You Stupid Bitch!
«È finita!».
Sirius entrò nella stanza del dormitorio sbattendo la porta dietro di sé.
James e Peter lo fissarono spiazzati mentre Black si buttava sul suo letto a pancia in giù, affondando la testa tra i cuscini - Remus poteva anche giurare che avesse singhiozzato ma non osò parlare e nemmeno alzare lo sguardo dal suo libro di Trasfigurazione.
James si mosse così piano che Remus dovette per forza alzare lo sguardo per assicurarsi che si fosse effettivamente spostato, incontrando così gli sguardi disorientati di due dei suoi migliori amici. Il ragazzo occhialuto si avvicinò a Sirius e, guardando Remus in cerca di aiuto, mise una mano sulla spalla del moro. Peter, piuttosto che cercare di aiutare i suoi due migliori amici con la bomba ad orologeria conosciuta anche con il nome di Sirius Black, preferì indietreggiare quanto bastava per raggiungere la porta della camera e sgattaiolare via, sotto lo sguardo furioso di Remus.
«Sir, che intendi che è finita?» decise di chiedere Potter.
Remus si morse il labbro, nervoso che potesse finire come l'ultima volta in cui Sirius era tornato in quelle condizioni dopo uno dei suoi appuntamenti galanti - Lupin costretto a fare il consolatore, perché James non aveva tatto ed era il peggior consolatore di tutto il Mondo Magico.
Remus non voleva rimanere di nuovo chiuso in camera con un Padfoot che piangeva per un ragazzo che non valeva neanche la metà di quanto valeva Sirius, non lo avrebbe sopportato un'altra volta. Gli aveva dato tutti i segnali che potessero far capire a Sirius che piaceva a Remus, eppure quell'idiota continuava a non capire nulla o faceva finta di non capire per non farlo stare male - Lupin pensava che quest'ultima fosse l'opzione più probabile.
Una volta aveva anche provato a dichiararsi ma Sirius lo aveva fermato subito per dirgli che si era fidanzato con un altro ragazzo e questo aveva spezzato il cuore del povero lupo mannaro che aveva sperato di poter avere almeno un'occasione.
«Cosa posso voler intendere, James? È finita, quel bastardo mi ha scaricato» gli rispose Sirius, la voce appena udibile a causa dei cuscini.
Questo era per Remus, ma anche per il povero James, una campanella d'allarme che preannunciava una terribile serata. Il lupo mannaro stava anche pensando di andarsene quando vide lo sguardo furibondo di James che lo fissava scuotendo potentemente la testa, come se avesse già captato i suoi pensieri. Potter e Lupin rimasero a fissarsi per un po', il primo inginocchiato vicino al letto di Sirius e il secondo nel suo letto con il libro che ormai giaceva da qualche parte vicino ai suoi piedi.
Quella tra Remus e James fu una silenziosa lotta di sguardi per capire chi sarebbe rimasto con Sirius per tutta la sera a sentirlo piangere e lamentarsi dello stronzo che lo aveva lasciato.
«L'ultima volta l'ho fatto io!» disse Remus silenziosamente, sapendo perfettamente che James era molto più che abile nel labiale.
«Amico, non mi interessa! Qua si parla dei sentimenti di Sirius e io sono una frana a consolare la gente!» gli rispose James.
Remus gemette di frustrazione, mentre James gli mormorava: «Vieni subito qui, Remus John Lupin e risolvi questo disastro prima di cena!».
Si alzò dal letto e strisciando i piedi per terra si sedette a terra vicino al letto mentre James lasciava la stanza di soppiatto.
Remus portò la testa all'indietro, fissando le tendine del letto di Sirius e appoggiandosi al braccio di quest'ultimo, mentre Black faceva un verso che lui non riuscì bene a decifrare.
«Vuoi parlarne?».
Nonostante Remus avesse cercato di usare un tono calmo e pacato, la sua voce sembrava fredda e bassa e anche Sirius parve accorgersi dell'improvviso tono di voce basso. Black all'inizio non rispose, poi il lupo mannaro sentì un singhiozzo e il braccio di Sirius sotto la testa di Remus iniziò a tremare.
Remus sospirò e si girò per cercare di guardare il moro in faccia. Afferrò il braccio su cui poco prima Remus si era appoggiato e lo alzò, cercando di mettere Sirius seduto e sedersi accanto a lui: dopo un paio di attimi, in cui il braccio di Black sembrava cemento armato, Lupin riuscì finalmente a mettere seduto il ragazzo per guardarlo in faccia.
