5. Eco

Hogwarts, apparentemente, non aveva nulla di diverso. Lily vagava circospetta per i corridoi, trattenendo il fiato ad ogni angolo. Neville le aveva consigliato di coprirsi il volto con i capelli vermigli, per cui camminava con una cascata di ricci sulle guance. La bacchetta, nascosta tra la pelle del braccio e la manica dell'uniforme, le dava una lieve sicurezza. La familiare sensazione del legno contro il polso la faceva sentire protetta. Lily si destreggiava nei corridoi con estrema destrezza, come se avesse una piccola mappa del castello stampata nelle palpebre. Vedeva già il gargoyl in pietra, quando questo cominciò muoversi per lasciar passare un gruppo di persone. Senza voltarsi si tuffò in uno spiraglio tra la parete ed un arazzo gotico. Respirava a fatica, poiché gli acari del tessuto le solleticavano le narici. Si costrinse a trattenere il fiato, appiattendosi contro la pietra. Non avrebbe dovuto nascondersi. James era stato chiaro. Non nasconderti, continua a camminare e cerca di non attirare l'attenzione. Ma l'istinto aveva preso il sopravvento e adesso, una ragazza spettinata sbucata da un arazzo avrebbe certamente attirato l'attenzione. Le voci sopraggiunsero insieme ai passi. Appartenevano a gente adulta e potevano essere al massimo quattro.
-Non se ne parla!- strillò una donna, con un tono estremamente familiare.
-Sii ragionevole, Minerva..- mormorò un'altra voce, più pacata.
Minerva? Mille lampadine si accesero nella mente di Lily. In un attimo di euforia ebbe, addirittura, l'istinto di gettarsi tra le braccia della McGrannit. Tuttavia, l'immagine di Neville Paciock, allarmato e corrucciato, la convinse a fermarsi.
-La situazione non è poi così grave- continuò la seconda voce. Stavolta Lily riuscì a riconoscerla. Albus Silente. Il sollievo fu sostituito dal panico. Doveva parlare con il preside: non poteva permettergli di allontanarsi. Ma come avrebbe potuto fermare Albus Silente senza farsi vedere? Dove diamine era James?
-Non è...grave?- sibilò la McGrannit. Lily ebbe la visione della donna, perfettamente pettinata, con le narici dilatate e lo sguardo indispettito. -Malfoy ha saltato tre lezioni di Trasfigurazione, in soli due giorni! E ora lui mi sta chiedendo di ignorare...-
-Non ho parlato di ignorare! Draco non si sente molto bene, ho chiesto di giustificarlo- si introdusse una terza voce. Aveva una traccia familiare, che tuttavia Lily non riuscì ad identificare. Sembrava l'eco di un suono già sentito, con una frequenza diversa.
-Se non sta bene allora dovrebbe recarsi in Infermeria!- ribatté la McGrannit.
-Non è il caso di discutere della salute di Draco, Minerva- dichiarò Silente, con una punta di autorità che convinse la McGrannit a fermare le vive proteste. -Adesso, di grazia, potresti lasciarci soli?-
-Certamente- rispose la professoressa, con un tono che lasciava trapelare un lieve disappunto. Il rumore dei passi segnò il suo allontanamento.
-Albus..- cominciò la voce sconosciuta, tuttavia si interruppe bruscamente, come se qualcuno avesse ordinato il silenzio. Lily fu invasa dal panico, cercò di restare perfettamente immobile e trattenne, quindi, il fiato.
Fece scivolare la bacchetta nel palmo della mano, pronta a schiantare il misterioso accompagnatore di Silente. Doveva comunque fare attenzione a non essere vista. Vide l'arazzo muoversi, prese una boccata d'aria ed agì. Colpì con un incantesimo i ganci che tenevano il tessuto appeso al muro, sentì il rumore di una bacchetta sfoderata, di passi frenetici, ma lei fu più veloce. Con un rapido movimento spinse l'arazzo sulla persona che stava per scoprirla. Sgusciò fuori da un angolo, giusto in tempo per non essere trovolta dal suo stesso piano. Corse nella parte opposta del corridoio, dove si trovava Albus Silente. Pardon, dove avrebbe dovuto trovarsi Albus Silente, ma dove invece si ergeva un uomo avvolto in un pesante mantello nero.

