26. Il confronto
Lily era seduta sugli spalti del campo, con i capelli intrecciati e una pesante sciarpa attorno al collo, sulla quale splendevano i colori dei grifondoro. A qualche metro da lei, Hermione e una ragazza bionda discutevano sull'esito della partita. James era rimasto indietro per, parole sue, condividere con il figlio il segreto del suo successo. Lily non aveva più paura degli sguardi della gente: pur essendo dei maghi, faticavano a credere che James e Lily Potter fossero tornati dal mondo dei morti, e i loro occhi, dopo un leggero tentennamento, si spostavano altrove. Nel lato opposto del campo, i tifosi di Corvonero stavano riempendo gli spalti. Lily cercò James con lo sguardo, all'ingresso dello stadio, e le sembrò di vederlo per un secondo, poi i giocatori fecero il loro ingresso.
-Posso sedermi?- una voce attirò la sua attenzione. Remus Lupin la guardava, con un sorriso misto a qualcos'altro.
-Certo!-
Era capitato, in passato, che Lily e Remus si sedessero vicini durante una partita, e quella situazione fu così familiare e strana al contempo che a Lily sfuggì una risata.
-Sei felice?- le domandò Remus, prendendo posto.
Lily ci rifletté. -In un certo senso-.
-Dov'è James?-
-Non ne ho idea-.
Remus sospirò.
Il fischio d'inizio catturò di nuovo lo sguardo di Lily. Cercò Harry e vide una macchia indistinta sfrecciare verso l'alto.
-Lui..insomma..- Remus si schiarì la voce. -Avete parlato di quello che gli ho detto?-
-Non abbastanza-.
Lupin annuí.
Parlare di Sirius sarebbe stato troppo doloroso per chiunque. Lily stessa provava una fitta al cuore ogni volta che il suo pensiero si avvicinava a Felpato e non osava immaginare la straziante sensazione di James in quel periodo.
-Non noti anche tu qualcosa di strano in questa partita?-
-Cosa..?-
Lily guardò il campo, con un sopracciglio alzato. I Cacciatori dei Grifondoro erano in possesso della Pluffa e sfrecciavano rapidi, scansando i bolidi. James, come al solito dall'alto, osservava immobile e concentrato l'immensa distesa verde, perfettamente immerso nel suo ruolo. La cercatrice di Corvonero, una ragazza con i capelli neri, volava, invece, in basso, usando una tecnica differente.
Nel momento in cui la mente di Lily si corresse nell'aver pensato James e non Harry, si rese conto che quello lassù fosse effettivamente James Potter.
E scattò in piedi. Remus la tirò per un braccio, facendola sedere.
-Tu lo sapevi?!- sibilò Lily, con lo sguardo minaccioso che le aveva illuminato gli occhi negli anni da Prefetto.
-Pensi davvero che se lo avessi saputo lo avrei permesso?-
L'espressione di Lily gli fece presumere che fosse esattamente la risposta che lei si aspettava.
-Oh si! Sí, caro Lunastorta!-
Gli occhi di Remus brillarono.
-Non se ne accorgerà nessuno, Lily-.
-Oh, davvero..?-
-Nessuno dei presenti ha mai assistito ad una partita di James, tranne io, tu e i professori. Loro non conoscono James abbastanza bene da riconoscerlo mentre vola su un campo di Quidditch e io sono suo complice. Quindi, eliminando la possibilità di un tuo tradimento, non c'è nessun pericolo, Evans-.
L'espressione di Lily si addolcì.
-Hai intenzione di tradirlo? Perché in quel caso temo che dovrò fermarti-.
