3. Un completo fallimento
-Paciock!? Tra tutte le persone che frequentano questa scuola mi imbatto in un altro Paciock? Oh, Merlino!-
James si alzò, con le mani tra i capelli. Avanzava, frustrato, sbuffando. Il ragazzo a terra, Neville, non si era mosso di un centimetro, né aveva ripreso colore. Lily, al suo fianco, lo osservava preoccupata, come se stesse contando i secondi prima del suo svenimento. I grandi occhi verdi erano spalancati. Un colore totalmente diverso da quello della Evans. Erano meno luminosi, con una lieve sfumatura azzurra attorno alla pupilla.
-Perché mi guarda così? Ho forse assunto le sembianze di Mocciosus? Me ne sarei accorto in quel caso!- si toccò il naso, con fare teatrale -Non ho un naso assurdamente lungo, quindi sono ancora io. Grazie, Merlino!-
Lily socchiuse gli occhi, minacciosa.
-Chiudi il becco. Non vedi che ha paura? L'avrei anch'io se mi fossi trovata due sconosciuti nel dormitorio!-
-Non credo, probabilmente li avresti fatturati senza rimorsi-.
Lily agitò la mano, ignorandolo. -E poi, che problemi hai con i Paciock? Condividi la stanza con uno di loro da sette anni. Tra l'altro è il portiere della tua squadra..-
-Allora ti interessi del Quidditch! E dimmi, è una passione che hai da tempo? O è una copertura per spiarmi?-
-No, in realtà ascolto gli aggiornamenti per il tuo battitore. Quello con i capelli scuri, come si chiama?-
James non si lasciò colpire dalla frecciatina. -Micheal Baston, sesto anno. Non te lo consiglio, ha le manie di protagonismo-.
-Sì, certo. Lui ha le manie di protagonismo- sbuffò Lily.
-Se sono i capelli scuri che ti interessano, hai davanti il più bel ragazzo dai capelli neri del castello, Evans- fece James, appoggiandosi al baldacchino.
Lily alzò le spalle. -Ho dei dubbi al riguardo, penso da sempre che Black sia decisamente più affascinante-.
James sgranò gli occhi e la puntò con un dito, con un'espressione disgustata. -Come puoi...Evans! Io...- scosse la testa -Non dirlo mai a Sirius. Me lo rinfaccerebbe per tutta la vita!-
Lily camuffò una risata con un colpo di tosse, girandosi verso Neville.
-Neville, giusto? Non abbiamo intenzione di ucciderti, puoi stare tranquillo-.
-Come incoraggiatrice fai alquanto schifo, Evans- intervenne James. -Puoi dirci in che anno siamo? E magari dov'è Albus Silente? Conosci Albus Silente, no? Sai, il preside. Barba bianca, occhi azzurri, occhiali a mezzaluna, parole incomprensibili-.
Neville scosse la testa, respirando grandi boccate d'aria.
Lily corrugò la fronte. -Non conosci Albus Silente?-
-No! Voglio dire, sì! Cioè...lo conosco, ovvio. Ma voi due non potete uscire da questa stanza!-
James inclinò la testa. -Perché no?-
-Non dovreste essere qui, per niente. Se voi-sapete-chi lo scoprisse...non oso immaginare cosa farebbe ad Harry!-
-Chi è Harry?- domandò Lily.
-Harry è... Oh Merlino!- Neville scattò in piedi, dondolandosi sul posto.
-Mi dispiace che la nostra presenza crei guai ad Harold..- cominciò James, interrotto dal mormorio di Neville, che borbottava piccato Harry. -Ma dobbiamo tornare a casa! Se non vuoi accompagnarci, andremo da soli..-
-No! Dovete restare qui!-
-Come pensi di trattenerci? Siamo due maghi dell'ultimo anno e tu sembri solo un ragazzino molto confuso-.
-Potter!- strillò Lily.
-Si?-
-Smettila! Neville, tu ci conosci? Sai chi siamo?-
Il ragazzo annuì, con un sorriso incerto sulle labbra. -Siete Lily e James, chi altro?-
-Hai detto che Voldemort farà del male ad un ragazzo, Harry. Chi è?-
Il sorriso di Neville scomparve. Sul suo viso balenò un'aria confusa, turbata. Lily capì che stava valutando l'ipotesi di non dire la verità. Ma perché mentire? Il suo sguardo vagò per il dormitorio, senza soffermarsi su qualcosa in particolare. Cercava una via di fuga, una distrazione, un modo per uscire dalla complessa situazione.
