Il letto è disfatto, tra le lenzuola bianche il corpo rannicchiato di Reina.

Sta dormendo.

Muovo qualche passo verso di lei per accertarmene mentre finalmente il mio battito cardiaco riesce a tornare entro i limiti della soglia di tollerabilità. Il leggero senso di delusione nel vedere le mie aspettative da ragazzo eccitato rompersi viene subito sostituito da un calore che ho imparato a riconoscere da quando Reina ha preso questo posto nella mia vita.

Con gli occhi chiusi, il labbro inferiore sporgente e il viso rilassato, mi fa solo venir voglia di sdraiarmi al suo fianco e abbracciarla. Nonostante io sia ancora palesemente su di giri, nonostante lei sia dannatamente eccitante nella sottoveste nera che le lascia scoperte le gambe e gran parte dei glutei, nonostante muoia dalla voglia di sapere cosa si prova ad essere una cosa sola con lei, mi sfilo silenziosamente la tuta, attento a non commettere il minimo rumore, e mi stendo sul materasso dopo essermi allungato per afferrare il lenzuolo accartocciato.

Copro il suo ed il mio corpo, accarezzandola con la punta delle dita mentre tiro su le lenzuola.

Facendo combaciare la sua schiena con il mio petto, la curva delle sue gambe con le mie, le passo un braccio attorno al bacino e nascondo il viso tra i suoi capelli biondi, aspirandone il profumo.

Ed è molto meglio di ciò che potessi immaginare, perchè più di poter fare l'amore con lei un giorno, mi onora il poterla tenere tra le mie braccia.

Stringere il suo corpo così fragile mentre il sonno ha preso il sopravvento, consapevole di tutto ciò di cui questa ragazza è capace. Così su una moto, così nella vita.

E' stata una giornata stancante per entrambi ed il poterla terminare così mi rende felice, mi fa sentire completo. Mi immergo in questa pace e mi sembra una follia che proprio lei possa rappresentare questo,  che possa essere il momento di tranquillità nella nostra vita a trecento chilometri orari.

E si, sono sempre più convinto che non sia solo il momento, che io la ami davvero. Prima o poi glie lo dirò, ma per ora tengo questo segreto per me, crogiolandomi nel calore di questa sensazione.

"Sei la donna della mia vita" mormoro con le labbra tra i suoi capelli.

Resto così, finchè la stanchezza molto più tardi prende il sopravvento e la raggiungo nel mondo dei sogni.





Quella tranquillità è solo un ricordo lontano la mattina dopo. Quando mi sono svegliato, Reina era già in piedi in cucina a preparare il caffè e a fare due chiacchiere con Alex.

Sinceramente me ne sono fregato della presenza di mio fratello, sono andato dritto da lei e le ho dato il bacio che da troppo tempo stavo trattenendo.

Dopo di che ho constatato il quasi ormai nullo dolore al polso, ma persistente sulla spalla. Ho provato persino a fare i primi giri del warm up senza antidolorifici dopo il controllo in clinica mobile, ma non sono riuscito neanche a fare due passaggi.

Ora le medicine hanno fatto effetto e spero vivamente che mi aiutino a superare la gara.

Reina è decisamente in fibrillazione dopo aver corso le qualifiche ieri e saltella da una parte all'altra del box, seguendo il lavoro di Santi e venendo ogni tanto a sfottermi. Non ha neanche fatto storie quando è arrivata Lola, che a tutti gli effetti è ancora la mia ombrellina.

Lola si è fermata nel box giusto il tempo di creare un leggero momento di imbarazzo quando, dopo avermi salutato, con la mano mi ha aggiustato un ciuffo di capelli ribelle e lo sguardo di Reina, quel famoso sguardo omicida, le si è puntato contro insieme a quello di Santi, il nuovo grande sostenitore della nostra coppia.

Però, da brava, non ha detto niente. Non ha bisogno di fare scenate.