Sirius era un disastro: i capelli appiccicati alla faccia, le labbra erano gonfie e rosse per tutti i morsi che il ragazzo si era dato per non piangere, le guance sommerse dalle lacrime e gli occhi rossi.
Remus avrebbe voluto baciare via le lacrime di Sirius, ma non poteva. Avrebbe anche voluto urlare in faccia a Sirius che era un'idiota per essere uscito con quel ragazzo di Corvonero che non aveva fatto altro che usarlo per fare sesso, ma James era stato chiaro: doveva consolarlo e non farlo piangere ancora di più.
Black appoggiò la fronte sulla spalla di Lupin che circondò la sua schiena con le sue braccia. Rimasero in quella posizione per un po', il tempo che bastava affinché Sirius smettesse di piangere a dirotto e spiegasse cosa era successo.
Remus capì che il momento di parlare era arrivato quando Sirius decise di staccarsi da lui e si mise a sedere a gambe incrociate sul letto.
«L'ho beccato mentre baciava un suo compagno di casa. All'inizio mi sono arrabbiato, gli ho urlato contro e lui non ha detto niente finché non ho smesso di urlare» iniziò Sirius, asciugandosi le lacrime con la camicia della divisa di Hogwarts, «Quando ho smesso, mi ha detto che tra noi era finita, che voleva soltanto scopare e che tutta la nostra relazione era finta, che stava con me solo per quello».
«Non capisco, Moony, perché? Non bastava quello stronzo di un Tassorosso di un mese fa?».
"Ed ecco che ricomincia a piangere", pensò Remus.
Se le altre volte il lupo mannaro era stato comprensivo, dolce e calmo, questa volta Remus era arrabbiato e non avrebbe sopportato che Sirius parlasse di quell'idiota di Tassorosso e sperasse di trovare conforto da lui.
«Eppure mi sembrava quello giusto, capisci? Era sempre gentile con me, mi portava tutti i dolci che volevo, mi accompagnava sempre a lezione, studiava con me! Non capisco cos'ho fatto di sbagliato stavolta perché lui mi tradisse!».
Il più piccolo tra i due si mordeva il labbro inferiore per rimanere zitto e non fare stronzate di cui si sarebbe pentito subito dopo aver chiuso la bocca. Remus si chiedeva se Sirius fosse davvero così stupido da non capire che il problema non era lui bensì il suo ex ragazzo.
«Vi piaceva non è così, Rem? James aveva anche detto che gli stava simpatico e Peter che gli piacevano i suoi capelli. Perché Moony? Cos'ho di sbagliato che fa scappare tutti?».
Quelle parole furono la goccia che fece traboccare il vaso di Remus.
Quest'ultimo si alzò con un verso rabbioso, le mani tra i capelli, come se fosse un pazzo appena uscito da un manicomio.
Si girò verso Sirius e disse: «Razza di stupido idiota che non sei altro, quel tipo non piaceva a nessuno Sir!».
Black smise di piangere e fissò Remus sconvolto dall'improvviso scatto d'ira del giovane lupo mannaro che era sempre stato così paziente con lui. Se non l'avesse visto con i suoi occhi, non avrebbe mai pensato che quel ragazzo fosse uno dei suoi migliori amici.
«E sai perché non piaceva a nessuno? Perché tutti sapevano che sarebbe finita così! Tu in lacrime e io, più coglione di te, a farti da sostegno morale, mentre ti lamenti e parli di un cretino che non ti ha mai amato!».
Avrebbe dovuto fermarsi? Sì. Lo avrebbe fatto? No.
Remus era stanco marcio di quella situazione. Avrebbe approfittato di quel momento per dire tutto a Sirius e non gliene sarebbe importato un fico secco della sua risposta perché non ce la faceva più a trattenersi tutto questo dentro.
«Sono anni che provo a farti capire quello che provo per te! Anni, cazzo! E tu non hai mai capito che sono l'unico ad amarti veramente per quello che sei, ovvero un coglione arrogante ed egocentrico!».
Sirius sgranò gli occhi. Era ancora sbalordito, immobile come una statua seduto sul suo letto, non diceva nulla e rimaneva ad ascoltare silenziosamente le parole del suo amico.
«Dove erano quegli stronzi con cui sei uscito quando avevi bisogno di conforto e di un abbraccio, Sirius? Da nessuna parte, ecco, perché nessuno di loro teneva veramente a te! E invece chi è rimasto sempre al tuo fianco, anche nelle tue serate peggiori? IO!».
Remus si avvicinò pericolosamente a Sirius, che indietreggiò spaventato dal suo comportamento.
«Ero io quello che si prendeva cura di te. Ero io a consolarti quando uno di loro si stancava di te. Ed ero sempre io a cercare di farti sorridere. Non James, non Peter, non Mary, non quegli stronzi... IO!».