Lily alzò gli occhi al cielo. James, il suo maledetto ed incosciente Ramoso, aveva riacquistato il posto di Cercatore ad Hogwarts. E lassù, con quel vento che da tempo si era mischiato al suo sangue, dominava il mondo. A Lily non piaceva volare, ma amava, invece, veder lui lì, felice e libero. Aveva passato anni a guardare James nel suo ruolo, con Remus, Emmeline, Alice al fianco e la voce di Sirius sugli spalti. E Peter. Lo stesso Peter che nessuno di loro aveva ancora nominato. Che, secondo i pensieri affollati di Lily, aveva fatto qualcosa di così terribile da indurre James a tenerla all'oscuro. Si domandò, per l'ennesima volta, quanto ognuno di loro avesse perso. Quando si girò, per guardare Remus, lo vide con il volto illuminato da un sorriso sincero, con i lineamenti rilassati e gli occhi vispi: il buono e furbo Lunastorta aveva riavuto Ramoso, e lo osservava, fiero, mentre trasgrediva ad almeno una decina di regole.
Un caldo color ambra si mescolava con l'azzurro del cielo, introducendo un dolce imbrunire. Allo stesso modo, il buon umore di Remus influenzò Lily, che, per la prima volta, vedeva un barlume di felicità. Poi, come una nuvola che oscura il sole, improvvisamente ed inevitabilmente, la sicurezza di Lily vacillò. Nel lato opposto del campo, fuori posto come un pezzo di carbone dentro Mielandia, Severus la osservava, immobile. Lily mantenne il suo sguardo, chiedendosi, di tanto in tanto, se Piton fosse realmente lì. Avvolto in un pesante mantello nero, non lasciava trasparire nessuna emozione: l'euforia e la felicità che lo circondavano, non lo sfioravano neppure, come se avesse uno scudo a pochi centimetri dalla pelle. Lily, nonostante la distanza, riusciva a percepire la malinconia e la rabbia di lui, ancora totalmente estraneo al mondo che gli scorreva accanto. La stessa malinconia e la stessa rabbia che, in quel momento, investirono lei. Si alzò, borbottando qualcosa a Remus, e abbandonò gli spalti, decisa a raggiungere l'altro lato del campo. La sciarpa si mescolò ai capelli, volando ed agitandosi alle sue spalle. Sentiva la bacchetta contro il fianco. Da quando si era ritrovata nel futuro, con tutta la consapevolezza che il viaggio le aveva portato, si riteneva una persona diversa e, pertanto, non sarebbe scappata davanti a Severus Piton. Era appena arrivata fuori dal Campo, quando lo vide di nuovo. La stava aspettando sotto una grande quercia. E lei lo raggiunse. Ad ogni passo notava un dettaglio in più nel volto del suo vecchio amico, ma la cosa che la stupì di più fu l'espressione dei suoi occhi quando la videro. Non era il solito rimorso misto ad un aspro risentimento: no, era molto più profondo. Lesse il tormentato desiderio di redenzione, lesse un dolore che lei aveva appena cominciato a comprendere, in quelle settimane. Si domandò se fossero sempre stati lì, negli occhi scuri di Severus. Ma forse, si disse, era cambiato il suo modo di vedere le cose.
Lily si fermò a qualche metro di distanza e lui non la azzerò. Anzi, fece qualche passo indietro.
-Sei davvero qui- mormorò.
-Sì- rispose lei.
-Perché?-
-Non ti riguarda- disse, aspettando di provare un senso di soddisfazione per il tono aspro che le uscì. Ma non arrivò. Era cambiato qualcosa.
L'espressione di Severus non mutò.
A fatica, guardandolo, si rese conto che quell'uomo non era lo stesso che l'aveva ferita e tradita. E, in realtà, nemmeno lei era più la stessa ragazza. Le due persone che si trovavano sotto quella quercia, in quel momento, non avevano nulla in comune. Tranne Albus Silente. E la sua morte.
-Non mi fido di te- disse Lily, di getto.
-Non devi fidarti di me, non più-.
-Non mi fidavo di te nemmeno nella mia Hogwarts, quando ancora giocavi a fare il mangiamorte-.
-Tu non sai niente!-
-Non so quanto tempo sia passato, Severus, ma l'ultimo ricordo che ho di te ti rende un assassino. Hai ucciso Raven davanti ai miei occhi, e avresti ucciso anche me se avessi avuto il coraggio di convivere con la tua coscienza dopo averlo fatto: ma non l'hai mai avuto. Sei sempre stato un vigliacco-.
Gli occhi di Piton lampeggiarono.
-Non sei migliore di me-.