E' Lola quella che non capisce che così facendo si rende solo ridicola, e che non ha un minimo di maturità. L'ho trattata male e me ne dispiaccio, ma a quanto pare non sembra aver recepito il messaggio. Anche perchè non ha voluto spiegazioni dopo la nostra rottura. Non la vedevo da quella sera a Barcellona.

Ad ogni modo anche la piccola parentesi Lola si chiude, anche se la ritroverò in pista, e ci restano dieci minuti prima di salire in moto. La gara di Moto3 è stata sotto la pioggia, dopo di che ha smesso fino a pochi minuti fa, quando è tornata una leggera pioggerella.

Si esce con le rain.

Il tempo di fare il cambio gomme e di avere gli ultimi dati da Santi ed ecco che arriva il momento di andare in griglia. Reina non è mai venuta lì con me, se non quella volta che la costrinsi a farmi da ombrellina. Oggi però si muove con il resto del team e come in un corteo mi accompagnano in pista. Mi viene da ridere. Ora è palese che la mossa di Lola l'abbia infastidita e anche se per orgoglio e dignità non ha proferito parola, vuole imporre la sua presenza al mio fianco mentre Lola mi terrà l'ombrello.

Alla fine, è donna anche Reina.

Mi posiziono sulla quarta casella e tolgo il casco per poggiarlo sul serbatoio, non c'è sole ma tengo gli occhiali specchiati sul viso, più come modo per estraniarmi che per altro. Da un lato ho Lola con l'ombrello tra le mani, dall'altro Reina che parla con Santi e Carlos.

Di solito penso a tante cose prima della gara, così da poter avere la mente libera una volta aggrappato al gas, ma ora riesco solo a concentrarmi sulla voce di Reina ed ascoltandola mi estraneo dal mondo trattenendo solo lei all'interno.

Con il leggero ticchettio della pioggia sull'asfalto aspetto che i venti minuti in griglia passino, agognando sempre più il momento in cui potrò combattere i miei avversari sull'asfalto.

Torno in me solo quando catturo il movimento di una bandiera davanti ai miei occhi, cinque minuti e bisogna sgombrare la pista.

Inizio a sentire il battito del cuore accelerare, l'adrenalina che comincia a scorrermi nelle vene, la folle voglia di essere il migliore, in questa gara e sempre.

Una mano mi si poggia sulla spalla, delicata, ma è la mano sbagliata.

"Vai campione" mi incita Lola, con quell'odioso tono smielato. Mi chiedo come abbia fatto a starci insieme per un mese. Certamente è bella, bellissima, ma oltre questo niente più.

Le rispondo per cortesia con un mezzo sorriso, anche se sa che non voglio essere disturbato prima della gara. Poi però corro a cercare Reina con gli occhi, il cui sguardo questa volta non è puntato su Lola ma su di me.

Con i capelli biondi dietro le orecchie, la faccia come una lastra di marmo e le braccia incrociate sul petto, mi guarda come se si aspettasse qualcosa da me, come a voler dire davvero? Non le dici niente?

Credo che potrebbe far saltare in aria quella mano sulla mia spalla con una sola occhiata.

"Marc, preparati" si intromette Santi, ma non sposto lo sguardo da quello di Reina finchè lei non mi dà le spalle e fa per allontanarsi. Ancora, questo suo fare geloso anche senza volerlo ammettere, mi fa sorridere.

"Reina" la chiamo, mentre infilo il primo guanto. Lei gira semplicemente la testa. "Non dimentichi niente?"

A quel punto Reina si ferma e mi rivolge uno sguardo interrogativo.

Alzo la mano libera dal guanto e le faccio segno di avvicinarsi. Lei resta un attimo ferma, incerta, poi decide di darmi retta e con un paio di passi torna al fianco della mia moto.

La prendo di sorpresa, perchè altrimenti si tirerebbe indietro.

Allungo la mano ancora a mezz'aria per afferrarle il mento e tirandola leggermente avvicino le sue labbra alle mie, prendendomi il bacio della buona fortuna.

