2. Scivola via

Lily alzò una mano, aggrottando la fronte. Che avevano i suoi capelli di sbagliato? Li sfiorò con le dita, ma mantenne lo sguardo negli occhi nocciola del ragazzo. C'era qualcosa di strano in James. Anzi, c'era qualcosa di strano nelle sensazioni che provava guardandolo. Come se tra di loro scorressero le pagine di una storia incompiuta, diventata poi leggenda e dimenticata. Sussultò, quando, arrivata all'altezza dell sue spalle, dove avrebbe dovuto trovare ancora la cascata di ciuffi vermigli, scoprì il vuoto. Corse in bagno, superando James e stringendo le mani sul lavello. Qualcuno le aveva tagliato i capelli? Sullo specchio si rifletteva una figura corrucciata, con gli occhi verdi spalancati e i ciuffi che ricadevano scomposti alla base del collo. La rabbia cominciò a fluirle dal petto, rabbia verso l'unica persona che avrebbe potuto trovare quello uno scherzo divertente.
Con un movimento rapido afferrò la bacchetta e la puntò contro James.
-Potter, come ti è venuto in mente?!- strillò.
James la guardava confuso e divertito. Aveva le mani alzate, in segno di difesa e un ghigno stampato sul volto, ma una piccola parte di lui -Lily lo vedeva chiaramente- si stava davvero chiedendo se lo avesse attaccato. Lo notò, quando lo sguardo gli guizzò sul comodino, dove giaceva la sua arma.
-Calmati, Evans. Non sono stato io!-
Lily alzò gli occhi al cielo, avanzando lentamente.
-Ah, non sei stato tu? Beh, non conosco nessun altro che possa anche solo sfiorare questo livello di idiozia!-
-Senza contare Sirius, vero?- il sorriso sghembo gli si allargò, contemporaneamente all'irritazione di Lily.
-Black? Dov'è?!-
-Vorrei saperlo anch'io!- James ammiccò e Lily socchiuse gli occhi.
-Stupeficium!- sibilò, con una presa salda sulla bacchetta.
James balzò a destra, evitando l'incantesimo con un'eleganza sorprendente. Afferrò l'arma e si arrampicò sul letto superiore del baldacchino.
-Evans, non c'è bisogno di spedirmi in infermieria! Fermati!-
Lily lo ignorò, corse accanto al letto e, mettendo i piedi sull'impalcatura, si mantenne in equilibrio per riattaccare.
-Reduc..-
Ci fu un fruscio e poi un colpo secco di scarpe sul pavimento. Una mano le coprì la bocca, impedendole di concludere l'incantesimo. James premeva il petto contro il suo, un braccio la avvolgeva, per tenerla ferma. Il contatto con le dita fredde di James la fece sobbalzare, e lui, interpretandolo come un tentativo di liberarsi, la spinse contro il muro, afferrò la mano armata e gliela portò all'altezza della testa, inchiodandola con tutto il suo corpo. Avevano entrambi gli occhi sgranati, Lily lo vedeva dal riflesso nelle pupille di lui.
-Evans..-
James faceva dei brevi e rapidi respiri, aveva uno sguardo confuso e la mascella serrata. Qualsiasi cosa volesse dirle scivolò via, quando le lasciò andare il polso e posizionò le dita tremanti sul suo fianco. Lily era immobile, non riusciva a respirare, a parlare, a pensare. C'era qualcosa di sbagliato in tutto quello, ma, anche, qualcosa di totalmente esatto. Sentiva la pressione di ogni dito sulla sua pelle, come se fossero dei tizzoni ardenti premuti su di lei. Lily teneva le mani strette in due pugni, per non farle tremare. Lui, invece, stava esplorando lentamente e delicatamente la sua schiena. Le dita gli danzavano sulla colonna vertebrale, lasciando una scia di elettricità. Quando cercò di insinuarsi sotto la sua maglietta, Lily tornò padrona del suo corpo e, lottando contro se stessa, lo spinse via.
-Che stai facendo?- gli domandò.
-Io non... mi dispiace, non so cosa mi sia preso. Non volevo-.
Non volevo. Lily ignorò la sensazione angosciata che provò nello stomaco, non riuscendo a darle una spiegazione logica.
-Basta, Potter. Lo scherzo è finito. Fai tornare tutti e lasciami in pace!-
-Co..cosa?-
-Tutto questo!- Lily allargò le braccia, indicando il dormitorio.