Il suo primo pensiero fu quello di aver lanciato un grosso tappeto sulla testa del preside di Hogwarts. Il secondo fu quello di essere stata scoperta.
Subito dopo realizzò di conoscere l'uomo.
Lo riconobbe dagli occhi color carbone, l'unico elemento che restava del ragazzo che aveva conosciuto anni prima. Il resto era una maschera che non conosceva. I capelli scuri, il volto pallido, la bocca sottile: tutti elementi che aveva già visto. Tuttavia, in quel momento, le sembrarono estremamente lontani, come se lui stesso non si riconoscesse più.
L'ultimo ricordo che aveva di Piton, risaliva a qualche giorno prima, o almeno era ciò che credeva. Severus era in biblioteca, con dei pesanti volumi trattenuti contro il petto. Lei stava leggendo un libro su come usare il pianto delle mandragole, un piccolo approfondimento di erbologia per comprendere perfettamente le lezioni di Lumacorno. I loro occhi si erano incrociati per una porzione di secondo, poi lei aveva riportato l'attenzione sulla pagina. Quando, dopo un po, vinta dalla curiosità, aveva rialzato lo sguardo, lui non c'era più.
Il Severus che aveva davanti in quel momento, era un uomo giovane, dalla pelle lucida e sana. Tuttavia, gli occhi, tradivano l'eco lontano di un urlo. Si domandò cosa mai fosse successo, per rendere il suo vecchio amico talmente fragile. Capì che lui non l'aveva riconosciuta. Non subito almeno. La osservava stupito, come se non avesse appena tentato di lanciargli un arazzo in testa. Poi, lentamente, la consapevolezza si impadronì di lui. Il suo volto diventò più pallido, ma i suoi occhi presero vita. Si illuminarono, si spalancarono. Aprì la bocca, ma non riuscì ad emettere alcun suono. Lily comprese solo una piccola parte di quello stupore, il resto lo mise in un angolo. Severus Piton l'aveva riconosciuta. Oltre a schiantarlo avrebbe anche dovuto cancellargli la memoria. Provò un vago senso di colpa, messo subito a tacere. Non erano più amici.
Alzò la bacchetta, puntandogliela contro. I suoi occhi si spensero, come se avessero staccato la spina. Con un gesto fluido afferrò la sua arma. Non protestò, non si stupì, sembrava già pronto. Come se si aspettasse di essere minacciato dalla versione diciassettenne di Lily Evans nel futuro. Lo stupore non le permise di pronunciare l'incantesimo. Tentennò.
-Lily, abbassa la bacchetta- cominciò Albus Silente che, chissà quando, si era liberato dall'arazzo e la affiancava, con le mani tese e lo sguardo perfettamente calmo. Si domandò se fosse il caso di obbedire. In fondo quello era il preside e lei non poteva ignorarlo. Fece roteare la bacchetta tra le dita.
-Stupeficium!- urlò qualcuno.
Per un attimo Lily pensò che il suo subconscio avesse preso il sopravvento e avesse lanciato l'incantesimo contro la sua volontà. Poi, voltandosi, riconobbe James, con la bacchetta sguainata e Neville, rosso come un pomodoro, alle sue spalle.
Potter aveva un ghigno stampato sul volto. Gli occhi, fieri, la fecero innervosire.
-Non riesco a credere che tu sia davvero soddisfatto di aver schiantato un uomo nel futuro!-
-In realtà sono davvero soddisfatto di aver schiantato Mocciosus anche nel futuro-.

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