E' strano, lo so. Siamo in pista, circondati da giornalisti, accanto a me c'è la mia ex alla quale non ho mai permesso di avvicinarsi prima di una gara. Forse sono un po' stronzo nei confronti di Lola, ma lei lo è allo stesso modo.

Reina resta per un attimo rigida, poi però le sue dita corrono verso la mia nuca e mi trattiene contro il suo viso, le mie labbra sulle sue, un'emozione pari a quella che provo per la gara.

"Non ti dirò comunque in bocca al lupo" dice, con un sorriso sulle labbra, quando la lascio andare. Già non pensa più a Lola. Non ha bisogno di preoccuparsi di lei.

"Ti dimostrerò di non averne bisogno" rispondo, pieno di una nuova energia per affrontare i venti giri che mi aspettano.

Trattenendo il suo sguardo infilo il casco, poi il guanto mancante. Abbasso la visiera solo quando lei mi fa un cenno d'assenso, quel suo modo silenzioso di dirmi che crede in me. Poi mi dà di nuovo le spalle e questa volta va via davvero, accompagnata da Santi, mentre il resto del team è già tornato ai box.

Accanto a me sento il rumore dell'ombrello che si chiude con violenza quando una seconda bandiera avvisa tutti di lasciare la pista.

"Sei uno stronzo" sputa dalle sue labbra Lola, velenosa. Lei non può vederlo, ma un ghigno soddisfatto mi si disegna sul viso.

Poi va via anche lei ed io, pioggia o non pioggia, spalla dolorante o meno, sono pronto ad essere stronzo anche in pista e accaparrare l'ottava vittoria di fila.


La gara non è delle più semplici. La pioggia si ferma quasi subito, siamo costretti al cambio moto dopo il terzo giro. Rossi che pensavo fosse fuori dai giochi per colpa di una penalità in realtà riesce a risalire fino al quinto posto e ci troviamo persino in bagarre, ma negli ultimi giri sono io la star. Sorpasso Pedrosa, ricucio su Dovizioso che era primo firmando anche il giro veloce, la spalla ad un certo punto mi implora di farla finita, io però non la ascolto. Lotto fino all'ultimo con la Ducati, Dovizioso mi sorpassa in staccata, io lo prendo in curva.

Alla fine non c'è storia.

Taglio il traguardo per primo. Vinco la mia ottava gara consecutiva.
Sono un campione.

💁🏼💁🏼💁🏼💁🏼💁🏼💁🏼💁🏼💁🏼💁🏼💁🏼💁🏼💁🏼💁🏼💁🏼💁🏼
Buonasera ragazze!
Allora, so che ultimamente vi avevo abituate ad avere aggiornamenti anche a distanza di due/tre giorni, ma è stata una settimana incasinata e solo oggi sono riuscita a chiudere il capitolo.

Allora, che ne pensate della nostra coppia ?
Io, per la prima volta, non mi annoio a scrivere di una relazione "stabile". Solitamente vado sempre alla ricerca del dramma, ma non so loro ne hanno avuto così tanto che mi piace vederli insieme ahahhahaha (bugia, già nel prossimo capitolo c'è un po' di dramma)

Cosa più importante, volevo davvero ringraziarvi. Abbiamo passato le 550 stelline, le 8mila visualizzazioni e niente, quando ho iniziato a scrivere questa storia non l'avrei mai immaginato. Quindi davvero, grazie.

Sinceramente prego perché Marc domenica vada a podio, perché lo vedo davvero troppo abbattuto in questo periodo. A parte questo, questa è una settimana felice proprio perché C'È DI NUOVO LA MOTOGP. Amo averla due settimane di fila ❤

Che poi il Mugello è stato qualcosa di troppo bello. Mig e Diggia sono la mia nuova ship ahahahhahah

Vabbè dai chiudo che come sempre mi dilungo troppo. Un bacio e alla prossima 😚

(Si, in realtà sono Maverick e la Fontanesi quelli nella foto. Che poi la loro storia sembrava uscita da una fan fiction e li amavo, ma vabbè si son lasciati)

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