-Di che stai parlando? Pensi che sia opera mia?-
La ragazza annuì e lui alzò gli occhi al cielo.
-Perché tutti i problemi del mondo sono causati da me, nella tua testa?-
-Perché i problemi del mio mondo sono sempre opera tua!-
Negli occhi di James balenò un'espressione ferita, ma per un istante talmente breve che Lily si domandò se se lo fosse immaginato.
-Bene, ma questo no. Non sono stato io. Non so cosa stia succedendo!-
Lily entrò in panico, il sollievo che aveva provato vedendolo si trasformò in terrore.
-Allora siamo bloccati qui?!-
James si accorse del suo repentino cambiamento di umore, allungò una mano per toccarla, per darle sollievo, un movimento talmente rapido da sembrare istintivo. A metà strada si bloccò. -Dobbiamo cercare di scoprire in che epoca ci troviamo, poi cercheremo Silente e torneremo alle nostre vite. Tu riprenderai ad odiarmi e io a morire per te-.
Le diede le spalle e si allontanò di qualche passo.
-Epoca?- sussurró lei.
-Sì, Evans. Epoca. Non l'hai notato? Questa non è la nostra Hogwarts!-
-Okay, ma come..come facciamo..? Potter, io..-
-Non lo so!- sbottò lui.
Lily conficcò le dita nei palmi delle mani, per trattenere le lacrime. Da quando era così poco coraggiosa? Da quando crollava così? Che le era successo?
Cercò di mantenere la voce ferma. Aprì la bocca per parlare, ma le lacrime scivolarono dai suoi occhi. Si accasciò a terra, mettendo le mani sul viso e cercando di asciugarlo. Calma, Lily. Calma. Calma. Calma.
Sentì nel profondo, per l'ennesima volta, che qualcosa le sfuggiva. Qualcosa di ovvio, di scontato. Due mani fredde si posarono sulle sue guance e lei riaprì gli occhi.
-Mi dispiace, non so perché sto crollando così..- mormorò.
James sorrise, inginocchiandosi e tirandola verso di se.
-Hai paura-.
-Sono una stupida!-
-No, sei umana. Anch'io ho paura-.
-Davvero?-
-Sì, non ho idea di come uscire da questa situazione. Ma ce la faremo, vedrai!-
Lily si appoggiò alla sua spalla, abolendo le barriere che per anni aveva costruito.
-Ti fidi di me?- le domandò.
-No!-
Lui ridacchiò. -Evans!-
-Ma potrei imparare-.
James ghignò, soddisfatto. Poi, improvvisamente, premette le labbra sulla sua fronte. Lily trattenne il fiato e lui si allontanò di scatto.
-Scusa! Non so perche l'ho fatto! Sto impazzendo..-
Lily sentì una strana delusione nel cuore. Non perché Potter l'aveva abbracciata, consolata, baciata. Ma perché si era fermato.
Fece per aprire bocca, ma la porta si spalancò ed entrò un ragazzo leggermente paffuto, con i capelli scuri. Avanzava frettolosamente nel dormitorio e si mise a rovistare in un baule. James e Lily rimasero immobili, con la bocca spalancata.
-Dove l'ho messo? Dove? Andiamo! Non posso perdere tutto!-
Il ragazzo emise un gemito soffocato e riemerse dal baule, appoggiandosi con la schiena e sbuffando. Solo allora si rese conto che non era solo. Lily e James osservarono i repentini cambi di espressione sul viso dello sconosciuto. Sorpesa. Confusione. Paura. Shock. Sbiancò improvvisamente, aprì la bocca e cominciò ad urlare. James scattò in piedi e gli tappò le labbra, con una mano.
-Cosa c'è da urlare? Oh per Merlino, chiudi questa dannata bocca!-
Lily li raggiunse.
-Potter lascialo, penso che stia per svenire!-
James obbedì, e il ragazzo, bianco come un fantasma, faceva saettare gli occhi da uno all'altro. C'era qualcosa di estremamente familiare in lui, forse nella forma negli occhi, nelle poce lentiggini sugli zigomi, o in quella mania di perdere tutto.
-Come ti chiami?- chiese Lily, con la massima gentilezza che riuscì a trovare.
-Ne..neville. Neville Paciock-.

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