20. Due facce della stessa medaglia

Nevicava quando Remus ricevette la lettera. Aveva visto la fenice dalle piume scarlatte, all'orizzonte, che volteggiava, impavida, tra i fiocchi lucenti, stringendo un messaggio nel becco. Lupin aveva riconosciuto Fanny, ma le parole che lesse lo stordirono più del dovuto: non era esattamente ciò che si aspettava. Un tempo, pensò, avrebbe dato la vita per una scoperta del genere, ma in quel momento non riuscì a credere a nulla, neppure a quella voce che gli suggeriva che magari, forse, James e Lily erano davvero tornati. Pochi minuti dopo, suo malgrado, era in viaggio per Hogsmeade. Aveva percorso velocemente la distanza che separava il villaggio dal castello, arroccato sugli scogli del Lago Nero. Il vento gli pungeva il viso, ma quello fu niente, rispetto alla sensazione che provò quando vide Ron Weasley scattare in piedi per sbarrargli la strada.
Allora era vero.
Non sprecò nemmeno un attimo, per giustificare la sua presenza. Superò il ragazzo, ignorando le sue proteste, e seguì Hermione, che si era precipitata presso una Camera. Non sentì neppure le sue parole, quando la scansò per entrare.
E stava ancora nevicando, quando Remus vide James.

-Lunastorta-.
-Ramoso?- domandò. Come se non conoscesse la risposta. Come se potesse davvero stentare a riconoscerlo. Quel volto era stato un terzo di tutta la sua luce, anni prima. Il dolore che lo invase, a quel pensiero, fu istantaneo. Era terrificante vedere James senza Sirius, così come lo era stato vedere Sirius senza James. Erano, da sempre, due facce della stessa medaglia. Non si poteva concepire uno, in assenza dell'altro. Ed anche a distanza di miglia, quei due si potevano distinguere a malapena. Non che fossero uguali, anzi, erano completamente diversi. Eppure, spesso, Remus aveva colto il sorriso beffardo di Sirius nel viso limpido di James. Si erano fusi l'uno nell'altro, senza rimedio che non fosse la morte. Ma, mentre Sirius aveva già perso ogni traccia di James nei suoi gesti, non di sua volontà, diventando infinitamente vuoto e cercando, con altrettanta disperazione, un po' del suo vecchio amico nel figlio di quello, in quel momento, Remus, vide tutto ciò che conosceva di Sirius Black in James.
Attraversò la stanza, per abbracciarlo. O per abbracciare entrambi, chissà.
-James... James! Che ci fai qui? Tu..-
-Remus?- esclamò una voce familiare, ma anch'essa, coperta da uno spesso strato di polvere. Lupin si voltò, per ammirare Lily. Ricordava alla perfezione quella ragazza, quasi fosse rimasta impressa nella sua mente a diciassette anni. Non che fosse poi così diversa dalla donna che ricordava. Si allontanò da James solo per stringere la sua tenace compagna.
-Che ti è successo, Remus? Sei così diverso!-
Lupin sorrise, consapevole che il suo volto non fosse, comunque, nel campo visivo della ragazza. Fu James, il solo a cogliere quel gesto. E lo capì al volo, così come aveva sempre fatto. Il suo viso si rabbuiò, per un attimo. Poi tornò ad avere un'espressione neutrale, nello stesso momento in cui una mano si posò sul suo braccio. Remus si voltò, lasciando andare Lily, e allontanandosi di qualche metro. Harry lo stava fissando con lo sguardo allarmato.
-Che ci fai qui?-
-È stato Silente ad informarmi-.
Harry abbassò bruscamente il tono della voce, permettendo solo a Remus di sentire le sue parole. -Se sei qui per dir loro di Minus o di di Sirius..-
-E per che altro?-
-Non farlo! Mi odierebbero..-
Remus aggrottò la fronte.
-Non dire sciocchezze, Harry-.
-Non puoi, ti supplico..-
-Hanno il diritto di sapere! Così come lo avevo io di conoscere questa storia. E tu me l'hai negato. Ho dovuto sapere da Silente che tuo padre era vivo!-
-Non è vivo, Lupin. Non resteranno qui, è una cosa momentanea. Li perderemo di nuovo-.
L'angoscia di Harry lo investì, facendolo sentire un mostro.
-Non lo negherò, perché sappiamo entrambi che è la verità.
Permettimi di dire a tuo padre cos'è realmente successo, Harry-.
Gli occhi verdi del ragazzo lo studiarono, calmi, poi, lentamente, annuì.
Remus si voltò, sicuro di trovare lo sguardo di James pronto a rispondere al suo.
-Dobbiamo parlare- mormorò Lupin.
-Lo so- rispose James.
-Non qui-.
-Lo so- ripeté James.
-Vengo anche io- esclamò Lily.
-No-.
Lily si voltò verso James, stupita dalla sua risposta. -Perché?-
Lui non rispose.
-Non puoi escludermi da questa faccenda..-
James si voltò, prendendo le mani di Lily. -Tornerò-.
-Non ho dubbi su questo. Ma non tornerai da me, vero?-
Il ragazzo abbassò lo sguardo. -Lily..-
-Giurami che cercherai in ogni modo possibile di non arrenderti. Giurami che anche se scoprirai mille motivi per cui noi dovremmo stare separati, ne troverai uno che ti farà tornare qui. Per me-.
James le sfiorò i capelli, con le dita, annuendo, per poi voltarsi. Non ebbe il coraggio di proferire una sola parola, poiché, se avesse aperto la bocca, sarebbe uscita un'unica frase, che si era formata distintamente nella sua mente, chiara e disarmante come non mai.
Seguì Remus, in silenzio, fuori dalla camera dei Capi Scuola, poi giù per la Torre di Grifondoro, e infine fuori da Hogwarts. Camminava alle sue spalle, dritto verso la Foresta Proibita. Quando Remus si fermò, avevano raggiunto i primi alberi secolari. James distingueva chiaramente gli occhi di Remus, nonostante il buio. Sapevano entrambi che non ci sarebbero stati altri segreti, una volta usciti da quella Foresta. Ne altre speranze.
-James-.
La frase che lo tormentava si fece avanti, crudele come solo le parole sanno essere.
Quando la voce di James cominciò a rimbombare nel silenzio, aveva smesso di nevicare.
-Dimmi che non è vero, ti prego Remus. Dimmi che Sirius è ancora vivo-.

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