4. Come mutano le stagioni
Quando James riprese la parola, l'orologio segnava la fine delle lezioni mattutine. Era rimasto in silenzio, dopo la conversazione di Neville e della Evans. Non perché non avesse nulla da dire, ma perché sentiva di non dover intervenire. Si era seduto sul davanzale della finestra e aveva guardato il sole che, lentamente, si appropiava del cielo. Fece finta di non notare le occhiate che Lily gli rivolgeva, o l'infinita angoscia che risiedeva all'interno di esse, poiché, se avesse ammesso a se stesso che la Evans era anche minimamente turbata, avrebbe ucciso o almeno fatto molto male a chiunque ne fosse la causa. E, decisamente, rompere il naso ad uno strano ragazzo pallido e terrorizzato, non sarebbe stata tra le migliori ipotesi di scelta. Neville era rannicchiato contro una parete, come se cercasse di scomparire. C'era qualcosa di estremamente importante che quell'esemplare di Paciock nascondeva. E James non era sicuro di volere la verità. Fece aderire la guancia sul marmo freddo e prese una boccata d'aria.
-Non vogliamo alterare il passato, il futuro o quel che è. Ma solo Silente può fare chiarezza su quello che è successo-.
Neville alzò il viso, dirigendo lo sguardo verso la finestra. -Voi non capite, non potete girare per Hogwarts come se nulla fosse!-
-Gli studenti staranno andando in Sala Grande. Non faranno caso a noi..- mormorò Lily.
-No!- strillò Neville.
-Allora cosa ci consigli di fare? Ci nascondiamo in bagno fino a quando miracolosamente qualcuno ci riporta a casa?-
-James, vedere voi due insieme per i corridoi creerebbe troppa confusione. Sarebbe pericoloso. Fidatevi: James Potter e Lily Evans diciassettenni non passerebbero inosservati-.
Lily si passò una mano tra i capelli. -Vuol dire che ci separeremo-.
Neville e James si girarono di scatto e per la prima volta furono d'accordo su qualcosa. -No!-
-Perché?-
-Non ti lascerò da sola in un'epoca sconosciuta, Evans! Non accigliarti. So che sai badare a te stessa, ma questo non vuol dire che ti permetterò di sfruttare la tua imprudenza-.
Lily, con la fronte aggrottata, arricciò le labbra. -Parli tu di imprudenza? Ho voti più alti di te in tutte le materie, sono una strega brillante-.
-Non intendevo..-
-Non ho bisogno della guardia del corpo solo perché sono una donna!-
-Evans..-
-Se mi succedesse qualcosa lo sopporterei!-
-Ma io no!-
Lily si bloccò di colpo, guardandolo accigliata. Fece per aprire bocca, ma James approfittò della sua incertezza per proseguire.
-Se ti succedesse qualcosa non potrei mai perdonarmelo, mai! Vedila così: tu sei in grado di attraversare un castello pieno di pericoli da sola, in un'epoca diversa, senza farti vedere da nessuno. Io posso farlo solo se tu sei al mio fianco-.
Lei trattenne il fiato, senza distogliere lo sguardo.
-Non capisci? Non sei tu ad aver bisogno di una guardia del corpo. Sono io. Ho bisogno di te-.
James non riusciva a trovare una spiegazione alle parole che gli uscivano dalle labbra. Erano pensieri che non gli avevano mai sfiorato la mente. Non aveva mai messo in dubbio che il sentimento che provava per la Evans non avesse nulla a che fare con le emozioni passeggere che mutano come le stagioni. Ma arrivare ad ammettere ad alta voce che aveva bisogno di lei...
Eppure era vero. Lily era una necessità. Aveva bisogno che lei fosse al sicuro, che stesse bene, che fosse felice. E, subito dopo, aveva bisogno di averla vicino. Era una sensazione strana, come se il suo cuore e il suo corpo lo avessero già capito da tempo.
Lily era in balia di mille emozioni, lo vedeva nei suoi occhi. Il viso pallido era un mare in tempesta. Le labbra, tinte di un naturale rosso scarlatto, fremevano, impedendo a chissà quali parole di venire a galla. Avrebbe voluto azzerare la distanza che li separava, stringerla tra le braccia, respirare il suo respiro, toccare la sua anima, baciare ogni centimetro della sua pelle candida. Ma, invece, si costrinse a interrompere il flusso dei pensieri, a staccare gli occhi dalla Evans e a concentrarsi su Neville.
-Aiutaci, per favore-.
-Non so come..io non..-
-Dobbiamo andare da Silente. Separati- intervenne Lily, con la voce ridotta ad un sussurro.
-Evans!-
-Fidati di me, James. Andrà tutto bene-.
James. L'aveva chiamato James. Era uscito come un lieve respiro dalle sue labbra morbide, una dolcezza infinita. Una supplica, leggera come un fiocco di neve. Eppure nel suo corpo aveva prodotto più rumore di un tuono. L'eco della sua voce gli vibrava ancora nella pelle. Avrebbe voluto fare una battuta, ma il cervello si rifiutava di rovinare il momento.
-Non dovete farvi vedere- disse Neville.
-Ci vediamo nell'ufficio di Silente. Va bene?-
-Sii prudente, torna da me- mormorò James, colto da un panico mai provato prima.
-Sempre-.
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