-È un parente di James- mormorò, evitando il contatto visivo.
Sentendosi interpellato, il ragazzo si avvicinò. -Ho un discendente? Fantastico! È bello come me?-
-Potter, potresti smetterla? Ho bisogno della tua serietà. Impegnati!- sibilò Lily.
James alzò gli occhi al cielo, poi si rivolse a Neville. -Okay, ragazzo. Visto che non vuoi parlare, farò delle ipotesi io. Hogwarts sembra più vecchia, ma non di molto. La tua faccia è un miscuglio dei visi di due persone che conosco, non possono essere passate tante generazioni. Se ho ragione tu sei il figlio di Frank Paciock-.
Neville boccheggiò, allarmato. Cercò Lily con lo sguardo. Quando la trovò, notò che aveva le mani sulle labbra, gli occhi luminosi e le guance rosse di eccitazione.
-Come ho fatto a non capirlo? Hai gli occhi di Alice! Santo cielo, sei il figlio della mia migliore amica e ti stavo facendo svenire!-
-Tu conoscevi bene mia madre?- domandò, Neville. Aveva acquistato un contegno indescrivibile. Non tremava più, non cercava una via di fuga. Aveva gli occhi puntati in quelli di Lily, in attesa della risposta.
-Ovvio! La conosco da sette anni, ormai!-
-Non..non ho mai conosciuto amici di mamma e papà, solo dai racconti di mia nonna. Ma non mi aveva mai detto che la mamma era così legata a Lily Evans-.
Uno sguardo ferito lampeggiò negli occhi di Lily. -Magari adesso non sono più così importante per Alice. Ha un marito, un figlio, una vita felice suppongo. La presenza di una vecchia amica sarebbe stata un continuo ricordo degli anni di guerra e di dolore di Hogwarts, e non di sette anni di amicizia, credo-.
Neville scosse la testa, abbassando lo sguardo. -Sono sicuro che se ne avesse l'opportunità ti verrebbe ad abbracciare, adesso. A ricordare ogni attimo vissuto con te, con James e i suoi amici. Penso che sia stata quella, la sua vita felice. Non questa-.
Lily aggrottò la fronte. -Perché dovrebbe abbracciare me? Voglio dire, perché non va dalla me di adesso? Lei è una donna, io sono ancora una ragazza di diciassette anni-.
Lui abbassò, lentamente, le palpebre. -Vorrebbe farlo, lo so, anche se non sa dirmelo. Vorrebbe andare a trovare la te di adesso. Ma è troppo complicato, e io non posso svelarvi troppo. Potrebbe alterare la storia-.
Lily guardò fuori dalla finestra. Era strano immaginarsi Alice Prewett come donna, con un figlio e un marito. Sarebbero cresciuti tutti, è la natura umana. Ma ritrovarsi davanti al proprio futuro non è così semplice. Solo James sarebbe stato in grado di non fare una piega davanti alla notizia di avere un parente. Lily era abbastanza sicura che Harry fosse il figlio di Potter. Neville si era comportato in modo troppo strano ed aveva risposto in maniera decisamente elusiva. E così James Potter avrebbe avuto un figlio di nome Harry. Provò una strana sensazione nello stomaco, una sorta di gelosia. Aveva respinto James per anni, un giorno si sarebbe stancato di correrle dietro, lo sapeva. Ma una vita senza le sue battute stupide, la sua presenza irritante, non era facilmente concepibile. Inoltre, avere la certezza che un giorno sarebbe successo, la lasciava stordita. La certezza aveva un nome, ed era Harry. Immaginò quel momento, in cui James si sarebbe arreso, sarebbe uscito dalla sua vita, lasciandola vuota e sola. Si domandò chi potesse essere la donna che aveva occupato nel suo cuore, il posto che lui teneva da sempre caldo per Lily.
E così, Harry Potter, divenne la dimostrazione di quanto la sua vita fosse destinata ad essere un completo fallimento.
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