-Cosa?-
-Andiamo, Lily. Se sono ancora qui, ad insegnare in questa scuola, è perché tu non l'hai mai detto a nessuno: hai coperto un mangiamorte-.
Dalla gola di Lily esplose una risata amara.
-Non sono una vigliacca, ma un'idiota. Speravo ancora che per te ci fosse una briciola di speranza. Poi sono stata catapultata qui e mi sono resa conto che tu stavi ancora lavorando per quelli che hanno ucciso me e James, rendendo mio figlio un orfano. Le stesse persone che hanno continuato ad uccidere, per altri diciassette anni, le persone più importanti della nostra vita-.
-Non hai la minima idea...tu...-
-Non so niente! L'hai già detto! Illuminami, allora!-
-Ho passato la mia esistenza a cercare di proteggere te e tuo figlio!-
Lily sbuffò. -Potrai prendere in giro chiunque, ma non me. Io ti conosco. L'unico motivo per cui stai proteggendo Harry è per alleviare il senso di colpa che hai provato quando hai collaborato alla mia morte e a quella di James..-
-James! Il tuo santo Potter e gli adorabili compari! Indovina un po', Lily: non vi hanno trovati a causa mia, ho fatto tutto ciò che potevo per mettere te, tuo figlio e quell'idiota di tuo marito in un posto sicuro! Il tradimento è avvenuto dall'altro lato! È stato Peter! Com'è che lo chiamate? Codaliscia? Codaliscia vi ha condannati a morte- Piton sputò le ultime parole con tutta la rabbia che possedeva e che aveva accumulato nel corso degli anni.
Lily sapeva. Aveva capito che Peter Minus aveva fatto qualcosa di orribile, ma sentirselo dire...
James. Come aveva fatto a tenerglielo nascosto? Perché l'aveva fatto? Lily non riusciva a immaginare il dolore dopo aver scoperto la morte di Sirius. Ma quello provato per aver perso anche Peter era inconcepibile: perché James aveva deciso di portarlo da solo?
-Non lo sapevi? Il tuo ragazzo perfetto non ti aveva detto che uno dei suoi più cari amici era il vostro assassino?-
La disperazione di Lily fu smorzata dalla rabbia incandescente che provò quando si rese conto di cosa nascondessero quelle parole.
-Stai cercando di farmi cambiare idea?! Io non lascerò James! Ho accettato la mia morte molto tempo fa..-
-Perché, Lily? Hai diciassette anni, vuoi perdere te stessa per un uomo? Scompariranno tutti! Emmeline, Mary, Frank, Sirius, Peter! Morirà anche lui! Morirai tu!-
-Tu non puoi comprendere il significato dell'amore-.
Stavolta la risata fu di Piton.
-Ti ho amata da quando avevo undici anni, Lily. Ho rischiato tutto per te. Ho messo in gioco la mia vita. Non puoi dirmi una cosa del genere-.
-Perché sei così convinto che amare voglia dire morire per qualcuno?-
Severus aggrottò la fronte.
-È quello che stai facendo anche tu-.
-No, non è vero. Io ho accettato la vita che mi rimaneva, al suo fianco.
Amare vuol dire avere il coraggio di vivere per qualcuno. Vivere qualsiasi sia la vita che verrà. La differenza tra te e lui è proprio questa: tu stai rischiando la tua vita per me, perché non hai avuto il coraggio di rischiarla con me. Hai detto e ripetuto che hai fatto tutto il possibile per proteggermi. Ma in realtà hai solo rivelato a Silente il piano del tuo grande capo, perché non avevi il coraggio di intervenire da solo.
Stai solo cercando di vivere con la tua coscienza.
Io, chiamami pure stupida, ho continuato a credere in una persona che non esisteva più da tanto tempo, anche dopo che questa stessa persona aveva ucciso una mia amica-.
Piton era sconfitto, vulnerabile e scoperto. Ma non era lei la vincitrice. Avevano perso entrambi, da tempo.
-Ti ho sempre protetto, Severus, ma tu non lo meriti: non hai mai avuto bisogno dell'aiuto di una sporca mezzosangue-.
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