08.06.2023

Buongiorno biondino.

Nell'ultimo periodo, sono mentalmente stanca. Onestamente, non ho né la voglia, né le forze per scriverti. Eppure, c'è una parte di me che mi spinge a raccogliere le mie ultime energie, sedermi sul letto e, ancora una volta, pensarti.

Il senso di apatia mi ha avvolto tra le sue braccia, lasciandomi un vuoto nel petto.

Ricordarti non è più doloroso, ma è il nulla. Cosa si prova a sentire il nulla verso le persone che ami? Non saprei dirtelo o, almeno, non con tanta facilità. Esci e ti vedi con le stesse persone di sempre, nello stesso posto di sempre e magari fate, anche, le stesse cose di sempre, ma, allora perché non riesci a provare le stesse emozioni di sempre? Dov'è la gioia, la rabbia, la tristezza, il rammarico o il disprezzo? Dove sono andate?

Mi piace immaginare che nella mia testa vivano tante personcine, un po' come in inside out, che, ormai, stremate dal duro carico della mia emotività, raccolgano tutte queste sensazioni e le ripongono in uno scrigno. Solo quando, si saranno messi in forza, riapriranno quel turbine di instabilità.

Sono consapevole che tutto ciò è momentaneo, ma ogni volta che i miei occhi non riescono a produrre una sola lacrima, mi chiedo se non sia meglio rimanere nel nulla. Rimanere nella voragine del niente significa non soffrire più, non sentire più quel fastidioso peso del mondo o meglio, non sentire più il tuo cuore trafitto da pungiglioni. Sai come si chiama questa condizione in ambito medico? Sindrome del cuore infranto, non c'è nome più adatto.

Ma se egoisticamente rinuncio a tutto quello che mi fa del male, rinuncio, anche, a tutto quello che mi fa del bene. Sono una persona empatica, inevitabilmente, mi nutro della luce delle persone che mi circondano. Traggo forza, vitalità, spensieratezza e tanta voglia di vivere. È la perfetta combinazione che rende la vita leggera. Dunque, sono solo un Adamo, tentato. Le cose belle mi attraggono, si fanno desiderare ed io le desidero nello stesso modo. E, allora, rimango nello stesso limbo di sempre, alternando momenti in cui sento tutto ed altri in cui laridità mi appassisce.

La normalità, no? Almeno per me. Quindi, perché quando succede, mi autoconvinco che non ritornerò indietro? Perché ho la paura che quando tutto ritornerà, potrei esser capace di non sentire più quello che provavo prima?

Probabilmente, è questo che non mi fa slegare dal nulla, la paura di non amare più le persone che amavo, di non amare te come ti ho sempre amato. Ho paura di lasciarti andare, più di quanto abbia fatto il 23 maggio.

Con il nulla, anche i ricordi si offuscano. Se non hai memoria, non hai pensieri a cui aggrapparti, quindi, non hai emozioni da degustare. E se svanissero tutti i ricordi che ho con te, cosa mi rimarrebbe? Solo un nome.

Perciò, nell'eventualità in cui perdessi la memoria, sono sicura che il tuo nome, mi farebbe voltare.

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