Remus rise istericamente, indietreggiando e allontanandosi da Sirius. Forse sembrava un pazzo, però non gli importava: adesso si sentiva libero dall'enorme macigno che premeva sul suo cuore.
«Ma adesso basta, Sirius. Sono stanco di essere la tua ruota di scorta. Se ti vuoi davvero così male, fai pure come vuoi, ma non cercare più di coinvolgermi quando stai male. Anche io ho dei fottuti sentimenti».
Remus se ne andò, sbattendo forte la porta, lasciando Sirius da solo nella loro camera del dormitorio. Scese le scale ed uscì fuori dai dormitori e dalla Sala Comune di Grifondoro, dirigendosi verso la torre di Astronomia dove avrebbe potuto pensare e rimanere da solo.
Mentre camminava a passo svelto per i corridoi e le scale, Remus tratteneva le lacrime: nonostante si fosse levato quel terribile peso, non poteva fare a meno di pensare che quello che aveva fatto era terribile. Non solo aveva distrutto i sentimenti di Sirius in meno di cinque minuti, ma aveva anche distrutto i suoi - insomma, se fosse piaciuto a Sirius, lui lo avrebbe fermato dall'andare via, no? O avrebbe detto qualcosa, non è così? E invece non aveva fatto nulla, lo aveva solo fissato.
Quando arrivò in cima alla torre, si sedette per terra e lasciò che le lacrime gli bagnassero le guance.
-
Se Remus stava male, Sirius non sapeva come sentirsi, se euforico oppure no.
La sua cotta secolare aveva appena detto che lo amava da anni, che gli aveva anche mandato dei segnali - segnali di cui Sirius non aveva idea, dato che non si era mai accorto che il lupo mannaro lo amasse -, ma aveva anche detto che era stanco perché si sentiva... la ruota di scorta di Sirius.
Il moro si passò le mani sulla faccia: Remus aveva ragione, era un coglione. Era rimasto così tanto incastrato in quelle relazioni con ragazzi che assomigliavano al lupo mannaro, che non si era accorto che il vero Remus Lupin lo amava e lo aveva sempre fatto e cercato di dimostrarglielo.
Affondò la testa nel cuscino, urlando di frustrazione.
La porta si aprì.
Sirius alzò la testa di scatto per vedere, nella speranza che fosse Moony. Sfortunatamente per lui, era solo il suo migliore amico, che sembrava più che stupito di trovarlo da solo.
Potter entrò nella stanza, cercando qualcuno. «Dov'è andato Moony? Pensavo che sarebbe rimasto qui a consolarti» chiese confuso.
Sirius fece un verso strozzato e si mise a pancia in su sul letto.
«Ho fatto una cazzata, Progs, Remus mi ama» gli rispose.
James rimase in silenzio per un po', poi si buttò su di lui. «Aspetta, cos'hai detto?!».
Sirius si tolse di dosso James e si mise a sedere. Si sentiva un coglione per non aver notato prima i segnali di Remus, per non aver avuto il coraggio di esporsi. Forse, se l'avesse fatto prima, lui e Lupin sarebbero fidanzati già da un pezzo e avrebbe evitato meno dolore.
«Remus mi ama. E io sono un idiota».
Potter si sistemò gli occhiali sul ponte del naso, «Che sei un idiota lo sapevamo già, dimmi di Remus. Cos'è successo? E dov'è adesso?».
Sirius spiegò brevemente tutto ciò che era successo dopo che se ne era andato e aveva lasciato i due giovani ragazzi da soli. James era semplicemente sconvolto quasi quanto lo era Sirius quando Remus aveva detto di amarlo.
Una volta che finì di raccontare tutto, James gli diede uno schiaffo sulla nuca.
«Ma sei scemo? E non lo sei ancora andato a cercare, razza di idiota? Pensa a come potrebbe sentirsi in questo momento» lo rimproverò Potter.
Sirius divenne rosso di imbarazzo e rispose balbettando: «M-ma lui aveva detto che era stanco-»
«Vatti a lavare la faccia, Sirius Orion Black, e renditi presentabile. Stasera ti fidanzi con il tuo uomo, coglione patentato» lo interruppe James, spingendolo fuori dal letto e indicando il bagno della camera.
Sirius annuì e corse in bagno.
Una volta uscito dal bagno, James gli tirò in faccia la Mappa del Malandrino e lo spinse fuori dalla camera.
«Ehi! Mi hai fatto male, stronzo» disse Sirius, prendendo tra le mani la mappa.
«Non tornare finché non lo affronti, Pad» gli rispose James prima di chiudere la porta alle sue spalle sorridendo.
Sirius non poté che guardare la Mappa del Malandrino, già aperta da James, e cercare il nome del ragazzo che stava cercando tra la baraonda di studenti che camminavano per tutti i corridoi della scuola.
Poi sorrise quando trovò il nome di Remus nella Torre di Astronomia e senza pensarci due volte, si mise a correre per andare dal lupo mannaro.
Una volta arrivato, dopo essere anche rimasto bloccato per ben cinque minuti su una rampa di scale che non era sembrata in vena di fare un piacere al povero ragazzo, Sirius arrivò alla torre. Remus era lì, in piedi, a fissare il tramonto.
Tentando di non far rumore per non disturbare il ragazzo, Black si avvicinò per essere al fianco di Remus. Sirius si diede un attimo per godersi il viso del giovane lupo mannaro.
Il viso era solcato da una profonda cicatrice che Remus si era fatto l'estate prima durante una notte di luna piena e che, anche se a Remus non piaceva, Sirius non riusciva a non amare. I suoi occhi color ambra guardavano ancora il sole tramontare, non degnando Black di uno sguardo. Dalle guance con ancora i solchi delle lacrime e le labbra rosse come ciliegie, capì che Lupin aveva appena finito di piangere.
Sirius distolse lo sguardo dal viso di Remus. Si sentiva un idiota per aver combinato questo casino e ancora più idiota per averlo fatto piangere.
«Anche io ti amo».
Remus si voltò a guardarlo con uno sguardo indecifrabile. Sirius divenne rosso dall'imbarazzo, ma impose a sé stesso di parlare.
«So che sono un coglione arrogante ed egocentrico, però dico la verità. Ti amo alla follia, Remus Lupin, e mi dispiace di aver fatto passare ad entrambi degli anni di merda».
Remus non disse nulla, lo fissò.
Sirius divenne nervoso e pregò Merlino che quello di prima non fosse stato uno scherzo.
I due rimasero in silenzio per un po', l'ansia di Sirius era così palpabile da poter essere tagliata da un coltello, poi Remus premette le sue labbra contro quelle di Sirius.
All'inizio il moro rimase immobile come una statua di marmo, sconvolto dal gesto avventato di Remus, poi quando questo chiese l'accesso alla sua bocca si risvegliò. Sirius portò le braccia a circondare il collo del biondo e ricambiò il bacio, che per entrambi sembrò durare fin troppo poco.
«Sei un coglione» disse Remus quando si staccarono.
Il lupo mannaro appoggiò la sua fronte su quella di Black, incatenando i loro sguardi assieme.
«Lo so, però ti amo».
Remus sorrise leggermente mentre Sirius lo baciava di nuovo.
-
James era preoccupato. Remus e Sirius non si erano ancora visti ed era quasi ora di scendere in Sala Grande per cenare. Peter non sembrava invece pensarla allo stesso modo, dato che non faceva altro che pensare al cibo che li attendeva.
«Progs, sono sicuro che stanno entrambi bene, in fondo che potrebbe mai succedere? Siamo ad Hogwarts! Adesso andiamo in Sala Grande a cenare».
Alla fine Potter cedette alle continue pressioni di Minus e i due andarono insieme in Sala Grande. James sperava che quei due fossero già lì ma non di loro al tavolo rosso ed ora non ce ne era traccia.
«Credo che dovremmo andarli a cercare. Potrebbero essersi fatti male, o essersi messi nei guai o qualsiasi altra cosa pericolosa che quei due potrebbero fare insieme» disse James, ansioso.
Peter scosse la testa sospirando e trascinò James al tavolo, continuando a ripetere che i due ragazzi stavano bene.
«Ma potrebbero essersi fatti male, Wormtail! Sono convinto che dovremmo andare a-».
Peter lo interruppe indicando l'ingresso della Sala Grande con l'indice. James seguì la traiettoria del dito di Minus e vide ciò che stava indicando erano proprio i loro due migliori amici, mano nella mano, che camminavano sorridenti verso il tavolo di Grifondoro.
«Oi! Finalmente direi!» urlò James dal tavolo.
Sirius e Remus risero e si andarono a sedere insieme ai loro due amici.
ANGOLO AUTRICE:
salve a tutti sono tornata con questa piccola OS sui wolfstar solo per far sapere a tutti che sono viva lol.
Probabilmente in futuro arriverà qualcosa di totalmente mio, ma fin a quel momento proverò a scrivere OS o piccole storie.
spero che stiate tutti bene<33
un bacino a tutti
-moony
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